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Martina Pacini

Fidenza, fino al 30 novembre è possibile richiedere il bonus farmaci

Un aiuto per le famiglie. È questa l’intenzione di ASP Distretto di Fidenza e del Comune di Fidenza attraverso l’erogazione di voucher del valore di euro 50 o 100 euro utilizzabili per l'acquisto di farmaci di "Fascia C" e di dispositivi elettromedicali.
 
Inoltre, è prevista anche la distribuzione di pacchi dal valore minimo di 60 euro (sino ad un massimo di 80 euro) contenenti generi per la prima infanzia (omogenizzati, pannolini, ecc... per bambini fino a 3 anni), forniti in collaborazione con la Caritas diocesana di Fidenza.
 
Gli aiuti sono rivolti a tutti i cittadini residenti o domiciliati a Fidenza in possesso di cittadinanza italiana (o di uno Stato appartenente all'Unione Europea), oppure di regolare permesso di soggiorno, e che si trovano in una situazione di precarietà economica dovuta proprio all’emergenza sanitaria ancora in corso.
 
 
Per ulteriori informazioni è possibile contattare ASP al numero 0524/202711.

IV Novembre: le parole e le immagini

La ricorrenza del IV Novembre è stata celebrata domenica 7 a Fidenza con una pluralità di momenti che hanno visto la presenza e il diretto coinvolgimento delle autorità civili e militari, delle associazioni combattentistiche e del volontariato e la partecipazione dei cittadini. Il gonfalone del Comune di Fidenza ha segnato questi momenti con la sua presenza ed ha guidato il percorso del corteo spontaneo che si è creato tra la chiesa di San Pietro Apostolo e il Parco delle Rimembranze, luogo simbolo dell'amor patrio dei fidentini. La giornata si è aperta in piazza Garibaldi dove, nel porticato del Palazzo Municipale, erano allineate le 9 corone di alloro destinate ad essere poste ai monumenti posizionati in altrettanti luoghi della città e della frazione di Castione Marchesi dopo la benedizione impartita da don Felice Castellani. 

La deposizione delle corone di alloro da parte di delegazioni delle rispettive associazioni ha riguardato il Monumento ai Caduti di Cefalonia, il Monumento al Partigiano, il Monumento ai Carristi, la Stele ai Caduti e Dispersi in Russia, la Targa ai Caduti in piazza “Alpini d’Italia”, il Monumento all’Arma Aeronautica, il Monumento dedicato al bersagliere S. Ten. L. Salvini e la Lapide ai Caduti di Castione Marchesi. 

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Presso la stele ai Caduti e Dispersi in Russia ci si è trattenuti nel ricordo di tre figure immolatesi in quella terra (le salme di tre di loro riposano nel Cimitero cittadino, dove hanno trovato sepoltura dopo il loro rientro avvenuto solo negli anni novanta, più di cinquant'anni dopo la loro morte). Questi i loro nomi: Marchignoli Gino (classe 1911), Carini Nello (classe 1910) e Cavazzini Augusto (classe 1912). Al loro ricordo si è aggiunto quello del concittadino Antonio Bonasera (classe 1905), disperso sul fronte del Don l’11 dicembre 1942. Madrina della breve cerimonia è stata Cecilia Mari, nipote di Antonio Bonasera.

Nella semplicità che lo contraddistingue, don Felice Castellani ha celebrato la s. Messa presso la chiesa di San Pietro dedicando l'omelia ai caduti in guerra. Ha ricordato la testimonianza di don Primo Mazzolari, il prete cremonese che visse come cappellano la prima Guerra Mondiale e che si fece carico delle sofferenze dei civili e dei reduci dell'ultimo conflitto.

Nel corso della cerimonia la prof.ssa Mara Dallospedale ha letto una inedita preghiera dedicata al Milite Ignoto. 

Al termine della cerimonia, da piazza Gioberti, preceduti dalla corona di alloro e dal Labaro del Comune, i presenti si sono avviati verso il Parco delle Rimembranze per la deposizione della corona al Monumento ai Caduti, preceduta dal Silenzio d’Ordinanza e dall'alzabandiera. 

L'esecuzione dell’Inno Nazionale e della Canzone del Piave da parte della Banda “Città di Fidenza” ha accompagnato questi momenti e preceduto gli interventi del sindaco Andrea Massari e il mio in qualità di Presidente dell’A.N.C.R. di Fidenza. 

In quanto richiestomi riporto in calce integralmente il testo del mio intervento che include la lettura del messaggio del Comm. Gino Narseti, presidente storico della sezione fidentina dell'Associazione Nazionale Combattenti e Reduci ed ora presidente Onorario della stessa. 
 
E' quindi intervenuto il sindaco Andrea Massari che, riallacciandosi a quanto in parte da me detto, si è soffermato sull'attuale situazione, non solo locale. Un discorso semplice, senza enfasi, apprezzato dai presenti.
 
In chiusura hanno avuto luogo altre esecuzioni musicali a cura della Banda “Città di Fidenza” che ancora una volta ha aggiunto "colore e calore" alla manifestazione.

Ambrogio Ponzi

Intervento Presidente ANCR Sezione di Fidenza

Questa giornata, che ci vede attorno al monumento più importante di Fidenza, riunisce noi ai caduti di Borgo san Donnino il cui nome è scolpito nella pietra del monumento stesso.
L’appuntamento ha altri silenziosi ospiti perché altri lutti si sono aggiunti nel tempo, da quando questo monumento è stato inaugurato nel 1925.
Solo vent’anni dopo, nel 1945, infatti si poté parlare di dignitosa pace dopo la barbarie di quell’unico grande incendio iniziato nel 1915. Anni, anni in cui anche nel periodo di apparente pace si continuò a predicare la guerra.
Questa è la lezione di questo monumento dedicato ai caduti: non ci parla solo di provvisorie vittorie. Ci parla di sacrifici che reclamavano la pace.
Ricorre oggi il centenario della deposizione in un sacello dell’Altare della Patria del corpo senza nome di un soldato. Uno dei tanti che non hanno un nome sulla tomba e fors’anche una tomba che ne abbia raccolto i resti.
 
Che senso ha questo riconoscimento oggi? Una domanda che non si può frettolosamente accantonare.
Oggi il senso delle ricorrenze sempre più è quello di promuovere una riflessione sul presente e di coglierne la valenza nel futuro. Solo così il Milite Ignoto sarà tra noi presenza non inutile.
Il Milite Ignoto è quello che l’Italia ha scelto per ricordare i settecentomila morti in una guerra che non ha avuto né vinti né vincitori, ma è anche l’ombra discreta che ha accompagnato l’Italia e gli italiani in un lungo accidentato percorso: era con noi il 2 giugno del 1946, il 25 aprile del 1945, il 9 settembre del 1943, il 4 novembre del 1918 e tutte le volte che queste ricorrenze abbiamo celebrato. Era con noi il 13 maggio del 1944 quando furono i civili, nostri concittadini, a subire la dura lezione della guerra. 
Era con noi anche quando abbiamo messo mano alla ricostruzione della nostra città ferita.
 
Il milite ignoto è noi quando siamo migliori, quando sopportiamo il sacrificio per altri, come hanno fatto migliaia di militi ignoti di variamente dipinte divise e camicie, di diversa nazione, patria, religione, estrazione sociale, colore della pelle, tutti testimoni dell’assurdità della guerra, di ogni guerra.
E parlando di divise volgo un saluto alle forze dell’ordine qui presenti: carabinieri, polizia, guardia di finanza, vigili urbani, divise rassicuranti, vicine alla gente.
 
Porto ora la testimonianza preziosa di un nostro concittadino già presidente della sezione ANCR di Fidenza ed ora presidente Onorario della sezione stessa, il Comm. Gino Narseti.
“I fanti che combatterono sulla pietraia del Carso seppero opporsi al nemico con ammirevole spirito di sacrificio. Obbedienti, agli ordini del Generale Cadorna, i militari andavano all’arma bianca.
Il generale venne sostituito sul fronte occidentale del Piave e prese il comando il Generale Armando Diaz che portò alla vittoria, conseguendo l’Unità d’Italia.
I caduti furono molti e una parte venne sepolta in cimiteri militari dove molte furono le madri che andarono a piangere i loro figli. A fine guerra i caduti vennero esumati e separati dalla mostrina e dalla piastrina. La mostrina cucita sulle divise militari segnalava l’arma di appartenenza e il reggimento. Se il caduto era anche in possesso della piastrina veniva tumulato in un avello del Sacrario di Redipuglia in ordine alfabetico.
I militari che non avevano la piastrina venivano considerati militi ignoti e tumulati in una tomba comune, sempre al Sacrario di Redipuglia.
Voglio precisare che la bara del Milite Ignoto traslata all’Altare della Patria a Roma venne scelta da una donna con il lancio a ritroso di un garofano sulle bare presenti; fu scelta la bara dove cadde il fiore.
Un tripudio di folla accompagnò il Milite Ignoto sulla ferrovia per Roma. Mi fermo qui con gli auguri di buon centenario alle autorità civili, religiose, ai cittadini ed alle forze armate presidio di sicurezza e di Pace.
Cordialmente
Comm. Gino Narseti – Classe 1921, italiano
II^ Genio Militare 1940-1945
 
Permettetemi ancora due parole per ricordare che in quel lontano novembre 1921 il Comm. Gino Narseti, un mese dopo, semplicemente nacque. Grande storia ed anagrafe non potevano trovare miglior concordanza.
In occasione di questo suo importante compleanno la Federazione di Parma dell’ANCR gli riconoscerà la Presidenza onoraria della Federazione stessa.

Uniti nel dono: la storia di don Mario Fontanelli

Un grazie per il dono dei sacerdoti in mezzo a noi, questo il significato profondo delle offerte deducibili. I nostri preti infatti sono ogni giorno al nostro fianco ma anche noi possiamo far sentire loro la nostra vicinanza.

Una partecipazione che ci rende “Uniti nel dono”: questo il messaggio al centro della nuova campagna #DONAREVALEQUANTOFARE della Conferenza Episcopale Italiana che intende sensibilizzare i fedeli alla corresponsabilità economica verso la missione dei sacerdoti e si sofferma sul valore della donazione, un gesto concreto nei confronti della propria comunità.

A supporto della nuova campagna anche la pagina www.unitineldono.it/donarevalequantofare collegata al nuovo sito in cui oltre alle informazioni pratiche sulle donazioni, si possono scoprire le esperienze di numerose comunità che, da nord a sud, fanno la differenza per tanti.

L’opera dei sacerdoti è infatti resa possibile anche grazie alle Offerte per i sacerdoti, diverse da tutte le altre forme di contributo a favore della Chiesa cattolica, perché espressamente destinate al sostentamento dei preti diocesani. Dal proprio parroco al più lontano.  Ogni fedele è chiamato a parteciparvi. L’Offerta è nata come strumento per dare alle comunità più piccole gli stessi mezzi di quelle più popolose, nel quadro della ‘Chiesa-comunione’ delineata dal Concilio Vaticano II.

Le donazioni vanno ad integrare la quota destinata alla remunerazione del parroco proveniente dalla raccolta dell’obolo in chiesa. Ogni curato infatti può trattenere dalla cassa parrocchiale una piccola cifra (quota capitaria) per il suo sostentamento, pari a circa 7 centesimi al mese per abitante. In questo modo, nella maggior parte delle parrocchie italiane, che contano meno di 5 mila abitanti, ai parroci mancherebbe il necessario.

Le offerte raggiungono circa 33.000 sacerdoti al servizio delle 227 diocesi italiane e, tra questi, anche 300 sacerdoti diocesani impegnati in missioni nei Paesi del Terzo Mondo e 3.000 sacerdoti, ormai anziani o malati, dopo una vita spesa al servizio agli altri e del Vangelo.

L’importo complessivo delle offerte nel 2020 si è attestato sopra gli 8,7 milioni di euro rispetto ai 7,8 milioni del 2019. È una cifra ancora lontana dal fabbisogno complessivo annuo necessario a garantire a tutti i sacerdoti una remunerazione pari a circa mille euro mensili per 12 mesi.

 

Cristina, Vincenzo e una parrocchia di Fidenza in prima linea nella lotta contro la droga dalla fine degli anni ‘70 fino ad oggi

nel racconto di un sacerdote, don Mario Fontanelli, anche lui coinvolto nell’iniziativa

 

Quella che presentiamo nel testo che segue è la storia di don Mario Fontanelli, 74 anni, sacerdote della Diocesi di Fidenza, così come lui ha voluto che fosse raccontata: una semplice testimonianza di vita rischiarata sempre –anche nelle molte prove- dalla luce del Signore. Nessun desiderio di apparire né tanto meno di proporsi come modello esemplare, ma solo la conferma che “grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e santo è il suo nome”: il cantico del Magnificat che riecheggia in noi quando –come Maria- ci mettiamo umilmente in ascolto di Dio e della sua Parola.

Attualmente don Mario è parroco della chiesa di s. Maria Annunziata (e di altre due parrocchie), direttore del settimanale diocesano “Il Risveglio”, delegato per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso nonché canonico del Capitolo della Cattedrale.

Una data ha segnato una svolta nella vita di don Mario, che da quel momento non è stata più la stessa. Era il 25 giugno 1988: a quell’epoca aveva 42 anni e abitava a Bologna dove faceva il giornalista. Era passata da poco la mezzanotte quando il telefono squilla nel suo appartamento. Dall’altro capo del filo la voce inconfondibile di don Enrico Tincati, parroco e suo direttore spirituale: “Vieni subito, tua sorella sta male!”. Tornato a Fidenza, trova alla stazione il cognato Vincenzo che lo aspetta in lacrime: “Cristina non c’è più”. La sorella di don Mario era morta la sera prima in un incidente stradale: aveva 27 anni. Un dolore grande e una ferita profonda che non si rimargineranno facilmente. Seguono sei mesi di tormenti e di sensi di colpa per un rapporto affettivo coltivato a distanza e incapace di riconoscere il senso profetico di una scelta che più tardi avrebbe segnato anche lui.

Nel 1978 Cristina si era iscritta all’Università di Parma e frequentava il corso di laurea in Lingua e Letteratura russa, ma la tormentava il pensiero che l'altro fratello, Renzo, frequentasse il “giro” della droga. Quando lei e don Mario lo mettevano alle strette lui si scherniva dicendo che erano “solo le canne”, anche se sapeva bene che le sue bugie avevano le gambe corte. Il tempo passava e lui non accennava a cambiare, sicuro com’era che polizia e carabinieri non l’avrebbero mai “beccato”. Anni difficili: il flagello della droga si diffondeva dalle grandi città alle periferie e anche a Fidenza cominciò a mietere le prime vittime. Non si poteva stare a guardare.

Spiega don Mario: “Negli anni ‘70 don Enrico Tincati, parroco di S. Maria Annunziata, aveva coinvolto la parrocchia nella costruzione di un progetto educativo per la prevenzione della droga. In parrocchia si erano svolti molti incontri per approfondire il problema sulla base del ‘Progetto uomo’ di don Mario Picchi e dei corsi di formazione promossi dal Centro Nazionale del Volontariato a Lucca. Quando don Enrico chiese se c’era qualcuno intenzionato ad approfondire l’argomento delle dipendenze, si alzarono le mani di Cristina e del suo fidanzato Vincenzo. Era il segnale che attendeva: un impegno concreto a favore dell’uomo come parte integrante della propria giornata. Non un riempitivo (lo faccio se ho tempo, se ho voglia, se non sono stanco, se non ho altro da fare …), ma essere segno della Chiesa di Cristo che vive dove scorre il fiume della vita: il mondo del lavoro, il mondo dei giovani, il mondo della donna. E sempre in ascolto, soprattutto degli ultimi.

Cristina e il fidanzato Vincenzo vi partecipano attivamente e coinvolgono altre persone, giovani e adulti.

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(Cristina e Vincenzo il giorno del loro matrimonio)

Il 7 dicembre 1981 la comunità parrocchiale di s. Maria Annunziata esce allo scoperto e promuove un incontro al teatro Magnani, stipato fino all’inverosimile, sul tema: “Un’esperienza di liberazione dalla droga raccontata da due protagonisti”. Grazie a questa iniziativa (e a quelle che seguiranno) la città, insieme alle sue istituzioni, è chiamata a prendere coscienza del fenomeno-droga e del quadro che lo caratterizza, mettendo via via da parte pregiudizi e luoghi comuni dove il “drogato” viene visto come una sorta di appestato da emarginare perché “irrecuperabile” a livello individuale e ”pericoloso” socialmente. No! Siamo prima di tutto davanti a persone con il loro carico di problemi e di sofferenze, all’interno di quell’area vasta chiamata “disagio giovanile”, che come cristiani abbiamo il compito di riconoscere prima di avviare con loro (e con la famiglia di provenienza) una relazione di aiuto all’interno di un cammino di recupero e di rigenerazione. Non solo per liberarli dalla schiavitù della droga (e di altre dipendenze), ma soprattutto per costruire “l’uomo nuovo” e motivare le sue scelte di vita futura secondo un progetto ben preciso che prevede varie tappe.

Manca però un luogo operativo che faccia da punto di riferimento per portare avanti il progetto iniziale e a questo punto è decisivo l’intervento di mons. Mario Zanchin, allora vescovo di Fidenza, nel mettere a disposizione della parrocchia e del volontariato un podere da tempo abbandonato”.

Ma il Vescovo volle che anche la Diocesi si sentisse coinvolta nel progetto, e nel documento finale del XIII Sinodo locale (1987) fece inserire l’art. 152 dove l’iniziativa viene definita “promettente e bisognosa di essere seguita con amore” sollecitando nello stesso tempo “altre case famiglia a rendersi disponibili per accogliere giovani in difficoltà, ma disponibili a farsi aiutare”. La risposta del volontariato in quegli anni fu straordinaria: la speranza cristiana si incarnava in un Vangelo, fatto non di parole astratte ma reso presente e vivo a stretto contatto con la quotidianità. Evangelizzazione e promozione umana, diventavano in concreto una cosa sola. 

22 ottobre 1983: nel giorno del loro matrimonio Cristina e Vincenzo vanno a vivere in quella che poi diventerà la comunità terapeutica “Casa di Lodesana”. Anni difficili, e non solo per la mancanza di mezzi economici, ma perchè l’accoglienza non si improvvisa.

Ma nulla è impossibile a Dio, e così anche il futuro don Mario viene coinvolto nell’iniziativa.

Martina Pacini

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(Casa di Lodesana, oggi)

Uniti nel dono: DONARE vale quanto FARE

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www.unitineldono.it/donarevalequantofare

#DONAREVALEQUANTOFARE

 

Torna lo spot Cei sul sostegno alla missione dei preti diocesani.

Al via a novembre la campagna 2021 declinata su tv, web e stampa.

 

Un grazie per il dono dei sacerdoti in mezzo a noi, questo il significato profondo delle offerte deducibili. I nostri preti infatti sono ogni giorno al nostro fianco ma anche noi possiamo far sentire loro la nostra vicinanza.

Una partecipazione che ci rende “Uniti nel dono”: questo il messaggio al centro della nuova campagna #DONAREVALEQUANTOFARE della Conferenza Episcopale Italiana che intende sensibilizzare i fedeli alla corresponsabilità economica verso la missione dei sacerdoti e si sofferma sul valore della donazione, un gesto concreto nei confronti della propria comunità.

Ogni offerta destinata al sostentamento dei sacerdoti è il segno tangibile della vicinanza dei fedeli, un mezzo per raggiungere tutti i sacerdoti, dal più lontano al nostro - sottolinea il responsabile del Servizio Promozione per il sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni Anche nel pieno dell’emergenza dell’ultimo anno i preti diocesani hanno fatto la differenza. La Chiesa, grazie anche all’impegno dei nostri preti e delle comunità, ha aiutato nei giorni più bui tante famiglie a rialzarsi.”

Ideata e prodotta da Casta Diva Group la campagna, on air da novembre, si snoda tra spot tv, radio e video online oltre alla campagna stampa con lo scopo di approfondire storie di diverse comunità attraverso video interviste e contenuti dedicati. Un viaggio in giro per l’Italia, tra città metropolitane e centri piccoli, a volte piccolissimi. Un percorso che permette di toccare con mano la bellezza che nasce dall'unione delle vocazioni: quelle dei sacerdoti e quelle dei laici che collaborano con loro.

In particolare lo spot ci conduce dentro una parrocchia, quella di Sant’Antonio Maria Zaccaria guidata da Don Davide Milanesi in un quartiere popolare nella periferia meridionale di Milano. Nel suo oratorio, luogo capace di coinvolgere sia gli adulti che gli adolescenti, frequentato da circa 400 ragazzi, in una zona dove convivono persone di nazionalità ed età diverse. Ci porta nella comunità, vera e propria protagonista, motore delle numerose attività rese possibili grazie all’impegno dei volontari, coesi intorno al proprio parroco, visti e intravisti fino alla scena finale, tutta dedicata a loro. In questo luogo, Don Davide, infaticabile promotore di iniziative, sempre sorridente, anche nei mesi più difficili della pandemia, è considerato dai parrocchiani un amico cui rivolgersi nel momento del bisogno e con cui condividere i momenti importanti della propria vita.

Nei 4 filmati di approfondimento, oltre a quella di Don Davide, si racconta attraverso delle interviste ai collaboratori laici, anche l’opera di altri sacerdoti come Don Massimo Cabua, che in Sardegna, a San Gavino Monreale, è in prima linea nell’organizzazione di iniziative tra cui la “Spesa Sospesa” a sostegno di una collettività stremata dall’emergenza coronavirus e Don Fabio Fasciani, guida della parrocchia dei Santi Fabiano e Venanzio, nel quartiere Tuscolano a Roma, che dall’inizio della pandemia ha fatto un vero e proprio salto di qualità nell’assistenza alle povertà, prendendosi cura delle persone in difficoltà.

Nei filmati è presente anche Don Luigi Lodesani, parroco, tra le altre comunità, anche di Borzano di Albinea, in provincia di Reggio Emilia, dove un paese intero collabora ad un progetto educativo per le nuove generazioni.

Non solo video ma anche carta stampata. “Ci sono posti che esistono perché sei tu a farli insieme ai sacerdoti” o “Ci sono posti che non appartengono a nessuno perché sono di tutti” sono alcuni dei messaggi incisivi al centro della campagna stampa, pianificata su testate cattoliche e generaliste, che ricorda nuovamente i valori dell’unione e della condivisione. Sono posti dove si cerca un aiuto, un sorriso, una mano, un’opportunità, o, semplicemente un amico. “Sono i posti dove ci sentiamo parte di una comunità”.

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 I nostri sacerdoti hanno bisogno della vicinanza e dell’affetto dei fedeli. – conclude Monzio Compagnoni - Oggi più che mai ci spingono a vivere il Vangelo affrontando le difficoltà con fede e generosità, rispondendo all’emergenza con la dedizione”.

A supporto della nuova campagna anche la pagina www.unitineldono.it/donarevalequantofare collegata al nuovo sito in cui oltre alle informazioni pratiche sulle donazioni, si possono scoprire le esperienze di numerose comunità che, da nord a sud, fanno la differenza per tanti.

L’opera dei sacerdoti è infatti resa possibile anche grazie alle Offerte per i sacerdoti, diverse da tutte le altre forme di contributo a favore della Chiesa cattolica, perché espressamente destinate al sostentamento dei preti diocesani. Dal proprio parroco al più lontano.  Ogni fedele è chiamato a parteciparvi. L’Offerta è nata come strumento per dare alle comunità più piccole gli stessi mezzi di quelle più popolose, nel quadro della ‘Chiesa-comunione’ delineata dal Concilio Vaticano II.

Le donazioni vanno ad integrare la quota destinata alla remunerazione del parroco proveniente dalla raccolta dell’obolo in chiesa. Ogni curato infatti può trattenere dalla cassa parrocchiale una piccola cifra (quota capitaria) per il suo sostentamento, pari a circa 7 centesimi al mese per abitante. In questo modo, nella maggior parte delle parrocchie italiane, che contano meno di 5 mila abitanti, ai parroci mancherebbe il necessario.

Le offerte raggiungono circa 33.000 sacerdoti al servizio delle 227 diocesi italiane e, tra questi, anche 300 sacerdoti diocesani impegnati in missioni nei Paesi del Terzo Mondo e 3.000 sacerdoti, ormai anziani o malati, dopo una vita spesa al servizio agli altri e del Vangelo.

L’importo complessivo delle offerte nel 2020 si è attestato sopra gli 8,7 milioni di euro rispetto ai 7,8 milioni del 2019. È una cifra ancora lontana dal fabbisogno complessivo annuo necessario a garantire a tutti i sacerdoti una remunerazione pari a circa mille euro mensili per 12 mesi.

 

Il fabbisogno per il sostentamento del clero anno 2020

Nel consuntivo relativo al 2020, il fabbisogno complessivo annuo per il sostentamento dei sacerdoti è ammontato a 529,9 milioni di euro lordi, comprensivi delle integrazioni nette mensili ai sacerdoti (12 l’anno), delle imposte Irpef, dei contributi previdenziali e assistenziali e del premio per l’assicurazione sanitaria.

A coprire il fabbisogno annuo provvedono: per il 16,5% in prima battuta gli stessi sacerdoti, grazie agli stipendi da loro percepiti (per esempio quali insegnanti di religione o per il servizio pastorale nelle carceri e negli ospedali); per il 7,3% le remunerazioni percepite dagli enti presso cui prestano servizio pastorale (parrocchie e diocesi). Il resto è coperto per il 5,4% dalle rendite degli Istituti diocesani per il sostentamento del clero, per il 70,8% dall’Istituto Centrale Sostentamento Clero attraverso le offerte deducibili per il sostentamento del clero e con una parte dei fondi derivanti dall’8xmille. Nel 2020 le fonti di finanziamento sono state:

                           

                             Totale (milioni di euro)                           529,9         100%      

                           

                            Remunerazioni proprie dei sacerdoti          87,5         16,5%

                            Parrocchie ed enti ecclesiastici                   38,8           7,3%

                            Redditi degli Istituti diocesani                    28,4           5,4%

                            Offerte per il sostentamento                          8,7           1,6%

                            Quota dall’otto per mille                           366,5         69,2%

 

Sono stati quasi 33mila i sacerdoti secolari e religiosi a servizio delle 227 diocesi italiane: 30.648 hanno esercitato il ministero attivo, tra i quali circa 300 sono stati impegnati nelle missioni nei Paesi del Terzo Mondo come fidei donum, mentre 2.724 sacerdoti, per ragioni di età o di salute, sono stati in previdenza integrativa.

 

Quelli che la domenica...

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Uno dei protagonisti della video-maratona che recentemente Tv2000 ha dedicato alle offerte per i sacerdoti, è stato Giovanni Scifoni, attore, scrittore e regista ma soprattutto volto noto e molto amato del panorama televisivo italiano. In una breve testimonianza girata per l’occasione, Scifoni ha raccontato da par suo per quale motivo ritiene giusto sostenere in ogni modo i sacerdoti e il loro ministero.

“Ho conosciuto tantissimi sacerdoti – ha detto – e quello che io sono oggi lo devo sicuramente anche a loro. Un sacerdote, ad esempio, ha salvato il mio matrimonio. Un altro ha salvato mia moglie in un momento disperato della sua vita. Un altro sacerdote mi ha preso per i capelli e mi ha fatto tornare nella chiesa, in un momento in cui avevo deciso di abbandonarla e andare via. E poi ce ne sono alcuni che mi hanno reso un artista migliore, perché io copio dal loro modo di esprimersi e comunicare, anche delle cose che faccio sul palco”.

“C’è un dono, però – ha concluso l’attore – per cui mi sento particolarmente grato nei confronti dei sacerdoti, ed è quello della domenica. Posso avere una settimana orribile, ma io so sempre che la domenica c’è qualcosa per me. So che mi siederò su quella panca, su quella sedia o su quello sgabello, non importa dove, e comunque riceverò una parola, un’omelia, l’Eucarestia. Gratis. Questo è impagabile”.

“Allora… – l’appello finale lanciato da Scifoni – facciamo tutto quello che serve perché il maggior numero possibile di persone possa avere ciò che desidera e cerca più profondamente. Sosteniamo i sacerdoti.

 

Modalità per fare un’Offerta per il sostentamento dei sacerdoti

 

Per sostenere i sacerdoti diocesani con le offerte Uniti nel dono, si hanno a disposizione 4 modalità:

 

1 - Conto corrente postale

Si può utilizzare il c/c postale n. 57803009 per effettuare il versamento alla posta.

 

2 - Carta di credito

Grazie alla collaborazione con Nexi, i titolari di carte di credito Nexi, Mastercard e Visa possono inviare l’Offerta, in modo semplice e sicuro, chiamando il numero verde 800 825000 oppure collegandosi al sito Internet www.unitineldono.it/dona-ora/

 

3 - Versamento in banca

Si può donare con un bonifico sull’iban IT 90 G 05018 03200 000011610110 a favore dell’Istituto Centrale Sostentamento Clero specificando nella causale “Erogazioni Liberali” ai fini della deducibilità.

L’elenco delle altre banche disponibili a ricevere un ordine di bonifico è consultabile su www.unitineldono.it/dona-ora/.

 

4 - Istituti Diocesani Sostentamento Clero

Si può anche effettuare il versamento direttamente presso gli Istituti Diocesani Sostentamento Clero (elenco Istituti Diocesani Sostentamento Clero www.unitineldono.it/lista-idsc).

L’offerta è deducibile. 

Il contributo è libero. Per chi vuole queste offerte sono deducibili dal proprio reddito complessivo, ai fini del calcolo dell’Irpef e delle relative addizionali, fino ad un massimo di 1032,91 euro annui. L’Offerta versata entro il 31 dicembre di ciascun anno può essere quindi indicata tra gli oneri deducibili nella dichiarazione dei redditi da presentare l’anno seguente. Conservare la ricevuta del versamento.

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