Il Messaggio della Presidenza CEI all’Azione Cattolica
Pubblichiamo il Messaggio che la Presidenza della CEI ha inviato all’Azione Cattolica Italiana, in occasione dell’Assemblea nazionale in programma dal 25 al 28 aprile a Sacrofano (Rm).
Cari fratelli e sorelle dell’Azione Cattolica,
questo eccezionalmente quadriennale (per via della pandemia) dell’Assemblea nazionale che avete titolato: Testimoni di tutte le cose da Lui compiute vede anche noi, Pastori delle Chiese in Italia, coinvolti in un percorso che non riguarda solo l’Associazione, ma il futuro stesso di un cammino ecclesiale. Il numero che accompagna l’Assemblea – XVIII – indica, nell’anagrafica, l’ingresso nella maggiore età: tempo opportuno per fare memoria e rendere grazie dei doni ricevuti in questi anni e in quelli che li hanno preceduti. L’Azione Cattolica ha, infatti, una storia ricca che va accolta nel presente per poter progettare un avvenire che sia ancora frutto di adesione, partecipazione e testimonianza. Per questo, guardiamo all’Associazione con grande interesse: voi associati siete in prima linea nel realizzare nelle parrocchie e nel sociale il magistero della Chiesa. «Grazie per aver assunto decisamente la Evangelii gaudium come magna carta», affermava Papa Francesco il 27 aprile 2017 al congresso del Forum internazionale dell’Azione Cattolica (FIAC).
Vi chiediamo di riflettere: l’Esortazione apostolica Evangelii gaudium è concretamente la magna carta del cammino associativo? In che modo l’Azione Cattolica sta mettendo alla base della vita di ciascuno e dei gruppi i principi costitutivi della Evangelii gaudium? Quali frutti evangelici potete annoverare nella vostra vita in questo tempo di incertezza? Come, nel quotidiano, siete portatori di speranza evangelica?
Contiamo sul vostro contributo nella Chiesa e nel mondo, ci fidiamo del vostro costante impegno nel testimoniare in ogni ambiente Gesù Cristo e il Vangelo, attraverso i valori da voi incarnati. Le nostre Chiese vi riconoscono come persone responsabili, perciò continuate a curare la vita spirituale, perché vi aiuta a incontrare costantemente il Signore e, nello stesso tempo, ad amare tutti, anche i non credenti. Impegnatevi nella società e nella storia a livello personale e associativo.
Crediamo che la vostra vita si svolga tra la contemplazione e l’azione e, perciò, vi invitiamo ad essere autentici testimoni di Cristo nella ferialità. Come battezzati siete chiamati con la vostra esistenza ad annunciare Gesù sulle strade del mondo, nei crocicchi, nelle periferie, nei luoghi di marginalità, nel lavoro, nello studio, nel tempo di svago, nelle relazioni amicali e familiari… ovunque!
L’incontro nazionale certamente prevede un’analisi della situazione reale dell’Associazione. Ciò consentirà di verificare il cammino della vita spirituale dei soci, la loro formazione umana, la consapevolezza di appartenere alla Chiesa, la capacità di incarnare ovunque i valori evangelici, di essere persone in relazione per non cadere nell’individualismo, di non trascurare la vita fraterna e la cura del Creato, di approfondire la cultura a tutti i livelli. Una verifica, in tal senso, può aprire nuovi varchi per un progetto associativo cristiano veramente umano e divino.
Attendiamo da voi la testimonianza cristiana nell’ambito sociale e politico, ora tanto urgente. Ripercorrendo la storia dell’Azione Cattolica in Italia, molte conquiste sociali sono state ottenute proprio grazie ai vostri padri e alle vostre madri. Numerosi soci hanno lasciato una traccia umana e cristiana ancora valida per il nostro tempo. Basta ricordare la bellezza della vita del Beato Pier Giorgio Frassati per capire che oggi bisogna coltivare la passione evangelica in ciascuno. «Ogni giorno di più – scriveva quasi cent’anni fa – comprendo quale grazia sia l’essere cattolici. Vivere senza fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere una lotta per la Verità non è vivere, ma vivacchiare… Anche attraverso ogni disillusione dobbiamo ricordare che siamo gli unici che possediamo la Verità» (Lettere, 1925).
La mediocrità non appartiene alla nostra fede. Frassati lascia questo messaggio forte: il Vangelo è vita in ciascuno di noi. Bisogna vivere la forza del lieto annuncio quotidianamente. «La sua vocazione di laico cristiano – ricordava san Giovanni Paolo II – si realizzava nei suoi molteplici impegni associativi e politici, in una società in fermento, indifferente e talora ostile alla Chiesa. (…) Nell’Azione Cattolica egli visse la vocazione cristiana con letizia e fierezza e s’impegnò ad amare Gesù e a scorgere in lui i fratelli che incontrava nel suo sentiero o che cercava nei luoghi della sofferenza, dell’emarginazione e dell’abbandono per far sentire loro il calore della sua umana solidarietà e il conforto soprannaturale della fede in Cristo» (Omelia, Beatificazione di Pier Giorgio Frassati, 20 maggio 1990).
Guardate alla sua testimonianza, mentre percorriamo la strada della sinodalità nelle nostre comunità. Siamo consapevoli del supporto che date al Cammino sinodale delle Chiese in Italia e di questo vi siamo grati, così come per la cura con cui accompagnate la formazione di un laicato maturo e responsabile, capace di assumere le sfide ecclesiali e sociali del nostro tempo. Riecheggiano, però, le parole del Beato Frassati: vivere, non vivacchiare! Nella fede accogliete il bisogno di relazioni, che appartiene al vostro vissuto associativo. È necessario l’incontro costante tra di voi e con gli altri, per ascoltare anche i loro silenzi. In tale circolarità si compia questo momento assembleare.
Vi accompagniamo con la nostra benedizione, certi che la vostra fede, l’impegno a vivere i valori evangelici nel quotidiano a livello personale e sociale, la cura della vita ecclesiale e fraterna e del Creato, la vostra gioia possano seminare ovunque semi di speranza.
Con queste intenzioni invochiamo lo Spirito Santo sulla vostra Assemblea.
Foto: CEI