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Martina Pacini

Giornata per la Cura del Creato: il messaggio di Papa Francesco

MESSAGGIO DI SUA SANTITÀ
PAPA FRANCESCO
 
PER LA GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LA CURA DEL CREATO

1° settembre 2023

Cari fratelli e sorelle!

“Che scorrano la giustizia e la pace” è quest’anno il tema del Tempo ecumenico del Creato, ispirato dalle parole del profeta Amos: «Come le acque scorra il diritto e la giustizia come un torrente perenne» (5,24).

Questa espressiva immagine di Amos ci dice quello che Dio desidera. Dio vuole che regni la giustizia, che è essenziale per la nostra vita di figli a immagine di Dio come l’acqua lo è per la nostra sopravvivenza fisica. Questa giustizia deve emergere laddove è necessaria, non nascondersi troppo in profondità o svanire come acqua che evapora, prima di poterci sostenere. Dio vuole che ciascuno cerchi di essere giusto in ogni situazione, che si sforzi sempre di vivere secondo le sue leggi e di rendere quindi possibile alla vita di fiorire in pienezza. Quando cerchiamo prima di tutto il regno di Dio (cfr Mt 6,33), mantenendo una giusta relazione con Dio, l’umanità e la natura, allora la giustizia e la pace possono scorrere, come una corrente inesauribile di acqua pura, nutrendo l’umanità e tutte le creature.

Nel luglio 2022, in una bella giornata estiva, ho meditato su questi argomenti durante il mio pellegrinaggio sulle sponde del Lago Sant’Anna, nella provincia di Alberta, in Canada. Quel lago è stato ed è un luogo di pellegrinaggio per molte generazioni di indigeni. Come ho detto in quell’occasione, accompagnato dal suono dei tamburi: «Quanti cuori sono giunti qui desiderosi e ansimanti, gravati dai pesi della vita, e presso queste acque hanno trovato la consolazione e la forza per andare avanti! Anche qui, immersi nel creato, c’è un altro battito che possiamo ascoltare, quello materno della terra. E così come il battito dei bimbi, fin dal grembo, è in armonia con quello delle madri, così per crescere da esseri umani abbiamo bisogno di cadenzare i ritmi della vita a quelli della creazione che ci dà vita». [1]

In questo Tempo del Creato, soffermiamoci su questi battiti del cuore: il nostro, quello delle nostre madri e delle nostre nonne, il battito del cuore del creato e del cuore di Dio. Oggi essi non sono in armonia, non battono insieme nella giustizia e nella pace. A troppi viene impedito di abbeverarsi a questo fiume possente. Ascoltiamo pertanto l’appello a stare a fianco delle vittime dell’ingiustizia ambientale e climatica, e a porre fine a questa insensata guerra al creato.

Vediamo gli effetti di questa guerra in tanti fiumi che si stanno prosciugando. «I deserti esteriori si moltiplicano nel mondo, perché i deserti interiori sono diventati così ampi», ha affermato una volta Benedetto XVI. [2] Il consumismo rapace, alimentato da cuori egoisti, sta stravolgendo il ciclo dell’acqua del pianeta. L’uso sfrenato di combustibili fossili e l’abbattimento delle foreste stanno creando un innalzamento delle temperature e provocando gravi siccità. Spaventose carenze idriche affliggono sempre più le nostre abitazioni, dalle piccole comunità rurali alle grandi metropoli. Inoltre, industrie predatorie stanno esaurendo e inquinando le nostre fonti di acqua potabile con pratiche estreme come la fratturazione idraulica per l’estrazione di petrolio e gas, i progetti di mega-estrazione incontrollata e l’allevamento intensivo di animali. “Sorella acqua”, come la chiama San Francesco, viene saccheggiata e trasformata in «merce soggetta alle leggi del mercato» (Enc. Laudato si’, 30).

Il Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (IPCC) afferma che un’azione urgente per il clima può garantirci di non perdere l’occasione di creare un mondo più sostenibile e giusto. Possiamo, dobbiamo evitare che si verifichino le conseguenze peggiori. «È molto quello che si può fare!» (ibid., 180), se, come tanti ruscelli e torrenti, alla fine insieme confluiamo in un fiume potente per irrigare la vita del nostro meraviglioso pianeta e della nostra famiglia umana per le generazioni a venire. Uniamo le nostre mani e compiamo passi coraggiosi affinché la giustizia e la pace scorrano in tutta la Terra.

Come possiamo contribuire al fiume potente della giustizia e della pace in questo Tempo del Creato? Cosa possiamo fare noi, soprattutto come Chiese cristiane, per risanare la nostra casa comune in modo che torni a pullulare di vita? Dobbiamo decidere di trasformare i nostri cuori, i nostri stili di vita e le politiche pubbliche che governano le nostre società.

Per prima cosa, contribuiamo a questo fiume potente trasformando i nostri cuori. È essenziale se si vuole iniziare qualsiasi altra trasformazione. È la “conversione ecologica” che San Giovanni Paolo II ci ha esortato a compiere: il rinnovamento del nostro rapporto con il creato, affinché non lo consideriamo più come oggetto da sfruttare, ma al contrario lo custodiamo come dono sacro del Creatore. Rendiamoci conto, poi, che un approccio d’insieme richiede di praticare il rispetto ecologico su quattro vie: verso Dio, verso i nostri simili di oggi e di domani, verso tutta la natura e verso noi stessi.

Quanto alla prima di queste dimensioni, Benedetto XVI ha individuato un’urgente necessità di comprendere che Creazione e Redenzione sono inseparabili: «Il Redentore è il Creatore e se noi non annunciamo Dio in questa sua totale grandezza – di Creatore e di Redentore – togliamo valore anche alla Redenzione». [3] La creazione si riferisce al misterioso e magnifico atto di Dio di creare questo maestoso e bellissimo pianeta e questo universo dal nulla, e anche al risultato di quell’azione, tuttora in corso, che sperimentiamo come un dono inesauribile. Durante la liturgia e la preghiera personale nella «grande cattedrale del creato», [4] ricordiamo il Grande Artista che crea tanta bellezza e riflettiamo sul mistero della scelta amorosa di creare il cosmo.

In secondo luogo, contribuiamo al flusso di questo potente fiume trasformando i nostri stili di vita. Partendo dalla grata ammirazione del Creatore e del creato, pentiamoci dei nostri “peccati ecologici”, come avverte il mio fratello, il Patriarca Ecumenico Bartolomeo. Questi peccati danneggiano il mondo naturale e anche i nostri fratelli e le nostre sorelle. Con l’aiuto della grazia di Dio, adottiamo stili di vita con meno sprechi e meno consumi inutili, soprattutto laddove i processi di produzione sono tossici e insostenibili. Cerchiamo di essere il più possibile attenti alle nostre abitudini e scelte economiche, così che tutti possano stare meglio: i nostri simili, ovunque si trovino, e anche i figli dei nostri figli. Collaboriamo alla continua creazione di Dio attraverso scelte positive: facendo un uso il più moderato possibile delle risorse, praticando una gioiosa sobrietà, smaltendo e riciclando i rifiuti e ricorrendo ai prodotti e ai servizi sempre più disponibili che sono ecologicamente e socialmente responsabili.

Infine, affinché il potente fiume continui a scorrere, dobbiamo trasformare le politiche pubbliche che governano le nostre società e modellano la vita dei giovani di oggi e di domani. Politiche economiche che favoriscono per pochi ricchezze scandalose e per molti condizioni di degrado decretano la fine della pace e della giustizia. È ovvio che le Nazioni più ricche hanno accumulato un “debito ecologico” ( Laudato si’, 51). [5] I leader mondiali presenti al vertice COP28, in programma a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre di quest’anno, devono ascoltare la scienza e iniziare una transizione rapida ed equa per porre fine all’era dei combustibili fossili. Secondo gli impegni dell’Accordo di Parigi per frenare il rischio del riscaldamento globale, è un controsenso consentire la continua esplorazione ed espansione delle infrastrutture per i combustibili fossili. Alziamo la voce per fermare questa ingiustizia verso i poveri e verso i nostri figli, che subiranno gli impatti peggiori del cambiamento climatico. Faccio appello a tutte le persone di buona volontà affinché agiscano in base a questi orientamenti sulla società e sulla natura.

Un’altra prospettiva parallela è specifica dell’impegno della Chiesa cattolica per la sinodalità. Quest’anno, la chiusura del Tempo del Creato, il 4 ottobre, festa di San Francesco, coinciderà con l’apertura del Sinodo sulla Sinodalità. Come i fiumi che sono alimentati da mille minuscoli ruscelli e torrenti più grandi, il processo sinodale iniziato nell’ottobre 2021 invita tutte le componenti, a livello personale e comunitario, a convergere in un fiume maestoso di riflessione e rinnovamento. Tutto il Popolo di Dio viene accolto in un coinvolgente cammino di dialogo e conversione sinodale.

Allo stesso modo, come un bacino fluviale con i suoi tanti affluenti grandi e piccoli, la Chiesa è una comunione di innumerevoli Chiese locali, comunità religiose e associazioni che si alimentano della stessa acqua. Ogni sorgente aggiunge il suo contributo unico e insostituibile, finché tutte confluiscono nel vasto oceano dell’amore misericordioso di Dio. Come un fiume è fonte di vita per l’ambiente che lo circonda, così la nostra Chiesa sinodale dev’essere fonte di vita per la casa comune e per tutti coloro che vi abitano. E come un fiume dà vita a ogni sorta di specie animale e vegetale, così una Chiesa sinodale deve dare vita seminando giustizia e pace in ogni luogo che raggiunge.

Nel luglio 2022 in Canada, ho ricordato il Mare di Galilea dove Gesù ha guarito e consolato tanta gente, e dove ha proclamato “una rivoluzione d’amore”. Ho appreso che il Lago Sant’Anna è anche un luogo di guarigione, consolazione e amore, un luogo che «ci ricorda che la fraternità è vera se unisce i distanti, che il messaggio di unità che il Cielo invia in terra non teme le differenze e ci invita alla comunione, alla comunione delle differenze, per ripartire insieme, perché tutti – tutti! – siamo pellegrini in cammino». [6]

In questo Tempo del Creato, come seguaci di Cristo nel nostro comune cammino sinodale, viviamo, lavoriamo e preghiamo perché la nostra casa comune abbondi nuovamente di vita. Lo Spirito Santo aleggi ancora sulle acque e ci guidi a «rinnovare la faccia della terra» (cfr Sal 104,30).

Roma, San Giovanni in Laterano, 13 maggio 2023

FRANCESCO

8xmille alla Chiesa cattolica: con i contributi eseguito il restauro nella chiesa di Tabiano Castello

Si sono conclusi da poco gli interventi per il restauro e il risanamento conservativo della chiesa di Tabiano Castello dedicata ai santi Gervasio e Protasio. Una parte di questi interventi è stata possibile grazie all’interessamento del Vescovo Ovidio e ai fondi dell’8xmille che la Cei ogni anno destina alle Diocesi.

La Chiesa venne edificata inizialmente come una semplice cappella dipendente dalla pieve di Contignaco e solo successivamente passò sotto la prevostura di Borgo S. Donnino con l’elevazione al rango di parrocchia, non disgiunta da quella politica del suo castello; acquistò un nome di prestigio grazie ai feudatari Pallavicino per la propria posizione privilegiata. Nel 1950 sono stati ristrutturati la facciata, il campanile e l’ingresso alla sagrestia secondo la classica linea romanica.

Da una ricerca storico-critica effettuata presso l’Archivio della Curia Vescovile di Fidenza e presso la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Parma e Piacenza è stato possibile risalire ai principali interventi eseguiti in tempi più o meno recenti sul fabbricato. La chiesa è stata oggetto di una serie di interventi strutturali, documentati nel 1985 – 1987 – 2001 (successivamente ad un sisma del 1983 che provocò danni di media gravità).

Le ultime opere di restauro della chiesa hanno previsto interventi di consolidamento delle fondazioni, delle volte della navata e delle cappelle interne, della canonica e delle murature interne.

La sistemazione della volta del Fonte Battesimale è stata l’attività che più ha richiesto tempo ed energie a tutti i professionisti: il manufatto si presentava in condizioni critiche, con elevate fessurazioni e allo stesso tempo bisognava procedere con estrema cautela per non danneggiare ulteriormente gli affreschi della volta. Tramite attente operazioni, che hanno comportato anche la realizzazione di una centina lignea per la salvaguardia del manufatto, la volta è stata interamente consolidata. Si è proceduto poi a consolidare le fondazioni dei fronti nord-ovest (ovvero quello del portale di ingresso alla chiesa) e sud-ovest ed i paramenti murari di tutti i fronti. Il rafforzamento delle fondazioni ha comportato la demolizione con conseguente ripristino della pavimentazione esterna, mentre internamente l’edificio è stato oggetto di svariati interventi.

Si è ritenuto quindi di sostituire l’intera pavimentazione mantenendo formato e tipologia delle mattonelle esistenti (le cosiddette cementine) e riprendendo minuziosamente disegni e colori delle mattonelle originarie posate lungo l’altare, con l’intento di conferire uniformità ed omogeneità all’intero presbiterio.

Le stanze accessorie che ospitano la sacrestia, un ufficio, un deposito e lo stesso campanile sono stati anch’essi oggetto di manutenzione e di consolidamento.
Le cappelle laterali alla navata, che presentavano distacchi di intonaco, fessurazioni, macchie ed alterazioni cromatiche sono state sottoposte ad accurate operazioni di pulitura e ripristino.

Infine, l’impianto elettrico della chiesa e degli spazi accessori è stato interamente messo a norma.
Attualmente le operazioni di restauro si stanno concentrando sulla manutenzione dei dipinti, degli arredi e delle opere d’arte, mentre le opere murarie possono dirsi concluse. Sono state restaurate tutte le volte della chiesa, dipinte nel primo Novecento, e sono state riscoperte anche le decorazioni a motivi geometrici presenti nell’abside che erano state coperte da un tinteggio effettuato negli anni Ottanta. Sono state inoltre riportate all’antico splendore anche le cappelline laterali e le pareti della navata centrale. La ditta Conservart ha eseguito i lavori insieme ai tecnici del restauro Giancarlo Capitelli e Sergio Dinolfo. I tecnici incaricati per l’esecuzione dei lavori sono l’arch. Valentina Mancin e l’ing. Melissa Uni. E’ in previsione anche il restauro di due tele: una, regalata da Maria Luigia nel 1846, raffigura i santi Gervasio e Protasio mentre la seconda, di origine seicentesca, raffigura l’Ultima Cena.

Il parroco don Bogdan Wilczewski a nome dell’intera comunità ha rivolto ringraziamenti al Vescovo Ovidio e a quanti, con costanza, professionalità e impegno, hanno reso possibile il restauro della chiesa.

Martina Pacini

Il ricordo di Pierina Belli nelle parole del pronipote Egidio

Il 19 ottobre 1949 la Camera di Commercio, industria e agricoltura di Piacenza scrive al comune di Castelvetro Piacentino, chiedendo «[…] se la S.A. Cooperativa Lavoratrici dell’Ago, iscritta al n° 5204 del Registro delle ditte, con sede in frazione Croce S. Spirito, ha cessato o meno la sua attività. Dalla denuncia di esercizio presentata a suo tempo, risulta presidente tale Belli Pierina di Armando».

Al di là dell’errore nel nome, che invece di Armando era Alessandro, la Belli Pierina in questione era la mia prozia (anzi, pro-prozia, essendo zia di mio nonno) che, dopo aver fondato nel 1908 l’Unione Donne di Azione cattolica nella diocesi di Fidenza e a Croce S. Spirito, con l’aiuto di Mons. Allegri, nel 1912 fa aprire un asilo infantile con annessa una scuola di lavoro, fonda un Oratorio femminile e un teatrino funzionante nel 1913.

Durante la Grande guerra fonda l’ufficio “Notizie per militari e loro famiglie” e coordina la raccolta di mezzi e di indumenti per le famiglie bisognose Nel 1918 fonda la Gioventù Femminile di A.C. diocesana. Successivamente è segretaria del comitato “Profughi della disfatta di Caporetto”. Con padre Enrico Mauri lavora all’Opera “Madonnina del Grappa” per l’assistenza alle madri e alle vedove di guerra. Fonda una sezione dell’Opera a Castelvetro. Subito dopo la prima guerra mondiale aveva istituito, sempre a Corce S. Spirito, una biblioteca, un cinema, un doposcuola e la “Cooperativa Lavoratrici dell’Ago”. Finisce la Grande Guerra, inizia e finisce anche la Seconda guerra mondiale e Pierina Belli torna in “prima linea” con gli uffici notizie per i militari e le famiglie e con l’assistenza ai figli dei soldati al fronte. E arriviamo così al 1949, a quel 27 ottobre quando il comune di Castelvetro Piacentino invita Pierina Belli a presentarsi nell’ufficio segreteria. Lei risponde così: «Croce S. Spirito 28 ottobre 1949. Egregio Sig. Segretario, un impegno mi vieta di venire in ufficio come da invito in data 27/10. Le mando indicazioni per iscritto circa la Cooperativa dell’ago esistita in Croce vari anni or sono. Per le tassazioni ingiuste e retroattive imposte dal governo di allora (1926) appunto ideate (illeggibile) per far cadere le cooperative, anche la nostra non ha più potuto sostenersi ed è finita. Siccome ha avuto una specie di fallimento il curatore ne è stato il Dott. Marcello Dresda che della cessazione ha dato avviso ai competenti uffici, compreso il comune di Castelvetro il quale, forse, non avrà tenuto conto della comunicazione. Non ci sono altre notizie infrastanti al riguardo. La Cooperativa (Lavoratrici dell’ago ndr.) era stata istituita da sarte e cucitrici per economia nell’acquisto di generi di loro prima necessità. La ringrazio vivamente. Dev. Pierina Belli».

Nel frattempo, in tutti quegli anni, Pierina aveva continuato la sua personalissima “missione” e stava sostenendo con tutte le sue forze il seminario di Fidenza. Nel suo testamento spirituale ha scritto: «Ringrazio commossa il Signore, che accettando la mia nullità e un dolorosissimo sacrificio volontario, ha cosparso di grazie il mio cammino, nella mia diocesi e nella nostra Italia meravigliosa (continente ed isole) permettendomi di lavorare per Lui e la Sua Santa Chiesa, animando e sorreggendo la mia incapacità e dandomi sempre rassegnazione e pace nelle prove della vita. Amate Dio, amatevi fra di Voi e avrete la pace. Mi perdonino tutti se a volte li ho scontentati, pur amandoli molto». Oggi Pierina Belli è Serva di Dio.

                                                                                                 Egidio Bandini

8xmille alla Chiesa cattolica: con i contributi prosegue l’opera di restauro dei documenti in archivio

Anche quest’anno, grazie ai contributi dell’8xmille, prosegue l’opera di restauro dei documenti conservati nel nostro Archivio storico diocesano. Sono in tanti a non sapere che scegliere di destinare una quota Irpef alla Chiesa Cattolica permette di realizzare migliaia di progetti non solo per sostenere chi è più debole e in difficoltà, ma anche per salvaguardare e valorizzare i beni culturali ecclesiastici: chiese, quadri, statue, oggetti sacri e libri, ma anche documenti, che a pieno titolo rientrano tra i beni culturali. Un documento, infatti, nasce come strumento giuridico per attestare diritti e doveri e per comprovare un’attività ma, nel tempo, accresce la propria importanza culturale di testimonianza del passato e fonte per la storia. Gli archivi ecclesiastici, quindi, hanno un rilevante valore storico, sociale e religioso, riconosciuto in più occasioni dalla Chiesa e sancito anche dallo Stato italiano, che ne promuovono tutela e valorizzazione. Essi non conservano soltanto tracce delle vicende umane, ma in quanto luoghi della memoria delle comunità cristiane, svelano l’azione della divina Provvidenza nella storia, facendosi autentico strumento pastorale per una nuova evangelizzazione.

L’Archivio storico diocesano, che ha il compito di conservare, tutelare e valorizzare il patrimonio storico-documentario della nostra diocesi, da diversi anni investe le risorse derivate dall’8xmille soprattutto per finanziare progetti di salvaguardia e restauro dei documenti di cui è custode. I numerosi interventi hanno riguardato sia materiale cartaceo che pergamene deteriorati in seguito al bombardamento del Vescovado e dell’Archivio vescovile nel maggio del 1944, oppure a causa dell’usura, della cattiva conservazione o semplicemente dello scorrere del tempo.

 

Pergamene Monticelli 997 9 prima copia

(La pergamena prima del restauro)

Nell’ultimo biennio, in particolare, gli sforzi si sono concentrati nel recupero delle pergamene appartenenti all’Archivio parrocchiale di Monticelli d’Ongina, recentemente depositato dal parroco, don Stefano Bianchi, presso l’Archivio storico diocesano proprio per garantirne la migliore custodia, tutela e gestione. Si tratta di un gruppo di ventiquattro documenti, datati tra il secolo XV e il secolo XIX, di grande interesse per la storia di Monticelli e della sua collegiata, che si trovavano in uno stato di conservazione molto precario, con danni talora irreversibili, e sui quali è stato necessario intervenire con urgenza per preservarli da ulteriori guasti. Tra questi bolle e brevi pontifici per l’erezione, la dotazione e la conferma degli statuti della collegiata di San Lorenzo Martire, decreti relativi alle confraternite e indulgenze. L’intervento di restauro, a causa dell’entità della spesa, è stato diviso in due lotti ed è stato affidato al laboratorio “Cartantica”, con sede a Parma e specializzato nel settore, che ha già ultimato e consegnato la prima parte del lavoro.

Pergamene Monticelli 997 9 dopo copia

(La pergamena dopo il restauro)

 

I documenti, previa analisi per stabilire l’entità dei danni presenti dal punto di vista sia fisico che chimico e microbiologico, sono stati sottoposti a prove di solubilità di inchiostri e colori, sono stati puliti a secco a pennello, umidificati e spianati, sono quindi state risarcite con carta giapponese le eventuali lacune e sono stati suturati tagli e strappi. Anche i sigilli plumbei, quando presenti, sono stati puliti e, nel caso di sigilli in cera, si è provveduto anche a consolidarne i bordi per scongiurare ulteriori perdite. Nelle miniature sono stati consolidati i colori con fissaggio di pigmenti e oro. Per favorire la conservabilità nel tempo e preservare da danni futuri, il laboratorio ha anche provveduto a realizzare appositi contenitori in cartoncino acid- free impilabili e di misura adeguata alla cassettiera dove verranno riposti. Questi contenitori, inoltre, sono stati progettati per poter essere utilizzati anche nel corso di eventuali eventi espositivi.

Elena Nironi

 

 

COME FIRMARE - DESTINAZIONE 8XMILLE

Un piccolo gesto,
una grande missione

Non è una tassa, e a te non costa nulla. Con la tua firma per l’8xmille alla Chiesa cattolica potrai offrire formazione scolastica ai bambini, dare assistenza ad anziani e disabili, assicurare accoglienza ai più deboli, sostenere progetti di reinserimento lavorativo, e molto altro ancora. Firmare è molto semplice. Scopri come fare seguendo le istruzioni riportate di seguito.

Scheda allegata al Modello CU

Chi può firmare?

Coloro che possiedono solo redditi di pensione, di lavoro dipendente o assimilati, attestati dal modello CU e sono esonerati dalla presentazione della dichiarazione dei redditi.

Come scegliere?

Utilizzare l’apposita scheda allegata al modello CU e:

  1. nel riquadro relativo alla scelta per l’Otto per mille, firmare nella casella “Chiesa cattolica”, facendo attenzione a non invadere le altre caselle per non annullare la scelta.
  2. Firmare anche nello spazio "Firma" posto in basso nella scheda.

Nel caso in cui, per qualsiasi ragione, non si disponga della scheda allegata al modello CU, sarà possibile utilizzare per la scelta la apposita scheda presente all’interno del Modello REDDITI.

In tal caso, negli appositi spazi della scheda dovranno essere indicati anche il Codice Fiscale e le generalità del contribuente. Per effettuare la scelta:

1.         nel riquadro relativo alla scelta per l’Otto per mille, firmare nella casella “Chiesa cattolica”, facendo attenzione a non invadere le altre caselle per non annullare la scelta.

2.         Firmare anche nello spazio "Firma" posto in fondo alla scheda nel riquadro “RISERVATO AI CONTRIBUENTI ESONERATI”

La scheda è liberamente scaricabile dal sito internet dell’Agenzia delle Entrate (www.agenziaentrate.gov.it – sezione: cittadini – dichiarazioni ).

I tempi e modalità di consegna sono gli stessi di quelli previsti per la scheda allegata al Modello CU.

Quando e dove consegnare?

1. Consegnare entro il 30 novembre solo la scheda con la scelta, in una busta chiusa, che deve recare cognome, nome, codice fiscale del contribuente e la dicitura "SCELTA PER LA DESTINAZIONE DELL’OTTO, DEL CINQUE E DEL DUE PER MILLE DELL'IRPEF” secondo una delle seguenti modalità:

-    presso qualsiasi ufficio postale . Il servizio di ricezione è gratuito. L’ufficio postale rilascia una apposita ricevuta.

-    ad un intermediario abilitato alla trasmissione telematica (professionista, CAF). Gli intermediari devono rilasciare, anche se non richiesta,una ricevuta attestante l’impegno a trasmettere la scelta; inoltre hanno facoltà di accettare la scheda e possono chiedere un corrispettivo per il servizio.

2. Inoltre è possibile trasmettere la scelta direttamente via internet entro il 30 novembre.

  

Modello 730

Premessa

Il modello 730 precompilato viene messo a disposizione del contribuente, a partire dal 30 aprile, in un’apposita sezione del sito internet dell’Agenzia delle entrate (www.agenziaentrate.gov.it. – area riservata )

Si può accedere a questa sezione utilizzando:

un’identità SPID – Sistema pubblico d’identità digitale;

CIE - Carta di identità elettronica;

una Carta Nazionale dei Servizi.

Il contribuente può accedere alla propria dichiarazione precompilata anche tramite il proprio sostituto che presta assistenza fiscale oppure tramite un intermediario (Caf o un professionista abilitato).

In questo caso deve consegnare al sostituto o all’intermediario un’apposita delega per l’accesso al 730 precompilato.

Per chi è messo a disposizione il modello 730 precompilato?

Il 730 precompilato è messo a disposizione dei contribuenti che – oltre ai redditi di pensione, di lavoro dipendente o assimilati - possiedono altri redditi da dichiarare con questo modello e/o hanno oneri deducibili/detraibili, non hanno la partita IVA e possono avvalersi dell’assistenza fiscale del proprio sostituto d’imposta (datore di lavoro o ente pensionistico) oppure di un CAF o di un professionista abilitato .

Modalità di presentazione

Presentazione diretta all’Agenzia delle Entrate

Se il contribuente intende presentare il 730 precompilato direttamente tramite il sito internet dell’Agenzia delle entrate deve anche compilare il modello 730 – 1 con la scelta per la destinazione dell’8, del 5 e del 2 per mille dell’Irpef (anche se non esprime alcuna scelta).

Presentazione al sostituto d’imposta

Chi presenta la dichiarazione al proprio sostituto d’imposta deve consegnare la delega per l’accesso al modello 730 precompilato. Il medesimo sostituto acquisisce anche la scheda contenente la scelta per destinare l’8, il 5 e il 2 per mille dell’Irpef secondo le disposizioni indicate dallo specifico provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate, previsto dall’art. 37, comma 2-bis, lettera c-bis) del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, in materia di dematerializzazione delle schede relative alle scelte.

Presentazione al Caf o al professionista abilitato

Chi si rivolge a un Caf o a un professionista abilitato deve consegnare, oltre alla delega per l’accesso al modello 730 precompilato, il modello 730-1 con la scelta, in busta chiusa.

Il contribuente deve consegnare la scheda anche se non esprime alcuna scelta,indicando il codice fiscale ed i dati anagrafici.

Termine di presentazione

Il Modello 730 precompilato ed il modello 730-1 devono essere presentati al CAF o al professionista o al sostituto d’imposta entro il 30 settembre.

Inoltre, il contribuente può presentare all’Agenzia delle Entrate il modello 730 precompilato e il 730-1 direttamente via internet entro il 30 settembre.

I termini che scadono di sabato o in un giorno festivo sono prorogati al primo giorno feriale successivo.

 

Modello 730 ordinario (non precompilato)

Il contribuente non è obbligato ad utilizzare il modello 730 precompilato messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate. Può infatti presentare la dichiarazione dei redditi con le modalità ordinarie (utilizzando il modello 730 o il modello REDDITI).

Il contribuente per cui l’Agenzia delle entrate ha predisposto il modello 730 precompilato, ma ha percepito altri redditi che non possono essere dichiarati con il modello 730 (ad esempio redditi d’impresa), non può utilizzare il modello 730 precompilato, ma deve presentare la dichiarazione utilizzando il modello REDDITI ordinario o modificando il modello REDDITI precompilato.

Il contribuente per cui l’Agenzia delle Entrate non ha predisposto il modello 730 precompilato (ad esempio perché non è in possesso di alcun dato da riportare nella dichiarazione dei redditi) deve presentare la dichiarazione dei redditi con le modalità ordinarie utilizzando il modello 730, ove possibile, oppure il modello REDDITI.

A chi e quando si presenta

Il modello 730 ordinario, insieme al modello 730 1 – con la scelta ,può essere presentato al sostituto d’imposta che presta l’assistenza fiscale, al Caf o al professionista abilitato entro il 30 settembre

Modello REDDITI

La scelta viene effettuata utilizzando l’apposita scheda, presente all’interno del modello REDDITI, che è usata sia in caso di obbligo di presentazione della dichiarazione sia in caso di esonero.

Negli appositi spazi della scheda dovranno essere indicati anche il Codice Fiscale e le generalità del contribuente.

Chi può firmare?

I contribuenti che non scelgono di utilizzare il modello 730 per la dichiarazione dei redditi oppure i contribuenti che sono obbligati per legge a compilare il modello REDDITI.

Come scegliere?

Firmare nella casella “Chiesa cattolica” facendo attenzione a non invadere le altre caselle per non annullare la scelta, nell’apposito riquadro denominato "Scelta per la destinazione dell’Otto per mille dell’Irpef “ posto nella scheda.

Quando e dove consegnare?

  1. Il modello REDDITI e la scheda possono essere predisposti da qualsiasi intermediario abilitato alla trasmissione telematica (CAF, professionista), che provvederà anche all’invio della dichiarazione entro il 30 novembre. È importante comunque ricordare all’intermediario fiscale la propria scelta per la destinazione dell’Otto per mille.
  1. Chi invece predispone da solo il modello REDDITI , deve effettuare la consegna via internet entro il 30 novembre , ovvero, se non è obbligato all'invio telematico, presso qualsiasi ufficio postale dal 2 maggio al 30 giugno.
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