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Martina Pacini

Leone XIV ai giornalisti: “Una comunicazione disarmata e disarmante”

Di seguito il discorso di Leone XIV agli operatori della comunicazione, ricevuti in udienza lunedì 12 maggio in Aula Paolo VI.

 

Buongiorno! Good morning, and thank you for this wonderful reception! They say when they clap at the beginning it doesn’t matter much… If you are still awake at the end, and you still want to applaud… Thank you very much!

[traduzione italiana: Buongiorno e grazie per questa bellissima accoglienza! Dicono che quando si applaude all’inizio non vale granché! Se alla fine sarete ancora svegli e vorrete ancora applaudire, grazie mille!]

Fratelli e sorelle!
Do il benvenuto a voi, rappresentanti dei media di tutto il mondo. Vi ringrazio per il lavoro che avete fatto e state facendo in questo tempo, che per la Chiesa è essenzialmente un tempo di Grazia.
Nel “Discorso della montagna” Gesù ha proclamato: «Beati gli operatori di pace» (Mt 5,9). Si tratta di una Beatitudine che ci sfida tutti e che vi riguarda da vicino, chiamando ciascuno all’impegno di portare avanti una comunicazione diversa, che non ricerca il consenso a tutti i costi, non si riveste di parole aggressive, non sposa il modello della competizione, non separa mai la ricerca della verità dall’amore con cui umilmente dobbiamo cercarla. La pace comincia da ognuno di noi: dal modo in cui guardiamo gli altri, ascoltiamo gli altri, parliamo degli altri; e, in questo senso, il modo in cui comunichiamo è di fondamentale importanza: dobbiamo dire “no” alla guerra delle parole e delle immagini, dobbiamo respingere il paradigma della guerra.
Permettetemi allora di ribadire oggi la solidarietà della Chiesa ai giornalisti incarcerati per aver cercato di raccontare la verità, e con queste parole anche chiederne la liberazione di questi giornalisti incarcerati. La Chiesa riconosce in questi testimoni – penso a coloro che raccontano la guerra anche a costo della vita – il coraggio di chi difende la dignità, la giustizia e il diritto dei popoli a essere informati, perché solo i popoli informati possono fare scelte libere. La sofferenza di questi giornalisti imprigionati interpella la coscienza delle Nazioni e della comunità internazionale, richiamando tutti noi a custodire il bene prezioso della libertà di espressione e di stampa.
Grazie, cari amici, per il vostro servizio alla verità. Voi siete stati a Roma in queste settimane per raccontare la Chiesa, la sua varietà e, insieme, la sua unità. Avete accompagnato i riti della Settimana Santa; avete poi raccontato il dolore per la morte di Papa Francesco, avvenuta però nella luce della Pasqua. Quella stessa fede pasquale ci ha introdotti nello spirito del Conclave, che vi ha visti particolarmente impegnati in giornate faticose; e, anche in questa occasione, siete riusciti a narrare la bellezza dell’amore di Cristo che ci unisce tutti e ci fa essere un unico popolo, guidato dal Buon Pastore.
Viviamo tempi difficili da percorrere e da raccontare, che rappresentano una sfida per tutti noi e che non dobbiamo fuggire. Al contrario, essi chiedono a ciascuno, nei nostri diversi ruoli e servizi, di non cedere mai alla mediocrità. La Chiesa deve accettare la sfida del tempo e, allo stesso modo, non possono esistere una comunicazione e un giornalismo fuori dal tempo e dalla storia. Come ci ricorda Sant’Agostino, che diceva: “Viviamo bene e i tempi saranno buoni” (cfr Discorso 311). Noi siamo i tempi».
Grazie, dunque, di quanto avete fatto per uscire dagli stereotipi e dai luoghi comuni, attraverso i quali leggiamo spesso la vita cristiana e la stessa vita della Chiesa. Grazie, perché siete riusciti a cogliere l’essenziale di quel che siamo, e a trasmetterlo con ogni mezzo al mondo intero.
Oggi, una delle sfide più importanti è quella di promuovere una comunicazione capace di farci uscire dalla “torre di Babele” in cui talvolta ci troviamo, dalla confusione di linguaggi senza amore, spesso ideologici o faziosi. Perciò, il vostro servizio, con le parole che usate e lo stile che adottate, è importante. La comunicazione, infatti, non è solo trasmissione di informazioni, ma è creazione di una cultura, di ambienti umani e digitali che diventino spazi di dialogo e di confronto. E guardando all’evoluzione tecnologica, questa missione diventa ancora più necessaria. Penso, in particolare, all’intelligenza artificiale col suo potenziale immenso, che richiede, però, responsabilità e discernimento per orientare gli strumenti al bene di tutti, così che possano produrre benefici per l’umanità. E questa responsabilità riguarda tutti, in proporzione all’età e ai ruoli sociali.
Cari amici, impareremo con il tempo a conoscerci meglio. Abbiamo vissuto – possiamo dire insieme – giorni davvero speciali. Li abbiamo, li avete condivisi con ogni mezzo di comunicazione: la TV, la radio, il web, i social. Vorrei tanto che ognuno di noi potesse dire di essi che ci hanno svelato un pizzico del mistero della nostra umanità, e che ci hanno lasciato un desiderio di amore e di pace. Per questo ripeto a voi oggi l’invito fatto da Papa Francesco nel suo ultimo messaggio per la prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: disarmiamo la comunicazione da ogni pregiudizio, rancore, fanatismo e odio; purifichiamola dall’aggressività. Non serve una comunicazione fragorosa, muscolare, ma piuttosto una comunicazione capace di ascolto, di raccogliere la voce dei deboli che non hanno voce. Disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra. Una comunicazione disarmata e disarmante ci permette di condividere uno sguardo diverso sul mondo e di agire in modo coerente con la nostra dignità umana.
Voi siete in prima linea nel narrare i conflitti e le speranze di pace, le situazioni di ingiustizia e di povertà, e il lavoro silenzioso di tanti per un mondo migliore. Per questo vi chiedo di scegliere con consapevolezza e coraggio la strada di una comunicazione di pace.
Grazie a tutti voi. Che Dio vi benedica!

 

Foto: CEI

Fidenza, il 17 maggio appuntamento con "Sfidabili"

Torna sabato 17 maggio al Palazzetto dello Sport di via Togliatti l’appuntamento con “Sfidabili”, la manifestazione dello sport a misura di tutti, divenuta in questi anni un appuntamento irrinunciabile per chi crede che lo sport debba essere anche sinonimo di inclusione.
Organizzata dall’associazione Terzo Tempo con Lorenzo, con il patrocinio del Comune di Fidenza, “Sfidabili” è infatti una vera e propria festa dello sport che unisce tutti con l'obiettivo di far comprendere come anche nella disabilità si possa prendere consapevolezza delle proprie potenzialità e dei propri limiti e, nella competizione con gli altri atleti, lavorare per migliorare le proprie prestazioni. È, inoltre, un’occasione di divertimento, collaborazione e rispetto.

Un’esperienza che permetterà a tutti di toccare con mano le difficoltà che le persone con disabilità sperimentano ma anche le potenzialità competitive che gli atleti disabili riescono a mettere in gioco. Nello sport, che è gioco, divertimento, collaborazione, rispetto, ma è anche consapevolezza delle proprie potenzialità e dei propri limiti e spinta a migliorarsi, l’accettazione del limite che la disabilità porta con sè diventa occasione per cercare nuove strade per esprimersi e affermare se stessi nella diversità: una “lezione” che Sfidabili da sempre aiuta a trasmettere.

SFIDABILI 2025 dunque sarà ancora una volta una giornata di sport, gioco, amicizia e divertimento nel segno di un rapporto nuovo, positivo e costruttivo con la disabilità.

I partecipanti, dopo essersi iscritti, dalle 14.30 in poi, assisteranno alle esibizioni nei diversi sport e potranno poi mettersi in gioco sia singolarmente sia in squadre nelle varie discipline.

Seguirà, alle 18.30, il cosiddetto “terzo tempo”, il tempo della gioia, della condivisione, dell’allegria, con il buon cibo degli stand gastronomici e la musica dal vivo delle band che saranno presenti.

Un’occasione dunque ancora una volta per ricordare e sperimentare che la diversità è bellezza e che la vera sfida per tutti, cittadini e istituzioni, è quella di guardare alla disabilità con occhi nuovi e di aprire spazi e opportunità perché ogni disabile possa esprimere al meglio le proprie potenzialità.

Nel corso delle sfide ognuno avrà la possibilità di cimentarsi personalmente nei vari sport, sperimentandoli “nei panni” di un disabile, scoprendo le difficoltà ma anche le potenzialità competitive che ognuno di noi ha.

A Fidenza arriva "Spring Donnino"

Il centro storico di Fidenza accoglierà dal 16 al 18 maggio tre giorni di festa, gusto e convivialità. Si tratta della prima edizione di "Spring Donnino", la versione primaverile della festa che ogni anno anima Fidenza in occasione del patrono San Donnino Martire.
Inaugurazione venerdì 16 maggio alle ore 18.15. Piazza Garibaldi si accenderà con l'apertura dell'area street food: sapori irresistibili e birre artigianali per iniziare al meglio il weekend.
E poi il Pranzo dei 500 – Domenica 18 maggio dalle 11.30. Una lunghissima tavolata da Piazza Grandi a Piazza Garibaldi per condividere anolini, sorprese e solidarietà nel cuore del centro storico.
Tra questi due appuntamenti musica, spettacoli, cibo e tanto divertimento.
Per info e prenotazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Per il programma completo https://springdonnino.com/

Il messaggio della CEI in occasione dell’elezione di Papa Leone XIV

Beatissimo Padre,

esprimiamo i sentimenti di commozione e gioia delle Chiese in Italia nell’accogliere la notizia della Sua elezione al Soglio Pontificio. Insieme alle comunità ecclesiali eleviamo il canto di lode al Signore per il dono della Sua chiamata a essere «principio e fondamento visibile dell’unità nella fede e della comunione nella carità» (Messale Romano), messaggero di pace in un mondo lacerato e ferito.
Accogliamo il Suo invito a «essere una Chiesa missionaria, una Chiesa che costruisce i ponti, il dialogo, sempre aperta a ricevere come questa piazza con le braccia aperte, tutti, tutti coloro che hanno bisogno della nostra carità, la nostra presenza, il dialogo e l’amore».
La nostra Conferenza Episcopale è unita in modo speciale a Lei, a motivo del Suo ruolo del tutto unico di Vescovo di Roma e Primate d’Italia. Siamo grati di poter esercitare la collegialità episcopale sotto la Sua guida paterna. Le comunità ecclesiali si rallegrano con noi stringendosi intorno a colui che custodisce l’unità nella carità. Oggi la storia e soprattutto l’affetto di noi tutti si intrecciano per creare un nuovo rapporto, saldo e filiale, con Lei, Beatissimo Padre.
Seguendo gli appelli del Suo predecessore, Papa Francesco, ci siamo posti “in uscita” e “in cammino” con la gioia di chi ha sperimentato la pace di Cristo Risorto. Una pace, come Lei ci ha ricordato, «disarmata e disarmante, umile e perseverante», perché «proviene da Dio, che ci ama tutti incondizionatamente».
In questo tempo, così tumultuoso per i conflitti che affliggono vaste aree del pianeta e i vari cambiamenti sociali e culturali in atto, continuiamo a lavorare «per la pace nel mondo». Le assicuriamo il nostro impegno per costruire ponti di dialogo, per soccorrere l’umanità sofferente, per essere sempre a servizio degli ultimi e dei più bisognosi.
Santità, può contare su di noi, sulle Chiese in Italia: vogliamo essere strumenti vivi per realizzare il sogno evangelico di diventare un’unica famiglia umana, «un solo popolo sempre in pace».
La Sua elezione nel tempo liturgico di Pasqua è per noi un segno che il Risorto non ci ha lasciato orfani. A Dio rendiamo grazie e all’intercessione di Maria affidiamo il Suo ministero, perché illumini il Popolo di Dio con la verità del Vangelo e lo edifichi con la testimonianza di vita.

La Presidenza
della Conferenza Episcopale Italiana

Foto CEI

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