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Martina Pacini

25 aprile, festa della Liberazione: le iniziative a Fidenza

Il 25 aprile in tutta Italia si celebra il 76^ anniversario della Liberazione.
A Fidenza l’amministrazione comunale ha organizzato una serie di importanti momenti commemorativi: dopo la deposizione di corone di alloro presso i principali monumenti ai caduti, alle ore 9 nella chiesa di San Pietro avrà luogo la celebrazione eucaristica presieduta dal Vicario generale della Diocesi, don Gianemilio Pedroni.
Alle ore 10 nel cortile interno del palazzo municipale interverranno il sindaco Andrea Massari e il presidente della sezione A.N.P.I. di Fidenza Cristiano Squarza.
Alle ore 10.30 avrà luogo l’inaugurazione della mostra “La cura di ognuno per la libertà di tutti”, organizzata della Direzione Didattica “Ilaria Alpi”; a seguire premiazione del concorso: “Resistere in pandemia”, a cura di A.N.P.I. Fidenza, in collaborazione con Coop Alleanza 3.0.
Alle ore 10.45 esecuzioni della banda cittadina.
Tutte le iniziative potranno essere seguite sulla pagina Facebook del Comune.

18 aprile 2021, centenario della fondazione dell'Università Cattolica

"Quando un secolo fa, il 7 dicembre 1921, veniva inaugurata l’Università Cattolica del Sacro Cuore, un misto di stupore, esultanza e trepidazione si respirava nella grande Aula Magna della nuova sede appena realizzata restaurando e adattando l’antico convento di S. Agnese a Milano". Così inizia il Messaggio della Presidenza della CEI per la 97ª Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore che si celebrerà domenica 18 aprile 2021 sul tema “Un secolo di storia davanti a noi”.

"Lo stupore era dovuto al fatto di essere riusciti nell’impresa di avviare e dare una sede dignitosa all’Ateneo dei cattolici italiani. Per molti un vero e proprio miracolo, a partire dalle risorse economiche arrivate nonostante lo scetticismo che circondava l’iniziativa di P. Gemelli e dei suoi collaboratori. Ma soprattutto perché finalmente prendeva forma un luogo di alta formazione accademica promosso dalla Chiesa in un tempo in cui i cattolici restavano ancora ai margini della vita sociale e culturale del Paese. L’esultanza perché contro ogni resistenza e contrarietà si realizzava un sogno lungamente coltivato nei decenni che avevano fatto seguito all’unità d’Italia e alla scomparsa dallo scenario pubblico di istituzioni universitarie cattoliche. Prendeva finalmente forma quanto più volte auspicato nei congressi e nei convegni dei movimenti cattolici e fortemente desiderato da esponenti di spicco come il Beato Giuseppe Toniolo, che sul letto di morte consegnava a P. Gemelli e ai suoi collaboratori la fiaccola per la realizzazione di una Università Cattolica. Non meno forte era la trepidazione per un’avventura che era partita con grande entusiasmo da parte di un gruppo di ferventi cattolici e illuminati fautori dell’impegno culturale della Chiesa. Ma c’erano anche enormi problemi da affrontare: dalla sostenibilità economica al riconoscimento governativo fino alla peculiare offerta accademica da organizzare. Si trattava di declinare, in modo credibile e senza ambiguità, libertà di ricerca scientifica, piena adesione alla dottrina cattolica, formazione integrale degli studenti dal punto di vista professionale, umano e spirituale. Questa straordinaria sfida fu affrontata confidando nel primo e fondamentale protagonista, il Sacro Cuore di Gesù a cui l’Ateneo è consacrato. Il delegato Pontificio, l’allora arcivescovo di Milano, card. Achille Ratti, futuro Pio XI, fece un discorso solenne di grande apprezzamento per l’iniziativa e di forte incoraggiamento per il suo sviluppo che si concluse con la formula augurale: vivat, crescat, oreat. In breve tempo questo augurio si è tradotto in realtà, superando ogni aspettativa. L’Ateneo, pur tra mille difficoltà in tempi complessi come quelli tra la prima e la seconda guerra mondiale, ha conosciuto uno sviluppo costante, guidato nei primi quattro decenni dalla geniale e autorevole personalità di P. Gemelli e poi da una comunità accademica che in tutte le sue componenti non ha mai smesso di coltivare lo spirito e le istanze originarie. Anche noi sentiamo lo stupore per tutto quello che è stato realizzato grazie al generoso impegno dei fondatori e di generazioni di professori e di studenti che nel tempo hanno sviluppato la fisionomia e le finalità dell’Ateneo. E non possiamo non esultare e ringraziare il Signore per le opere meravigliose che in questi cento anni si sono realizzate con il moltiplicarsi delle sedi e dell’offerta accademica, anche grazie al sostegno, materiale e spirituale, dei cattolici italiani. Viviamo, inoltre, questo anniversario anche con la trepidazione e la consapevolezza che «a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più» (Mt 12,48). L’Ateneo ha ricevuto molto ed è chiamato oggi ad affrontare sfide non meno impegnative di quelle iniziali, sia sul versante strettamente accademico con le necessarie innovazioni per la didattica e la ricerca sia per dare pienosviluppo a quella terza missione che fin dall’inizio ne costituisce l’anima e ne delinea gli obiettivi. La Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore che si celebrerà domenica 18 aprile 2021 approfondirà il tema “Un secolo di storia davanti a noi”. Sarà un’occasione preziosa, proprio nel contesto del centenario, per ripensare il valore e il ruolo dell’Ateneo nella vita della società e della comunità ecclesiale. Fare tesoro dell’esperienza passata costituisce la migliore premessa per affrontare il futuro che si presenta incerto e gravido di trasformazioni epocali. In questo tempo, segnato da una persistente epidemia, si fa più esigente l’impegno a formare professionisti che con profonde convinzioni morali e con qualificate competenze scientifiche possano contribuire a realizzare quello sviluppo sostenibile di cui il nostro Paese e l’intera umanità hanno particolare e urgente bisogno. Come ci ricorda Papa Francesco, la pandemia ha rivelato «un mondo malato non solo a causa del virus, ma anche nell’ambiente, nei processi economici e politici, e più ancora nei rapporti umani. Ha messo in luce i rischi e le conseguenze di un modo di vivere dominato da egoismo e cultura dello scarto e ci ha posto davanti un’alternativa: continuare sulla strada finora percorsa o intraprendere un nuovo cammino» (Discorso al Corpo diplomatico, 8 febbraio 2021). L’Università Cattolica del Sacro Cuore facendosi interprete delle istanze lanciate dal Pontefice, anche sul versante del Patto educativo globale e del Patto per ripensare l’economia, è chiamata ad essere volano del rinnovamento, soprattutto aiutando i giovani ad essere protagonisti di questo nuovo cammino. La prossima beatificazione di Armida Barelli, artefice instancabile della nascita e della crescita dell’Ateneo, offre a tutti l’opportunità di misurarsi con un modello di santità femminile che ha precorso i tempi dando vita ad opere straordinarie che hanno segnato la vita della Chiesa e del Paese. La sua fede incrollabile nel Sacro Cuore ci sia d’esempio e ci aiuti a sostenere la vita dell’Ateneo e il cammino della Chiesa italiana" conclude il messaggio.

"L’anniversario che l’Università Cattolica celebra in questo 2021 scolpisce un momento simbolico nella storia del progetto ideale, culturale, sociale e di fede, che è allo stesso tempo la storia di coloro che lo hanno pensato e realizzato: persone cui si deve non solo la fondazione e la crescita dell’Ateneo, ma la partecipazione e condivisione, nel ruolo di docenti, personale e studenti, a una grande opera, che oggi può rivendicare l’importanza e l’originalità del proprio contribuito allo sviluppo del nostro Paese" sottolinea il rettore dell'Università Cattolica, Franco Anelli.

"In questa fioritura, che avrebbe alimentato le grandi stagioni del romanico e del gotico, c’erano la polvere e il sudore delle «fabbriche», con il loro brulicare di mastri costruttori, artigiani, operai, al servizio di un disegno di «casa del Signore» spesso tanto visionario e anticipatore da portare al limite strumenti e conoscenze dell’epoca. Dietro il cantiere di una cattedrale viveva un popolo di fedeli che collaborava secondo le proprie possibilità a un progetto lungo, complesso, di cui non avrebbe visto la fine. Un’opera collettiva, realizzata attraverso l’impegno di tutta la comunità, che si fa testimonianza sulla terra della gloria di Dio. Ecco, lo spirito della «fabbrica» era ben vivo negli intenti delle donne e degli uomini che, cento anni fa, hanno dato corpo al progetto fondativo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, giungendo oggi a un traguardo che attesta la profondità di un’intuizione nella quale affonda le radici una innovativa e notevole storia di educazione, di ricerca scientifica, di fermento culturale, di impegno civile, di cura e di assistenza sanitaria. Questo primo secolo si pone ora davanti a noi con la forza di un’esperienza viva, pronta a lasciarsi provocare e rinnovare dalla realtà, un’esperienza che guarda al futuro, che chiede alla nostra comunità accademica di proseguire il cammino intrapreso per farsi carico delle nuove istanze e aspettative connesse alle rilevanti trasformazioni in atto nel mondo contemporaneo. 

E per costruire ogni giorno la sua Chiesa, animata dallo stesso spirito, dalle stesse intenzioni che troviamo nelle antiche fabbriche: con la partecipazione attiva di tutti, il corpo docente, il personale amministrativo, gli studenti, le famiglie, il mondo delle associazioni e delle parrocchie, uniti in uno sforzo corale che ribadisca la forza della sua tradizione, proiettandola verso nuovi orizzonti. Si può dunque facilmente intuire con quanto impegno ed entusiasmo abbiamo vissuto il tempo della progettazione e dell’attesa, quante iniziative stavamo ipotizzando, vagliando e organizzando, e poi abbiamo dovuto ripensare o rinviare. Certamente avevamo immaginato uno scenario diverso; ma il centenario non attende, giunge quando è il suo tempo, ed è giusto viverlo come i tempi impongono; differirne la celebrazione sarebbe stata una fuga dalla realtà non all’altezza della nostra storia secolare, costruitasi e rafforzatasi attraverso le difficoltà che l’Università Cattolica ha saputo superare nel corso degli anni, a iniziare da quelle del Secondo conflitto mondiale. La realtà chiede che la si viva per quello che è, esercitando la propria responsabilità anzitutto verso coloro i quali a noi si sono affidati, in primis i nostri studenti e le loro famiglie. E sono felice di poter dire che, di fatto, così è stato anche nei frangenti più complicati. Impossibile non rivolgere con gratitudine il pensiero all’eccezionale sforzo profuso in questi mesi da tanti docenti, personale tecnico-amministrativo, e, in particolare, al grande esempio offerto a tutta la comunità nazionale dal nostro Policlinico “A. Gemelli”. Questo centenario rappresenta, forse ancor più intensamente che in un tempo “normale”, un’occasione emblematica per riflettere sulla nostra missione e sui nuovi scenari nei quali attuarla. Tra questi, l’intenso rapporto con la Chiesa Italiana offre all’Ateneo alimento spirituale, sollecitazioni e preziose indicazioni su processi di cambiamento, vecchi e nuovi bisogni delle persone e della società, che in particolare le chiese locali e le parrocchie, in quanto “tende del Signore” piantate in mezzo agli uomini, intercettano prima di altre istituzioni. Di qui il grande valore della Giornata per l’Università Cattolica, che ormai da 97 anni, avvicina il nostro Ateneo a ogni sacerdote e a ogni singolo fedele. Un appuntamento prezioso che quest’anno ritorna, dopo l’eccezione dello scorso settembre 2020, nella sua tradizionale collocazione primaverile e giunge dopo che il processo di beatificazione di Armida Barelli ha conosciuto un decisivo passo in avanti. Nella figura di questa nostra fondatrice viene così riconosciuta un’esemplare caratura spirituale che si unisce in una speciale sintesi con le doti di tenacia e lucidità organizzativa che l’hanno resa protagonista non solo della nascita e del consolidamento della Cattolica nei suoi primi difficili anni, ma della ridefinizione del ruolo delle donne nella società, e in particolare, nella comunità dei cattolici, ponendo particolare accento proprio sull’accesso all’educazione e alla conoscenza quale strumento di crescita della persona. Nella sua costruttiva lungimiranza, nella creatività, nello slancio propositivo, rivive lo spirito dell’«impresa»: lo sforzo continuo e paziente di portare i mezzi a propria disposizione all’altezza di un fine, quello di una società più giusta e consapevole. Ed è per questo che in Armida Barelli possiamo trovare ancora oggi una fonte di ispirazione: nel suo esempio c’è infatti la risposta a quella che il Santo Padre definisce la tentazione della rigidità causata dalla paura dei cambiamenti. Tutto questo ci riporta alla prospettiva di una missione educativa, scientifica e culturale che, cristianamente orientata, sia sempre volta a operare una sintesi vitale tra fede e scienza; all’importanza di un’azione consapevole della trascendenza della Rivelazione cristiana e nello stesso tempo rispettosa dell’autonomia e dello statuto epistemologico delle singole discipline scientifiche. Un filo conduttore che, legando il nostro passato al presente, ci proietta fiduciosi incontro al futuro, e che assume ulteriore attualità in un contesto oggi condizionato sia da una preoccupante svalutazione sociale della conoscenza, sia dalla crescente inquietudine sulle possibili e necessariamente nuove declinazioni dell’umanesimo, messo alla prova dai tanti mutamenti in corso. In questo senso l’Università Cattolica, testimoniando il valore di una cultura tesa alla ricerca della verità e alimentata dalla fede, rivendica il ruolo della ragione e il valore di un sapere plurale (purché fondato) come fattori di crescita e libertà personale e comunitaria. E lo fa promuovendo un’idea integrale della persona e delle sue relazioni con l’ambiente quale presupposto indispensabile per costruire una società e un’economia rispettose della dignità di ogni essere umano e dell’intero creato. Consapevoli di poter contare, in questa rinnovata assunzione d’impegno, sull’amicizia e sulla fiducia di tanti studenti e famiglie che vivono i nostri stessi valori e le nostre stesse speranze, oltre che sul persistente senso di appartenenza di molti nostri laureati, ci rivolgiamo anche quest’anno a tutti cattolici italiani, affinché, con la loro preghiera e la loro benevola attenzione, continuino a farci sentire la loro vicinanza per il secolo di storia che abbiamo davanti".

LA STORIA DELL'UNIVERSITA' CATTOLICA

E' il più grande Ateneo cattolico d’Europa e l’unica Università italiana che può vantare una dimensione nazionale con i suoi cinque Campus: Milano, Piacenza, Cremona, Brescia e Roma, dove è presente anche il Policlinico Universitario “A. Gemelli”.

Negli ultimi 100 anni ha formato una parte significativa della classe dirigente del nostro Paese: esponenti delle istituzioni, della politica, del diritto; accademici e intellettuali, imprenditori e manager, insegnanti e professionisti, vescovi e giornalisti, editori e scrittori. E tanti altri ancora, volti noti e meno noti, che hanno contribuito a rafforzare la reputazione dell’Università Cattolica in Italia e nel mondo.

La storia dell'Università inizia nel 1921, quando venne fondata da padre Agostino Gemelli insieme a un gruppo di intellettuali cattolici: Ludovico Necchi, Francesco Olgiati, Armida Barelli ed Ernesto Lombardo.

L’anno precedente era stato creato l'Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, ente fondatore dell'Ateneo. Il 7 dicembre 1921 l’Università Cattolica del Sacro Cuore viene così inaugurata ufficialmente a Milano (in via sant’Agnese), alla presenza dell’arcivescovo della città, cardinale Achille Ratti, futuro Papa Pio XI. Nel 1924 arriva il riconoscimento statale come università libera.

Nel 1927 l'Ateneo acquisisce l’antico monastero di Sant'Ambrogio, progettato dal Bramante. Dal 30 ottobre 1932 l'edificio diviene la Sede centrale dell’Università. L'opera di riqualificazione, restauro e ampliamento della struttura con nuovi edifici viene affidata all’architetto Giovanni Muzio.

Nel dopoguerra viene edificato il Campus di Piacenza, attivo a partire dall’anno accademico 1952-53. Nel 1961 inizia le sue attività a Roma la facoltà di Medicina e Chirurgia. Nel 1964 viene inaugurato il Policlinico Universitario “Agostino Gemelli”, che nel 2015 è conferito nella Fondazione Policlinico Universitario “Agostino Gemelli “ IRCCS. Nel 1965 si inaugura il Campus di Brescia e nel 1984 iniziano le prime lezioni nel Campus di Cremona.

La prima sede dell’Università si trovava nel palazzo di Luigi Canonica in via Sant'Agnese 2 e solo nell'ottobre del 1932 fu trasferita nell'antico Monastero cistercense di Sant’Ambrogio progettato dal Bramante e tutt'oggi Sede dell'Ateneo. Nel 1921 gli studenti iscritti ai primi due corsi attivi, ovvero quello di Scienze filosofiche e quello di Scienze sociali, erano 68. Nel 1924, dopo il riconoscimento giuridico da parte dello Stato italiano che permette di rilasciare lauree e diplomi con valore legale - lo Statuto dell'Università Cattolica fu approvato con Regio Decreto il 2 ottobre 1924 e fu pubblicato il 31 dello stesso mese sulla Gazzetta Ufficiale - nacquero la Facoltà di Lettere e filosofia e la Facoltà di Giurisprudenza. Nel 1923 fu costituito l'Istituto superiore di Magistero il quale, divenuto autonomo ne1936, si sarebbe trasformato nel 1996 nella Facoltà di Scienze della formazione. Nel 1926 la scuola di Scienze politiche, economiche e sociali si staccò dalla Facoltà di Giurisprudenza per dare vita, nel 1931, alla Facoltà di Scienze politiche, economiche e commerciali; la Facoltà avrebbe conferito fino al 1947 anche la laurea in Economia e commercio. Nel 1936 la Facoltà di Scienze politiche diventò autonoma.

L'impegno della Cattolica proseguì con intensità anche nell'immediato dopoguerra con la realizzazione di nuove sedi e la creazione di nuovi corsi di laurea. La Facoltà di Economia e commercio nacque ufficialmente nel 1947 offrendo anche un corso serale. Il 30 ottobre 1949, alla presenza dell'allora Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, fu posata la prima pietra della Facoltà di Agraria a Piacenza, mentre l'avvio ufficiale del corso di laurea avvenne nel novembre del '52.

Il 4 agosto 1958 fu emanato il decreto di istituzione della Facoltà di Medicina e chirurgia a Roma. Il grande sogno di padre Gemelli, laureatosi anch’esso in Medicina e chirurgia a Pavia, di dar vita a una facoltà medica si stava realizzando. L'impresa si presentava ardua e complessa per le enormi difficoltà da superare e fu necessario aspettare fino alla fine degli anni cinquanta per l'edificazione a Roma degli Istituti biologici e del Policlinico, intitolato poi allo stesso padre Gemelli.

Nel 1959 cominciarono i lavori di edificazione e il 5 novembre 1961 Giovanni XXIII solennizzò la nascita della Facoltà di Medicina e chirurgia. Nel 1967 si laurearono i primi medici formatisi in questa nuova scuola medica e oggi la Facoltà comprende due corsi di laurea, Medicina e chirurgia e Odontoiatria e protesi dentaria. Nel frattempo, nel 1965 fu inaugurata a Brescia la Sede dell'Università Cattolica con la Facoltà di Magistero, inserendo così l’Ateneo nella ricca tradizione pedagogica della città. Per iniziativa di prestigiosi esponenti del mondo matematico, nel 1971 si aggiunse nel piano dell’offerta formativa la Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali.

Negli corso degli anni Novanta furono attivate nella Sede di Milano le Facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative (1990), Lingue e letterature straniere - oggi Scienze linguistiche e letterature straniere (1991) - e Psicologia (1999). Nel 1997 la Facoltà di Economia di Piacenza, emanazione di quella della Sede di Milano, diventò autonoma e lo stesso avvenne nel 2000 per la Facoltà di Giurisprudenza, attiva dal 1995 nella Sede emiliana con un corso di laurea. Nell'anno accademico 2001-2002 a Milano nacque la Facoltà di Sociologia. A partire dall’anno accademico 2012-2013 l’Università Cattolica di Piacenza accorpa la Facoltà di Economia e la Facoltà di Giurisprudenza, mantenendo però distinti e autonomi i corsi di laurea.

Oggi l’Ateneo vanta 12 Facoltà, 95 corsi di laurea, 1.272 docenti e 43.302 studenti iscritti.

 

Piacenza facciata campus 1160x490

(La sede di Piacenza)

 

campus cremona 992

(La sede di Cremona)

 

GEMELLI

(Il Policlinico Gemelli a Roma)

 

 

Roncole Verdi, al via i lavori di ristrutturazione della chiesa

Roncole Verdi,  iniziati i lavori di ristrutturazione dell’edificio sacro. Per l'occasione è stato smontato anche lo storico organo Francesco Bossi datato 1797.

A Roncole Verdi sono iniziati i lavori di palificazione del perimetro esterno e interno della parete nord e del lato sinistro della facciata della chiesa di San Michele, che presenta grossi problemi di staticità. Tale opera di consolidamento è seguita dal Segretariato di Bologna per gli interventi di somma urgenza, mentre la Direzione Lavori è affidata all’arch. Emanuela Rossi della Soprintendenza di Parma.
In precedenza erano state eseguite indagini accurate per verificare l’esistenza di corduli di cemento o di altre interferenze. Inoltre, la preparazione del cantiere ha richiesto lo smontaggio, sempre autorizzato dalla Soprintendenza di Parma, dell’organo Francesco Bossi 1797, la catalogazione delle canne e il loro trasporto in luogo sicuro. Uguale attenzione è stata dedicata ai quadri esposti in chiesa.
La cittadinanza guarda con speranza a questo avvio dei lavori, col desiderio di poter presto riprendere a frequentare la chiesa parrocchiale, chiusa dalla fine dell’agosto scorso. Il parroco don Luigi Guglielmoni, costretto a sospendere le celebrazioni per la mancata sicurezza dei fedeli, ha ringraziato il Segretariato di Bologna e la Soprintendenza di Parma per l’attenzione con cui stanno seguendo il progetto di consolidamento della chiesa di Roncole Verdi.

 Roncole navata centrale copia

(La navata centrale della chiesa di San Michele durante i lavori)

 

Canne organo Bossi 1797 copia

(Le canne dell'organo Bossi 1797)

Visita e benedizione del Vescovo Ovidio all’ospedale di Vaio in occasione della Pasqua

Nella mattinata del 2 aprile, Venerdì Santo, il Vescovo Ovidio si è recato in visita all’ospedale di Vaio per portare ai degenti e a tutto il personale sanitario un messaggio di vicinanza e di pace in occasione della Pasqua di resurrezione del Signore.

Il Vescovo è stato accolto dal direttore sanitario dott.ssa Giuseppina Frattini, dal dott. Samuel Paroni e dal direttore del distretto dott. Andrea Deolmi.

Il presule ha poi impartito la benedizione a tutti i reparti dell’ospedale, ai pazienti e agli operatori sanitari presenti, rivolgendo loro parole di incoraggiamento, speranza e riconoscenza per l’impegno quotidianamente profuso verso quanti necessitano di cure e di attenzioni.

Un gesto significativo che si pone in continuità con la visita che il Vescovo fece lo scorso anno nello stesso giorno in una situazione di grave emergenza sanitaria: in quell’occasione era stata impartita la benedizione e concessa l’indulgenza plenaria a tutti i presenti.

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