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Martina Pacini

"Fidenza pittrice": collettiva di pittura

Dall'1 al 23 marzo torna la mostra collettiva di pittura "Fidenza pittrice" presso la sala mostre del Palazzo Orsoline (via Costa 8).

Orari di apertura della mostra:

8-15-22 marzo: dalle 16.30 alle 18.30.

2-3-9-10-16-17-23 marzo: dalle 10 alle 12 e dalle 16.30 alle 18.30.

 

Fine vita: la dichiarazione dei Vescovi dell'Emilia Romagna

La Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna si è riunita in Assemblea il 29 febbraio a Roma, dove si trovava per la Visita ad Limina, e durante i lavori presieduti da Mons. Giacomo Morandi, Presidente Ceer e Vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, ha predisposto una dichiarazione circa il fine vita, di cui si riporta il testo.

Nascere, vivere, morire: tre verbi che disegnano la traiettoria dell’esistenza. La persona li attraversa, forte della sua dignità che l’accompagna per tutta la vita: quando nasce, cresce, come quando invecchia e si ammala. Sperimenta forza e vulnerabilità, intimità e vita sociale, libertà e condizionamenti.

Gli sviluppi della medicina e del benessere consentono oggi cure nuove e un significativo prolungamento dell’esistenza. Si profila così la necessità di modalità di accompagnamento e di assistenza permanente verso le persone anziane e ammalate, anche quando non c’è più la possibilità di guarigione, continuando e incrementando l’ampio orizzonte delle “cure”, cioè di forme di prossimità relazionale e mediche.

Alla base di questa esigenza ci sono il valore della vita umana, condizione per usufruire di ogni altro valore, che costruisce la storia e si apre al mistero che la abita, e la dignità della persona, in intrinseca relazione con gli altri e con il mondo che la circonda. Il valore della vita umana si impone da sé in ogni sua fase, specialmente nella fragilità della vecchiaia e della malattia. Proprio lì la società è chiamata ad esprimersi al meglio, nel curare, nel sostenere le famiglie e chi è prossimo ai malati, nell’operare scelte di politiche sanitarie che salvaguardino le persone fragili e indifese, e attuando quanto già è normato circa le cure palliative. Impegno, questo, che qualifica come giusta e democratica la società.

Procurare la morte, in forma diretta o tramite il suicidio medicalmente assistito, contrasta radicalmente con il valore della persona, con le finalità dello Stato e con la stessa professione medica.

La proposta della Regione Emilia-Romagna di legittimare con un decreto amministrativo il suicidio medicalmente assistito, con una tempistica precisa per la sua realizzazione, presumendo di attuare la sentenza della Corte Costituzionale 242/2019, sconcerta quanti riconoscono l’assoluto valore della persona umana e della comunità civile volta a promuoverla e tutelarla.

Anche noi, Vescovi dell’Emilia-Romagna, pellegrini a Roma alle tombe degli Apostoli, vogliamo offrire un nostro contributo, sulla base della condivisa dignità della persona e del valore della vita umana, rivolgendoci non solo ai credenti ma a tutte le donne e gli uomini.

Esprimiamo con chiarezza la nostra preoccupazione e il nostro netto rifiuto verso questa scelta di eutanasia, ben consapevoli delle dolorose condizioni delle persone ammalate e sofferenti e di quanti sono loro legati da sincero affetto. Ma la soluzione non è l’eutanasia, quanto la premurosa vicinanza, la continuazione delle cure ordinarie e proporzionate, la palliazione, e ogni altra cosa che non procuri abbandono, senso di inutilità o di peso a quanti soffrono.

Tale prossimità e le ragioni che la generano hanno radici nell’umanità condivisa, nel valore unico della vita, nella dignità della persona, e trovano sorgente, luce e forza ulteriore in Gesù di Nazareth che, proprio sulla Croce, nella fase terminale della esistenza, ci ha redenti e ci ha donato sua madre, scambiando con Lei, con il discepolo amato e con chi condivideva la pena, parole e un testamento di vita unico, irrinunciabile, non dissimili a quelle confidenze che tanti cari ci hanno lasciato sul letto di morte.

Il suo dolore, crudelmente inferto, accoglie ed assume ogni sofferenza umana, innestandola nel mistero di Pasqua, mistero di Morte e di Risurrezione.

Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna

 

Foto: pexels

ll "Punto di Comunità" di Vaio cresce

Dopo i primi cinque mesi di attività lo spazio di ascolto e aiuto gestito da associazioni di volontariato del territorio situato all'ospedale di Vaio ha aiutato e sostenuto molti cittadini con semplici ma significativi i servizi di supporto, come occuparsi della spesa per chi non è in grado di farlo da solo, accompagnare a visite ed esami specialistici, aiutare nel disbrigo di pratiche burocratiche, orientare verso i servizi territoriali sociali e socio-sanitari chi è dimesso dall’ospedale. La sfida è ora consolidare l’operato allargare l’attività ad altri volontari.
Al momento sono sedici i volontari disponibili nello spazio allestito nel cortile interno dell'Ospedale, al piano terra, nelle mattine di martedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 12 e il giovedì pomeriggio dalle 12.30 alle 15.30. 

“Al cuore della democrazia, partecipazione e lavoro”: convegno a Parma il 9 marzo

Per camminare verso la prossima settimana sociale sul tema “Al cuore della democrazia” (Trieste 3-7 luglio), gli Uffici di Pastorale sociale e del lavoro delle Diocesi di Parma, Piacenza-Bobbio, Fidenza e Reggio Emilia-Guastalla invitano al Convegno che si terrà a Parma sabato 9 marzo dalle ore 16,30 alle ore 18,00 nell’auditorium del Centro Pastorale di via Solferino n.25. Il titolo dell’incontro sarà “Al cuore della democrazia: partecipazione e lavoro” e avrà come relatori gli economisti Stefano Zamagni e Paolo Andrei.

La “Settimana sociale dei cattolici”, nata nel 1907, sta tornando all’attenzione pubblica delle comunità cristiane e della società. A Trieste verrà proposto di andare “al cuore della democrazia” quasi che non basti la libertà di voto e di stampa per definire una repubblica democratica, ma occorra sondarne altri organi e altre funzionalità. Bisogna avere occhi nuovi per leggere nel cuore della democrazia, per cogliere rischi e segnali di pericolo, ma soprattutto indizi di nuove domande e nuove vitalità. Il “Documento preparatorio” cita tra l’altro: «Meglio il meno perfetto in unità, che la perfezione in solitudine. Meglio attardarsi per condividere la strada che correre avanti da soli. La partecipazione diventa elemento trainante».

Se la partecipazione è il ritmo cardiaco della democrazia, ben altre funzioni si aggiungono per vivere il benessere di una società democratica. Per esempio: «C’è un legame stretto tra partecipazione e lavoro. Siamo veramente cittadini e prendiamo parte alla vita di una comunità perché lavoriamo, lavoreremo, abbiamo lavorato, desideriamo lavorare e magari non ne abbiamo le possibilità. Poter godere di un impiego dignitoso, riconosciuto, capace di far fiorire capacità e talenti, che consenta tempi di conciliazione con gli altri aspetti della vita (famiglia, figli, tempo libero, salute) è un nodo fondamentale di ogni democrazia».

Democrazia, partecipazione e lavoro non sono realtà estranee alle comunità cristiane: “I cristiani li troviamo nei luoghi della vita quotidiana, nei quartieri dove si fanno carico delle solitudini delle persone, nelle reti di prossimità, nelle azioni in difesa del pianeta e della biodiversità, dove fanno esercizio di creatività e di immaginazione. Sono audaci, propongono, condividono idee e progetti”.

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