8xmille alla Chiesa cattolica: con i contributi eseguito il restauro nella chiesa di Tabiano Castello
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Si sono conclusi da poco gli interventi per il restauro e il risanamento conservativo della chiesa di Tabiano Castello dedicata ai santi Gervasio e Protasio. Una parte di questi interventi è stata possibile grazie all’interessamento del Vescovo Ovidio e ai fondi dell’8xmille che la Cei ogni anno destina alle Diocesi.
La Chiesa venne edificata inizialmente come una semplice cappella dipendente dalla pieve di Contignaco e solo successivamente passò sotto la prevostura di Borgo S. Donnino con l’elevazione al rango di parrocchia, non disgiunta da quella politica del suo castello; acquistò un nome di prestigio grazie ai feudatari Pallavicino per la propria posizione privilegiata. Nel 1950 sono stati ristrutturati la facciata, il campanile e l’ingresso alla sagrestia secondo la classica linea romanica.
Da una ricerca storico-critica effettuata presso l’Archivio della Curia Vescovile di Fidenza e presso la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Parma e Piacenza è stato possibile risalire ai principali interventi eseguiti in tempi più o meno recenti sul fabbricato. La chiesa è stata oggetto di una serie di interventi strutturali, documentati nel 1985 – 1987 – 2001 (successivamente ad un sisma del 1983 che provocò danni di media gravità).
Le ultime opere di restauro della chiesa hanno previsto interventi di consolidamento delle fondazioni, delle volte della navata e delle cappelle interne, della canonica e delle murature interne.
La sistemazione della volta del Fonte Battesimale è stata l’attività che più ha richiesto tempo ed energie a tutti i professionisti: il manufatto si presentava in condizioni critiche, con elevate fessurazioni e allo stesso tempo bisognava procedere con estrema cautela per non danneggiare ulteriormente gli affreschi della volta. Tramite attente operazioni, che hanno comportato anche la realizzazione di una centina lignea per la salvaguardia del manufatto, la volta è stata interamente consolidata. Si è proceduto poi a consolidare le fondazioni dei fronti nord-ovest (ovvero quello del portale di ingresso alla chiesa) e sud-ovest ed i paramenti murari di tutti i fronti. Il rafforzamento delle fondazioni ha comportato la demolizione con conseguente ripristino della pavimentazione esterna, mentre internamente l’edificio è stato oggetto di svariati interventi.
Si è ritenuto quindi di sostituire l’intera pavimentazione mantenendo formato e tipologia delle mattonelle esistenti (le cosiddette cementine) e riprendendo minuziosamente disegni e colori delle mattonelle originarie posate lungo l’altare, con l’intento di conferire uniformità ed omogeneità all’intero presbiterio.
Le stanze accessorie che ospitano la sacrestia, un ufficio, un deposito e lo stesso campanile sono stati anch’essi oggetto di manutenzione e di consolidamento.
Le cappelle laterali alla navata, che presentavano distacchi di intonaco, fessurazioni, macchie ed alterazioni cromatiche sono state sottoposte ad accurate operazioni di pulitura e ripristino.
Infine, l’impianto elettrico della chiesa e degli spazi accessori è stato interamente messo a norma.
Attualmente le operazioni di restauro si stanno concentrando sulla manutenzione dei dipinti, degli arredi e delle opere d’arte, mentre le opere murarie possono dirsi concluse. Sono state restaurate tutte le volte della chiesa, dipinte nel primo Novecento, e sono state riscoperte anche le decorazioni a motivi geometrici presenti nell’abside che erano state coperte da un tinteggio effettuato negli anni Ottanta. Sono state inoltre riportate all’antico splendore anche le cappelline laterali e le pareti della navata centrale. La ditta Conservart ha eseguito i lavori insieme ai tecnici del restauro Giancarlo Capitelli e Sergio Dinolfo. I tecnici incaricati per l’esecuzione dei lavori sono l’arch. Valentina Mancin e l’ing. Melissa Uni. E’ in previsione anche il restauro di due tele: una, regalata da Maria Luigia nel 1846, raffigura i santi Gervasio e Protasio mentre la seconda, di origine seicentesca, raffigura l’Ultima Cena.
Il parroco don Bogdan Wilczewski a nome dell’intera comunità ha rivolto ringraziamenti al Vescovo Ovidio e a quanti, con costanza, professionalità e impegno, hanno reso possibile il restauro della chiesa.
Martina Pacini