Cogolonchio, in corso i restauri della chiesa dedicata a S. Giorgio Martire
Sono in corso i restauri alla chiesetta di Cogolonchio dedicata a San Giorgio Martire. Nell’enciclopedia diocesana fidentina a cura di Dario Soresina si legge: “Se l’edificio è modesto, incantevole ne è la posizione nel punto più elevato della Costa Cogolonchio. Il panorama che si offre alla vista dal poggetto è tra i più vari: verdi vallate, i castelli di Tabiano e di Bargone e la pianura padana disseminata di campanili che localizzano città e paesi. L’antica chiesa era sperduta tra i boschi e l’attuale fu costruita per iniziativa del rettore Genesio Fontana utilizzando parte dei materiali dell’altra, abbattuta perchè fatiscente per vetustà. Il Fogaroli informa nella sua cronistoria che l’opera potè essere riutilizzata grazie alla generosità di un parrocchiano, certo Bernardino Arzaghi, il quale fece fronte con mezzi propri all’intera spesa. Eretta in soli cinque mesi, la chiesa fu inaugurata il 15 dicembre 1625 e, per la circostanza, benedetta sallo stesso parroco Fontana”.
L’attuale edificio sacro da tempo mostrava segni evidenti di instabilità; si è reso quindi necessario un intervento di restauro.
A partire da circa una quindicina di anni ha avuto luogo un importante intervento di rifacimento del tetto e della canonica antistante la chiesa, oltre a un’opera di tinteggiatura esterna.
Più recentemente i lavori di restauro sono potuti proseguire grazie al prezioso contributo dei fondi dell’8xmille che la Cei ogni anno destina alle Diocesi e grazie al contributo di generosi benefattori e parrocchiani.
L’interno della Chiesa di San Giorgio in Cogolonchio è infatti oggetto di ulteriori lavori di restauro a partire dall’anno 2017. I principali interventi realizzati consistono nella posa in opera di tiranti in ferro per migliorare il comportamento statico dell’edificio; nella sistemazione dell’ intonaco nella parte inferiore dove era completamente ammalorato; nella pulizia del soffitto e nel tinteggio impregnante dell’orditura lignea; nel descialbo con successivo restauro della parte alta dell’aula per mettere in luce un fascione decorato. Un analogo trattamento è stato eseguito nella cappella dedicata alla Madonna Addolorata, che ha così permesso di riportare alla luce dipinti che erano in parte nascosti. E’ stata poi posizionata una nuova pavimentazione in cotto nel presbiterio e nell’adiacente cappella laterale. Infine è stato ultimato il tinteggio di tutta la superficie muraria interna e la chiesa è stata dotata di un nuovo impianto d’illuminazione.
Sono attualmente in corso d’opera il restauro dell’altare pre-conciliare, per il quale si è in contatto con la Soprintendenza per definire le modalità d’intervento. Di pregio è il bellissimo paliotto raffigurante San Giorgio Martire presente sull’altare.
La fine dei lavori è prevista in primavera, con l’augurio di poter celebrare la s. Messa il 23 aprile, giorno in cui la Chiesa fa memoria di San Giorgio, il cui nome di origine greca significa “agricoltore”. Nato in Cappadocia verso il 280 da una famiglia cristiana, si arruola nell’esercito di Diocleziano. Quando, nel 303, l’imperatore emana l’editto di persecuzione contro i cristiani, Giorgio dona tutti i suoi beni ai poveri e, davanti allo stesso Diocleziano, strappa il documento e professa la sua fede in Cristo. Per questo subisce terribili torture e alla fine viene decapitato. Sul luogo della sepoltura a Lidda, un tempo capitale della Palestina (ora città israeliana nei pressi di Tel Aviv) venne eretta poco dopo una basilica i cui resti sono ancora visibili. Tra i documenti più antichi che attestano l’esistenza di san Giorgio, un’epigrafe greca del 368 rinvenuta ad Eraclea di Betania in cui si parla della “casa o chiesa dei santi e trionfanti martiri Giorgio e compagni”. San Giorgio è considerato il patrono dei cavalieri, dei soldati, degli scout, degli schermitori, degli arcieri; inoltre è invocato contro la peste e la lebbra, e contro i serpenti velenosi.
Un ringraziamento a quanti hanno reso possibile questi lavori alla chiesa, con il proprio sostegno e con il proprio impegno, è giunto dal parroco don Marek Jaszczak, che ha seguito passo dopo passo e con la più grande attenzione tutte le fasi relative al restauro.
Martina Pacini