Un nuovo decreto del Consiglio dei Ministri
Il presidente del Consiglio dei ministri domencia 25 ottobre ha firmato un nuovo decreto che supera il precedente. Esso sarà in vigore fino al 24 novembre. Queste sono le regole e questi i divieti fissati dal Dpcm del governo per limitare i contagi da Covid-19 nel settore del commercio e l’attività degli esercizi pubblici. Tutte le attività sono consentite rispettando gli obblighi del distanziamento e l’uso obbligatorio delle mascherine sia all’aperto che al chiuso. La scelta di lasciare aperti i ristoranti e i bar la domenica e i giorni festivi è stata presa dopo la richiesta presentata dai governatori e il parere positivo del Comitato tecnico scientifico. Nel verbale consegnato al governo gli esperti hanno evidenziato come l’apertura dei locali pubblici nei giorni di festa sia «opportuna perché limita gli incontri all’interno delle abitazioni» e consente gli incontri nel rispetto delle regole e dei protocolli.
Ristoranti, tavoli da 4 e dopo le 18 rimane l’asporto
I ristoranti, i bar, i pub, le gelaterie e le pasticcerie possono rimanere aperti «dalle ore 5 alle 18. Il consumo al tavolo è consentito per un massimo di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi». Dopo le 18 «è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico ma resta consentita senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente ai propri clienti, che siano ivi alloggiati». Inoltre, «è fatto obbligo nei locali pubblici e aperti al pubblico, nonché in tutti gli esercizi commerciali di esporre all’ingresso del locale un cartello che riporti il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente nel locale». Le regole applicate ai ristoranti sono estese anche alle strutture agrituristiche.
Resta «sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio, nonché fino alle ore 24 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze». Continuano ad essere consentite le attività delle mense e del catering». Restano infine «aperti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande siti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situate lungo le autostrade, negli ospedali e negli aeroporti».
Shopping: nei negozi si resta solo il tempo utile per gli acquisti
I saloni di bellezza, i parrucchieri e i barbieri possono continuare a lavorare. Anche i negozi al dettaglio come calzature, abbigliamento, accessori, librerie, profumerie restano aperti senza limiti d’orario, ma devono rispettare le regole: dalla distanza di un metro agli ingressi dilazionati dei clienti. La novità è nel passaggio in cui il governo chiede agli esercenti «che venga impedito di sostare all’interno dei locali più del tempo necessario all’acquisto dei beni». A loro è anche richiesto il rispetto dei protocolli e delle linee guida. Oltre ai negozi di generi alimentari e alle farmacie, rimangono aperti i centri commerciali.
Cinema e teatri chiusi, al museo accessi regolati
Il nuovo decreto chiude per un mese cinema e teatri: «Sono sospesi gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto». I musei restano aperti e così gli altri «istituti e luoghi della cultura», come aree archeologiche e monumenti. Gli ingressi del pubblico sono contingentati, i visitatori devono rispettare la distanza di almeno un metro e gli assembramenti sono vietati. Convegni, congressi e altri eventi sono sospesi, «a eccezione di quelli che si svolgono con modalità a distanza». Anche i parchi tematici e di divertimento restano sospesi fino alla scadenza del decreto.
Trasporti: sì alla mobilità tra Regioni (a meno di ordinanze locali)
Nel Dpcm non è stata inserita alcuna norma specifica sui trasporti pubblici e quindi la capienza rimane fissata all’80%. È stata invece inserita un’esortazione ai cittadini: «È fortemente raccomandato a tutte le persone fisiche di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi». Rimangono consentiti sia gli spostamenti tra i comuni, sia quelli tra una regione e l’altra a meno che non ci siano ordinanze specifiche firmate dai governatori come in Campania.