Per il tramite del Vescovo Ovidio, dal 17 al 31 gennaio 2024 la Divina Provvidenza ha permesso che potessi andare in Togo, nella Diocesi di Atakpamè; un vero e proprio mandato, in rappresentanza del Vescovo e della Diocesi di Fidenza. A giustificare quest’inattesa e sorprendente missione è stato un evento luttuoso: il decesso, avvenuto il 31 dicembre 2023, della signora Amé Edi Emilia Sassou, mamma di don Armand Ognami che, come è noto è l’attuale vicario parrocchiale della parrocchia fidentina di san Paolo Apostolo, insieme a don Thomas Abalo. A questa dolorosa scomparsa, pochi giorni dopo ha fatto seguito anche quella d’una sorella della donna, la signora Yawa Dodji Apollonia Sassou. Colto da questa duplice ferale notizia, don Armand è partito immediatamente alla volta del Togo per organizzare, coi propri famigliari, un comune rito funebre per la madre e per la zia, oltre che per provvedere alle rispettive sepolture: dopo una settimana, l’ho raggiunto anch’io.
A spiegare la consuetudine locale, per la quale il rito delle esequie può essere posticipato anche a tre mesi dalla morte, concorre pure la necessità di comunicare l’avvenuto lutto a tutti i parenti e amici del decuius: anche a quelli cioè che risiedono al di fuori dei confini del Togo e, addirittura, del continente africano. Ciascuno deve avere la possibilità di partecipare a questi momenti di preghiera: persino i più lontani. Questi aspetti sono tracce d’una forte appartenenza comunitaria, alquanto radicata, a quelle latitudini. All’estrema povertà di mezzi economici fanno ovunque da contraltare animi costantemente gioiosi e festanti, espressi con preghiere, canti e danze, perché nell’intima coscienza d’ognuno v’è la consapevolezza che è il Signore Gesù a guidare la storia e a farlo con infinita misericordia. Le stesse celebrazioni eucaristiche – alquanto nutrite e partecipate! – sono vere e proprie esplosioni di questa gioia, che affonda le proprie radici nell’Evangelo di Gesù Cristo. Persino i funerali non si sottraggono a questa felice regola: per quanto infatti possa essere grande il dolore per la scomparsa d’un proprio caro, la ferma convinzione che il Signore Gesù lo avrà presto con sé nella gloria dei santi è motivo di lode e di benedizione dall’intera assemblea. Nei rapporti interpersonali, poi, non c’è un nemico da guardare con sospetto, ma un fratello o una sorella da accogliere con un sorriso.
Io stesso posso testimoniare d’ver ricevuto un tale trattamento: anche in un incontro di preghiera coi protestanti, in occasione della settimana per l’unità dei cristiani. I rapporti coi cristiani non cattolici e coi fedeli appartenenti ad altre religioni, islam in primis, non sono affatto conflittuali, ma all’insegna d’una reciproca stima: attraverso la valorizzazione dell’umano, riescono a cogliere le altrui differenze, senza mai tacerle o sconfessarle, nella ricerca di ciò che unisce.
Questi giorni sono stati per me una grande lezione in umanità ma, ancor più, sotto il profilo ecclesiale: grazie al Vescovo, ho potuto partecipare all’incontro tra due Diocesi, alquanto distanti geograficamente, ma rese ancor più unite, dopo questo viaggio, da vincoli di comunione, preghiera e carità. La mia spedizione non è rimasta sotto silenzio, tant’è che chiunque abbia incontrato, mi ha pregato di ringraziare il Vescovo Ovidio per questo suo spiccato sensus Ecclesiae e per questa sua delicata sensibilità umana, tutt’altro che scontati.
Don Alessandro Frati
Tra l’inizio del cammino sinodale inaugurato tre anni fa da papa Francesco e in previsione dell’anno giubilare del 2025 – due eventi questi, di straordinaria portata ecclesiologica – tutta la Diocesi di Fidenza è stata coinvolta nella preparazione, anzitutto spirituale e in seconda istanza, anche organizzativa, d’un ulteriore momento di grazia: la visita “Ad limina apostolorum”, che si terrà a Roma il 26 febbraio 2024 e a cui saranno convocati tutti i Vescovi dell’Emilia - Romagna in rappresentanza delle rispettive Diocesi.
Di cosa si tratta? Essa è letteralmente la visita ai luoghi degli Apostoli Pietro e Paolo a cui, ogni cinque anni, sono tenuti tutti i Vescovi che, in comunione con la Sede Apostolica, presiedono nella carità e nel servizio alle Chiese particolari loro affidate. Essa è perciò un momento unico per rinsaldare il costitutivo legame, nella carità, tra il Successore dell’Apostolo Pietro, il Papa e i Vescovi in comunione con lui sparsi nel mondo.
Difatti, non c’è singolo Vescovo o insieme di Vescovi che possa governare Chiese particolari senza prestare una sentita obbedienza e un affetto sincero al Successore di Pietro. Da questo punto di vista, la visita “ad limina” non è un mero atto burocratico, ma un vero e proprio pellegrinaggio, volto alla venerazione delle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo e all’incontro personale dei Vescovi con il Romano Pontefice. A tenore di quanto è dichiarato nel Direttorio per la visita “ad limina Apostolorum” dell’allora Congregazione (oggi, Dicastero) per i Vescovi, con la visita “ad limina” ciascun Vescovo, quale principio e fondamento visibile dell'unità nella Chiesa particolare affidata al proprio ministero pastorale, ha il dovere di “fornire al Santo Padre una dettagliata relazione, corroborata da informazioni autentiche ed autorevoli, su tutto ciò che, nell’arco temporale degli ultimi cinque anni, ha vissuto la propria Chiesa particolare: problemi, iniziative, collaborazioni, difficoltà e risultati conseguiti”: sia per quanto attiene al versante pastorale che per quanto concerne l’ambito amministrativo.
Per consegnare al Papa questo quadro complessivo sullo stato della Diocesi, ogni Vescovo si sarà previamente avvalso del coinvolgimento e della piena collaborazione dei suoi più stretti collaboratori. Già da ora sarebbe bello, giusto e doveroso poter pregare insieme, nelle nostre comunità, con quest’intenzione particolare; invocare quell’irrinunciabile unità nella Chiesa, in vista della quale anche la stessa visita “ad limina” esercita un ruolo tutt’altro che marginale. A tal fine, potremmo trovare un valido sostegno anche attraverso una meditazione delle parole che troviamo nella Preghiera Eucaristica V/D, La Chiesa in cammino verso l’unità, all’interno del Messale Romano, adattandole alla realtà ecclesiale concreta e al momento storico precipuo che stiamo attraversando: “Fa' che la Chiesa di Fidenza si rinnovi nella luce del Vangelo. Rafforza il vincolo dell'unità fra i laici e i presbiteri, fra i presbiteri e il nostro Vescovo Ovidio, fra i Vescovi e il nostro Papa Francesco; in un mondo lacerato da discordie la tua Chiesa risplenda segno profetico di unità e di pace”.
Don Alessandro Frati