Via Francigena sud: compiuto dai pellegrini l’ultimo tratto
Ci eravamo lasciati con la speranza che il buon Dio, tanto impegnato in questo periodo, ci avrebbe concesso la possibilità di ripartire per il terzo ed ultimo tratto della Via Francigena del Sud che ci porterà a Roma. Abbiamo iniziato il 13 maggio scorso. Siamo: Bazzini Luciana, Pratizzoli Angela, Allegri Valentino, Antonelli Franco, Bazzini Renato e Cacciali Luciano: squadra ormai consolidata, ma sempre conscia delle difficoltà che un nuovo percorso può riservare anche a causa delle incertezze del periodo, con la volontà di riuscire ancora una volta a portare a termine un cammino, la via Francigena del Sud, che ci ha fatto meravigliare, conoscere, apprezzare ed amare ancora di più il nostro Paese.
E’ bello ora ritornare alla normale vita quotidiana, anche perché ci si rende conto di quanto straordinaria e bellissima sia stata l’esaltante ordinarietà dei 12 giorni trascorsi camminando su antichi basolati romani che erano per noi indicazioni della potenza e della forza romana, portatrice di bellezza e cultura in borghi e cittadine dai nomi sconosciuti ai più, in quanto posti in zone piuttosto lontane dal flusso turistico tradizionale, immersi in boschi secolari di roverelle, faggi, querce e ulivi, con trasparenze fantastiche di luce e aperture stupende su borghi arroccati, per gran parte fortificati, dai quali svettano campanili e bastioni di difesa.
La memoria corre ad esempio allo stupefacente museo di Teano e alla preparatissima e appassionata guida Michele; e ancora, dopo la fatica della tappa e della salita, la gioia degli occhi regalata dall’indefinibile bellezza della Cattedrale di Sessa Aurunca, al suo pavimento musivo e al suo pulpito, al teatro romano (il secondo per grandezza dopo quello di Napoli) e alla rocca normanna. E dopo il duro e caldissimo scollinamento dell’appennino campano (32/34°), camminando per ore nell’assolatissima pianura fra ulivi e rinfrescati dal un gentilissimo sig. Pasquale che ci ha offerto ombra, acqua fresca, tavolo, sedie e frutta (arance e albicocche) di sua produzione, l’altra riva del Garigliano ci fa entrare nel Lazio e a Minturno, che presenta un interessante comprensorio archeologico (teatro e foro) e una parte considerevole dell’acquedotto romano di Vespasiano.
Un interminabile lungomare ci ha quindi portato a Formia, antica città romana di cui conserva vestigia importanti, tra cui il teatro antico trasformato in abitazioni, la tomba di Cicerone e il “Cisternone”; purtroppo nessuno visitabile per mancanza di personale! Ci ha colpito soprattutto il suo antico e suggestivo centro storico. La memoria corre libera alla fatica, ben ripagata, della visita a Gaeta con la sua rocca, le sue chiese e …la sorpresa di vedere un tronco di colonna romana con capitello, ben piazzata in un angolo del piccolo bagno di un bar! A Gaeta ci ha fatto anche piacere incontrare gli amici fidentini dell’associazione "don Camillo" in gita nel basso Lazio.
Le emozioni sono tante e quasi si sovrappongono nel ricordo… come Terracina e il suo centro storico, ricco di interessantissimi reperti romani. Come non ricordare la gentilezza della sig.ra Rosanna: da km si viaggiava su asfalto con temperature che superavano i 30° senza nessuna ombra per ripararci... avevamo appena salutato uno scout francese che da Bordeaux andava a Brindisi per Gerusalemme, quando sentiamo chiamarci da una signora, la gentilissima Rosanna, che ci invita ad entrare sotto il suo pergolato per riposarci all’ombra e attorno ad un tavolo che bandisce con acqua, patatine e frutta e si dice dispiaciuta di non aver potuto fermare il giovane pellegrino appena passato in direzione opposta. Anche il marito ci raggiunge dopo aver smesso appositamente di lavorare e si mette a parlare animatamente con noi mentre approfittiamo per dar fondo ai nostri panini e, rifocillati, ripartiamo ringraziando.
Il cammino è ancora lungo e il caldo imperversa: lo combattiamo con fermate brevi sotto gli ulivi per dissetarci all’ombra. Procediamo sotto un sole battente ma finalmente in lontananza intravediamo il massiccio campanile dell’Abbazia di Fossanova, che raggiungiamo dopo più di cinque ore di cammino. L’Abbazia è l’esempio più alto di architettura cistercense in Italia: fondata da un gruppo di monaci provenienti da Chiaravalle della Colomba, qui vi morì S. Tommaso d’Aquino; è immensa, ed è limitativo definirla bellissima. Dopo una meravigliata visita al complesso e alla cella dove morì il santo, si riprende lo spostamento. E’ difficile ricordare le bellezze e le immagini che si sovrappongono ancora una volta abbagliati dal sole, fino ad intravedere il particolarissimo duomo di Priverno, affiancato da uno svettante campanile romanico arricchito da formelle colorate in maiolica, (esempio che rivedremo altrove). L’ostello è fuori del paese ma in posizione ventosa e fresca e questo ci risolleva, dopo ormai otto ore di cammino.
Per molti motivi non è possibile dimenticare la tappa da Priverno a Sezze, interessante paesaggisticamente ma durissima (350 m. di dislivello) per gran parte in un sentiero sotto il sole battente, tracciato dalle mandrie: ma la vista è immensa e anche consolatoria sulla piana dell’Agro Pontino fino al mare. Le immagini si spostano su bellezze dove si intersecano la natura e l’uomo in simbiosi, l’ Abbazia cistercense di Valvisciolo, nella Valletta dell’Usignolo e l’Oasi della Ninfa, dove l’antica famiglia Caetani nei secoli ha esaltato la varietà della natura in un parco- giardino di straordinaria bellezza e che ancora conserva al suo interno anche le testimonianze dell’antico borgo medievale. A pochi chilometri l’altro borgo, Sermoneta, antico feudo dei Caetani, dove questa famiglia ha esaltato la propria potenza con l’imponente rocca, ma contornata dal gusto e dalla bellezza della semplicità realizzativa del borgo stesso e dalla mura che lo circondano. Qui nuovo incontro con i fidentini, anche loro alla ricerca del bello, quindi a fine giornata ecco il borgo svettante di Cori e il piacevole incontro con Elsa, carissima e gentilissima amica romana di Angela che è venuta per incontrarci e omaggiarci.
Incontriamo poi l’affascinante cittadina di Nemi, “regina delle fragoline”, con il suo stupendo lago color smeraldo e il centro storico medioevale coloratissimo. Ormai si sente l’aria di Roma, la realizzazione del sogno si avvicina sempre più anche se a fatica. Velletri è bella e ordinata città dove inizia la strada dei vini dei Castelli Romani: ma l’assaggio è pericoloso, troppo caldo. E’ stato lungo, duro e caldissimo lo spostamento a Castel Gandolfo, uno dei borghi più belli d’Italia che si specchia nell’azzurro del lago vulcanico. La fortuna in questo caso non ci sorride: i giardini Pontifici sono chiusi essendo lunedì. La notte è lunga, ma il sogno sta diventando realtà: poter chiudere la nostra ennesima avventura camminando sulla REGINA VIARUM, la Via Appia, calcata da Imperatori, santi e pellegrini, da tempo interminabile ed ora anche da noi semplici pellegrini.
Il basolato luccica e ci abbaglia, i monumenti ci esaltano, arriviamo alla grandiosa tomba di Cecilia Metella, Circo di Massenzio, Porta S. Sebastiano e al suo termine la chiesa del “Quo Vadis, Domine?” (dove la tradizione riporta che Pietro abbia incontrato Cristo che entrava in città mentre lui per paura ne stava uscendo, Pietro allora tornò indietro per essere imprigionato e crocifisso)… Porta S. Sebastiano, Terme di Caracalla, l’Arco di Costantino, il Colosseo e finalmente Piazza S. Pietro, dove abbracciati dal colonnato del Bernini, l’emozione ci toglie la parola pensando a quanto fatto, circa 250 Km.
(i pellegrini in Piazza San Pietro)
Con temperature che spesso superavano i 30°, possiamo essere orgogliosi di noi contando i nostri arrivi a Roma: i fratelli Luciana e Renato Bazzini e Valentino Allegri con 4, Franco Antonelli con 3 e Angela Pratizzoli e Luciano Cacciali con 1. La fila per entrare a S. Pietro è lunghissima; per il ritiro del TESTIMONIUM rimandiamo al giorno dopo, non senza aver ringraziato i nostri Santi protettori.
Ed ora, forse e se DIO vorrà: GERUSALEMME.
I pellegrini: Bazzini Luciana, Pratizzoli Angela, Allegri Valentino, Antonelli Franco, Bazzini Renato e Cacciali Luciano