8xmille: il restauro dell'oratorio della SS. Trinità a Busseto
Fede e storia. Restauri per l'antico oratorio della Santissima Trinità in Busseto
Effettuati con il determinante contributo dell'8x1000, si sono conclusi - e inaugurati domenica 6 settembre 2020 – i lavori di restauro dell’Oratorio della Santissima Trinità in Busseto, un luogo di culto di antica tradizione.
Avviati grazie alla passione e tenacia del compianto monsignor Stefano Bolzoni, parroco per 50 anni della cittadina verdiana, sono stati portati a compimento con altrettanta energia e fermezza dal nuovo parroco don Luigi Guglielmoni.
L'edificio, di proprietà della parrocchia di san Bartolomeo apostolo, compresa nella Diocesi di Fidenza, si trova nel cuore del centro storico di Busseto. È annesso e comunicante con la Chiesa Collegiata di San Bartolomeo, per la quale funge anche da Battistero. L'intervento ha riguardato il restauro dell’interno, della facciata, del lato sud e della zona absidale. Un precedente progetto di restauro era stato approvato nel 1996 dai competenti organi ministeriali, ma i lavori non furono eseguiti per mancanza di fondi. Nel 2012 la Parrocchia di san Bartolomeo ripresentò il progetto che fu parimenti approvato, ma anche questo piano di lavoro non ebbe seguito per mancanza di fondi. Nel 2017 il progetto di restauro venne ulteriormente rifatto, sulla base della pratica già inoltrata, con integrazioni e aggiornamenti (ad esempio nuovi saggi stratigrafici) per aggiungere elementi di conoscenza.
Le origini dell'Oratorio sono antiche. La sua fondazione risale al 1110 circa e fu la prima chiesa funzionante in Busseto fino al XIV secolo, dipendente dalla Pieve di Sant’Andrea. In origine era dedicato a San Nicola o Niccolò; in seguito passò sotto il titolo del Beato Rolando de' Medici, anacoreta che vi fu sepolto dopo la morte, avvenuta il 13 settembre 1386 nei boschi di Bargone, al culmine di una vita di penitenza e privazioni. Nel 1477 ne fu concesso l'uso alla Confraternita della Trinità, sodalizio che si occupava di pratiche caritative come l’assistenza e la sepoltura degli ammalati indigenti. Questa confraternita si occupò anche dei primi restauri dell'edificio iniziando con il dotarlo nel 1589 di un nuovo altare da dedicare alla Beata Vergine del Carmine e facendo costruire nel 1749 l'altare maggiore in marmi policromi ancora esistente. Tra il 1766 e il 1770 l’interno fu completamente aggiornato in stile rocaille con stucchi, statue e altre decorazioni, probabilmente dagli artisti che pochi anni prima avevano ornato l'adiacente Collegiata.
Numerose sono le opere d’arte conservate: dalla porta d’ingresso intagliata nel 1794 dall'artista di Soragna Francesco Galli, alle quattro statue in stucco dei Padri della Chiesa, realizzate da Bernardo Collini di Parma. Dietro l’altare è la lapide donata da Gian Lodovico Pallavicino in ricordo del Beato Rolando (1464) e la grande pala sul fondo è un capolavoro del pittore cremonese Vincenzo Campi: raffigura La Trinità con le Sante Apollonia e Lucia (1579). Sull'altare di destra, la tela dipinta da Carlo Angelo Dal Verme (1784-85) mostra San Nicola che resuscita i tre bimbi. Di fronte, una grande nicchia rococò accoglie la statua lignea della Beata Vergine del Carmine col Bambino, realizzata dal cremonese Giuseppe Febbrari nel 1768. Davanti a questo altare, il 4 maggio 1836, si unirono in matrimonio Giuseppe Verdi e Margherita Barezzi, sua prima moglie, ragion per cui l’Oratorio della Trinità è annoverato tra i più significativi “Luoghi Verdiani”.
articolo a cura di Alessandra Mordacci, Direttrice del Museo del Duomo e diocesano
(La presentazione dei lavori di restauro)
(La foto ritrae la serata di inaugurazione dell'oratorio in seguito ai lavori di restauro. Foto scattata nel settembre del 2020)
Un ringraziamento particolare a Rino Sivelli che ha gentilmente fornito le fotografie.