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Martina Pacini

Dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso il Messaggio per il mese di Ramadan e ‘Id Al-Fitr

Cari fratelli e sorelle musulmani,

Come tutti sappiamo, la pandemia causata dal COVID-19 ha portato via la vita a milioni di persone in tutto il mondo, compresi membri delle nostre famiglie. Altri si sono ammalati e sono guariti, passando però per molto dolore e soffrendo a lungo per le conseguenze del virus. Mentre celebrate il mese di Ramadan che si conclude con ‘Id al-Fitr, il nostro pensiero è di gratitudine a Dio Onnipotente che ha protetto tutti noi nella Sua Provvidenza. Portiamo anche nella preghiera i morti e gli ammalati con dolore e speranza.

La pandemia con i suoi tragici effetti su ogni aspetto del nostro stile di vita ha attratto nuovamente la nostra attenzione su un aspetto importante: la condivisione. Per questo abbiamo ritenuto opportuno affrontare questo tema nel Messaggio che siamo lieti di inviare a tutti e a ciascuno di voi.

Tutti condividiamo i doni di Dio: aria, acqua, vita, cibo, riparo, i frutti del progresso in campo medico e farmaceutico, i risultati del progresso scientifico e tecnologico in diversi campi e la loro applicazione, la continua scoperta dei misteri dell'universo ... La consapevolezza della bontà e della generosità di Dio riempie i nostri cuori di gratitudine verso di Lui e, allo stesso tempo, ci incoraggia a condividere i suoi doni con i nostri fratelli e sorelle che si trovano in ogni tipo di bisogno. La povertà e la situazione di precarietà in cui versano molte persone a causa della perdita di posti di lavoro e dei problemi economici e sociali legati alla pandemia rendono ancora più urgente il nostro dovere di condivisione.

La condivisione trova la sua motivazione più profonda nella consapevolezza che tutto ciò che siamo e tutto ciò che abbiamo è dono di Dio e che, di conseguenza, dobbiamo mettere i nostri talenti al servizio di tutti i nostri fratelli e sorelle, condividendo con loro ciò che abbiamo.

La migliore forma di condivisione ha la sua fonte in una genuina empatia e in un’efficace compassione verso gli altri. A questo proposito, troviamo una sfida significativa nel Nuovo Testamento: “Se uno ha ricchezze di questo mondo e, vedendo il suo fratello in necessità, gli chiude il proprio cuore, come rimane in lui l’amore di Dio? Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità” (1 Gv 3,17- 18).

Tuttavia, la condivisione non si limita ai beni materiali, ma è soprattutto condivisione delle gioie e dei dolori reciproci, che fanno parte di ogni vita umana. San Paolo raccomandava ai cristiani di Roma di rallegrarsi con quelli che sono nella gioia; e piangere con quelli che sono nel pianto (cfr. Rom 12,15). Papa Francesco, da parte sua, ha affermato che un dolore condiviso è dimezzato e una gioia condivisa è raddoppiata (cfr. Incontro con gli alunni di Scholas Occurrentes, 11 maggio 2018).

Dall’empatia nasce la condivisione degli atteggiamenti e dei sentimenti dei nostri parenti, amici e vicini, anche di coloro che appartengono ad altre religioni, in occasione di eventi importanti, gioiosi e tristi delle loro vite: le loro gioie e i loro dolori diventano nostri.

Tra le gioie condivise vi sono la nascita di un bambino, la guarigione da una malattia, il successo negli studi, nel lavoro o negli affari, il tornare sani e salvi da un viaggio e sicuramente altre circostanze. Vi è anche una gioia particolare per i credenti: la celebrazione delle principali feste religiose. Quando facciamo visita ai nostri amici e vicini di altre religioni o ci congratuliamo con loro in queste occasioni, condividiamo la loro gioia per la celebrazione della loro festa senza dover fare nostra la dimensione religiosa dell'occasione celebrata.

Tra i dolori condivisi, in primis, la morte di una persona cara, la malattia di un familiare, la perdita di un lavoro, il fallimento di un progetto o di un'impresa, una crisi in famiglia, che a volte provoca la sua divisione. È ovvio che abbiamo bisogno della vicinanza e della solidarietà dei nostri amici più nei momenti di crisi e di dolore che in quelli di gioia e di pace.

La nostra speranza, cari fratelli e sorelle musulmani, è che continuiamo a condividere gioie e dolori dei nostri vicini e amici, perché l’amore di Dio abbraccia ogni persona e l’universo intero.

Come segno della nostra comune umanità e della fraternità che ne scaturisce, vi auguriamo un pacifico e fruttuoso Ramadan e una gioiosa celebrazione di ‘Id al-Fitr.

Dal Vaticano, 18 febbraio 2022

Miguel Ángel Cardinal Ayuso Guixot, MCCJ

Presidente

Gli appuntamenti del Triduo Pasquale con il Vescovo Ovidio

Giovedì 14 aprile (Giovedì Santo)

Ore 8 In Cattedrale Ufficio di Lettura e delle Lodi

Ore 10 In Cattedrale S. Messa Crismale

Ore 20.30 In Cattedrale S. Messa per la Cena del Signore

Venerdì 15 aprile (Venerdì Santo)

Ore 8 In Cattedrale Ufficio di Lettura e delle Lodi

Ore 18 In Cattedrale liturgia della Passione del Signore

Ore 20.30 A Fidenza, guida la Via Crucis Cittadina con partenza dalla Parrocchia di S. Francesco

Sabato 16 aprile (Sabato Santo)

Ore 8 In Cattedrale Ufficio di Lettura e delle Lodi

Ore 21 In Cattedrale Veglia Pasquale

Domenica 17 aprile (Pasqua di Resurrezione)

Ore 11 In Cattedrale s. Messa

Ore 17 In cattedrale Secondi Vespri di Pasqua

Cei: orientamenti per la Settimana Santa 2022

Il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell’epidemia da Covid19, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza (cfr DL 24 marzo 2022, n.24), offre la possibilità di una prudente ripresa. In seguito allo scambio di comunicazioni tra Conferenza Episcopale Italiana e Governo Italiano, con decorrenza 1 aprile 2022 è stata stabilita l'abrogazione del Protocollo del 7 maggio 2020 per le celebrazioni con il popolo.

Tuttavia, la situazione sollecita tutti a un senso di responsabilità e rispetto di attenzioni e comportamenti per limitare la diffusione del virus. Condividiamo alcuni consigli e suggerimenti:
 - Obbligo di mascherine: il DL 24/2022 proroga fino al 30 aprile l’obbligo di indossare le mascherine negli ambienti al chiuso. Pertanto, nei luoghi di culto al chiuso si acceda sempre indossando la mascherina;
- distanziamento: non è obbligatorio rispettare la distanza interpersonale di un metro. Si predisponga però quanto necessario e opportuno per evitare assembramenti specialmente all’ingresso, all’uscita e tra le persone che, eventualmente, seguono le celebrazioni in piedi;
- igienizzazione: si continui a osservare l’indicazione di igienizzare le mani all’ingresso dei luoghi di culto;
 - acquasantiere: si continui a tenerle vuote;
 - scambio di pace: è opportuno continuare a volgere i propri occhi per intercettare quelli del vicino e accennare un inchino, evitando la stretta di mano o l'abbraccio;
 - distribuzione dell’Eucaristia: i Ministri continueranno a indossare la mascherina e a igienizzare le mani prima di distribuire l’Eucaristia preferibilmente nella mano;
 - sintomi influenzali: non partecipi alle celebrazioni chi ha sintomi influenzali e chi è sottoposto a isolamento perché positivo al COVID-19;
- igiene ambienti: si abbia cura di favorire il ricambio dell’aria sempre, specie prima e dopo le celebrazioni. Durante le stesse è necessario lasciare aperta o almeno socchiusa qualche porta e/o finestra. I luoghi sacri, comprese le sagrestie, siano igienizzati periodicamente mediante pulizia delle superfici con idonei detergenti;
 - processioni: è possibile riprendere la pratica delle processioni.
 
Nella considerazione delle varie situazioni e consuetudini locali si potranno adottare indicazioni particolari. Il discernimento degli Ordinari potrà favorire una valutazione attenta della realtà e orientare le scelte.
 
Orientamenti per la Settimana Santa 2022
 
Si esortino i fedeli alla partecipazione in presenza alle celebrazioni liturgiche limitando la ripresa in streaming delle celebrazioni e l’uso dei social media per la partecipazione alle stesse. A tal riguardo si segnala che i media della CEI – Tv2000 e Circuito radiofonico InBlu – trasmetteranno tutte le celebrazioni presiedute dal Santo Padre.
Nello specifico, si offrono i seguenti orientamenti:
1. La Domenica delle Palme, la Commemorazione dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme sia celebrata come previsto dal Messale Romano. Si presti però attenzione che i ministri e i fedeli tengano nelle mani il ramo d’ulivo o di palma portato con sé, evitando consegne o scambi di rami.
2. il Giovedì Santo, nella Messa vespertina della “Cena del Signore”, per il rito della lavanda dei piedi ci si attenga a quanto prescritto ai nn. 10-11 del Messale Romano (p.138). Qualora si scelga di svolgere il rito della lavanda dei piedi si consiglia di sanificare le mani ogni voltae indossare la mascherina.
3. il Venerdì Santo, tenuto conto dell’indicazione del Messale Romano (“In caso di grave necessità pubblica, l’Ordinario del luogo può permettere o stabilire che si aggiunga una speciale intenzione”, n. 12), il Vescovo introduca nella preghiera universale un’intenzione “per quanti soffrono a causa della guerra”. L’atto di adorazione della Croce, evitando il bacio, avverrà secondo quanto prescritto ai nn. 18-19, del Messale Romano (p. 157).
4. la Veglia pasquale potrà essere celebrata in tutte le sue parti come previsto dal rito.
I presenti orientamenti sono estesi a seminari, collegi sacerdotali, monasteri e comunità religiose.
 
(Foto Siciliani-Gennari/SIR)
 
 
 

S. Lazzaro, la s. Messa celebrata da don Marek: “Chi è senza peccato scagli per primo la pietra”

Come da tradizione, nella V domenica di Quaresima la parrocchia di San Michele Arcangelo ha festeggiato San Lazzaro. Il parroco don Marek Jaszczak ha celebrato una Santa Messa nella chiesa di San Michele, mentre al pomeriggio c’è stato un momento conviviale con torta fritta e salumi da asporto. <Chiediamo a San Lazzaro di aiutarci ad essere una comunità unita e oggi affidiamo a Gesù in particolar modo la parte della nostra parrocchia che rientra nel quartiere San Lazzaro – ha spiegato don Marek - . Purtroppo per motivi strutturali e a causa della pandemia non siamo più riusciti a celebrare la Messa nella chiesetta di San Lazzaro: speriamo di poterci riunire di nuovo lì in preghiera al più presto>.

Nell’omelia il parroco ha commentato il Vangelo di Giovanni (Gv, 8, 1 – 11), soffermandosi sul concetto di misericordia: “Misericordia significa guardare una persona e far prevalere il bene sul male. Gesù riconosce il peccato ma sa che non è questo che definisce una persona. Anche noi quindi dobbiamo guardare la persona che ci sta davanti nella sua interezza. Se vediamo solo i limiti degli altri, non vediamo i nostri perché abbiamo uno sguardo giudicante. E' per questo che Gesù dice ‘chi è senza peccato scagli la prima pietra’. Se guardiamo solo al peccato, se amiamo più l'apparenza che la persona, faremo sempre del male all’essere umano”.

Annarita Cacciamani

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