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Martina Pacini

Lectio divina del Vescovo Ovidio nel Tempo di Avvento

4 appuntamenti con il Vescovo Ovidio, in diretta streaming dalla Cattedrale di Fidenza, per tutta la durata del Tempo di Avvento.

Il tema della riflessione sarà "Prigionieri della speranza" (Zc 9,12), testi biblici del Tempo di Avvento anno B.
Il primo incontro avrà luogo giovedì 26 novembre a partire dalle ore 20.30. Verrà preso in esame il testo di Is 63,16-19; 64, 2-7.
Questo il link per seguire la diretta: (https://www.youtube.com/channel/UCXWnmb0TLVspz0PFxl_GeKA/videos).

Prossimi appuntamenti:

- Giovedì 3 dicembre ore 20.30 (Is 40,1-5.9-11)

- Giovedì 10 dicembre ore 20.30 (Is 61,1-2.10-11)

- Giovedì 17 dicembre ore 20.30 (2Sam 7,1-16)

Qualora non riusciste a seguire le dirette sarà possibile, a partire dal giorno successivo, leggere e scaricare i testi integrali delle riflessioni del Vescovo sul sito della diocesi e in questa sede.

Catechesi del Vescovo Ovidio di giovedì 26 novembre (qui).

Catechesi del Vescovo Ovidio di giovedì 3 dicembre (qui).

Catechesi del Vescovo Ovidio di giovedì 10 dicembre (qui).

Catechesi del Vescovo Ovidio di giovedì 17 dicembre (qui).

Messaggio alle comunità cristiane nel tempo della pandemia

Riportiamo di seguito il Messaggio della Cei rivolto alle comunità cristiane in tempo di pandemia. 

«Siate lieti nella speranza,
costanti nella tribolazione,
perseveranti nella preghiera».
(Rm 12,12)

 

Fratelli e sorelle,
vorremmo accostarci a ciascuno di voi e rivolgervi con grande affetto una parola di speranza e di consolazione in questo tempo che rattrista i cuori. Viviamo una fase complessa della storia mondiale, che può anche essere letta come una rottura rispetto al passato, per avere un disegno nuovo, più umano, sul futuro. «Perché peggio di questa crisi, c’è solo il dramma di sprecarla, chiudendoci in noi stessi» (Papa Francesco, Omelia nella Solennità di Pentecoste, 31 maggio 2020).
Ai componenti della Comunità cristiana cattolica, alle sorelle e ai fratelli credenti di altre Confessioni cristiane e di tutte le religioni, alle donne e agli uomini tutti di buona volontà, con Paolo ripetiamo: «Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera» (Rm 12,12).
Inviamo questo messaggio mentre ci troviamo nel pieno della nuova ondata planetaria di contagi da Covid-19, dopo quella della scorsa primavera. L’Italia, insieme a molti altri Paesi, sta affrontando grandi limitazioni nella vita ordinaria della popolazione e sperimentando effetti preoccupanti a livello personale, sociale, economico e finanziario. Le Chiese in Italia stanno dando il loro contributo per il bene dei territori, collaborando con tutte le Istituzioni, nella convinzione che l’emergenza richieda senso di responsabilità e di unità: confortati dal magistero di Papa Francesco, siamo certi che per il bene comune occorra continuare in questa linea di dialogo costante e serio.

1. Non possiamo nascondere di trovarci in un tempo di tribolazione. Dietro i numeri apparentemente anonimi e freddi dei contagi e dei decessi vi sono persone, con i loro volti feriti e gli animi sfigurati, bisognose di un calore umano che non può venire meno. La situazione che si protrae da mesi crea smarrimento, ansia, dubbi e, in alcuni casi, disperazione. Un pensiero speciale, di vicinanza e sostegno, va in particolare a chi si occupa della salute pubblica, al mondo del lavoro e a quello della scuola che attraversano una fase delicata e complessa: da qui passa buona parte delle prospettive presenti e future del Paese. «Diventa attuale la necessità impellente dell’umanesimo, che fa appello ai diversi saperi, anche quello economico, per una visione più integrale e integrante» (Laudato si’, n. 141).
Anche in questo momento la Parola di Dio ci chiama a reagire rimanendo saldi nella fede, fissando lo sguardo su Cristo (cfr. Eb 12,2) per non lasciarci influenzare o, persino, deprimere dagli eventi. Se anche non è possibile muoversi spediti, perché la corrente contraria è troppo impetuosa, impariamo a reagire con la virtù della fortezza: fondati sulla Parola (cfr. Mt 13,21), abbracciati al Signore roccia, scudo e baluardo (cfr. Sal 18,2), testimoni di una fede operosa nella carità (cfr. Gal 5,6), con il pensiero rivolto alle cose del cielo (cfr. Gal 3,2), certi della risurrezione (cfr. 1Ts 4; 1Cor 15). Dinanzi al crollo psicologico ed emotivo di coloro che erano già più fragili, durante questa pandemia, si sono create delle “inequità”, per le quali chiedere perdono a Dio e agli esseri umani. Dobbiamo, singolarmente e insieme, farcene carico perché nessuno si senta isolato!

2. Questo tempo difficile, che porta i segni profondi delle ferite ma anche delle guarigioni, vorremmo che fosse soprattutto un tempo di preghiera. A volte potrà avere i connotati dello sfogo: «Fino a quando, Signore…?» (Sal 13). Altre volte d’invocazione della misericordia: «Pietà di me, Signore, sono sfinito, guariscimi, Signore, tremano le mie ossa» (Sal, 6,3). A volte prenderà la via della richiesta per noi stessi, per i nostri cari, per le persone a noi affidate, per quanti sono più esposti e vulnerabili: «Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio» (Sal 16,1). Altre volte, davanti al mistero della morte che tocca tanti fratelli e tante sorelle e i loro familiari, diventerà una professione di fede: «Tu sei la risurrezione e la vita. Chi crede in te, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in te, non morirà in eterno» (Gv 11,25-26). Altre, ancora, ritroverà la confidenza di sempre: «Signore, mia forza e mia difesa, mio rifugio nel giorno della tribolazione» (Ger 16,19).
Le diverse e, talvolta, sofferte condizioni di molte famiglie saranno al centro delle preghiere individuali e comunitarie: questo “tempo sospeso” rischia, infatti, di alimentare fatiche e angosce, specialmente quando si acuiscono le tensioni tra i coniugi, per i problemi relazionali con i figli, per la mancanza di lavoro, per il buio che si prospetta per il futuro. Sappiamo che il bene della società passa anzitutto attraverso la serenità delle famiglie: auspichiamo, perciò, che le autorità civili le sostengano, con grande senso di responsabilità ed efficaci misure di vicinanza, e che le comunità cristiane sappiano riconoscerle come vere Chiese domestiche, esprimendo attenzione, sostegno, rispetto e solidarietà.
Anche le liturgie e gli incontri comunitari sono soggetti a una cura particolare e alla prudenza. Questo, però, non deve scoraggiarci: in questi mesi è apparso chiaro come sia possibile celebrare nelle comunità in condizioni di sicurezza, nella piena osservanza delle norme. Le ristrettezze possono divenire un’opportunità per accrescere e qualificare i momenti di preghiera nella Chiesa domestica; per riscoprire la bellezza e la profondità dei legami di sangue trasfigurati in legami spirituali. Sarà opportuno favorire alcune forme di raccoglimento, preparando anche strumenti che aiutino a pregare in casa.

3. La crisi sanitaria mondiale evidenzia nettamente che il nostro pianeta ospita un’unica grande famiglia, come ci ricorda Papa Francesco nella recente Enciclica Fratelli tutti: «Una tragedia globale come la pandemia del Covid-19 ha effettivamente suscitato per un certo tempo la consapevolezza di essere una comunità mondiale che naviga sulla stessa barca, dove il male di uno va a danno di tutti. Ci siamo ricordati che nessuno si salva da solo, che ci si può salvare unicamente insieme» (n. 32). Occorre, quindi, rifiutare la logica del “si salvi chi può”, perché, come afferma ancora Papa Francesco, «il “si salvi chi può” si tradurrà rapidamente nel “tutti contro tutti”, e questo sarà peggio di una pandemia» (n. 36). In tale contesto i cristiani portano anzitutto il contributo della fraternità e dell’amore appresi alla scuola del Maestro di Nazareth, morto e risorto.
Tutto questo sta avvenendo nelle nostre comunità. Se i segni di morte balzano agli occhi e s’impongono attraverso i mezzi d’informazione, i segni di risurrezione sono spesso nascosti, ma reali ancor più di prima. Chi ha occhi per vedere può raccontare, infatti, d’innumerevoli gesti di dedizione e generosità, di solidarietà e amore, da parte di credenti e non credenti: essi sono, comunque, “frutto dello Spirito” (cfr. Gal 5,22). Vi riconosciamo i segni della risurrezione di Cristo, sui quali si fonda la nostra fiducia nel futuro. Al centro della nostra fede c’è la Pasqua, cioè l’esperienza che la sofferenza e la morte non sono l’ultima parola, ma sono trasfigurate dalla risurrezione di Gesù. Ecco perché riteniamo che questo sia un tempo di speranza. Non possiamo ritirarci e aspettare tempi migliori, ma continuiamo a testimoniare la risurrezione, camminando con la vita nuova che ci viene proprio dalla speranza cristiana. Un invito, questo, che rivolgiamo in modo particolare agli operatori della comunicazione: tutti insieme impegniamoci a dare ragione della speranza che è in noi (cfr. 1Pt 3,15-16).

4. Le comunità, le diocesi, le parrocchie, gli istituti di vita consacrata, le associazioni e i movimenti, i singoli fedeli stanno dando prova di un eccezionale risveglio di creatività. Insieme a molte fatiche pastorali, sono emerse nuove forme di annuncio anche attraverso il mondo digitale, prassi adatte al tempo della crisi e non solo, azioni caritative e assistenziali più rispondenti alle povertà di ogni tipo: materiali, affettive, psicologiche, morali e spirituali. I presbiteri, i diaconi, i catechisti, i religiosi e le religiose, gli operatori pastorali e della carità stanno impegnando le migliori energie nella cura delle persone più fragili ed esposte: gli anziani e gli ammalati, spesso prime vittime della pandemia; le famiglie provate dall’isolamento forzato, da disoccupazione e indigenza; i bambini e i ragazzi disabili e svantaggiati, impossibilitati a partecipare alla vita scolastica e sociale; gli adolescenti, frastornati e confusi da un clima che può rallentare la definizione di un equilibrio psico-affettivo mentre sono ancora alla ricerca della loro identità. Ci sembra di intravedere, nonostante le immani difficoltà che ci troviamo ad affrontare, la dimostrazione che stiamo vivendo un tempo di possibile rinascita sociale.
È questo il migliore cattolicesimo italiano, radicato nella fede biblica e proiettato verso le periferie esistenziali, che certo non mancherà di chinarsi verso chi è nel bisogno, in unione con uomini e donne che vivono la solidarietà e la dedizione agli altri qualunque sia la loro appartenenza religiosa. A ogni cristiano chiediamo un rinnovato impegno a favore della società lì dove è chiamato a operare, attraverso il proprio lavoro e le proprie responsabilità, e di non trascurare piccoli ma significativi gesti di amore, perché dalla carità passa la prima e vera testimonianza del Vangelo. È sulla concreta carità verso chi è affamato, assetato, forestiero, nudo, malato, carcerato che tutti infatti verremo giudicati, come ci ricorda il Vangelo (cfr. Mt 25, 31-46).

Ecco il senso dell’invito di Paolo: «Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera» (Rm 12,12). Questo è il contributo dei cattolici per la nostra società ferita ma desiderosa di rinascere. Per noi conta testimoniare che l’unico tesoro che non è destinato a perire e che va comunicato alle generazioni future è l’amore, che deriva dalla fede nel Risorto.
Noi crediamo che questo amore venga dall’alto e attiri in una fraternità universale ogni donna e ogni uomo di buona volontà.

 IL CONSIGLIO PERMANENTE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Giornata a sostegno del nostro settimanale diocesano

“Il Risveglio” sta per entrare nel 122° anno di vita: un traguardo importante che ne fa uno dei settimanali diocesani più longevi in campo nazionale.

E’ l’occasione per ringraziare ancora una volta i nostri abbonati e lettori, vecchi e nuovi, senza i quali non potrebbe vivere. Fare un giornale è un’avventura straordinaria che continua ad appassionarci: vedere una pagina bianca che via via prende forma fino ad acquistare la sua compiutezza, costituisce sempre una grande emozione. Ma la passione non basta: occorre competenza sicura e impegno costante per aiutare il lettore ad orientarsi a contatto con una realtà sempre più complessa e difficile. Saper discernere i segni dei tempi a partire da Gesù Cristo, segno del tempo, è per i credenti un’arte difficile ma necessaria: in questo cammino ci ha aiutato il Vescovo Ovidio con la sua Lettera pastorale 2018-20 “Unum est necessarium”.
Per non smarrire la strada, come ci ricorda Papa Francesco nel suo messaggio inviato in occasione della 54° Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, “abbiamo bisogno di respirare la verità delle storie buone: storie che edificano, e non che distruggono; storie che ci facciano trovare le radici comuni e la forza di andare avanti insieme. Nella confusione delle voci e dei messaggi che ci circondano, abbiamo bisogno di una narrazione umana che parli di noi e del bello che ci abita. Una narrazione che racconti il nostro essere parte di un tessuto vivo e che riveli l’intreccio dei fili con i quali siamo collegati gli uni agli altri (…). I racconti plasmano le nostre convinzioni e i nostri comportamenti aiutandoci a capire e a dire chi siamo. Le storie di ogni tempo sono un “telaio” comune: uomini e donne che nella quotidianità inseguono un sogno e combattono il male, sospinti da una forza che li rende coraggiosi: quella dell’amore”. E con amore anche noi cerchiamo di raccontare la realtà radicata nel nostro territorio, quella della città e della diocesi di Fidenza.
Con gioia dunque comunichiamo che il Vescovo Ovidio ha accolto la richiesta avanzata dalla nostra redazione di istituire la Giornata a sostegno del “Risveglio”, indetta per domenica 22 novembre, giorno di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo. In questa occasione chiediamo l’aiuto di tutti per promuovere il nostro settimanale, diffonderlo e sostenerlo con il gesto concreto dell’abbonamento.

Le novità degli ultimi anni: nuova veste grafica, presenza sui social network e sito web

Nel corso del tempo, specialmente negli ultimi anni, la redazione, grazie anche al sostegno dell’editore, si è impegnata intensamente per rinnovarsi e per fornire contenuti con modalità diverse e con un’attenzione maggiore alle esigenze dei lettori.
Il primo passo è stato quello che ha portato, a partire dal giugno 2019, ad un cambiamento della veste grafica del nostro settimanale: si tratta sicuramente di un’impostazione più moderna, scorrevole e facilmente leggibile. E’ seguita poi nell’ottobre dello stesso anno la riattivazione della nostra pagina sul noto social network “Facebook” dopo qualche anno di abbandono. La risposta che abbiamo ricevuto dal pubblico è stata positiva e sempre in crescita, a dimostrazione di come l’informazione, nel tempo in cui viviamo, viaggi su tantissimi canali differenti dal cartaceo e possa raggiungere nello stesso istante persone di diversa età, formazione e preparazione culturale. E’ ciò che avviene, ad esempio, anche per le notizie che il nostro settimanale condivide, riguardanti la vita della Chiesa fidentina e di tutte le realtà parrocchiali e associative che in essa crescono e maturano: attraverso i social l’informazione da noi promossa raggiunge così un target di lettori che è ben diverso da quello costituito dai nostri fedeli abbonati. Questa analisi ci conferma nella convinzione che, contrariamente a quello che molti potrebbero pensare, l’informazione costante circa la vita della diocesi e le iniziative promosse al suo interno sono capaci di stimolare i lettori e di suscitare il loro interesse.
Alla riattivazione della pagina Facebook è seguita la creazione di un profilo su Instagram, social network al momento molto frequentato dai giovani. E sono proprio loro, futuri attori all’interno della società e della nostra Chiesa, che più ci stanno a cuore e che vorremmo raggiungere per mostrare una Chiesa fidentina inclusiva, in cammino e più attenta ai bisogni di ognuno.
Questo non può che spronarci a fare sempre meglio e ad impegnare tutte le risorse a nostra disposizione per raggiungere questi obiettivi.
L’ultimo grande traguardo in ordine di tempo è stata la creazione del sito web del “Risveglio” (www.ilrisvegliofidenza.it): si tratta di un importante strumento di diffusione della notizia al quale non si può rinunciare in quanto consente un’informazione aggiornata in tempo reale; peculiarità necessaria e sempre più richiesta dal lettore nel periodo storico in cui viviamo e che non sarebbe possibile su supporto cartaceo.
Nel nostro sito, inaugurato lo scorso 7 ottobre in concomitanza con le celebrazioni per il santo patrono Donnino Martire e con l’apertura del nuovo anno pastorale, è possibile leggere in tempo reale le principali notizie provenienti dalle parrocchie cittadine, dai movimenti e dalle associazioni che operano sul nostro territorio; le omelie del Vescovo e i suoi messaggi insieme ai sussidi proposti dagli uffici pastorali.
Con la creazione del sito è inoltre possibile sin da subito sottoscrivere o rinnovare un abbonamento in formato digitale (al costo ridotto di 30€): verranno fornite delle credenziali di accesso attraverso le quali sarà possibile scaricare o visionare le uscite settimanali in versione pdf.
Tante idee sono ancora in cantiere: ad esempio, la creazione di un canale Youtube e di una sezione del sito dedicata agli orari delle s. Messe.
Tutto, come sempre, si può migliorare. E proprio questo ci proponiamo di fare nello sforzo quotidiano di offrire ai lettori un’informazione sempre più al passo con le esigenze della società attuale.

Continuate a sostenerci!

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(in foto: la prima uscita del nostro settimanale diocesano nel 1899)

 

Colletta alimentare 2020: quest'anno la spesa si fa con la Charity Card

Da 24 anni l’ultimo sabato di novembre si svolge in tutta Italia la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, durante la quale migliaia di volontari propongono a coloro che si recano al supermercato di donare parte della propria spesa per sostenere Banco Alimentare, quotidianamente impegnato a recuperare cibo destinato a quanti si trovano in difficoltà. Quest’anno a causa dell’emergenza sanitaria la Colletta assumerà una forma inedita, ma che potrà comunque garantire un’ampia partecipazione in un momento così difficile per il nostro Paese. Secondo diversi osservatori (come abbiamo già avuto modo di sottolineare attraverso le pagine del nostro settimanale) il livello di povertà alimentare in Italia non è mai stato così elevato ed è pertanto necessario un forte impegno solidale da parte di chiunque possa dare il proprio contributo.
Nel 2019 i volontari raccolsero più di 8.000 tonnellate di cibo a lunga conservazione in 13.000 punti vendita aderenti. Questi alimenti vennero progressivamente distribuiti a 7.500 strutture caritative che, attraverso pasti gratuiti o pacchi alimentari, sostengono chi si trova in difficoltà. Una rete solidale enorme che quest’anno, a causa della pandemia, non potrà essere dispiegata. Per questo motivo è nata l’idea di una “Colletta dematerializzata”, non più concentrata in un unico giorno ma distribuita su più settimane. Lo strumento scelto per attuare questa Colletta inedita è la Charity Card. Si tratta di una carta plastificata - simile a un bancomat o a una carta di credito - con il logo e i colori di Banco Alimentare, che sarà disponibile alle casse dei punti vendita aderenti. La card avrà 3 tagli di diverso valore – 2, 5 e 10 euro – definiti da un codice a barre: sarà sufficiente farla battere in cassa per donare a Banco Alimentare la cifra scelta, che sarà aggiunta al conto della propria spesa. Le carte potranno essere utilizzate più volte, sia nel supermercato in cui sono state acquistate, sia in un qualsiasi altro punto vendita che aderisce all'iniziativa. A conclusione della Colletta il valore complessivo di tutte le card acquistate sarà convertito in cibo non deperibile. Gli alimenti verranno ritirati dai punti vendita dopo Natale e saranno destinati alle sedi regionali della Rete Banco Alimentare, da cui poi partirà la distribuzione alle strutture caritative convenzionate su tutto il territorio italiano.

Riportiamo alcuni dati relativi all’attività quotidiana di Banco Alimentare nel territorio della Diocesi di Fidenza:

  • N. Strutture Caritative convenzionate con Banco Alimentare: 15
  • N. persone bisognose raggiunte regolarmente attraverso le strutture: 1.949. A queste va aggiunto un 10% di persone in più che hanno ricevuto aiuti alimentari a causa dell’emergenza sociale generata dalla pandemia.
  • Nel 2019 Banco Alimentare ha distribuito sul territorio della Diocesi 136.600 kg di alimenti equivalenti a circa 273.000 pasti

Appuntamento dunque, nel rispetto delle normative vigenti sul territorio, a partire dal 21 novembre e fino all’8 dicembre.

Qui l'elenco dei punti vendita aderenti all'iniziativa.

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