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Martina Pacini

Sabato 1 ottobre in San Michele il conferimento dell'Accolitato al seminarista Vincenzo Cristaldi

Sabato 1 ottobre alle ore 18 presso la chiesa di San Michele Arcangelo in Fidenza, il Vescovo Ovidio conferirà il ministero dell'Accolitato al seminarista Vincenzo Cristaldi.
In foto: al centro Vincenzo nel giorno dell'ammissione agli ordini sacri alla presenza del Vescovo Ovidio, del Vicario generale, di tutti i seminaristi che studiano presso il Collegio Alberoni di Piacenza e del Rettore p. Erminio Antonello.

San Donnino, maestro di preghiera, testimone di Cristo

Solennità di S. Donnino martire (9 ottobre 2022)

San Donnino, maestro di preghiera, testimone di Cristo

 

L’apostolo Paolo ammonisce che:

«lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza , perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili» (Rm 8,26-27).

L’umanità oggi esprime tutta la sua fatica del vivere, ma al contempo non rinuncia alla ricerca della verità e del senso dell’esistenza. In questa prospettiva, la nostra è una umanità che non ha smarrito il senso del primato dello spirituale anche se alcune volte lo cerca per vie tortuose, imboccando forme di sincretismo religioso che tutto generalizza o facendosi discepola di personalità più preoccupate di ostentare se stesse che di prendersi cura dell’altro nella libertà. Oggi i discepoli del Signore hanno ancora qualcosa da dire all’umanità anche relativamente alla preghiera; ciò essi intendono proporre senza arroganza di possedere una verità assoluta, ma indicando in Gesù di Nazareth, il Figlio di Dio, la via, la verità e la vita (cfr. Gv 14,6); è lui il vero modello della preghiera che ci insegna l’arte dello stare davanti a Dio senza fughe mistiche; ci educa a stare nel mondo da discepoli, ma con l’atteggiamento di chi intercede misericordia per tutti. La preghiera cristiana è autentica scuola di spiritualità, ma anche di umanità, di audace speranza e di compassione verso tutti. La prima missione affidata ai credenti è la preghiera incessante alla quale nulla va anteposto. La preghiera esige questo primato nella vita di ogni discepolo. Come si scandisce questo servizio dell’orazione che la comunità offre davanti a Dio per il mondo intero?

Anzitutto, nella fedeltà e nell’assiduità alla preghiera comunitaria ecclesiale che trova i suoi momenti decisivi nelle Lodi del mattino e nel Vespro. I cristiani sono costituiti sentinelle pronte a vegliare nella notte di ogni tempo e in ogni momento per rendere sempre più vivo il memoriale di Cristo e della sua presenza misericordiosa. La preghiera della Chiesa è l’opera di Dio alla quale nulla può essere anteposto; è vera adorazione del Vivente in mezzo a noi al quale cerchiamo, per grazia, di conformare la nostra povera umanità. Non va disatteso che la sola presenza laddove la Chiesa si riunisce è già una lode al Signore unico, che tutto vede e scruta nel segreto di ogni cuore.

La preghiera ecclesiale, in secondo luogo, trova nell’eucaristia la sua espressione fondamentale perché è la Parola fatta carne che si fa dono. All’eucaristia, memoriale della pasqua del Signore, vanno ricondotti tutta la nostra giornata, il nostro lavoro e le nostre relazioni. Parola ed eucaristia costituiscono la vera identità della preghiera, ma anche della Chiesa stessa perché richiede nuova coerenza, quella scaturita dalla consegna della vita del Signore, pane spezzato e sangue versato. Parola ed eucaristia vincono tutte le nostre pigrizie e le nostre debolezze, realizzano la comunione fraterna oltre ogni divisione, conflitto e discordia. 

Non va dimenticato, in terzo luogo, che è propria del discepolo anche la preghiera personale in comunione con tutti. Se intendiamo vivere alla presenza del Signore ogni giorno è necessario pregare nel silenzio, nell’umiltà, come Gesù stesso più volte ha indicato ai suoi (cfr. Lc 6,12; 9,28). L’aridità spirituale potrebbe condurci a ritenere la preghiera inutile, inefficace, abitudinaria; eppure non va dimenticato che è nell’esperienza della lotta che molti cercatori di Dio lo hanno trovato; nella notte della fede, in un silenzio implorante, in un incontro fatto presenza essi lo hanno compreso come Padre provvidente. Non va nemmeno disatteso il fatto che la preghiera personale è necessaria per sostenere quella della Chiesa. Il primato dell’orazione, pertanto, richiama la preghiera incessante (cfr. 1Ts 5,17), in ogni tempo, nella speranza, nel silenzio, nell’ascolto, nell’attesa oltre ogni tentazione di ridurre la vita del discepolo ad un attivismo inconcludente.

Il primato della preghiera, infine, rivela un cammino di ricerca di pace interiore davanti a Dio e al mondo; esso educa pazientemente all’ascolto dell’Unico e dei fratelli e sorelle che con noi condividono lo stesso cammino di crescita nella fede, in un’unica speranza che non delude e nella fedeltà alla Parola. Il primato della preghiera ricorda a ciascuno di noi che l’orazione è parte costitutiva della nostra chiamata e della missione in comunione con la Chiesa. La preghiera fa memoria a ciascuno di noi che solo così si è in tutto orientati al compimento della Parola, alla ricerca del volto del Signore nell’altro e nell’attesa perseverante di Colui che viene sempre. La comunità cristiana degli inizi si connota per l’assiduità alla preghiera davanti a Dio (cfr. At 1,14; 2,42); essa, infatti, rivela la natura di una Chiesa che cammina in una speranza audace, attende e vive nell’obbedienza all’unica volontà di Dio manifestata in Gesù il crocifisso, risorto e atteso come veniente. Laddove poteva presentarsi la tentazione di agire secondo modalità umane o secondo criteri legati all’efficienza del mondo e alla visibilità incondizionata, la comunità degli inizi intravede la necessità di stare davanti a Dio perché sia Lui a manifestare la sua volontà. Vivere il quotidiano alla presenza del Signore non è segno di spiritualismo esasperato; non è indice di inattività, di abbandono alla fatalità o traccia di disinteresse rispetto alle urgenze dell’apostolato, dell’annuncio dell’evangelo, della carità verso il prossimo. Al contrario, la preghiera è segno che rimanda al per primo di Dio, Signore della storia che conosce il cuore di tutti. Una Chiesa in preghiera si sottopone al giudizio del suo Signore perché sia lui ad indicarle la strada, ma anche le modalità con le quali annunciare e testimoniare la sua presenza compassionevole in una umanità che cammina tra l’indifferenza e la ricerca di senso del segno del tempo.

Con questi atteggiamenti la Chiesa che è in Fidenza si dispone a celebrare la solennità del patrono e martire di Cristo, San Donnino. Non è casuale, infatti, che uno dei bassorilievi antelamici che decorano il portale della cattedrale fidentina rappresenti il martire Donnino in atteggiamento orante con lo sguardo rivolto in modo deciso verso colui che è la via, la verità e la vita. Il martire Donnino ci insegni la difficile arte della preghiera e ci educhi a volgere le nostre povere vite al Signore unico della storia e del tempo.

+ Ovidio Vezzoli

vescovo di Fidenza

Celebrazioni in occasione della festa patronale di San Donnino Martire

Anche quest’anno in occasione della festa patronale di San Donnino Martire è ricco il programma delle celebrazioni.

Sabato 8 ottobre alle ore 17 Primi Vespri solenni nella Cripta della Cattedrale. Seguirà alle ore 18 la santa Messa vigiliare presieduta da don Gianemilio Pedroni, Vicario generale della Diocesi.

Domenica 9 ottobre, giorno in cui la Chiesa fidentina fa memoria del santo patrono Donnino Martire, alle ore 10.30 avrà luogo in Cattedrale il solenne pontificale presieduto da S.E. Rev.ma mons. Mario Toso, Vescovo di Faenza-Modigliana. Alle ore 17 Secondi Vespri solenni in Cripta, mentre alle ore 18 la Santa Messa della sera sarà presieduta dal Vescovo di Fidenza, S.E. Rev.ma mons. Ovidio Vezzoli. Infine in occasione dell’inaugurazione del restaurato organo Serassi-Tamburini della Cattedrale, alle ore 21 verrà eseguito un concerto diretto dal Maestro Fausto Caporali insieme a un quintetto di ottoni. Durante il concerto saranno eseguite musiche di Georg Friedrich Haendel, Ottorino Respighi, Franz Liszt e Giuseppe Verdi. Caporali si esibirà anche nell'improvvisazione, arte in cui ha dato prova in più occasioni di essere indiscusso maestro.

Dichiarazione del Cardinale Presidente dopo il voto

 Pubblichiamo il testo della dichiarazione del Cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI, dopo le elezioni politiche di domenica 25 settembre 2022:
“L’Italia ha bisogno dell’impegno di ciascuno, di responsabilità e di partecipazione”. Nell’appello del Consiglio Episcopale Permanente, diffuso alla vigilia delle elezioni, abbiamo sottolineato quanto sia importante essere partecipi del futuro del Paese. Purtroppo, dobbiamo registrare con preoccupazione il crescente astensionismo, che ha caratterizzato questa tornata elettorale, raggiungendo livelli mai visti in passato. È il sintomo di un disagio che non può essere archiviato con superficialità e che deve invece essere ascoltato. Per questo, rinnoviamo con ancora maggiore convinzione l’invito a “essere protagonisti del futuro”, nella consapevolezza che sia necessario ricostruire un tessuto di relazioni umane, di cui anche la politica non può fare a meno. 
Agli eletti chiediamo di svolgere il loro mandato come “un’alta responsabilità”, al servizio di tutti, a cominciare dai più deboli e meno garantiti. Come abbiamo ricordato nell’appello, “l’agenda dei problemi del nostro Paese è fitta: le povertà in aumento costante e preoccupante, l’inverno demografico, la protezione degli anziani, i divari tra i territori, la transizione ecologica e la crisi energetica, la difesa dei posti di lavoro, soprattutto per i giovani, l’accoglienza, la tutela, la promozione e l’integrazione dei migranti, il superamento delle lungaggini burocratiche, le riforme dell’espressione democratica dello Stato e della legge elettorale”. Sono alcune delle sfide che il Paese è chiamato ad affrontare fin da subito. Senza dimenticare che la guerra in corso e le sue pesanti conseguenze richiedono un impegno di tutti e in piena sintonia con l’Europa.
La Chiesa, come già ribadito, “continuerà a indicare, con severità se occorre, il bene comune e non l’interesse personale, la difesa dei diritti inviolabili della persona e della comunità”.
Da parte sua, nel rispetto delle dinamiche democratiche e nella distinzione dei ruoli, non farà mancare il proprio contributo per la promozione di una società più giusta e inclusiva.
 
(Foto Siciliani-Gennari/SIR)
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