DOCUMENTO IN OCCASIONE DELLE ELEZIONI EUROPEE E AMMINISTRATIVE 2024
Le imminenti elezioni europee rappresentano un momento importante per la vita dei cittadini dell’Unione (27 Paesi e 450 milioni di abitanti). La Consulta Diocesana per la Pastorale Sociale e il Lavoro della Diocesi di Fidenza intende con questo documento portare alla riflessione dei candidati e dei cittadini alcune questioni che considera rilevanti, senza la pretesa di essere esaustiva.
LA NECESSITA’ DI RICONOSCERSI IN IDEALI COMUNI
L’Europa è chiamata ad assumere nei prossimi 5 anni decisioni fondamentali per la vita dei propri cittadini e davanti a sfide così importanti assistiamo a discussioni che fanno pensare che siano svaniti gli ideali della fondazione. Sembra che il progetto europeo dei padri fondatori (tra cui molti cattolici: Schuman, Adenauer e De Gasperi) nato 70 anni fa dalle ceneri delle due guerre mondiali, di una Europa unita nelle diversità, democratica, libera e rispettosa dei diritti dei propri cittadini sia messo in discussione da un pericoloso rigurgito di nazionalismi che nulla hanno a che vedere con la pur importante coscienza delle proprie radici. Ogni popolo ha le sue radici e la propria storia, e proprio così, mettendo insieme le differenze, si può costruire il futuro e affrontare le sfide che abbiamo di fronte, riscoprendo quegli ideali che sono a fondamento dell’Unione stessa.
PRIMA DI TUTTO LA PACE
Nessuno avrebbe immaginato di rivedere la guerra all’interno dell’Europa, arrivata inaspettata e quasi sotto silenzio, una guerra tradizionale con bombe e cannoni, ma fatta anche di strategie comunicative e di uso delle nuove tecnologie. Popolazioni che soffrono senza capire fino in fondo perchè. Dopo oltre due anni è il momento di cercare vie per la Pace. L’Europa prenda l’iniziativa per negoziati di pace: una pace giusta che preservi i confini europei. La Pace è un esercizio difficile, ma indispensabile. Ci sentiamo inermi e scoraggiati, quasi impotenti, ed in balia dei mercanti di armi, ma ci sembrano impotenti anche i leader europei, che in questa fase sanno assicurare solo il sostegno militare. Può l’Europa giocare un ruolo importante nella trattativa di Pace? Come ci ricorda costantemente Papa Francesco (unica voce che si innalza per invocare la pace) la guerra è una sconfitta per tutti. E’ necessario fare di tutto per riportare la Pace coinvolgendo non solo Russa ed Ucraina ma anche tutti quei Paesi che possono dare un contributo significativo affinchè tacciano le armi. Solo il dialogo e l’ascolto reciproco possono dare frutti. Certo le questioni da dirimere sono spinose, non siamo degli ingenui: non ci si può dimenticare che c’è un aggressore e un aggredito, che esiste un problema di integrità dei confini di uno stato e di un popolo, che esiste un problema di confini europei, ma queste questioni non devono ostacolare il dialogo. Stiamo assistendo forse ancora increduli anche alla guerra in Palestina che non può lasciare indifferente l’Europa: la tragedia di contrapposizione di due popoli sembra non finire, portando inoltre una instabilità pericolosa in tutta la regione. E’ ormai chiaro a tutti che un nuovo ordine mondiale si sta affacciando, che le organizzazioni internazionali hanno bisogno di essere riformate, prima di tutto l’ONU: che ruolo vuole giocare l’Europa in questo scenario? L’Europa che proprio forte della sua storia può dimostrare che è possibile costruire percorsi pacifici di sviluppo comuni.
L’ACCOGLIENZA DELLE PERSONE MIGRANTI
L’accoglienza delle persone migranti è un tema mondiale dalle mille sfaccettature che non può essere risolto in solitudine, né con la forza, né appaltando ad altri soluzioni troppo facili. Le persone che emigrano sono una risorsa per il Paese di arrivo se trovano un sistema di accoglienza che dia sicurezza e responsabilità; diventano risorse anche per i Paesi di provenienza se i loro progetti migratori hanno successo. E’ inaccettabile continuare a pensare che l’unico modo siano i respingimenti e i rimpatri facendo così del Mar Mediterraneo un cimitero a cielo aperto e dimenticando completamente anche la rotta balcanica dove tante persone trovano la morte. Occorre una strategia europea e mondiale costruita anche con i Paesi di provenienza che restituisca umanità e dignità a chi decide con tanta sofferenza di abbandonare le proprie radici e i propri affetti e non considerarli nemici.
Molte altre sfide attendono l’Europa le citiamo qui solo per titoli: la transizione green verso una Europa sostenibile; la salvaguardia e la promozione della vita in ogni sua fase; la sfida dell’ Intelligenza Artificiale che ha già visto una prima decisione importante; una difesa europea che possa essere anche strumento di pace; le politiche a favore delle giovani generazioni, che necessitano di strumenti e opportunità culturali nuove e sfidanti; il sostegno e la valorizzazione della risorsa famiglia; la necessità di costruire alleanze e reti sovranazionali; risposte sistemiche capaci di fare leva sull’azione e l’apporto di molti.
UNA CLASSE DIRIGENTE ALL’ALTEZZA DEL LAVORO DA INTRAPRENDERE
Tutte le questioni citate e molte altre che si potrebbero citare necessitano una classe politica adeguata, coraggiosa e con uno sguardo prospettico e profetico. Questo significa formazione continua e non tatticismo, serietà e non pressapochismo, collaborazione se pur nelle differenze e non scontro senza rispetto, moralità e umiltà, ascolto e perseveranza. Solo con queste caratteristiche la classe politica può sperare di riavvicinare i cittadini all’esercizio del voto, grande incognita anche in questa tornata elettorale.
LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE
Nella nostra Diocesi questa tornata elettorale significa anche il rinnovo di alcune amministrazioni comunali.
La Consulta per la Pastorale Sociale e il Lavoro riflettendo sulla scadenza elettorale amministrativa intende proporre alcune riflessioni da portare all’attenzione dei candidati e dei cittadini.
AL CENTRO LA PERSONA E I SUOI LEGAMI
Amministrare un Comune è l’esercizio della politica più vicina ai cittadini perchè significa assumere decisioni per una comunità fatta di persone, di volti noti, di problemi, ma anche di risorse da valorizzare. Riteniamo indispensabile che una buona politica locale debba sempre tener conto del benessere e delle priorità della comunità, in primis delle persone più fragili ma anche delle famiglie, dei giovani e degli anziani e dei loro legami familiari e sociali. Il bene comune spesso non coincide con i desiderata di una parte che può diventare una lobby. Fuggire dalla logica dell’accontentare tutti a qualsiasi costo è un esercizio senza dubbio difficile, ma indispensabile. La persona al centro significa avere il coraggio della scelta per quella che si ritiene possa essere la soluzione migliore per il benessere di tutti.
LO SVILUPPO SOSTENIBILE
Ormai lo sappiamo tutti: dobbiamo rivoluzionare il nostro stile di vita anche comunitario: è quindi necessario progettare uno sviluppo delle città e dei paesi sostenibile a bassissimo consumo di suolo e alla ricerca e promozione di soluzioni energetiche provenienti da fonti rinnovabili. E’ altresì necessaria una grande azione pedagogica verso i cittadini per costruire percorsi virtuosi e indurre cambiamenti significativi a favore della sostenibilità. Non c’è più tempo da perdere.
LA SICUREZZA
Progettare soluzioni per assicurare la sicurezza di tutti è un dovere di chi si candida ad amministrare una comunità. Il coordinamento, la preparazione e la formazione degli organi di tutela è fondamentale, ma la sicurezza non va mai disgiunta da azioni pedagogiche, di animazione, recupero, rivitalizzazione delle zone della città o del Paese più problematiche. Il coinvolgimento dei cittadini di un territorio / quartiere in questi progetti è la strategia vincente per una comunità sicura e rispettosa di tutti.
LE PARROCCHIE: LUOGHI DA SOSTENERE
Nel contesto sopra descritto le parrocchie possono essere, se adeguatamente sostenute anche dalle amministrazioni comunali, luoghi di crescita e integrazione delle giovani generazioni. Le parrocchie già ora svolgono un importante ruolo educativo accogliendo all’interno dei propri ambienti ragazzi e adolescenti di provenienze geografiche e religioni diverse, collaborando con gli altri soggetti educativi del territorio. Valorizzare questo ruolo significa aumentare la possibilità di prevenire la fragilità e il disagio giovanile e non solo.
L’INCLUSIONE DEI CITTADINI MIGRANTI
Le nostre comunità sono sempre più multietniche. I migranti rappresentano una ricchezza se possono usufruire di spazi per condividere progetti comuni per conoscersi, per abbattere barriere spesso frutto di preconcetti e dicerie: in questo senso può essere importante promuovere il protagonismo e la responsabilità delle comunità straniere presenti sul territorio anche attraverso azioni di ascolto e incontro.
IL RUOLO DELLE ORGANIZZAZIONI DEI CITTADINI- PRATICARE LA SUSSIDIARIETA’
Il lavoro delle organizzazioni di Terzo Settore (Volontariato, Associazionismo di promozione sociale, Cooperazione Sociale, Fondazioni) rappresenta da tempo una ricchezza riconosciuta dai cittadini e che rafforza il capitale sociale di ogni comunità per la loro capacità di leggere e individuare con anticipo i nuovi bisogni emergenti. Fondamentale è rafforzarne il coinvolgimento per praticare sempre meglio l’azione dell’ascolto. Si tratta di rafforzare nella pratica l’esercizio della sussidiarietà in un sistema in cui siano chiare e definite responsabilità e ruoli.
LA MORALITA’ E LA RETTITUDINE DELL’AMMINISTRARE
Da sempre la Dottrina Sociale della Chiesa ha definito l’esercizio della politica “La più alta forma di carità” (Paolo VI). Quello che i cittadini chiedono a chi li amministra è di esercitare il loro ruolo con rettitudine e moralità per ridare alla politica la dignità che le compete. Questo stesso esercizio si richiede ai cittadini in uno scambio di lealtà reciproca.
PRATICARE L’ESERCIZIO DELLA DEMOCRAZIA
Da ultimo ma non per ultimo vogliamo invitare tutti a recarsi alle urne, esprimendo in tutta libertà la propria opinione. Solo in questo modo la nostra democrazia potrà essere piena e non ad appannaggio di pochi. Evitando di andare a votare non si fa altro che permettere ad altri di decidere al posto nostro. Disinteressarsi della vita politica del proprio paese indebolisce le istituzioni democratiche e crea fratture profonde tra i cittadini e chi si prende l’onere di governare, abdicando così al ruolo di controllo sancito dalla nostra Costituzione, che recita all’art. 1 comma 2 “La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
La Consulta Diocesana per la Pastorale Sociale e il Lavoro