Il dottor Claudio Allegri nel ricordo di don Felice Castellani
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All’età di 75 anni l’apprezzato dottor Claudio Allegri è venuto a mancare dopo una dolorosa malattia aggravatasi in questi ultimi giorni. La notizia ha colto di sorpresa le tante persone che lo stimavano e soprattutto gli amici che gli hanno voluto bene. La morte però non ha sorpreso né lui né coloro che lo hanno assistito con grande affetto. La loro apprensione non è passata inosservata all’infermo dottor Allegri che però sorrideva loro e li incoraggiava ammonendoli: “Non preoccupatevi per me perchè io sono sereno e abbandonato al Signore”.
Da alcune settimane ripeteva spesso: “Offro a Dio la mia vita terrena a favore della pace nel mondo, della serenità dei miei cari e anche per il Papa, la Chiesa e i sacerdoti. Inoltre per il perdono dei miei peccati e anche per ringraziarLo dei doni da Lui ricevuti nella mia vita”.
Nei momenti di intimità con i famigliari e gli amici che si stringevano in preghiera con lui diceva di essere fortunato perchè “il Signore mi ha scelto per soffrire con Lui per la salvezza del mondo”.
Questo sorprendente testamento spirituale è una testimonianza aperta della sua fede che non si vergognava mai di aver ricevuto nell’incontro di persone e gruppi cristiani che ha frequentato insieme alla moglie Mara. Si sono sposati quasi 50 anni fa a Siccomonte con una liturgia molto semplice ma fortemente incisiva e gioiosa preparata dalla comunità “Giovani lavoratori” dove è nata la sua conversione. La coppia ha aderito anche ad altri gruppi cristiani senza mai perdere di vista la comunità parrocchiale di San Giuseppe dove hanno scelto la casa più vicina alla chiesa, alla cappellina e all’immagine della Vergine di Fatima: non è stato di certo un caso.
Fin da giovane Claudio ha scelto la strada della cura dei malati, per i quali si spendeva con grande scrupolo umano e professionale. Essere medico per lui era una “vera missione trasformata nel tempo come incontro con Gesù nella carne del Buon Samaritano”. E a volte si rammaricava di non poter fare di più. Era piuttosto timido e riservato di carattere, ma quando non riusciva ad esprimere i suoi sentimenti si sfogava con la sua chitarra esibendosi in canti da lui composti. Gli amici lo chiamavano “il cantautore di Dio”. Sono decine i CD da lui prodotti, quasi tutti a forma di preghiera. Ad un suo grande amico di Salsomaggiore, Claudio Parmigiani, venuto a mancare ormai 30 anni fa, ha dedicato il maggior numero di canti come riconoscenza per un’amicizia che lo ha “trascinato” a vivere la preghiera come vero abbandono alla volontà di Dio. Spesso ricordava la sua ammirazione e la sua riconoscenza per tutti i sacerdoti che ha incontrato nella sua vita, sia nelle parrocchie che nei movimenti; e teneva in bella mostra nella sua abitazione le loro foto.
Don Felice Castellani