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"Ricominciare dall'Evangelo" - Lettera pastorale 2020-21 del Vescovo Ovidio

E' possibile leggere e scaricare qui la lettera pastorale 2020-2021 del Vescovo Ovidio dal titolo "Ricominciare dall'Evangelo". E' possibile rivolgersi al proprio parroco per avere una copia cartacea della lettera.

"Un progetto nitido e sapiente: rinnovare e rilanciare la vita e la missione della Chiesa di Fidenza sul modello della Chiesa degli Apostoli. Questo l’intento dichiarato da mons. Vezzoli nel consegnare alla Diocesi la sua Lettera pastorale 2020-21 dal titolo: “Ricominciare dall’Evangelo” in evidente continuità con quanto veniva indicato nella precedente Lettera pastorale 2018-20 “Unum est necessarium”. L’unica vera necessità – vi si diceva – è accogliere con accorto discernimento il segno per eccellenza, il Signore Gesù, compimento di ogni attesa. Si tratta ora di precisare meglio il fondamento e delineare le strutture portanti dell’edificio che si intende costruire o “ritrovare” per un’autentica “riforma della Chiesa”.

Come la Chiesa stessa ha appreso da Papa Giovanni XXIII e ha sperimentato nello spirito genuino del Concilio Vaticano II, si tratta di risalire alle origini, alle “fonti”, affinché “aggiornarsi” non significhi deviare sbagliando la strada.

“Ricominciare” dunque dall’Evangelo, dalla Persona umana e divina di Gesù Cristo, Parola di Dio fatta carne, morto e risorto, vivente nella Chiesa, operante nei sacramenti che danno salvezza e fanno crescere la comunità nuova dei figli di Dio, perennemente in missione nel mondo per annunciare e testimoniare una fraternità vera, per la civiltà dell’Amore. Punto di riferimento indicato dal Vescovo è il testo tratto dagli Atti degli Apostoli (2,42) con la rappresentazione delle quattro colonne fondamentali, sostegno della Chiesa di Gerusalemme, di quella di oggi e di sempre. Rivisitando questo edificio a quattro colonne incominciamo – quest’anno – dalla prima colonna: la Parola. L’anno prossimo sarà la volta della seconda: l’Eucarestia. L’anno seguente sosteremo sulla Preghiera, terza colonna. E infine sulla Fraternità ecclesiale, la quarta colonna. Tutto questo con l’aiuto di Dio.

Dal punto di vista redazionale, la Lettera pastorale presenta cinque capitoli: l’essenza della vita ecclesiale; la Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa; la missione evangelizzatrice del discepolo; la missione: compito costitutivo della Chiesa; la Chiesa, comunità di chiamati per la missione. Al termine di ogni capitolo vengono offerti suggerimenti utili per il discernimento, il confronto, la preghiera. Il cap. VI è costituito da indicazioni pastorali per un cammino di comunione. A conclusione della Lettera il Vescovo riporta una parola illuminante di Dietrich Bonhoeffer sul significato e sulla necessità del silenzio, atto a favorire il clima spirituale dell’ascolto. Anche il sacerdote e poeta Clemente Rebora in un celebre verso racconterà così l’evento decisivo della sua conversione: “E la Parola zittì chiacchiere mie”. (don Tarcisio Frontini)

 

Giornata a sostegno del nostro settimanale diocesano

“Il Risveglio” sta per entrare nel 122° anno di vita: un traguardo importante che ne fa uno dei settimanali diocesani più longevi in campo nazionale.

E’ l’occasione per ringraziare ancora una volta i nostri abbonati e lettori, vecchi e nuovi, senza i quali non potrebbe vivere. Fare un giornale è un’avventura straordinaria che continua ad appassionarci: vedere una pagina bianca che via via prende forma fino ad acquistare la sua compiutezza, costituisce sempre una grande emozione. Ma la passione non basta: occorre competenza sicura e impegno costante per aiutare il lettore ad orientarsi a contatto con una realtà sempre più complessa e difficile. Saper discernere i segni dei tempi a partire da Gesù Cristo, segno del tempo, è per i credenti un’arte difficile ma necessaria: in questo cammino ci ha aiutato il Vescovo Ovidio con la sua Lettera pastorale 2018-20 “Unum est necessarium”.
Per non smarrire la strada, come ci ricorda Papa Francesco nel suo messaggio inviato in occasione della 54° Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, “abbiamo bisogno di respirare la verità delle storie buone: storie che edificano, e non che distruggono; storie che ci facciano trovare le radici comuni e la forza di andare avanti insieme. Nella confusione delle voci e dei messaggi che ci circondano, abbiamo bisogno di una narrazione umana che parli di noi e del bello che ci abita. Una narrazione che racconti il nostro essere parte di un tessuto vivo e che riveli l’intreccio dei fili con i quali siamo collegati gli uni agli altri (…). I racconti plasmano le nostre convinzioni e i nostri comportamenti aiutandoci a capire e a dire chi siamo. Le storie di ogni tempo sono un “telaio” comune: uomini e donne che nella quotidianità inseguono un sogno e combattono il male, sospinti da una forza che li rende coraggiosi: quella dell’amore”. E con amore anche noi cerchiamo di raccontare la realtà radicata nel nostro territorio, quella della città e della diocesi di Fidenza.
Con gioia dunque comunichiamo che il Vescovo Ovidio ha accolto la richiesta avanzata dalla nostra redazione di istituire la Giornata a sostegno del “Risveglio”, indetta per domenica 22 novembre, giorno di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo. In questa occasione chiediamo l’aiuto di tutti per promuovere il nostro settimanale, diffonderlo e sostenerlo con il gesto concreto dell’abbonamento.

Le novità degli ultimi anni: nuova veste grafica, presenza sui social network e sito web

Nel corso del tempo, specialmente negli ultimi anni, la redazione, grazie anche al sostegno dell’editore, si è impegnata intensamente per rinnovarsi e per fornire contenuti con modalità diverse e con un’attenzione maggiore alle esigenze dei lettori.
Il primo passo è stato quello che ha portato, a partire dal giugno 2019, ad un cambiamento della veste grafica del nostro settimanale: si tratta sicuramente di un’impostazione più moderna, scorrevole e facilmente leggibile. E’ seguita poi nell’ottobre dello stesso anno la riattivazione della nostra pagina sul noto social network “Facebook” dopo qualche anno di abbandono. La risposta che abbiamo ricevuto dal pubblico è stata positiva e sempre in crescita, a dimostrazione di come l’informazione, nel tempo in cui viviamo, viaggi su tantissimi canali differenti dal cartaceo e possa raggiungere nello stesso istante persone di diversa età, formazione e preparazione culturale. E’ ciò che avviene, ad esempio, anche per le notizie che il nostro settimanale condivide, riguardanti la vita della Chiesa fidentina e di tutte le realtà parrocchiali e associative che in essa crescono e maturano: attraverso i social l’informazione da noi promossa raggiunge così un target di lettori che è ben diverso da quello costituito dai nostri fedeli abbonati. Questa analisi ci conferma nella convinzione che, contrariamente a quello che molti potrebbero pensare, l’informazione costante circa la vita della diocesi e le iniziative promosse al suo interno sono capaci di stimolare i lettori e di suscitare il loro interesse.
Alla riattivazione della pagina Facebook è seguita la creazione di un profilo su Instagram, social network al momento molto frequentato dai giovani. E sono proprio loro, futuri attori all’interno della società e della nostra Chiesa, che più ci stanno a cuore e che vorremmo raggiungere per mostrare una Chiesa fidentina inclusiva, in cammino e più attenta ai bisogni di ognuno.
Questo non può che spronarci a fare sempre meglio e ad impegnare tutte le risorse a nostra disposizione per raggiungere questi obiettivi.
L’ultimo grande traguardo in ordine di tempo è stata la creazione del sito web del “Risveglio” (www.ilrisvegliofidenza.it): si tratta di un importante strumento di diffusione della notizia al quale non si può rinunciare in quanto consente un’informazione aggiornata in tempo reale; peculiarità necessaria e sempre più richiesta dal lettore nel periodo storico in cui viviamo e che non sarebbe possibile su supporto cartaceo.
Nel nostro sito, inaugurato lo scorso 7 ottobre in concomitanza con le celebrazioni per il santo patrono Donnino Martire e con l’apertura del nuovo anno pastorale, è possibile leggere in tempo reale le principali notizie provenienti dalle parrocchie cittadine, dai movimenti e dalle associazioni che operano sul nostro territorio; le omelie del Vescovo e i suoi messaggi insieme ai sussidi proposti dagli uffici pastorali.
Con la creazione del sito è inoltre possibile sin da subito sottoscrivere o rinnovare un abbonamento in formato digitale (al costo ridotto di 30€): verranno fornite delle credenziali di accesso attraverso le quali sarà possibile scaricare o visionare le uscite settimanali in versione pdf.
Tante idee sono ancora in cantiere: ad esempio, la creazione di un canale Youtube e di una sezione del sito dedicata agli orari delle s. Messe.
Tutto, come sempre, si può migliorare. E proprio questo ci proponiamo di fare nello sforzo quotidiano di offrire ai lettori un’informazione sempre più al passo con le esigenze della società attuale.

Continuate a sostenerci!

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(in foto: la prima uscita del nostro settimanale diocesano nel 1899)

 

Umanità in cammino: il messaggio del Vescovo per il tempo di Avvento

«Alzo gli occhi verso i monti,
da dove mi verrà l’aiuto?
Il mio aiuto viene dal Signore
che ha fatto il cielo e la terra»

(Sal 121,1-2)

Il Salmo 121 (120) si offre come rilettura attualizzata della dimensione del pellegrinaggio che la tradizione cristiana degli inizi ha evidenziato, quale memoria vivente della condizione di ogni discepolo dell’evangelo. Il fondamento di questa condizione è ritrovato in Abramo, nostro padre nella fede, chiamato ad «uscire» in obbedienza alla Parola che l’ha raggiunto in modo inaspettato, fidandosi solo di colui che lo chiamava ad una promessa più grande (cfr. Gn 12,1-4; Eb 11,8).
Il tempo faticoso che l’umanità sta vivendo a causa della situazione sanitaria che tutti coinvolge, senza distinzione alcuna, ci impone una riflessione da credenti per non cadere in osservazioni scontate e senza efficacia. Papa Francesco, nell’omelia per la solennità di Pentecoste (31 maggio 2020), ammoniva con sapienza spirituale: «Peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla». Inoltrandoci nel tempo santo dell’Avvento del Signore, sostiamo per qualche istante riflettendo sulla vita come pellegrinaggio; si tratta di un aspetto non marginale che la precarietà e la vulnerabilità del momento ha messo particolarmente in evidenza.
La condizione del pellegrino è legata, anzitutto, alla rinuncia, ad un partire senza ritorno e all’accoglienza del rischio della libertà per l’inizio di una vita nuova, senza disprezzo né cinismo alcuno nei confronti della storia e del mondo. La condizione del pellegrino è legata anche alla vita di precarietà per imparare a desiderare ciò che è essenziale, sta a cuore a Dio e avere in sé il pensiero di Cristo. La precarietà, in tal senso, educa senza ingenuità alla preghiera come atto di affidamento all’Unico fedele alle sue promesse. La peregrinatio del cristiano è luogo di allenamento alla vigilanza su tutto ciò che può diventare tentazione di una dimora fissa, di un luogo di sicurezza ritrovata, di una stabilità che non permette più la dimensione dell’attendere nella fede una patria nei cieli.
La peregrinatio del discepolo costituisce quella condizione per la quale egli può mantenere un distacco profetico, quello spazio disincantato sulla realtà che gli consente una critica serena, senza amarezza né meschinità, nei confronti di tutto ciò che contraddice le esigenze dell’evangelo. Solo così il cristiano può indicare una parola ‘altra’ al mondo, lontana dai luoghi comuni e dalla tentazione di attrarre consensi e accomodamenti fine a se stessi. La peregrinatio propria del discepolo è la condizione per la quale si fuggono la fama, la gloria e la notorietà davanti agli altri. La condizione di pellegrini per la causa di Gesù e dell’Evangelo domanda la sapienza del silenzio e non la ricerca continua di chi possa parlare di noi; ciò evidenzia la necessità di imparare ad uscire da sé ogni giorno.
La Parola di Dio che si è fatta carne assumendo su di sé una condizione di caducità e di debolezza radicali ha raggiunto il vertice nella morte di croce del maledetto sfigurato a tal punto da non avere più alcuna parvenza umana (cfr. Is 52,14). Al cuore della peregrinatio del cristiano ci sta sempre la croce di Gesù il Figlio. Questo è il momento di comunione e di amore più eloquente di Dio verso l’umanità tutta. Questo è quanto il cristianesimo oggi intende ricordare a tutti credenti e no, indicando la conversione quale cammino necessario per un ritorno all’Unico.
Tutto ciò ci ricorda che nel cammino della vita umana e spirituale non vi sono mete definitivamente raggiunte una volta per sempre; tutto domanda di essere vagliato, passato ad una verifica attenta alla luce della Parola se non vogliamo cadere nell’indurimento, nel disprezzo dell’esistenza propria e degli altri, nello sguardo accusatorio verso il mondo in cui viviamo, nella ripetitività di una vita insipida e mediocre che non accoglie più la novità dell’Evangelo come buona notizia per l’oggi di ogni uomo. Permane sempre acuta la descrizione dell’identità del cristiano che ne fa l’autore della lettera Ad Diognetum:

«I cristiani né per regione né per lingua né per costumi sono da distinguere dagli altri uomini. Infatti non abitano città proprie, né usano un gergo che si differenzia, né conducono un genere di vita speciale. La loro dottrina non è nella scoperta del pensiero di uomini multiformi, né essi aderiscono ad una corrente filosofica umana, come fanno gli altri [...]. Vivono nella loro patria, ma come forestieri; partecipano a tutto come cittadini e da tutto sono distaccati come stranieri. Ogni patria straniera è patria loro, e ogni patria è straniera [...]. Dimorano nella terra, ma hanno la loro cittadinanza nel cielo [...]. I cristiani abitano nel mondo, ma non sono del mondo [...]. Vivono come stranieri tra le cose corruttibili attendendo l’incorruttibilità nei cieli» (V, 1-17; VI, 3.8).

Maria, vergine dell’Avvento, che ha fatto della sua vita un pellegrinaggio sotto la guida della Parola visitandola e rendendola Madre del Signore, interceda per noi e sostenga la nostra faticosa speranza.

+ Ovidio Vezzoli
vescovo di Fidenza

La nuova edizione del Messale Romano

E’ stata presentata a Papa Francesco il 28 agosto scorso la nuova edizione del Messale Romano. Insieme a lui erano presenti il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente dei vescovi italiani, e il gruppo di lavoro che ha realizzato l’opera. Papa Francesco ha ringraziato per il dono ricevuto, sottolineando l’importanza del lavoro svolto e la continuità nell’applicazione del Concilio. Il cardinale Bassetti, da parte sua, ha sottolineato che il libro del Messale “non è soltanto uno strumento liturgico, ma un riferimento puntuale e normativo che custodisce la ricchezza della tradizione vivente della Chiesa” e la sua riconsegna diventa “un’occasione preziosa di formazione per tutti i battezzati”. Le parrocchie e le diocesi potranno adottare fin da subito il nuovo testo, ma obbligatoriamente dalla prossima domenica di Pasqua (4 aprile 2021). La nuova versione è stata approvata secondo le delibere dell’Episcopato e ha ricevuto l’approvazione da Papa Francesco il 16 maggio 2019. Oltre alle variazioni e agli arricchimenti della terza edizione tipica latina, essa propone altri testi facoltativi di nuova composizione, che rispondono maggiormente al linguaggio e alle situazioni pastorali delle comunità e in gran parte già utilizzati a partire dalla seconda edizione in lingua italiana del 1983. Tra le innovazioni, peraltro già note, ci sarà anche la modifica al Padre Nostro (il “non ci indurre in tentazione” diventa “non abbandonarci alla tentazione”), mentre nel Gloria il “pace in terra agli uomini di buona volontà” è sostituito dall’espressione “pace in terra agli uomini, amati dal Signore”. Il Messale è edito dalla Fondazione di Religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena in un unico formato e sarà distribuito dalla Libreria Editrice Vaticana a partire dalla fine di settembre. Già diverse Diocesi hanno deciso di “adottare” il rinnovato Messale dalla prima domenica di Avvento, vale a dire dal 29 novembre. Così farà anche quella di Fidenza, dove le copie del Messale sono state consegnate il 13 ottobre scorso. Dal momento che l’uso di un nuovo libro liturgico è «segno di comunione ecclesiale», è stato raccomandato dalla Cei di non modificare per il momento la preghiera del Padre Nostro e il Gloria – due fra i cambiamenti che più coinvolgeranno il “popolo delle parrocchie” – in modo da evitare confusione e da scongiurare che in una chiesa si celebri l’Eucaristia con un testo e in un’altra con una diversa versione. Al fine di raggiungere una partecipazione attiva e degna di fede del clero fidentino, il Vescovo Ovidio presenterà la nuova edizione del Messale in diretta streaming dalla Cattedrale di Fidenza giovedì 19 novembre alle ore 20.30. “Potrà essere un’opportunità per accostare la ricchezza del testo e individuare modalità per un suo impiego non solo nell’ambito della celebrazione eucaristica, ma anche della formazione e della catechesi” ha sottolineato il Vescovo.

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