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Associazione Combattenti e Reduci, celebrato il centenario

Il 24 giugno scorso ricorreva il centenario dell’elevazione in ente morale dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci.


L’Associazione venne fondata nel 1919 dai reduci della Grande Guerra. L’idea nacque a Milano il 17 aprile del 1917 durante un’assemblea dei mutilati di guerra nei locali della lega antitedesca. L’assemblea, presieduta dai reduci Ettore Ferrari e Virginio Galbiati, sosteneva la necessità di costituire un’associazione diretta a tutelare i diritti degli ex combattenti rimasti feriti durante gli scontri. L’assemblea incontrò subito l’adesione degli ufficiali reduci dal fronte e, nell’incontro successivo tenutosi il 29 aprile 1917, sancì la nascita dell’A.N.M.I.G. e in quella data vennero anche fissate le finalità e lo statuto dell’associazione.

In poco tempo in molte parti d’Italia si assistette alla formazione di numerose sezioni, tra le quali la sezione di Borgo San Donnino, mentre risale al 1918 la sezione locale dell’A.N.M.I.G sorta a Parma. Gli associati si raccoglievano attorno ad un programma che aveva in parte un carattere rivendicativo, ma che tendeva soprattutto a far ottenere all’associazione un peso politico e sociale nella vita nazionale.

Nel primo statuto associativo, stilato ed approvato nel 1919, veniva proclamata “l’assoluta indipendenza dell’A.N.C. da ogni e qualunque partito politico, pur non rinunciando ad assicurare il concorso dei combattenti all’azione politica e sociale, facendo propria la causa e gli interessi di tutto il popolo d’Italia”. Gli ex combattenti rivendicavano nell’ambito della collettività un’adeguata considerazione, non soltanto per i sacrifici sopportati durante la guerra e per i conseguenti danni ricevuti, ma anche perché si proclamavano portatori di nuove idealità politiche. Il primo statuto dell’A.N.C. fu redatto nel 1919, ma solo nel 1923 l’A.N.C. assunse il carattere fondamentale di un’istituzione al di fuori e al di sopra di ogni partito.

Il 10 giugno 1924 veniva assassinato da una banda fascista Giacomo Matteotti. Una tempesta politica scosse il Paese e la stampa combattentistica fu unanime nel deplorare il delitto. Sin dall’inizio dei lavori dell’Assemblea si era subito notata un’atmosfera di ostilità al fascismo sostenuta da una maggioranza contraria alla collaborazione con il nuovo regime. L’A.N.C., nell’autunno del 1924 si rifiutò di partecipare alle celebrazioni della marcia su Roma. Inoltre in occasione delle manifestazioni del 4 novembre i cortei patriottici furono, in molte località, aggrediti dalle squadre fasciste. Nel marzo del 1925 Mussolini scioglie il Comitato nazionale sull’A.N.C., affidando Federazioni e Sezioni ai commissari.

Il secondo dopoguerra vedrà il ricostituirsi dell’associazione attorno ai valori democratici e repubblicani.

 

Ambrogio Ponzi

Presidente della Sezione di Fidenza dell’ANCR

Ultima modifica ilGiovedì, 06 Luglio 2023 12:14
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