BannerTopDEF2

Martina Pacini

«Lenti alla meta»: una camminata sulla Via Francigena seguendo le orme dei pellegrini

Nella sala consiliare del municipio di Fidenza è stata presentata la camminata lungo la via Francigena di domenica 3 settembre, con partenza da Fidenza e arrivo a Medesano. 

Un percorso di 22 chilometri che, partendo da Fidenza, avrà inizio alle 8.30 e si svolgerà lungo un percorso misto asfalto-ghiaia-sterrato suddiviso in tre tappe: la prima di sette chilometri avrà come meta Siccomonte sulle prime colline, dopo altri dodici chilometri verso la seconda tappa raggiungerà Costamezzana, infine il percorso porterà al traguardo di Medesano nel primo pomeriggio, intorno alle 15.30. 

L'iniziativa, che rientra nell’ambito del Francigena Fidenza festival, è stata organizzata dal Comune di Fidenza e dal gruppo podistico Quadrifoglio, in collaborazione con Visit Emilia. Alla conferenza erano presenti l’assessore alla Cultura e progetto speciale via Francigena, Maria Pia Bariggi, il sindaco di Medesano, Michele Giovanelli, l’assessore alla Cultura e turismo di Noceto, Antonio Verderi e per il gruppo podistico Quadrifoglio, Antonio Gasparelli e Alfredo Biasoli.

L’assessore Maria Pia Bariggi ha illustrato la camminata spiegando che:

«Già il titolo è significativo in quanto sarà alla portata di chiunque voglia camminare in tranquillità. Attraverserà luoghi lungo la via Francigena: Fidenza, Noceto, Medesano. La camminata avrà inizio alle 8.30 e si svolgerà su un percorso misto, asfalto, ghiaia, sterrato».

Il sindaco di Medesano, Michele Giovanelli e l’assessore di Noceto, Antonio Verderi, hanno assicurato che i loro Comuni offriranno la massima collaborazione, a questa iniziativa:

«La via Francigena, porta turismo, promozione del territorio, collaborazione fra istituzioni. Insomma preziose occasioni per valorizzare i nostro luoghi».

I rappresentanti del gruppo podistico Quadrifoglio, Gasparelli e Biasoli confermano il massimo impegno per questa nuova iniziativa.
Le modalità operative 
Per affrontare questa camminata lenta si consigliano un equipaggiamento leggero, scarpe sportive, un abbigliamento comodo, scorte d'acqua e un telo termico.  All’arrivo sarà disponibile una navetta per il rientro a Fidenza.
Tenendo presente che è possibile iscriversi allo stand il 3 settembre a partire dalle 7.30 in Piazza Garibaldi a Fidenza, maggiori dettagli possiamo trovarli nel Regolamento ufficiale della camminata Fidenza-Medesano mentre ulteriori informazioni scrivere a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

 

A Besozzola la veglia di preghiera per il Creato

Il 1 settembre ricorre la Giornata per la Custodia del Creato che segna l'inizio del Tempo del Creato, che si conclude il 4 ottobre, festa liturgica di San Francesco d'Assisi.
Quest'anno il tema scelto è "Che scorrano la giustizia e la pace".
In Diocesi l'importante Giornata sarà ricordata mercoledì 6 settembre alle ore 20.30 presso la parrocchia di Besozzola.
Il vescovo Ovidio presiederà la veglia di preghiera.

Giornata per la Cura del Creato: il messaggio di Papa Francesco

MESSAGGIO DI SUA SANTITÀ
PAPA FRANCESCO
 
PER LA GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LA CURA DEL CREATO

1° settembre 2023

Cari fratelli e sorelle!

“Che scorrano la giustizia e la pace” è quest’anno il tema del Tempo ecumenico del Creato, ispirato dalle parole del profeta Amos: «Come le acque scorra il diritto e la giustizia come un torrente perenne» (5,24).

Questa espressiva immagine di Amos ci dice quello che Dio desidera. Dio vuole che regni la giustizia, che è essenziale per la nostra vita di figli a immagine di Dio come l’acqua lo è per la nostra sopravvivenza fisica. Questa giustizia deve emergere laddove è necessaria, non nascondersi troppo in profondità o svanire come acqua che evapora, prima di poterci sostenere. Dio vuole che ciascuno cerchi di essere giusto in ogni situazione, che si sforzi sempre di vivere secondo le sue leggi e di rendere quindi possibile alla vita di fiorire in pienezza. Quando cerchiamo prima di tutto il regno di Dio (cfr Mt 6,33), mantenendo una giusta relazione con Dio, l’umanità e la natura, allora la giustizia e la pace possono scorrere, come una corrente inesauribile di acqua pura, nutrendo l’umanità e tutte le creature.

Nel luglio 2022, in una bella giornata estiva, ho meditato su questi argomenti durante il mio pellegrinaggio sulle sponde del Lago Sant’Anna, nella provincia di Alberta, in Canada. Quel lago è stato ed è un luogo di pellegrinaggio per molte generazioni di indigeni. Come ho detto in quell’occasione, accompagnato dal suono dei tamburi: «Quanti cuori sono giunti qui desiderosi e ansimanti, gravati dai pesi della vita, e presso queste acque hanno trovato la consolazione e la forza per andare avanti! Anche qui, immersi nel creato, c’è un altro battito che possiamo ascoltare, quello materno della terra. E così come il battito dei bimbi, fin dal grembo, è in armonia con quello delle madri, così per crescere da esseri umani abbiamo bisogno di cadenzare i ritmi della vita a quelli della creazione che ci dà vita». [1]

In questo Tempo del Creato, soffermiamoci su questi battiti del cuore: il nostro, quello delle nostre madri e delle nostre nonne, il battito del cuore del creato e del cuore di Dio. Oggi essi non sono in armonia, non battono insieme nella giustizia e nella pace. A troppi viene impedito di abbeverarsi a questo fiume possente. Ascoltiamo pertanto l’appello a stare a fianco delle vittime dell’ingiustizia ambientale e climatica, e a porre fine a questa insensata guerra al creato.

Vediamo gli effetti di questa guerra in tanti fiumi che si stanno prosciugando. «I deserti esteriori si moltiplicano nel mondo, perché i deserti interiori sono diventati così ampi», ha affermato una volta Benedetto XVI. [2] Il consumismo rapace, alimentato da cuori egoisti, sta stravolgendo il ciclo dell’acqua del pianeta. L’uso sfrenato di combustibili fossili e l’abbattimento delle foreste stanno creando un innalzamento delle temperature e provocando gravi siccità. Spaventose carenze idriche affliggono sempre più le nostre abitazioni, dalle piccole comunità rurali alle grandi metropoli. Inoltre, industrie predatorie stanno esaurendo e inquinando le nostre fonti di acqua potabile con pratiche estreme come la fratturazione idraulica per l’estrazione di petrolio e gas, i progetti di mega-estrazione incontrollata e l’allevamento intensivo di animali. “Sorella acqua”, come la chiama San Francesco, viene saccheggiata e trasformata in «merce soggetta alle leggi del mercato» (Enc. Laudato si’, 30).

Il Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (IPCC) afferma che un’azione urgente per il clima può garantirci di non perdere l’occasione di creare un mondo più sostenibile e giusto. Possiamo, dobbiamo evitare che si verifichino le conseguenze peggiori. «È molto quello che si può fare!» (ibid., 180), se, come tanti ruscelli e torrenti, alla fine insieme confluiamo in un fiume potente per irrigare la vita del nostro meraviglioso pianeta e della nostra famiglia umana per le generazioni a venire. Uniamo le nostre mani e compiamo passi coraggiosi affinché la giustizia e la pace scorrano in tutta la Terra.

Come possiamo contribuire al fiume potente della giustizia e della pace in questo Tempo del Creato? Cosa possiamo fare noi, soprattutto come Chiese cristiane, per risanare la nostra casa comune in modo che torni a pullulare di vita? Dobbiamo decidere di trasformare i nostri cuori, i nostri stili di vita e le politiche pubbliche che governano le nostre società.

Per prima cosa, contribuiamo a questo fiume potente trasformando i nostri cuori. È essenziale se si vuole iniziare qualsiasi altra trasformazione. È la “conversione ecologica” che San Giovanni Paolo II ci ha esortato a compiere: il rinnovamento del nostro rapporto con il creato, affinché non lo consideriamo più come oggetto da sfruttare, ma al contrario lo custodiamo come dono sacro del Creatore. Rendiamoci conto, poi, che un approccio d’insieme richiede di praticare il rispetto ecologico su quattro vie: verso Dio, verso i nostri simili di oggi e di domani, verso tutta la natura e verso noi stessi.

Quanto alla prima di queste dimensioni, Benedetto XVI ha individuato un’urgente necessità di comprendere che Creazione e Redenzione sono inseparabili: «Il Redentore è il Creatore e se noi non annunciamo Dio in questa sua totale grandezza – di Creatore e di Redentore – togliamo valore anche alla Redenzione». [3] La creazione si riferisce al misterioso e magnifico atto di Dio di creare questo maestoso e bellissimo pianeta e questo universo dal nulla, e anche al risultato di quell’azione, tuttora in corso, che sperimentiamo come un dono inesauribile. Durante la liturgia e la preghiera personale nella «grande cattedrale del creato», [4] ricordiamo il Grande Artista che crea tanta bellezza e riflettiamo sul mistero della scelta amorosa di creare il cosmo.

In secondo luogo, contribuiamo al flusso di questo potente fiume trasformando i nostri stili di vita. Partendo dalla grata ammirazione del Creatore e del creato, pentiamoci dei nostri “peccati ecologici”, come avverte il mio fratello, il Patriarca Ecumenico Bartolomeo. Questi peccati danneggiano il mondo naturale e anche i nostri fratelli e le nostre sorelle. Con l’aiuto della grazia di Dio, adottiamo stili di vita con meno sprechi e meno consumi inutili, soprattutto laddove i processi di produzione sono tossici e insostenibili. Cerchiamo di essere il più possibile attenti alle nostre abitudini e scelte economiche, così che tutti possano stare meglio: i nostri simili, ovunque si trovino, e anche i figli dei nostri figli. Collaboriamo alla continua creazione di Dio attraverso scelte positive: facendo un uso il più moderato possibile delle risorse, praticando una gioiosa sobrietà, smaltendo e riciclando i rifiuti e ricorrendo ai prodotti e ai servizi sempre più disponibili che sono ecologicamente e socialmente responsabili.

Infine, affinché il potente fiume continui a scorrere, dobbiamo trasformare le politiche pubbliche che governano le nostre società e modellano la vita dei giovani di oggi e di domani. Politiche economiche che favoriscono per pochi ricchezze scandalose e per molti condizioni di degrado decretano la fine della pace e della giustizia. È ovvio che le Nazioni più ricche hanno accumulato un “debito ecologico” ( Laudato si’, 51). [5] I leader mondiali presenti al vertice COP28, in programma a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre di quest’anno, devono ascoltare la scienza e iniziare una transizione rapida ed equa per porre fine all’era dei combustibili fossili. Secondo gli impegni dell’Accordo di Parigi per frenare il rischio del riscaldamento globale, è un controsenso consentire la continua esplorazione ed espansione delle infrastrutture per i combustibili fossili. Alziamo la voce per fermare questa ingiustizia verso i poveri e verso i nostri figli, che subiranno gli impatti peggiori del cambiamento climatico. Faccio appello a tutte le persone di buona volontà affinché agiscano in base a questi orientamenti sulla società e sulla natura.

Un’altra prospettiva parallela è specifica dell’impegno della Chiesa cattolica per la sinodalità. Quest’anno, la chiusura del Tempo del Creato, il 4 ottobre, festa di San Francesco, coinciderà con l’apertura del Sinodo sulla Sinodalità. Come i fiumi che sono alimentati da mille minuscoli ruscelli e torrenti più grandi, il processo sinodale iniziato nell’ottobre 2021 invita tutte le componenti, a livello personale e comunitario, a convergere in un fiume maestoso di riflessione e rinnovamento. Tutto il Popolo di Dio viene accolto in un coinvolgente cammino di dialogo e conversione sinodale.

Allo stesso modo, come un bacino fluviale con i suoi tanti affluenti grandi e piccoli, la Chiesa è una comunione di innumerevoli Chiese locali, comunità religiose e associazioni che si alimentano della stessa acqua. Ogni sorgente aggiunge il suo contributo unico e insostituibile, finché tutte confluiscono nel vasto oceano dell’amore misericordioso di Dio. Come un fiume è fonte di vita per l’ambiente che lo circonda, così la nostra Chiesa sinodale dev’essere fonte di vita per la casa comune e per tutti coloro che vi abitano. E come un fiume dà vita a ogni sorta di specie animale e vegetale, così una Chiesa sinodale deve dare vita seminando giustizia e pace in ogni luogo che raggiunge.

Nel luglio 2022 in Canada, ho ricordato il Mare di Galilea dove Gesù ha guarito e consolato tanta gente, e dove ha proclamato “una rivoluzione d’amore”. Ho appreso che il Lago Sant’Anna è anche un luogo di guarigione, consolazione e amore, un luogo che «ci ricorda che la fraternità è vera se unisce i distanti, che il messaggio di unità che il Cielo invia in terra non teme le differenze e ci invita alla comunione, alla comunione delle differenze, per ripartire insieme, perché tutti – tutti! – siamo pellegrini in cammino». [6]

In questo Tempo del Creato, come seguaci di Cristo nel nostro comune cammino sinodale, viviamo, lavoriamo e preghiamo perché la nostra casa comune abbondi nuovamente di vita. Lo Spirito Santo aleggi ancora sulle acque e ci guidi a «rinnovare la faccia della terra» (cfr Sal 104,30).

Roma, San Giovanni in Laterano, 13 maggio 2023

FRANCESCO

8xmille alla Chiesa cattolica: con i contributi eseguito il restauro nella chiesa di Tabiano Castello

Si sono conclusi da poco gli interventi per il restauro e il risanamento conservativo della chiesa di Tabiano Castello dedicata ai santi Gervasio e Protasio. Una parte di questi interventi è stata possibile grazie all’interessamento del Vescovo Ovidio e ai fondi dell’8xmille che la Cei ogni anno destina alle Diocesi.

La Chiesa venne edificata inizialmente come una semplice cappella dipendente dalla pieve di Contignaco e solo successivamente passò sotto la prevostura di Borgo S. Donnino con l’elevazione al rango di parrocchia, non disgiunta da quella politica del suo castello; acquistò un nome di prestigio grazie ai feudatari Pallavicino per la propria posizione privilegiata. Nel 1950 sono stati ristrutturati la facciata, il campanile e l’ingresso alla sagrestia secondo la classica linea romanica.

Da una ricerca storico-critica effettuata presso l’Archivio della Curia Vescovile di Fidenza e presso la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Parma e Piacenza è stato possibile risalire ai principali interventi eseguiti in tempi più o meno recenti sul fabbricato. La chiesa è stata oggetto di una serie di interventi strutturali, documentati nel 1985 – 1987 – 2001 (successivamente ad un sisma del 1983 che provocò danni di media gravità).

Le ultime opere di restauro della chiesa hanno previsto interventi di consolidamento delle fondazioni, delle volte della navata e delle cappelle interne, della canonica e delle murature interne.

La sistemazione della volta del Fonte Battesimale è stata l’attività che più ha richiesto tempo ed energie a tutti i professionisti: il manufatto si presentava in condizioni critiche, con elevate fessurazioni e allo stesso tempo bisognava procedere con estrema cautela per non danneggiare ulteriormente gli affreschi della volta. Tramite attente operazioni, che hanno comportato anche la realizzazione di una centina lignea per la salvaguardia del manufatto, la volta è stata interamente consolidata. Si è proceduto poi a consolidare le fondazioni dei fronti nord-ovest (ovvero quello del portale di ingresso alla chiesa) e sud-ovest ed i paramenti murari di tutti i fronti. Il rafforzamento delle fondazioni ha comportato la demolizione con conseguente ripristino della pavimentazione esterna, mentre internamente l’edificio è stato oggetto di svariati interventi.

Si è ritenuto quindi di sostituire l’intera pavimentazione mantenendo formato e tipologia delle mattonelle esistenti (le cosiddette cementine) e riprendendo minuziosamente disegni e colori delle mattonelle originarie posate lungo l’altare, con l’intento di conferire uniformità ed omogeneità all’intero presbiterio.

Le stanze accessorie che ospitano la sacrestia, un ufficio, un deposito e lo stesso campanile sono stati anch’essi oggetto di manutenzione e di consolidamento.
Le cappelle laterali alla navata, che presentavano distacchi di intonaco, fessurazioni, macchie ed alterazioni cromatiche sono state sottoposte ad accurate operazioni di pulitura e ripristino.

Infine, l’impianto elettrico della chiesa e degli spazi accessori è stato interamente messo a norma.
Attualmente le operazioni di restauro si stanno concentrando sulla manutenzione dei dipinti, degli arredi e delle opere d’arte, mentre le opere murarie possono dirsi concluse. Sono state restaurate tutte le volte della chiesa, dipinte nel primo Novecento, e sono state riscoperte anche le decorazioni a motivi geometrici presenti nell’abside che erano state coperte da un tinteggio effettuato negli anni Ottanta. Sono state inoltre riportate all’antico splendore anche le cappelline laterali e le pareti della navata centrale. La ditta Conservart ha eseguito i lavori insieme ai tecnici del restauro Giancarlo Capitelli e Sergio Dinolfo. I tecnici incaricati per l’esecuzione dei lavori sono l’arch. Valentina Mancin e l’ing. Melissa Uni. E’ in previsione anche il restauro di due tele: una, regalata da Maria Luigia nel 1846, raffigura i santi Gervasio e Protasio mentre la seconda, di origine seicentesca, raffigura l’Ultima Cena.

Il parroco don Bogdan Wilczewski a nome dell’intera comunità ha rivolto ringraziamenti al Vescovo Ovidio e a quanti, con costanza, professionalità e impegno, hanno reso possibile il restauro della chiesa.

Martina Pacini

Sottoscrivi questo feed RSS