Pubblichiamo il Messaggio di auguri della Presidenza CEI al Santo Padre in occasione dell’undicesimo anniversario dell’elezione al Soglio pontificio.
Buonasera, gioia, Vangelo, misericordia, amore,
famiglia, giovani, fratellanza, Creato, riforma, Chiesa
Beatissimo Padre,
quelle sopra sono undici parole con cui vogliamo rileggere i Suoi undici anni di pontificato e rivolgerLe gli auguri delle Chiese in Italia.
Buonasera è il primo saluto rivolto al mondo intero, segno di immediatezza e familiarità.
Gioia è invito costante a testimoniare con il sorriso la radicalità della fede.
Vangelo è incontro, ancora oggi e sempre, con il Signore che si dona.
Misericordia è esperienza continua del perdono di Dio.
Amore è il punto di congiunzione del nostro rapporto con Dio e con gli altri.
Famiglia è il luogo dove s’impara ad amare e a uscire da sé stessi.
Giovani: non una categoria, ma il presente della nostra storia.
Fratellanza è la via da seguire per un futuro di pace e convivenza.
Creato è la nostra Casa comune da salvaguardare contro le logiche predatorie.
Riforma è la conversione missionaria cui siamo tutti chiamati.
Chiesa è la comunità dei discepoli missionari che vivono il Vangelo.
Beatissimo Padre,
ogni anniversario è occasione preziosa per testimoniare l’affetto verso le persone care, ma anche il momento in cui esprimere la propria gratitudine per i doni ricevuti nel tempo. Nel fare memoria di quel 13 marzo 2013 rinnoviamo dunque l’impegno ad annunciare il Vangelo in questa nostra storia. Siamo convinti che questo sia il regalo più bello che possiamo donarLe: Evangelii gaudium, la gioia del Vangelo!
Vogliamo essere, con la Sua paterna guida, sempre più una Chiesa sinodale che cammina “in compagnia del Risorto, preoccupata non di salvaguardare sé stessa e i propri interessi, ma di servire il Vangelo in stile di gratuità e di cura, coltivando la libertà e la creatività proprie di chi testimonia la lieta notizia dell’amore di Dio rimanendo radicato in ciò che è essenziale”.
RinnovandoLe la gioia della nostra disponibilità, Le assicuriamo la preghiera delle Chiese che sono in Italia.
Auguri, Santità.
Foto: Vatican Media/SIR
Nella giornata per la Vita che si è svolta il 4 febbraio scorso nella sala multimediale san Michele, dopo le relazioni di don Semprebon e di don Mangeri, l’assemblea ha ascoltato la testimonianza di una famiglia proveniente dall’estero che è finalmente riuscita ad approdare in Italia dopo aver vissuto una vicenda travagliata, anche a rischio della vita. La famiglia è composta da Ablo, Batou e Chiara. Ablo è originario della Costa d’Avorio, Batou del Mali e Chiara è il frutto del loro amore. Come tanti migranti, Ablo e Batou decidono di partire alla volta dell’Europa alla ricerca di un futuro migliore. Il loro viaggio incontra subito numerose difficoltà, tanto più che Batou è incinta.
Arrivati in Libia vengono arrestati e separati: da quel momento l’uno non saprà più nulla del destino dell’altra. In più Batou è in preda allo sconforto perché non sente più la sua creatura muoversi nel grembo e pensa di averla persa. Approfittando di una circostanza fortunata si dà alla fuga insieme ad altri detenuti e riesce a imbarcarsi alla volta delle coste italiane. La traversata del Mediterraneo è un’altra tappa difficile di un’avventura che sembra non aver mai fine: Batou trascorre giorni e giorni chiusa all’interno dell’imbarcazione senza sapere che cosa l’attende. Fortunatamente le cose volgono al meglio dopo l’arrivo a Lampedusa: qui viene subito soccorsa e, accertato il suo stato di gravidanza, si decide il suo trasferimento a Parma presso la casa di accoglienza “Santa Chiara”.
Ma dove è finito Ablo? Grazie a Facebook e dell’aiuto dei volontari viene finalmente rintracciato: anche lui ha attraversato il Mediterraneo e ora si trova a Roma. Dopo la nascita di Chiara (e il nome scelto per la bambina non è affatto casuale) Batou viene presa in carico dalla Caritas di Fidenza che, grazie a un complesso iter progettuale, riesce a farle ottenere il ricongiungimento con Ablo. Ma il futuro che cosa riserverà a loro?
A questo punto Camilla Zoni (che al microfono ha dato voce all’intera vicenda di Ablo, Batou e Chiara) comincia a raccontare di sé e della sua famiglia senza nascondere la propria commozione: “Fin dal primo incontro si è creato tra noi un clima di empatia che ha permesso di intenderci subito, malgrado non parlassero la lingua italiana. Batou ha compiuto un grande atto di fiducia nei nostri confronti quando ha deciso di affidare la sua creatura a una famiglia fino a quel momento sconosciuta. Un bel rapporto di amicizia che ha arricchito tutti noi, sia sul piano umano che spirituale: vedere la loro positività, la loro voglia di vivere, il loro desiderio di integrarsi in un mondo completamente diverso è ogni giorno motivo di stupore e di gioia".
Oggi Ablo e Batou hanno trovato lavoro, Chiara frequenta le scuole elementari e nel frattempo è nato un fratellino. E’ proprio vero: la forza della vita ci sorprende sempre.
La foto non ritrae Batou e Chiara.