CHI SIAMO
I settimanali diocesani di ispirazione cristiana (tra i quali “Il Risveglio”) cominciano ad essere diffusi verso la fine del XIX secolo sulla scia dell’enciclica di Papa Leone XIII “Rerum Novarum”, pubblicata nel 1891. Il documento pontificio, che viene incontro soprattutto “ai bisogni di coloro che si trovano in assai misere condizioni, indegne dell’uomo” nei confronti dei quali occorre intervenire “senza indugio e con opportuni provvedimenti” (n.2), segna l’atto di nascita della Dottrina Sociale della Chiesa. Essa rilancia i principi e i doveri della solidarietà (tra persone, classi e nazioni) e della sussidiarietà (tra Stato, individuo e formazioni sociali intermediarie). Un’attenzione che sarà sempre presente nel Magistero della Chiesa attraverso le encicliche sociali di Giovanni XXIII (“Mater et magistra” e “Pacem in terris”), di Paolo VI (“Populorum progressio” e “Octogesima adveniens”) fino alla “Sollicitudo rei socialis” di Giovanni Paolo II (1988). All’interno di quest’ultima viene ribadito che “la dottrina sociale della Chiesa non è una terza via tra capitalismo liberista e collettivismo marxista, ma costituisce una categoria a sé.
Suo scopo principale infatti è di interpretare le esigenze umane sulla base di un’attenta riflessione circa le complesse realtà presenti nella società e nel contesto internazionale per orientarne il comportamento in senso cristiano” (n.41). Di qui la necessità di far conoscere, attraverso la “buona stampa”, il pensiero della Chiesa e di essere un punto di riferimento sia dal punto di vista informativo che formativo per i fedeli, le famiglie, le parrocchie, le associazioni e i movimenti ecclesiali.
Il settimanale diocesano quindi si rivela uno strumento prezioso per la pastorale ordinaria grazie a una riflessione puntuale su ciò che accade e alla corretta interpretazione dei fatti: non è un caso che molte testate, tra cui la nostra, scelgano di chiamarsi “Il Risveglio”. La sua peculiarità, rispetto alla stampa nazionale, è quella di rappresentare il territorio dando voce soprattutto a quelle piccole ma significative realtà spesso ignorate o sottovalutate.
Il primo numero de “Il Risveglio” porta la data del 15 ottobre 1899, sotto la protezione di S. Donnino Martire, patrono della Chiesa di Fidenza, grazie alla passione e all’impegno di tre sacerdoti: don Sincero Badini (che ne sarebbe diventato il primo direttore responsabile), mons. Pier Crisologo Micheli (che gli garantirà nel corso degli anni un adeguato sostegno economico) e mons. Alberto Costa (più tardi chiamato a guidare l’arcidiocesi di Lecce), che ne sarà la “firma” più prestigiosa grazie alla sua vasta preparazione culturale. Passione e impegno cui non mancherà mai l’appoggio convinto del Vescovo dell’epoca, mons. Giovanni Battista Tescari. A proposito de “Il Risveglio” Dario Soresina nel secondo volume della sua “Enciclopedia Diocesana Fidentina” così si esprime: “Da allora (1899) Il Risveglio combattè la sua gloriosa battaglia a servizio della verità: franca professione e propaganda delle sue idee rivolte alla tutela dei più legittimi interessi ed alla rivendicazione dei più alti ideali rappresentarono il principale obiettivo del settimanale diocesano. Non smentendo lo scopo per cui era sorto, attese sempre ad educare il popolo sia al concetto della fede che a quello della libertà e della tolleranza; e contro gli avversari d’ogni colore della Chiesa levò alta la voce ammonitrice. Rammenteremo le battaglie che, sin dal primo giorno di vita, combattè contro coloro che volevano strappare al lavoratore, imponendogli il giogo della tessera, la fede religiosa, che sola può condurre le masse alla civiltà ed i popoli al benessere della pacificazione e del lavoro; e le lotte politiche sostenute contro il socialismo di Luigi Musini e di Agostino Berenini sino a quelle contro il comunismo con l’intervallo del ventennio fascista, durante il quale Il Risveglio mantenne un atteggiamento fermo, dignitoso, mai remissivo. Il settimanale ha dunque pienamente adempiuto alla funzione, propria della buona stampa, di formare ed informare i suoi lettori con una esposizione chiara del proprio pensiero e con una visione cristiana degli avvenimenti” (1976). Dal lato cronachistico locale, poi, il settimanale oltre a presentare un quadro esauriente della vita della diocesi ha mantenuto sempre vivo il confronto con la comunità civile grazie al suo radicamento nel territorio.