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Martina Pacini

Uniti nel dono: DONARE vale quanto FARE

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www.unitineldono.it/donarevalequantofare

#DONAREVALEQUANTOFARE

 

Torna lo spot Cei sul sostegno alla missione dei preti diocesani.

Al via a novembre la campagna 2021 declinata su tv, web e stampa.

 

Un grazie per il dono dei sacerdoti in mezzo a noi, questo il significato profondo delle offerte deducibili. I nostri preti infatti sono ogni giorno al nostro fianco ma anche noi possiamo far sentire loro la nostra vicinanza.

Una partecipazione che ci rende “Uniti nel dono”: questo il messaggio al centro della nuova campagna #DONAREVALEQUANTOFARE della Conferenza Episcopale Italiana che intende sensibilizzare i fedeli alla corresponsabilità economica verso la missione dei sacerdoti e si sofferma sul valore della donazione, un gesto concreto nei confronti della propria comunità.

Ogni offerta destinata al sostentamento dei sacerdoti è il segno tangibile della vicinanza dei fedeli, un mezzo per raggiungere tutti i sacerdoti, dal più lontano al nostro - sottolinea il responsabile del Servizio Promozione per il sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni Anche nel pieno dell’emergenza dell’ultimo anno i preti diocesani hanno fatto la differenza. La Chiesa, grazie anche all’impegno dei nostri preti e delle comunità, ha aiutato nei giorni più bui tante famiglie a rialzarsi.”

Ideata e prodotta da Casta Diva Group la campagna, on air da novembre, si snoda tra spot tv, radio e video online oltre alla campagna stampa con lo scopo di approfondire storie di diverse comunità attraverso video interviste e contenuti dedicati. Un viaggio in giro per l’Italia, tra città metropolitane e centri piccoli, a volte piccolissimi. Un percorso che permette di toccare con mano la bellezza che nasce dall'unione delle vocazioni: quelle dei sacerdoti e quelle dei laici che collaborano con loro.

In particolare lo spot ci conduce dentro una parrocchia, quella di Sant’Antonio Maria Zaccaria guidata da Don Davide Milanesi in un quartiere popolare nella periferia meridionale di Milano. Nel suo oratorio, luogo capace di coinvolgere sia gli adulti che gli adolescenti, frequentato da circa 400 ragazzi, in una zona dove convivono persone di nazionalità ed età diverse. Ci porta nella comunità, vera e propria protagonista, motore delle numerose attività rese possibili grazie all’impegno dei volontari, coesi intorno al proprio parroco, visti e intravisti fino alla scena finale, tutta dedicata a loro. In questo luogo, Don Davide, infaticabile promotore di iniziative, sempre sorridente, anche nei mesi più difficili della pandemia, è considerato dai parrocchiani un amico cui rivolgersi nel momento del bisogno e con cui condividere i momenti importanti della propria vita.

Nei 4 filmati di approfondimento, oltre a quella di Don Davide, si racconta attraverso delle interviste ai collaboratori laici, anche l’opera di altri sacerdoti come Don Massimo Cabua, che in Sardegna, a San Gavino Monreale, è in prima linea nell’organizzazione di iniziative tra cui la “Spesa Sospesa” a sostegno di una collettività stremata dall’emergenza coronavirus e Don Fabio Fasciani, guida della parrocchia dei Santi Fabiano e Venanzio, nel quartiere Tuscolano a Roma, che dall’inizio della pandemia ha fatto un vero e proprio salto di qualità nell’assistenza alle povertà, prendendosi cura delle persone in difficoltà.

Nei filmati è presente anche Don Luigi Lodesani, parroco, tra le altre comunità, anche di Borzano di Albinea, in provincia di Reggio Emilia, dove un paese intero collabora ad un progetto educativo per le nuove generazioni.

Non solo video ma anche carta stampata. “Ci sono posti che esistono perché sei tu a farli insieme ai sacerdoti” o “Ci sono posti che non appartengono a nessuno perché sono di tutti” sono alcuni dei messaggi incisivi al centro della campagna stampa, pianificata su testate cattoliche e generaliste, che ricorda nuovamente i valori dell’unione e della condivisione. Sono posti dove si cerca un aiuto, un sorriso, una mano, un’opportunità, o, semplicemente un amico. “Sono i posti dove ci sentiamo parte di una comunità”.

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 I nostri sacerdoti hanno bisogno della vicinanza e dell’affetto dei fedeli. – conclude Monzio Compagnoni - Oggi più che mai ci spingono a vivere il Vangelo affrontando le difficoltà con fede e generosità, rispondendo all’emergenza con la dedizione”.

A supporto della nuova campagna anche la pagina www.unitineldono.it/donarevalequantofare collegata al nuovo sito in cui oltre alle informazioni pratiche sulle donazioni, si possono scoprire le esperienze di numerose comunità che, da nord a sud, fanno la differenza per tanti.

L’opera dei sacerdoti è infatti resa possibile anche grazie alle Offerte per i sacerdoti, diverse da tutte le altre forme di contributo a favore della Chiesa cattolica, perché espressamente destinate al sostentamento dei preti diocesani. Dal proprio parroco al più lontano.  Ogni fedele è chiamato a parteciparvi. L’Offerta è nata come strumento per dare alle comunità più piccole gli stessi mezzi di quelle più popolose, nel quadro della ‘Chiesa-comunione’ delineata dal Concilio Vaticano II.

Le donazioni vanno ad integrare la quota destinata alla remunerazione del parroco proveniente dalla raccolta dell’obolo in chiesa. Ogni curato infatti può trattenere dalla cassa parrocchiale una piccola cifra (quota capitaria) per il suo sostentamento, pari a circa 7 centesimi al mese per abitante. In questo modo, nella maggior parte delle parrocchie italiane, che contano meno di 5 mila abitanti, ai parroci mancherebbe il necessario.

Le offerte raggiungono circa 33.000 sacerdoti al servizio delle 227 diocesi italiane e, tra questi, anche 300 sacerdoti diocesani impegnati in missioni nei Paesi del Terzo Mondo e 3.000 sacerdoti, ormai anziani o malati, dopo una vita spesa al servizio agli altri e del Vangelo.

L’importo complessivo delle offerte nel 2020 si è attestato sopra gli 8,7 milioni di euro rispetto ai 7,8 milioni del 2019. È una cifra ancora lontana dal fabbisogno complessivo annuo necessario a garantire a tutti i sacerdoti una remunerazione pari a circa mille euro mensili per 12 mesi.

 

Il fabbisogno per il sostentamento del clero anno 2020

Nel consuntivo relativo al 2020, il fabbisogno complessivo annuo per il sostentamento dei sacerdoti è ammontato a 529,9 milioni di euro lordi, comprensivi delle integrazioni nette mensili ai sacerdoti (12 l’anno), delle imposte Irpef, dei contributi previdenziali e assistenziali e del premio per l’assicurazione sanitaria.

A coprire il fabbisogno annuo provvedono: per il 16,5% in prima battuta gli stessi sacerdoti, grazie agli stipendi da loro percepiti (per esempio quali insegnanti di religione o per il servizio pastorale nelle carceri e negli ospedali); per il 7,3% le remunerazioni percepite dagli enti presso cui prestano servizio pastorale (parrocchie e diocesi). Il resto è coperto per il 5,4% dalle rendite degli Istituti diocesani per il sostentamento del clero, per il 70,8% dall’Istituto Centrale Sostentamento Clero attraverso le offerte deducibili per il sostentamento del clero e con una parte dei fondi derivanti dall’8xmille. Nel 2020 le fonti di finanziamento sono state:

                           

                             Totale (milioni di euro)                           529,9         100%      

                           

                            Remunerazioni proprie dei sacerdoti          87,5         16,5%

                            Parrocchie ed enti ecclesiastici                   38,8           7,3%

                            Redditi degli Istituti diocesani                    28,4           5,4%

                            Offerte per il sostentamento                          8,7           1,6%

                            Quota dall’otto per mille                           366,5         69,2%

 

Sono stati quasi 33mila i sacerdoti secolari e religiosi a servizio delle 227 diocesi italiane: 30.648 hanno esercitato il ministero attivo, tra i quali circa 300 sono stati impegnati nelle missioni nei Paesi del Terzo Mondo come fidei donum, mentre 2.724 sacerdoti, per ragioni di età o di salute, sono stati in previdenza integrativa.

 

Quelli che la domenica...

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Uno dei protagonisti della video-maratona che recentemente Tv2000 ha dedicato alle offerte per i sacerdoti, è stato Giovanni Scifoni, attore, scrittore e regista ma soprattutto volto noto e molto amato del panorama televisivo italiano. In una breve testimonianza girata per l’occasione, Scifoni ha raccontato da par suo per quale motivo ritiene giusto sostenere in ogni modo i sacerdoti e il loro ministero.

“Ho conosciuto tantissimi sacerdoti – ha detto – e quello che io sono oggi lo devo sicuramente anche a loro. Un sacerdote, ad esempio, ha salvato il mio matrimonio. Un altro ha salvato mia moglie in un momento disperato della sua vita. Un altro sacerdote mi ha preso per i capelli e mi ha fatto tornare nella chiesa, in un momento in cui avevo deciso di abbandonarla e andare via. E poi ce ne sono alcuni che mi hanno reso un artista migliore, perché io copio dal loro modo di esprimersi e comunicare, anche delle cose che faccio sul palco”.

“C’è un dono, però – ha concluso l’attore – per cui mi sento particolarmente grato nei confronti dei sacerdoti, ed è quello della domenica. Posso avere una settimana orribile, ma io so sempre che la domenica c’è qualcosa per me. So che mi siederò su quella panca, su quella sedia o su quello sgabello, non importa dove, e comunque riceverò una parola, un’omelia, l’Eucarestia. Gratis. Questo è impagabile”.

“Allora… – l’appello finale lanciato da Scifoni – facciamo tutto quello che serve perché il maggior numero possibile di persone possa avere ciò che desidera e cerca più profondamente. Sosteniamo i sacerdoti.

 

Modalità per fare un’Offerta per il sostentamento dei sacerdoti

 

Per sostenere i sacerdoti diocesani con le offerte Uniti nel dono, si hanno a disposizione 4 modalità:

 

1 - Conto corrente postale

Si può utilizzare il c/c postale n. 57803009 per effettuare il versamento alla posta.

 

2 - Carta di credito

Grazie alla collaborazione con Nexi, i titolari di carte di credito Nexi, Mastercard e Visa possono inviare l’Offerta, in modo semplice e sicuro, chiamando il numero verde 800 825000 oppure collegandosi al sito Internet www.unitineldono.it/dona-ora/

 

3 - Versamento in banca

Si può donare con un bonifico sull’iban IT 90 G 05018 03200 000011610110 a favore dell’Istituto Centrale Sostentamento Clero specificando nella causale “Erogazioni Liberali” ai fini della deducibilità.

L’elenco delle altre banche disponibili a ricevere un ordine di bonifico è consultabile su www.unitineldono.it/dona-ora/.

 

4 - Istituti Diocesani Sostentamento Clero

Si può anche effettuare il versamento direttamente presso gli Istituti Diocesani Sostentamento Clero (elenco Istituti Diocesani Sostentamento Clero www.unitineldono.it/lista-idsc).

L’offerta è deducibile. 

Il contributo è libero. Per chi vuole queste offerte sono deducibili dal proprio reddito complessivo, ai fini del calcolo dell’Irpef e delle relative addizionali, fino ad un massimo di 1032,91 euro annui. L’Offerta versata entro il 31 dicembre di ciascun anno può essere quindi indicata tra gli oneri deducibili nella dichiarazione dei redditi da presentare l’anno seguente. Conservare la ricevuta del versamento.

Seminaristi in Italia: chi sono e quanti sono. I numeri della Chiesa di domani

Sono 1.804 i seminaristi diocesani che vivono nei 120 seminari maggiori d’Italia. La maggior parte di loro si trova in Lombardia con 266 unità (15% del totale) e nel Lazio con 230 (13%), mentre la Basilicata e l’Umbria sono le regioni con la numerosità assoluta più bassa, facendo registrare rispettivamente 26 seminaristi (1,4%) e 12 (0,7%). Un quadro che tuttavia cambia se si rapporta il numero dei seminaristi agli abitanti del territorio. In questa classifica, infatti, a primeggiare sono due regioni del Sud: la Calabria con 29 seminaristi e la Basilicata con 23 seminaristi ogni 500.000 abitanti. In ultima posizione, l’Umbria con 7 seminaristi diocesani.

I numeri, rilevati dall’Ufficio nazionale per la pastorale della vocazioni della Cei tramite un poderoso lavoro di raccolta e analisi dei dati che ha coinvolto tutti i seminari italiani, mostrano una realtà in linea con il calo degli ultimi cinquant’anni. Secondo le statistiche dell’Annuario pontificio, infatti, nell’arco di mezzo secolo le nuove vocazioni in forza alla Chiesa cattolica sono diminuite di oltre il 60% passando dai 6.337 del 1970 ai 2.103 del 2019. E soltanto nei dieci anni che vanno dal 2009 al 2019, la flessione in Italia dei seminaristi diocesani è di circa il 28%.

Una diminuzione che non può essere semplicemente ricondotta all’inverno demografico, se è vero che il decremento della popolazione maschile di età compresa tra i 18 e i 40 anni nello stesso periodo è stato pari al 18%.

“Se mancano le ‘vocazioni’ non è un problema sociologico, o non soltanto. Somiglia più al sintomo di una malattia della quale trovare una cura. Chiudersi, difendersi, scansare ogni prova, immunizzarsi contro la vita non sono sicuramente orizzonti nei quali può fiorire la vita – e la vocazione – che ha bisogno di aprirsi, entrare in contatto, affrontare le sfide, correre alcuni rischi. L’Italia è da evangelizzare come è da evangelizzare il cuore di ciascuno, sempre”, osserva don Michele Gianola, sottosegretario della Cei e direttore dell’Ufficio.

L’età media dei giovani che frequentano i seminari maggiori è pari a 28,3 anni.

Il maggior numero di seminaristi (43,3%) ha un’età compresa tra i 26 e i 35 anni con differenze territoriali evidenti: nel Nord Est il 50% appartiene a questa fascia d’età, ma la percentuale cala man mano che si scende al Centro (43,5%) e al Sud (39,2%). La generazione più giovane – quella tra i 19 e i 25 anni – è rappresentata da 4 seminaristi su 10 (il 42,2% del totale) e, anche in questo caso, lungo lo Stivale appaiono differenze piuttosto evidenti: al Sud il 47,3% ha meno di 25 anni, al Centro il 35,5% e nel Nord Est il 37,7%. Un seminarista su dieci (13,6%) ha più di 36 anni. Persiste la tendenza a provenire da famiglie con più figli: un solo seminarista su dieci è figlio unico, il 44,3% ha un fratello o una sorella, un quarto ne ha due (25,4%) e uno su dieci ne ha tre (10,8%).

La stragrande maggioranza dei seminaristi ha frequentato le scuole superiori in una struttura statale (l’87,4%) e uno su dieci (il 12,6%) in una struttura paritaria. Tra i percorsi formativi offerti il 28,1% ha compiuto studi umanistici-classici, il 26,9% scientifici e il 23,2% si è diplomato in istituti tecnici. Solo uno su dieci (il 10,8%) ha fatto studi professionali.

Un panorama notevolmente cambiato rispetto a qualche decennio fa, quando la quasi totalità dei candidati al sacerdozio era in possesso della maturità classica. Quasi la metà dei seminaristi (il 45,9%), inoltre, ha frequentato l’università con indirizzi molto variegati e poco meno (43,3%) ha lavorato. “La vocazione è un’opera artigianale che ha bisogno dell’apporto di molti per fiorire. Non riguarda solo i tempi più dedicati al discernimento – spiega don Gianola -, come il seminario, ma intreccia il lavoro di molte mani. Più o meno consapevolmente, infatti, ogni cura, ogni azione educativa, ogni passo compiuto insieme nella crescita e nello sviluppo di una vita contribuisce al formarsi della persona. Tutti i luoghi possono così diventare spazi nei quali prendersi cura della vocazione, gli uni degli altri, prendersi cura della persona, intessere quel dialogo di stima e di ascolto che è terreno fecondo per la semina del Vangelo”.

A livello di provenienza geografica, il 10% dei seminaristi proviene da altre parti del mondo e la metà di essi frequenta un seminario del Centro Italia. L’Africa è il continente maggiormente rappresentato: oltre un terzo dei seminaristi stranieri (38,5%) proviene da queste terre, in particolare da Madagascar, Nigeria, Camerun e Costa d’Avorio. Dal continente europeo proviene circa uno straniero su cinque, in particolare da Polonia, Albania, Romania e Croazia.

“La composizione sempre più multiforme dei nostri seminari e dei futuri presbitéri impone una riflessione su una proposta educativa capace di discernere e valorizzare la ricchezza che la numerosità delle vie percorse per arrivare ad una scelta vocazionale porta con sé. Chi raggiunge il seminario – conclude don Gianola – porta con sé la propria storia fatta di potenzialità e di limiti, di fecondità e di ferite. Tutto questo, che è la vita, non può non essere preso in considerazione perché è in essa che si può riconoscere – tramite opportuno discernimento – la ‘stoffa da prete’, la ‘materia’ che la Chiesa chiede di discernere a tutto il percorso formativo. Assumere uno sguardo vocazionale non significa vedere ‘preti e suore’ dappertutto ma saper intuire, in ogni contesto, i possibili inviti che lo Spirito ha seminato nel cuore degli adolescenti e dei giovani e affiancare i propri passi ai loro perché nell’ascolto della Parola possano anch’essi riconoscerli”.

Riccardo Benotti

A Bologna "Spiritus", festival corale interreligioso

La musica è un linguaggio universale che non necessita di traduzione. E da sempre è associata al divino; il suono stesso è ritenuto di origine sacra e la musica qualcosa di trascendente, sia nella sua forma vocale che in quella strumentale. La musica è fondamentale nei riti spirituali come nella tradizione degli aborigeni australiani e nelle religioni monoteiste: nei rituali cattolici e in quelli buddisti.

Il Festival corale interreligioso SPIRITUS, in programma a Bologna sabato 6 e domenica 7 novembre 2021, nasce non con l’obiettivo di unificare le diverse religioni che necessitano di mantenere la loro identità; “l’intento è invece quello di creare un dialogo tra queste culture, partendo dalla musica come linguaggio che non necessita di traduzione. – spiega Silvia Biasini, Direttrice Artistica del Festival – Attraverso i canti, gli inni, le antifone e le polifonie, si potranno conoscere mondi così lontani. Il canto corale diventa, dunque, un mezzo per entrare nel vivo delle sonorità che identificano le diverse religioni”.

Il Festival Corale comprende 3 concerti e 1 convegno, con la partecipazione di 6 gruppi corali, e si sviluppa su 2 location (Oratorio di San Filippo Neri e cappella Farnese di Palazzo d’Accursio). A Bologna si esibiranno cori cattolici, ebraici, protestanti, buddista-tibetano, ortodossi. Si tratta del primo festival di questo genere in Italia.


Il convegno “Spiritus” si occuperà di affrontare i temi della musica e della spiritualità nella loro più intrinseca fusione: il Prof. Alfredo Jacopozzi guiderà la tavola rotonda con i rappresentanti delle varie religioni e confessioni. Ylenia Goss (chiesa valdese), Antonio Lorenzoni (chiesa greca-ortodossa), Ghesce Dorji Wangchuck (buddista), Roberto Zadik (comunità ebraica milanese), Abu Bakr Moretta (comunità islamica), Claudio Campesato (sacerdote cattolico).


“Spiritus” si apre sabato 6 novembre (ore 15.30-16.30) con la Prova Aperta di Canto Ortodosso,
presso l’Oratorio di San Filippo Neri (via Manzoni, 5).

Alle 18, l’Oratorio ospita il Concerto “Mater Domini La figura di Maria nel canto gregoriano” dei Cantori Gregoriani. Coro della Comunità serbo-ortodossa di Trieste.
Alle ore 21 Concerto Coro polifonico San Biagio - Vicenza Comunità Tibetana in Italia.

Domenica 7 novembre
, alle ore 11, presso Cappella Farnese di Palazzo d’Accursio (Piazza Maggiore, 6) è in programma il Convegno “Spiritus: dialogo tra musica e spiritualità”, moderato dal prof. Alfredo Jacopozzi.
La Prova Aperta Schola Gregoriana Ecce è prevista dalle 14.30 alle 16.
Alle ore 18, il Festival si concluderà presso l’Oratorio di San Filippo Neri con il Concerto del Coro Col Hakolot di Milano e del Kolner Vokalsolisten di Colonia (Germania).

“Spiritus2021, Festival Corale Interreligioso, ha in animo di presentare a Bologna musica di alta qualità di tradizione delle principali religioni del mondo. – dichiara il presidente di Aerco, il maestro Andrea Angelini – Con la sua musica il festival, che può essere inteso come luogo di incontro culturale, mira a contribuire alla scoperta e alla comprensione di altre culture, repertori e religioni. Il pubblico potrà sperimentare straordinari contributi musicali, diversità, comunità e tolleranza. Nel mondo di oggi, abbattere i pregiudizi e affrontare il ‘presunto sconosciuto’ è sempre più importante. Bambini e giovani, in particolare, hanno bisogno di una buona base di conoscenza in tempi di globalizzazione, al fine di comprendere e trovare un posto per la propria cultura e religione. I cori e gli ensemble partecipanti si esibiranno in concerto presentando il proprio repertorio sacro, sicuramente diverso l’uno dall’altro ma accumunato da un ponte culturale. Le presentazioni fornite dagli esperti contribuiranno a una migliore comprensione dei singoli programmi. Una conferenza su argomenti teologici-musicali, a cui parteciperanno relatori di diverse confessioni, completerà il festival”.

Il Festival corale interreligioso Spiritus
è organizzato da Aerco (Associazione Emiliano-Romagnola cori) che proprio quest’anno compie 50 anni. Si tratta della prima associazione regionale, formata da complessi corali, fondata in Italia.

L’accesso al Festival è gratuito. È necessario il Green Pass o equipollenti.
Prenotazione obbligatoria, iscrizioni su:https://spiritus.eventbrite.it/

Spiritus è realizzato grazie al contributo del Ministero della Cultura e della Regione Emilia Romagna.
Gode del Patrocinio del Comune di Bologna, Comunità Ebraica di Milano, Bologna. Unesco City of Music, Città Metropolitana di Bologna, Cultura è Bologna.

Per informazioni: http://www.aerco.it/spiritus

Dialoghi d'arte - Tre appuntamenti per parlare di arte, libri e cultura

Sabato 6 novembre alle ore 18 presso il Palazzo delle Orsoline avrà inizio “Dialoghi d’Arte 2021”, un progetto a cura del prof. Simone Ponzi realizzato in collaborazione con la Biblioteca Leoni, il Fondo Librario Maurizio Bottarelli e l’Assessorato alla Cultura di Fidenza. A dialogare con Ponzi di arte, pittura e poesia saranno alcuni grandi nomi legati alla cultura del nostro Paese. Claudio Salsi, storico dell’arte e direttore del Castello Sforzesco di Milano, presenterà alcuni aspetti inediti dell’opera di Leonardo Da Vinci (6 novembre). Poi toccherà a un grande pittore italiano protagonista dell’officina milanese, Giovanni Frangi, che illustrerà i segreti della sua arte e della sua visione del paesaggio (20 novembre). Quindi sarà la volta di Luca Sommi con il suo “Il cammin di nostra vita. Viaggio nella Divina Commedia” (28 novembre).

Ingresso gratuito, prenotazione dei posti al numero 0524. 517390.

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