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Martina Pacini

La cronaca della battaglia avvenuta a Semoriva il 26 aprile del 1945

Riportiamo di seguito la cronaca della battaglia avvenuta a Semoriva il 26 aprile 1945. Lo scritto è frutto dell'iniziativa del parroco di allora, don Oreste Vismara.

Il testo, in forma ridotta, è stato letto a Semoriva dopo la celebrazione eucaristica delle ore 11 di domenica 25 aprile.

Un ringraziamento particolare a Silvia Testa per averci fornito le foto del manoscritto e il testo che proponiamo di seguito.

"Ai posteri, ai miei Successori nel governo spirituale, lascio questo memoriale affinché possano essere a conoscenza della terribile e asprissima battaglia avvenuta proprio nel Centro della Parrocchia di Semoriva negli ultimi giorni della ferocissima e barbara guerra….". Così inizia il resoconto dell'arciprete don Oreste Vismara, che dopo una breve introduzione sulla guerra e sulla evidente sconfitta dei tedeschi, riporta che in zona passarono, nelle notti del 24, 25 e 26 aprile, colonne di soldati tedeschi che tentavano di raggiungere la Germania. "Per due notti colonne tedesche con carri armati, autoblinde, camion, auto, motociclette, ambulanze, truppe a piedi e a cavallo erano passate da Roncole dirette a Busseto, mentre la terza notte da Castellina puntarono su Semoriva. Per il trambusto dovetti alzarmi, come pure i tre seminaristi che erano ospitati in canonica. Sia loro che io ci spaventammo molto perché era un continuo passare di aeroplani. Mi allontanai dalla canonica temendo che l'aereo ronzante (Pippo) avvistasse l'autocolonna tedesca e gettasse una pioggia di bombe che avrebbero coinvolto la chiesa e la casa. Alle prime luci la coda della terza colonna di fermò proprio presso di noi. Erano circa 300 soldati delle ESSE ESSE che saccheggiarono le case poste sul loro percorso durante la ritirata. Trenta soldati si fermarono nel beneficio parrocchiale, altri nella casa attigua alla canonica dove c’era l’ambulanza con i feriti. Nascosero i mezzi militari sotto i portici, sotto le siepi o con delle fascine: stavano nascosti di giorno, verso sera andavano a razziare, col buio riprendevano la marcia per arrivare al Po.

A mezzogiorno del 26 aprile arrivò da Castione un maggiore americano, armato di mitra, con un manipolo di partigiani, per disarmare i tedeschi e farli prigionieri. Questa fu la scintilla che diede origine alla grande battaglia.

Il maggiore tratto in inganno dai tedeschi che erano nel podere di proprietà Orlandi, vicino alla chiesa, venne dapprima ferito ad una mano, si recò in casa Olivieri per la medicazione e poiché non fuggì lungo il Nasseno (così si chiama il torrente che passa per Semoriva) venne di nuovo ferito presso il palazzo medievale, preso e ucciso. I partigiani che erano con lui fecero prigionieri 8 soldati tedeschi. Alcuni abitanti fuggirono lungo il Nasseno, ma vennero mitragliati dai tedeschi, tenuti in ostaggio, minacciati di morte e successivamente, per vero miracolo, liberati. L’arciprete cercò di allontanarsi dalla canonica, ma dapprima si trovò in mezzo alla battaglia tra tedeschi e partigiani, poi correndo, perché sentiva fischiare le pallottole, riuscì a rifugiarsi, illeso, presso la famiglia Frassoni e Parolari Giovannina, nella casa dove c’è una cappellina della Madonna. Ogni famiglia e noi pure vivevamo nel terrore. Nel sottotetto di questa casa c’era il partigiano Barezzi di Castione, armato, che segnalava ai combattenti quello che vedeva".

Saputo della morte del maggiore, autoblinde americane vennero a dare man forte ai partigiani e fu un vero uragano di ferro e fuoco. "Noi - dice il parroco - eravamo nascosti nel posto più recondito della casa e pregavamo la Madonna con il rosario, arma potente di difesa e chiedevamo al Signore -Salvaci che stiamo per perire-”.

Quando questa battaglia sembrò terminata che chiedemmo “Chi avrà vinto?, ma nessuno osò uscire".

Poi il giovane Frassoni ci informò che due tedeschi volevano perquisire la casa per cercare il partigiano.

“Noi visto partigiano, noi bruciare tutta la casa” E il prete commenta “Se mi avessero scoperto mi sarebbe toccata la stessa sorte che toccò purtroppo a tanti altri parroci, specialmente in montagna”. Il capofamiglia Frassoni Artemio negò con franchezza e convinzione che in casa ci fossero dei partigiani e i tedeschi se ne andarono. “Deo gratias e grazie alla Madonna da noi incessantemente invocata”.

Frattanto altri tedeschi in canonica dissero alla zia del parroco: “Pastore essere spia dei partigiani”, “qui esserci partigiani” e puntandole addosso un mitra e la rivoltella in faccia vollero vedere tutta la casa che risultò vuota e così si tolsero i sospetti sull’attività del parroco.

Alle 6.30 del pomeriggio arrivò da Castione un’autocolonna americana, altri arrivarono dalla strada della Tragaiola, per fare una sacca e imprigionare i tedeschi, ma il tenente tedesco non si arrese perché “non voleva ricevere sconfitta”. Però appena gli ufficiali tedeschi si resero conto delle numerose forze nemiche, pur combattendo con tiri di mortaio, cannonate, si diedero alla fuga per la strada che va verso Spigarolo. “Sono bocche di fuoco da ambo le parti che vomitano ferro e fuoco incessantemente” Un aereo americano girava per dare indicazioni ai suoi e si temeva l’arrivo di bombardieri. La battaglia durò fino alle 8 di sera.

Poi silenzio. Bussarono poi ripetutamente alla porta “Sono gli americani, i liberatori che fanno il rastrellamento dei tedeschi sbandati”.

Siamo salvi, il pericolo più grosso è passato, ma è scuro e nessuno osò uscire. Si passa la notte narrando le nostre paure e recitando il rosario per ringraziare la Madonna degli scampati pericoli.

Don Vismara è preoccupato per gli altri parrocchiani, per gli zii in canonica e per le devastazioni. Al mattino presto uscì e vide la casa dei signori Fogliati tutta cannoneggiata, il rustico bruciato con tutto il fieno, fu bruciato pure il rustico dei signori Politi, come pure quello delle sorelle Dotti. Il campanile aveva ricevuto delle cannonate e una granata perforò la cimasa di una cappella del cimitero che a sua volta colpì la semicupola della chiesa, ma S. Genesio salvò la sua chiesa. I parrocchiani sono tutti illesi. La Beatissima Vergine Maria di Lourdes aveva protetto i parrocchiani e mentre tutti erano in chiesa per ringraziare il S S. Sacramento, la Madonna e S. Genesio si sente lo scampanio della torre del Municipio di Busseto, liberata dai nazifascisti.

Nei giorni successivi la radio annunciò la morte di Mussolini, di Hitler, la liberazione di tutta l’Italia Settentrionale, la firma della capitolazione delle forze germaniche.

Il 2 maggio venne fatta la festa votiva di ringraziamento e si rinnovò il voto di aggiustare il campanile.

“Desidero che questo atto rimanga a perenne memoria tra i documenti ufficiali di questo Archivio Parrocchiale di Semoriva sia per mettere a conoscenza la gravità del pericolo che corse la nostra vita, la Chiesa, la canonica e tutte queste case, sia soprattutto perché si sappia come palesemente e maternamente ci hanno protetto Maria SS. e il nostro patrono S. Genesio”.

Ad maiorem Dei gloriam!

In fede di tutto quanto è scritto

                                                        Sac. D. Oreste Vismara

                                                        Arciprete di Semoriva

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(In foto: l'altare della Madonna di Lourdes nella chiesa di Semoriva)

 

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(In foto: la statua di S. Genesio, patrono della comunità)

L'equipe vocazionale della Diocesi alla celebrazione eucaristica in Cattedrale

Domenica 25 aprile l'equipe vocazionale sarà presente alla s. Messa delle ore 11 in Cattedrale a Fidenza per animare la celebrazione e passare un po' di tempo con i giovani.

L’equipe di Pastorale Giovanile e Vocazionale, che sono ora una cosa sola sotto la guida di don Francesco Mazza, è disponibile ad incontrare i gruppi di giovani e le comunità durante le celebrazioni o in momenti dedicati. E' possibile per ogni parroco prendere contatto con don Francesco per organizzare un momento di incontro e di confronto con i giovani.

Questo percorso promosso dall’equipe di pastorale vocazionale tra le parrocchie della diocesi è iniziato domenica 13 febbraio scorso.

Don Francesco Mazza e Daniel Cardenas (Missionari Identes) hanno portato la loro testimonianza nella parrocchia di San Bartolomeo apostolo a Busseto. I due giovani consacrati hanno avuto la possibilità prima e dopo la celebrazione eucaristica delle ore 18 di incontrare il gruppo di ragazzi che quest’anno riceverà il sacramento della Cresima e il gruppo composto da universitari, lavoratori e studenti delle scuole superiori.

Durante la s. Messa hanno rivolto a tutta la comunità l’invito a pregare per le vocazioni con la stessa intensità con cui il lebbroso del Vangelo si è rivolto a Gesù. “Preghiamo insieme per le nuove vocazioni, affinché sempre più giovani possano avvicinarsi alla Buona Novella. Preghiamo perché essa porti buoni frutti”.

Giornata di preghiera per le vocazioni: a Pieveottoville, Ragazzola e Stagno la testimonianza di Davide Grossi

In occasione della 58esima Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni che ricorre domenica 25 aprile, durante tutte le celebrazioni eucaristiche presso l'Unità pastorale di Pieveottoville, Ragazzola e Stagno il giovane diacono Davide Grossi porterà la sua testimonianza di fede e di vocazione. E' proprio in queste comunità che Davide sta svolgendo il servizio pastorale nei fine settimana.

Sabato 12 dicembre 2020 durante la s. Messa vespertina presso la chiesa Collegiata di Pieveottoville il giovane Davide ha pronunciato la professione di fede insieme al solenne giuramento sulla Sacra Scrittura (in foto) prima dell’ordinazione diaconale che ha avuto luogo sabato 9 gennaio 2021 alle ore 18 in Cattedrale a Fidenza per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del Vescovo Ovidio. Durante il giuramento, che è consuetudine fare prima di ogni importante passo del proprio ministero, Davide ha rinnovato la sua fedeltà alla Chiesa, ai successori di Pietro e a tutti i suoi collaboratori. Alla celebrazione eucaristica, presieduta dal Vicario generale don Gianemilio Pedroni, hanno preso parte il parroco di Pieveottoville don Benjamin Ayena, il parroco di Polesine-Zibello don Gianni Regolani e il diacono Carlo Moracca.

Davide, 27 anni, originario della parrocchia di Santa Maria Assunta a Salsomaggiore Terme, dopo aver studiato Economia presso l’Università di Parma nel 2016 è entrato nel Collegio Alberoni di Piacenza dove sta frequentando il quinto anno di Teologia. Il 1° settembre del 2018 ha ricevuto l’ammissione agli Ordini Sacri in Cattedrale a Fidenza, mentre il 27 aprile del 2019 il ministero del Lettorato nella parrocchia dove è cresciuto. Nel pomeriggio di sabato 4 luglio scorso il vescovo Ovidio gli ha conferito il ministero dell’Accolitato presso la chiesa parrocchiale di Croce S. Spirito dove stava terminando il servizio pastorale nei fine settimana. La parola “accolito” deriva dal greco e significa “colui che accompagna” e dunque assiste il diacono e il presbitero all’altare. Come ministro straordinario inoltre Davide può distribuire l’Eucarestia ai fedeli, esporla nell’adorazione e portarla ai malati nelle loro case facendosi così strumento dell’amore di Cristo e della Chiesa nei loro confronti.

Un importante momento da non perdere!

25 aprile, Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni

Cosa fa di noi persone chiamate?

Prima di tutto l’ascolto. A che serve chiamare un sordo? A nulla, se non a perdere la voce!
Eppure c’è chi è disposto a chiamare e giocarsi le corde vocali lo stesso: “Voce di uno che grida nel deserto!”, voce di uno che grida e spera che quella Parola venga accolta (Is 40,3-5; Mc 1,1-8; 1Re 19,4-16).

I profeti solitamente vivono proprio questa esperienza davanti a Dio.
Passivamente: a un certo punto della loro vita sentono rivolta a sé stessi la Parola. Questo li attiva e fa esprimere loro la miglior versione di sé. Nonostante inizialmente si definiscano incapaci o immeritevoli, ognuno di loro nell’ascolto, trova la forza per stupire sé stesso e chi ha davanti.
Attivamente: quando i profeti parlano, sembra loro di sprecare il fiato, come accade a Samuele che non avrebbe unto Davide tra i figli di Iesse, o a Giona, che non voleva che i Niniviti si convertissero e fossero perdonati, salvo poi accorgersi che la Parola di Dio ha efficacia al di là della propria volontà e loro compito, rimanesse quello di proclamarla.

Che servizio può svolgere la pastorale vocazionale nella diocesi di Fidenza per sviluppare il dono dell’ascolto? Vorremmo che ogni persona potesse vivere l’esperienza del profeta, che tutto a un tratto si riconosce destinatario dell’attenzione di Dio, da sempre avuta, mai riconosciuta. Nella predicazione e nella catechesi, nei sussidi di preghiera e nelle iniziative che promuoveremo nelle parrocchie, vorremmo che ognuno si sentisse interpellato, chiamato per nome a fare della propria vita un “autentico e personale capolavoro” (Giovanni Paolo II).

La seconda esperienza che fa di noi delle persone chiamate è la vita di comunità.
Questa è l’originalità della vocazione cristiana: far coincidere il compimento della persona con la realizzazione della comunità. (Pontificia opera per le vocazioni ecclesiastiche. Nuove vocazioni per una nuova Europa 18d).
Le diverse vocazioni sono fatte per la reciprocità, in modo che una spieghi all’altra la sua ragione, la sua identità; in parole povere la vocazione di ciascuno è per il bene di tutti! (1Cor 12,4-7). Per questo motivo una pastorale veramente vocazionale non può che cercare di creare un legame tra il singolo e la comunità e deve spendere energie per far sentire forte l’appartenenza alla società.
In viaggio sui binari dell’ascolto e della comunità ci rendiamo conto di come Vocazione, non possa essere la stazione a cui giunge una vita che si realizza nel lavoro, nella scelta del matrimonio o della consacrazione ma piuttosto il viaggio stesso della Chiesa attraverso la storia verso le promesse di Cristo risorto.

Nella Giornata Mondiale per le Vocazioni, vorremmo proporvi alcuni spunti di preghiera:
Chiediamo che i nostri preti sappiano rispondere alla propria chiamata di pastori e la loro vita sia testimonianza piena dell’amore di Cristo per la sua Chiesa.
Chiediamo che le famiglie nelle nostre comunità sappiano dare un buon esempio di unità e concordia sull’esempio della Sacra Famiglia.
Chiediamo che i giovani gustino il sapore del servizio e scelgano per il proprio futuro in ordine al bene comune come ha saputo fare Cristo nel Getsemani.
Chiediamo che i nostri cari anziani possano sempre lodare il Signore per la propria vita e intercedere per quella delle nuove generazioni.
Chiediamo che la Parola, la preghiera comunitaria e la carità, siano sempre al centro dell’identità di ogni parrocchia.

L’equipe di Pastorale Giovanile e Vocazionale è ora una cosa sola!
Siamo disponibili ad incontrare i gruppi giovani e le comunità, nelle messe o in momenti dedicati.


Abbiamo inoltre reso disponibile a tutte le parrocchie della diocesi un sussidio per unirci più intimamente nella preghiera per tutto il mese di maggio.

Scarica qui il sussidio.

L'Equipe diocesana di pastorale vocazionale

 

Orazione per la 58a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni

Ti lodiamo Dio,
Padre buono,
perché hai voluto la vita dell’uno

legata alla vita dell’altro;
creandoci a tua immagine
hai depositato in noi
questo anelito alla comunione
e alla condivisione:
ci hai fatti per Te
e per andare con Te
ai fratelli e alle sorelle,
dappertutto!

Ti lodiamo Dio,
Signore Gesù Cristo,
unico nostro Maestro,

per esserti fatto figlio dell’uomo.
Ravviva in noi
la consapevolezza
di essere in Te un popolo di figlie e figli,
voluto, amato e scelto
per annunciare
la benedizione del Padre verso tutti.

Ti lodiamo Dio,
Spirito Santo,
datore di vita,

perché in ognuno di noi
fai vibrare la tua creatività.
Nella complessità di questo tempo
rendici pietre vive,
costruttori di comunità,
di quel regno di santità e di bellezza
dove ognuno,
con la sua particolare vocazione,
partecipa di quell’unica armonia
che solo Tu puoi comporre.

Amen.

 

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