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Martina Pacini

Ministeri istituiti: un’occasione preziosa per valorizzare i doni dello Spirito alla Chiesa

Pubblichiamo di seguito la sintesi dell'intervento sulla ministerialità di don Davide Grossi, direttore dell'Ufficio Liturgico Diocesano, in occasione del primo incontro di approfondimento inserito all'interno della fase sapienziale del Cammino Sinodale diocesano.
 
Approfondire la ministerialità nella Chiesa ci porta a riflettere sull'identità del "popolo di Dio". Prendendo forma da Cristo PastoreServoSacerdote, la Chiesa per amore degli uomini desidera in ogni tempo stringerli nella comunione con Dio e tra loro. Da qui capiamo gli elementi in gioco: l'incontro con Cristo Signore che cambia la vita dell'uomo; la comunità così particolare che nasce da questo incontro, e il tipo di servizio che anima tale "popolo".

La coscienza di Israele di essere il popolo "santo" di Dio, infatti, si compie nella Chiesa che, dalla Pentecoste in poi, conserva la certezza di essere il "luogo" in cui Dio si fa presente e crea la comunione tra i fedeli. Pensando a un esempio banale, qualsiasi famiglia che ricevesse la visita inaspettata di un ospite illustre e stimato, cambierebbe immediatamente la qualità dei propri rapporti ritrovandosi unita nel servizio all'ospite, con ogni membro impegnato in un compito. Tale dinamica la ritroviamo nella Chiesa nascente: la comunità cristiana si è ritrovata coinvolta nel servizio al Corpo di Cristo nelle sue diverse forme (liturgia, carità, missione...). All'interno di questo movimento, da subito si distingue l'autorità superiore degli Apostoli nel contesto dei diversi carismi e ministeri.
Già nella Chiesa dei primi secoli, vediamo quindi la distinzione tra ministeri ordinati (che derivano dal sacramento dell'ordine: vescovi, presbiteri e diaconi) e ministeri laicali (radicati nel battesimo), i quali sono al servizio gli uni degli altri. Infatti, sia il sacerdozio battesimale sia quello ministeriale, nella loro unità e distinzione, costituiscono dei doni dello Spirito indirizzati all'edificazione della comunità. 
Analizzando più nel dettaglio gli attuali ministeri istituiti (lettorato, accolitato, catechista) vediamo che la loro identità deriva dal battesimo e dalla confermazione, insieme ad un originale dono dello Spirito per l'edificazione della Chiesa. Essenziale rimane comunque il discernimento dei pastori, la presenza di doti umane ed ecclesiali nel candidato, insieme ad un adeguato cammino di formazione. Attraverso il rito di istituzione, questi fedeli assumono un ufficio qualificato all'interno della Chiesain modo stabile e permanentel'esercizio concreto del ministero è poi legato a un mandato specifico da parte del Vescovo. Si tratta di figure con responsabilità di coordinamento degli altri ministri di fatto, cioè di tutti i laici che, pur essendo "istituiti", dedicano tempo ed energie alle diverse esigenze della comunità cristiana, dal servizio liturgico al catechismo e oltre.
Guardando a questo insieme di servizi, e soprattutto all'impulso datoci da papa Francesco di riscoprire l'importanza dei ministeri laicali, emergono alcune riflessioni:
 
la dinamica missionaria di ogni servizio-ministero: ogni discepolo di Gesù non può esaurire il proprio impegno nel servizio liturgico, ma è spinto ad offrire la propria testimonianza negli ambienti in cui lavora e vive;
l'intera comunità cristiana come soggetto dell'azione liturgica: i ministeri esistono perché tutto il corpo della Chiesa celebri il Signore nella liturgia, che è un dialogo tra Dio e il suo popolo. Occorre infatti credere nell'incisività dell'azione liturgica, essere certi che è Dio stesso che agisce nei poveri segni liturgici, operando quella salvezza che l'uomo non è in grado di operare da sé.
la modalità di ogni servizio: proprio perché si tratta di un popolo che Dio ha formato, la Chiesa non chiede volontari come qualsiasi associazione umana. Ogni ministero, infatti, imita il modo in cui Cristo ha servito il volere del Padre, facendosi "servo di tutti" fino al sacrificio della Croce. Perciò, ogni dinamica competitiva, individualistica, di potere o di attivismo deve lasciare il posto a un servizio umile e collaborativo.

Assemblea Fisc. Ungaro (presidente): “Dobbiamo essere profeti e testimoni di speranza per l’Italia”

“Nel 2026 la Federazione festeggia i sessant’anni di fondazione. Ci dobbiamo interrogate sul rapporto tra la Fisc e il Paese per comprendere sempre meglio il ruolo che le nostre testate possono svolgere, tanto dal punto di vista informativo che da quello sociale. Siamo radicati all’interno di una realtà ecclesiale che è profondamente cambiata in questo tempo e che oggi ci pone davanti a sfide importanti”. Mauro Ungaro, direttore del settimanale diocesano di Gorizia “Voce Isontina” e presidente della Federazione italiana dei settimanali cattolici (Fisc), si prepara ad aprire la XX Assemblea nazionale ordinaria elettiva su “La Fisc: una voce a servizio del Paese. Informazione, cultura e sinodalità” (Roma, 23/25 novembre).

L’Assemblea si tiene durante il Cammino sinodale delle Chiese in Italia. Che contributo può arrivare dai settimanali cattolici?

Il Sinodo è la quotidianità per le nostre testate che da sempre sono in ascolto dei territori, intesi non soltanto come luoghi fisici ma come luoghi teologici in cui le nostre chiese vivono la costituzione pastorale di Papa Francesco Gaudium et spes. La Fisc è prima di tutto una realtà ecclesiale, che vive nella Chiesa ed è collegata alle chiese locali. Se questo venisse meno, perderemmo la nostra identità.

C’è grande attenzione al Cammino sinodale. Tanti direttori dei giornali si trovano nelle commissioni sinodali diocesane o sono referenti. È un dato significativo della nostra presenza. Inoltre, il Cammino sinodale ha portato una rinnovata attenzione dei vescovi al tema della comunicazione sociale e, con essa, ai settimanali diocesani. Si è riusciti ancora una volta a cogliere e valorizzare la presenza informativa e culturale, che può aiutare le diocesi nel loro impegno pastorale quotidiano. I settimanali diocesani restano una risorsa per il Paese. Il presidente Mattarella li aveva definiti un “vero presidio della democrazia“. In virtù di questo, possono favorire il Cammino sinodale della Chiesa italiana.

Cosa caratterizza le testate diocesane?
Dobbiamo essere profeti e testimoni di speranza per l’Italia. Non bisogna rincorrere lo scoop, ma stare attenti a come la notizia influisce sulla vita delle persone. Le nostre testate vivono ancora dell’edizione cartacea. I nostri lettori sono affezionati a un giornale che si legge tenendolo tra le mani. Ma il digitale è diventato fondamentale, sia per intercettare nuovi pubblici che per dare velocità alle notizie. È un cambio di mentalità che dobbiamo assumere.

Ci viene chiesta la stessa professionalità, la stessa capacità di lettura e di approfondimento, ma con i tempi del digitale. È una sfida nell’ottica della profezia: se viviamo i territori non siamo obbligati a correre dietro alle notizie, ma possiamo anticiparle. Dobbiamo essere talmente bravi a leggere le nostre realtà, da capire le richieste e le necessità che da esse provengono.

La presenza digitale è il futuro della Fisc?
È un orizzonte del nostro impegno. Le testate non sono strutturate, tranne rare eccezioni, anche in termini di personale. Ci stiamo, però, attrezzando e diversi giornali hanno già una presenza notevole sul digitale. La pandemia ci ha mostrato l’impatto del nostro lavoro e la fedeltà dei lettori. Abbiamo la grande fortuna di avere un’agenzia di stampa come il Sir che ci apre una finestra sul mondo e ci permette di non chiuderci nel nostro ambito. Questa apertura si accompagna, ad esempio, alla presenza dei missionari in aree decentrate che non chiamano i riflettori dei grandi media. E ci permette di calare il globale nel locale, di leggere il globale attraverso la lente della nostra esperienza locale. Per i nostri lettori è un valore aggiunto, soprattutto in un tempo nel quale la notizia non è approfondimento e resta in superficie.

Quali appuntamenti attendono la Federazione?
Ci avviciniamo alla scadenza della legge sull’editoria, i cui contributi riguardano circa un terzo delle nostre testate, e guardiamo con preoccupazione a questa fase.

Le nostre testate hanno problemi economici, molti derivati dalle conseguenze della guerra in Ucraina che ha influito sull’aumento esponenziale dei costi della carta e della produzione. Ma vorrei guardare con speranza al futuro. 

Quest’anno ricorrono i sessant’anni del documento conciliare Inter mirifica
Il decreto ha segnato un passaggio fondamentale per i mezzi di comunicazione, divenuti non più semplici strumenti ma luoghi da abitare. È una realtà che sentiamo profondamente nostra: probabilmente la Federazione senza l’Inter mirifica non ci sarebbe stata, dunque restiamo fedeli al documento nel nostro lavoro.

Che bilancio dei quattro anni di presidenza?
È stato un tempo difficile in cui abbiamo vissuto la pandemia e la guerra, con tutte le conseguenze sociali, umani ed economiche. Abbiamo colto, però, un’occasione importante per la Federazione grazie al lavoro unitario del Consiglio nazionale sui temi della presenza digitale e della formazione. Grazie al sostegno fondamentale della Cei, del Servizio per la promozione del sostegno economico e alla collaborazione con Weca, abbiamo realizzato corsi di formazione che hanno avuto riscontro tra le nostre testate, perché ci rendiamo conto che le sfide che ci attendono richiedono nuove professionalità. Abbiamo puntato anche sulla valorizzazione delle energie e del rapporto con gli altri media: Avvenire, Tv2000, Sir, Corallo ma anche le realtà ecclesiali del Copercom. Siamo pronti a dare il nostro contributo in ottica sinodale.

Riccardo Benotti, AgenSir

Fidenza: tutte le iniziative per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Per il ministero degli Interni dal 1° gennaio al 1° ottobre 2023 sono 90 le vittime donne (contro le 85 dello stesso periodo del 2022), di cui 75 uccise in ambito familiare e affettivo e 47 hanno trovato la morte per mano proprio del partner o dell’ex partner.
 
“La brutta notizia di questo scorcio di fine 2023 – spiega l’assessore alle Politiche Sociali di Fidenza Alessia Frangipane – è che purtroppo per quanto attiene ai delitti commessi in ambito familiare/affettivo c’è un aumento generale. Il che, detto in altro modo, significa che nonostante tutta l’attenzione mediatica di questi anni, il femminicidio resta l’opzione violenta e culturale di chi non è in grado di gestire affettivamente il rapporto con una donna. Questo dato di fatto se possibile ci spinge ad essere ancora più determinati nel mettere in campo ogni sforzo per sensibilizzare, informare, rendere consapevoli rispetto a questo fenomeno. Ecco perché quest’anno presentiamo un ricco calendario di appuntamenti che ci accompagnerà fino al 25 novembre”.
 
Il calendario messo a punto rappresenta una vera propria novità non solo per l’estensione temporale, oltre un mese di programmazione, ma per la capacità di raccogliere e portare a sintesi sollecitazioni da enti, istituzioni e associazionismo del territorio che hanno collaborato fianco a fianco sui diversi eventi.
 
A cominciare dalla rassegna “Respiri_amo Libere”, a cura di Manuela Copercini, che prevede una serie di letture pubbliche all’interno di locali pubblici della città.
Dal 18 al 25 novembre si svolgerà un’iniziativa a scopo benefico, ovvero una raccolta donazioni a favore del “Centro Antiviolenza Parma” dal titolo “Le #donneperledonne del Centro Commerciale Naturale di Fidenza”. Le donazioni potranno essere effettuate in ben 35 attività commerciali gestite da donne nelle vie Berenini, Gramsci, Cavour e Bacchini.
Venerdì 24 novembre verranno inaugurate, in collaborazione con il Centro di Salute Mentale e il SerDP di Fidenza (Dipartimento della Salute Mentale Ausl di Parma), diverse Panchine Rosse con letture di monologhi a cura degli studenti della classe V^ B dell’istituto Paciolo – D’Annunzio di Fidenza. In serata, a partire dalle 18.30, si svolgerà il Consiglio Comunale sul tema “25 novembre – Celebrazione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”.
Sabato 25 novembre l’appuntamento è alle 15.20 con la proiezione del film di Marco Mazzieri “La gioia all’improvviso”. In collaborazione con il Coordinamento delle donne del sindacato dei pensionati della Cgil e dell’Auser Fidenza è stata predisposta infatti la proiezione al MyCinema di via Mazzini del film nato dall’idea di raccontare il lavoro incredibile che le operatrici del Centro Antiviolenza svolgono quotidianamente a sostegno di donne in difficoltà, alla ricerca di luoghi sicuri dove ritrovare la forza per andare avanti e ricostruire il proprio equilibrio.
Giovedì 30 novembre il Cral ospedale di Vaio, in collaborazione con la compagnia teatrale The Butterflies propone al Ridotto del Teatro Magnani lo spettacolo “Tutte dormono sulla collina” per la regia di Franca Tragni.
Infine, dal 1° al 15 dicembre, la mostra “Com’eri vestita?” che sarà ospitata locali Collegio dei Gesuiti – via Berenini n. 151. L’esposizione racconta le storie di abusi mostrando l’abbigliamento che la vittima indossava al momento della violenza subita. L’idea alla base del lavoro è quella di sensibilizzare il pubblico sul tema della violenza sulle donne e smantellare il pregiudizio che la vittima avrebbe potuto evitare lo stupro se solo avesse indossato abiti meno provocanti.

"Giovani e speranza": in San Michele la GMG Diocesana

Domenica 26 novembre presso l’oratorio della parrocchia di San Michele Arcangelo avrà luogo la Giornata Mondiale della Gioventù Diocesana inserita nell’anno pastorale 2023-24. Tema: la speranza.

Questo il programma: accoglienza (ore 15.30); attività varie (dalle ore 16 alle ore 17); testimonianze (dalle ore 17.15 alle ore 18.30). Dopo la merenda (ore 18.30) conclusione con la preghiera dei Secondi Vespri presieduta dal Vescovo Ovidio (ore 19).

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