Il ricordo di Pierina Belli a 45 anni dalla scomparsa
Il 13 giugno di 45 anni fa moriva, nella sua casa di Croce Santo Spirito, Pierina Belli, la serva di Dio il cui processo di canonizzazione venne avviato nel 2007 dall’allora vescovo di Fidenza monsignor Maurizio Galli.
In occasione dell’anniversario, ecco quello che lei stessa (che ho conosciuto molto bene, essendo suo nipote) chiamava “testamento spirituale” e che rispecchia appieno la modestia (che qualcuno ha definito versione laica dell’umiltà) e la certezza nella Misericordia divina che Pierina Belli ha avuto per tutta la vita: «Benedico con tutta l’anima i miei amatissimi genitori ai quali devo tutto il bene spirituale, morale e materiale della mia lunghissima vita e raccomando ai miei carissimi nipoti di ricordare con amore e venerazione di figli i loro genitori e ai nipoti i grandi meriti dei loro nonni, la loro rettitudine, l’amor Patrio e retta sapienza invitandoli ad imitarli. Ringrazio commossa il Signore, che accettando la mia nullità e un dolorosissimo sacrificio volontario, ha cosparso di grazie il mio cammino, nella mia diocesi e nella nostra Italia meravigliosa (continente ed isole) permettendomi di lavorare per Lui e la Sua Santa Chiesa, animando e sorreggendo la mia incapacità e dandomi sempre rassegnazione e pace nelle prove della vita. E sono ancora grata profondamente di avermi fatto conoscere e dato per guida, esempio e protezione, anime elette, generose e sante. E ringrazio ancora Iddio di avermi concesso la inestimabile consolazione, spesso prodigiosa, di assistere fino a l’ultimo i miei cari, che ricordo con amore e commozione. Penso con tanto affetto e riconoscenza ai miei nipoti, pronipoti e trisnipoti, diletti bambini e giovinetti, invocando su di loro tutti i favori e le benedizioni di Dio, che invocherò ancor più su loro, quando Iddio, nella Sua infinita misericordia, mi avrà accolta in Paradiso, dove i miei diletti mi attendono e rivedrò con immensa gioia. Amate Dio, amatevi fra di Voi e avrete la pace. Mi perdonino tutti se a volte li ho scontentati, pur amandoli molto. Saluto amici, parenti, conoscenti: tutti tanto buoni con me. In fede Pierina Belli fu Dott. Alessandro e Clementina Croci. Croce S. Spirito 20 maggio 1974».
Un’eredità di cui andare indubbiamente fieri.
Egidio Bandini
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Pierina Belli nasce il 27 novembre 1883 a Croce S. Spirito da una famiglia benestante: il padre, notaio, era ateo; la madre invece credente. A Pierina non viene fatto mancare nulla: premure, affetto, beni materiali. Dotata di un eloquio brillante e trascinatore, dolce nei modi ma molto ferma nel costruire progetti e nella volontà di realizzarli, con il passare degli anni matura in lei il proposito di servire unicamente Gesù Cristo e la sua Chiesa. E di cose per il Signore, Pierina ne ha fatte tante.
Accenniamo qui solo alle principali:
- Negli anni successivi al secondo conflitto mondiale si dedicò con tutta l’anima e il cuore alla causa del Seminario diocesano, dei seminaristi e delle loro famiglie. Queste attività extradomesti- che non le impedirono certo di assolvere i suoi doveri familiari: in primis l’assistenza ai genitori e in particolare alla madre che curò personalmente durante tutta la sua lunga malattia. Tanto e così faticoso lavoro le procurò una grande gioia interiore, ma non mancarono i riconoscimenti esteriori.
- Fin da giovanissima partecipò al movimento femminile “Unione fra le donne cattoliche d’ Italia” che, sorto a Roma ad opera della principessa Cristina Giustiniani Bandini, assunse ben presto dimensioni nazionali;
- Nel 1921 quando p. Agostino Gemelli e Armida Barelli, insieme ad altri collaboratori, posero le basi per la nascita dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, fu in prima linea tra coloro che si spesero generosamente per il sostegno economico del nuovo ateneo creando anche un gruppo di preghiera composto da donne oranti per mantenere vivo il legame con l’istituzione;
- Durante le due guerre mondiali, rispettivamente negli anni 1915-18 e 1939-45, organizzò centri di assistenza a favore dei soldati feriti in guerra e delle loro famiglie, in particolare al sostegno economico e morale delle vedove;
- Nel 1918 fondò nella Diocesi di Fidenza la prima sezione della Gioventù Femminile di Azione Cattolica e da allora non smise più di lavorare per tale causa sia in campo diocesano, sia soprattutto in quello nazionale. Prima collaboratrice nonché fedele amica di Armida Barelli, accettò con entusiasmo tutti gli incarichi, anche i più gravosi, che le venivano proposti;
- Nel 1930 Pio XI, in segno di gratitudine per il lavoro svolto, la decorò con l’alta onorificenza “Croce pro Ecclesia et Pontefice”. L’ allora segretario di Stato Eugenio Pacelli ebbe a dire a riguardo: “E’ una delle poche ben meritate”;
- Nel 1962 l’Associazione Nazionale delle Famiglie dei Caduti e dei Dispersi in guerra le conferì, in segno di gratitudine, la medaglia d’oro per quanto aveva dato moralmente e materialmente a sostegno di questa nobile causa.
a cura della redazione