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Festa patronale di San Vitale Martire a Salsomaggiore Terme

In occasione della festa patronale di San Vitale, come da tradizione domenica 28 aprile alle ore 18 il Vescovo Ovidio presiederà la celebrazione eucaristica nella chiesa di San Vitale. Insieme a lui saranno presenti i sacerdoti e i diaconi del Vicariato.

Vidalenzo: il 27 aprile conferimento del Lettorato a fratel Massimo Cavallaro

Il 27 aprile grande festa per la piccola famiglia monastica benedettina 'Custodi del divino amore'.
Sabato 27 aprile alle ore 17.30 presso la chiesa di S. Cristoforo Martire a Vidalenzo (Bassa P.se) fratel Massimo Cavallaro riceverà il Ministero del Lettorato. Gli sarà conferito dalle mani del vescovo Ovidio, che presiederà anche la celebrazione eucaristica.
Nato a Roma nel 1968, fratel Massimo è attualmente coadiutore di p. Mario Masiello in parrocchia, oltre a essere membro dell’equipe vocazionale diocesana e della Commissione per i Ministeri e gli Ordini Sacri.

Parrocchia di S. Vitale, l’1 maggio pellegrinaggio nel nome di Maria

Come da tradizione, in occasione dell’inizio del mese di maggio dedicato a Maria Vergine, la parrocchia di San Vitale in Salsomaggiore Terme promuove un pellegrinaggio sul tema “Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio”. L’appuntamento è per mercoledì 1 maggio con ritrovo alle ore 8.30 davanti alla chiesa del Sacro Cuore a Tabiano. Per chi lo desidera è previsto anche un secondo punto di ritrovo a Pieve Cusignano alle ore 10; i due gruppi, insieme, proseguiranno fino al santuario di Montemanulo dove alle ore 12.30 avrà luogo la s. Messa. Seguirà un pomeriggio di giochi insieme.

Il messaggio di Papa Francesco per la 61ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni

Chiamati a seminare la speranza e a costruire la pace
 

Cari fratelli e sorelle!

La Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni ci invita, ogni anno, a considerare il dono prezioso della chiamata che il Signore rivolge a ciascuno di noi, suo popolo fedele in cammino, perché possiamo prendere parte al suo progetto d’amore e incarnare la bellezza del Vangelo nei diversi stati di vita. Ascoltare la chiamata divina, lungi dall’essere un dovere imposto dall’esterno, magari in nome di un’ideale religioso; è invece il modo più sicuro che abbiamo di alimentare il desiderio di felicità che ci portiamo dentro: la nostra vita si realizza e si compie quando scopriamo chi siamo, quali sono le nostre qualità, in quale campo possiamo metterle a frutto, quale strada possiamo percorrere per diventare segno e strumento di amore, di accoglienza, di bellezza e di pace, nei contesti in cui viviamo.
Così, questa Giornata è sempre una bella occasione per ricordare con gratitudine davanti al Signore l’impegno fedele, quotidiano e spesso nascosto di coloro che hanno abbracciato una chiamata che coinvolge tutta la loro vita. Penso alle mamme e ai papà che non guardano anzitutto a sé stessi e non seguono la corrente di uno stile superficiale, ma impostano la loro esistenza sulla cura delle relazioni, con amore e gratuità, aprendosi al dono della vita e ponendosi al servizio dei figli e della loro crescita. Penso a quanti svolgono con dedizione e spirito di collaborazione il proprio lavoro; a coloro che si impegnano, in diversi campi e modi, per costruire un mondo più giusto, un’economia più solidale, una politica più equa, una società più umana: a tutti gli uomini e le donne di buona volontà che si spendono per il bene comune. Penso alle persone consacrate, che offrono la propria esistenza al Signore nel silenzio della preghiera come nell’azione apostolica, talvolta in luoghi di frontiera e senza risparmiare energie, portando avanti con creatività il loro carisma e mettendolo a disposizione di coloro che incontrano. E penso a coloro che hanno accolto la chiamata al sacerdozio ordinato e si dedicano all’annuncio del Vangelo e spezzano la propria vita, insieme al Pane eucaristico, per i fratelli, seminando speranza e mostrando a tutti la bellezza del Regno di Dio.
Ai giovani, specialmente a quanti si sentono lontani o nutrono diffidenza verso la Chiesa, vorrei dire: lasciatevi affascinare da Gesù, rivolgetegli le vostre domande importanti, attraverso le pagine del Vangelo, lasciatevi inquietare dalla sua presenza che sempre ci mette beneficamente in crisi. Egli rispetta più di ogni altro la nostra libertà, non si impone ma si propone: lasciategli spazio e troverete la vostra felicità nel seguirlo e, se ve lo chiederà, nel donarvi completamente a Lui.

Un popolo in cammino
La polifonia dei carismi e delle vocazioni, che la Comunità cristiana riconosce e accompagna, ci aiuta a comprendere pienamente la nostra identità di cristiani: come popolo di Dio in cammino per le strade del mondo, animati dallo Spirito Santo e inseriti come pietre vive nel Corpo di Cristo, ciascuno di noi si scopre membro di una grande famiglia, figlio del Padre e fratello e sorella dei suoi simili. Non siamo isole chiuse in sé stesse, ma siamo parti del tutto. Perciò, la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni porta impresso il timbro della sinodalità: molti sono i carismi e siamo chiamati ad ascoltarci reciprocamente e a camminare insieme per scoprirli e per discernere a che cosa lo Spirito ci chiama per il bene di tutti.
Nel presente momento storico, poi, il cammino comune ci conduce verso l’Anno Giubilare del 2025. Camminiamo come pellegrini di speranza verso l’Anno Santo, perché nella riscoperta della propria vocazione e mettendo in relazione i diversi doni dello Spirito, possiamo essere nel mondo portatori e testimoni del sogno di Gesù: formare una sola famiglia, unita nell’amore di Dio e stretta nel vincolo della carità, della condivisione e della fraternità.
Questa Giornata è dedicata, in particolare, alla preghiera per invocare dal Padre il dono di sante vocazioni per l’edificazione del suo Regno: «Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!» (Lc 10,2). E la preghiera – lo sappiamo – è fatta più di ascolto che di parole rivolte a Dio. Il Signore parla al nostro cuore e vuole trovarlo aperto, sincero e generoso. La sua Parola si è fatta carne in Gesù Cristo, il quale ci rivela e ci comunica tutta la volontà del Padre. In quest’anno 2024, dedicato proprio alla preghiera in preparazione al Giubileo, siamo chiamati a riscoprire il dono inestimabile di poter dialogare con il Signore, da cuore a cuore, diventando così pellegrini di speranza, perché «la preghiera è la prima forza della speranza. Tu preghi e la speranza cresce, va avanti. Io direi che la preghiera apre la porta alla speranza. La speranza c’è, ma con la mia preghiera apro la porta» (Catechesi, 20 maggio 2020).

Pellegrini di speranza e costruttori di pace
Ma cosa vuol dire essere pellegrini? Chi intraprende un pellegrinaggio cerca anzitutto di avere chiara la meta, e la porta sempre nel cuore e nella mente. Allo stesso tempo, però, per raggiungere quel traguardo, occorre concentrarsi sul passo presente, per affrontare il quale bisogna essere leggeri, spogliarsi dei pesi inutili, portare con sé l’essenziale e lottare ogni giorno perché la stanchezza, la paura, l’incertezza e le oscurità non blocchino il cammino intrapreso. Così, essere pellegrini significa ripartire ogni giorno, ricominciare sempre, ritrovare l’entusiasmo e la forza di percorrere le varie tappe del percorso che, nonostante le fatiche e le difficoltà, sempre aprono davanti a noi orizzonti nuovi e panorami sconosciuti.
Il senso del pellegrinaggio cristiano è proprio questo: siamo posti in cammino alla scoperta dell’amore di Dio e, nello stesso tempo, alla scoperta di noi stessi, attraverso un viaggio interiore ma sempre stimolato dalla molteplicità delle relazioni. Dunque, pellegrini perché chiamati: chiamati ad amare Dio e ad amarci gli uni gli altri. Così, il nostro camminare su questa terra non si risolve mai in un affaticarsi senza scopo o in un vagare senza meta; al contrario, ogni giorno, rispondendo alla nostra chiamata, cerchiamo di fare i passi possibili verso un mondo nuovo, dove si viva in pace, nella giustizia e nell’amore. Siamo pellegrini di speranza perché tendiamo verso un futuro migliore e ci impegniamo a costruirlo lungo il cammino.
Questo è, alla fine, lo scopo di ogni vocazione: diventare uomini e donne di speranza. Come singoli e come comunità, nella varietà dei carismi e dei ministeri, siamo tutti chiamati a “dare corpo e cuore” alla speranza del Vangelo in un mondo segnato da sfide epocali: l’avanzare minaccioso di una terza guerra mondiale a pezzi; le folle di migranti che fuggono dalla loro terra alla ricerca di un futuro migliore; il costante aumento dei poveri; il pericolo di compromettere in modo irreversibile la salute del nostro pianeta. E a tutto ciò si aggiungono le difficoltà che incontriamo quotidianamente e che, a volte, rischiano di gettarci nella rassegnazione o nel disfattismo.
In questo nostro tempo, allora, è decisivo per noi cristiani coltivare uno sguardo pieno di speranza, per poter lavorare con frutto, rispondendo alla vocazione che ci è stata affidata, al servizio del Regno di Dio, Regno di amore, di giustizia e di pace. Questa speranza – ci assicura San Paolo – «non delude» (Rm 5,5), perché si tratta della promessa che il Signore Gesù ci ha fatto di restare sempre con noi e di coinvolgerci nell’opera di redenzione che Egli vuole compiere nel cuore di ogni persona e nel “cuore” del creato. Tale speranza trova il suo centro propulsore nella Risurrezione di Cristo, che «contiene una forza di vita che ha penetrato il mondo. Dove sembra che tutto sia morto, da ogni parte tornano ad apparire i germogli della risurrezione. È una forza senza uguali. È vero che molte volte sembra che Dio non esista: vediamo ingiustizie, cattiverie, indifferenze e crudeltà che non diminuiscono. Però è altrettanto certo che nel mezzo dell’oscurità comincia sempre a sbocciare qualcosa di nuovo, che presto o tardi produce un frutto» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 276). Ancora l’apostolo Paolo afferma che «nella speranza» noi «siamo stati salvati» (Rm 8,24). La redenzione realizzata nella Pasqua dona la speranza, una speranza certa, affidabile, con la quale possiamo affrontare le sfide del presente.
Essere pellegrini di speranza e costruttori di pace, allora, significa fondare la propria esistenza sulla roccia della risurrezione di Cristo, sapendo che ogni nostro impegno, nella vocazione che abbiamo abbracciato e che portiamo avanti, non cade nel vuoto. Nonostante fallimenti e battute d’arresto, il bene che seminiamo cresce in modo silenzioso e niente può separarci dalla meta ultima: l’incontro con Cristo e la gioia di vivere nella fraternità tra di noi per l’eternità. Questa chiamata finale dobbiamo anticiparla ogni giorno: la relazione d’amore con Dio e con i fratelli e le sorelle inizia fin d’ora a realizzare il sogno di Dio, il sogno dell’unità, della pace e della fraternità. Nessuno si senta escluso da questa chiamata! Ciascuno di noi, nel suo piccolo, nel suo stato di vita può essere, con l’aiuto dello Spirito Santo, seminatore di speranza e di pace.

Il coraggio di mettersi in gioco
Per tutto questo dico, ancora una volta, come durante la Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona: “Rise up! – Alzatevi!”. Svegliamoci dal sonno, usciamo dall’indifferenza, apriamo le sbarre della prigione in cui a volte ci siamo rinchiusi, perché ciascuno di noi possa scoprire la propria vocazione nella Chiesa e nel mondo e diventare pellegrino di speranza e artefice di pace! Appassioniamoci alla vita e impegniamoci nella cura amorevole di coloro che ci stanno accanto e dell’ambiente che abitiamo. Ve lo ripeto: abbiate il coraggio di mettervi in gioco! Don Oreste Benzi, un infaticabile apostolo della carità, sempre dalla parte degli ultimi e degli indifesi, ripeteva che nessuno è così povero da non aver qualcosa da dare, e nessuno è così ricco da non aver bisogno di ricevere qualcosa.
Alziamoci, dunque, e mettiamoci in cammino come pellegrini di speranza, perché, come Maria fece con Santa Elisabetta, anche noi possiamo portare annunci di gioia, generare vita nuova ed essere artigiani di fraternità e di pace.

Papa Francesco

A Cogolonchio il 25 aprile s. Messa con il Vescovo Ovidio

Giovedì 25 aprile alle ore 17 il Vescovo Ovidio presiederà la s. Messa nella chiesa di Cogolonchio in occasione della festività patronale di San Giorgio, patrono della comunità.

Tra gli interventi realizzati si ricorda la posa di tiranti in ferro per migliorare il comportamento statico dell’edificio e il restauro della cappella dedicata a Maria Addolorata.

La chiesetta da tempo mostrava segni evidenti di instabilità; si è reso quindi necessario un intervento di restauro grazie al prezioso contributo dei fondi dell’8xmille che la Cei ogni anno destina alle Diocesi e grazie al contributo di generosi benefattori e parrocchiani.

La presentazione dei lavori effettuati ha avuto luogo il 30 aprile 2022 alla presenza del Vescovo Ovidio, del parroco don Marek Jaszczak e di numerosi parrocchiani che per la prima volta dopo 40 anni hanno potuto sentir suonare a festa le campane della chiesetta.

L'Azione Cattolica diocesana si prepara all'incontro con Papa Francesco

Sono circa una quindicina le persone della nostra diocesi che il prossimo 25 aprile si recheranno a Roma per l’incontro con Papa Francesco in piazza San Pietro dal titolo “A braccia aperte”.
L’iniziativa promossa dall’Azione Cattolica Italiana e aperta a tutti, sia aderenti che non, sarà una festa di popolo, di volti e storie che hanno ancora molto da dire al Paese e alla Chiesa. Il gruppo fidentino viaggerà alla volta della capitale in pullman la notte tra il 24 e il 25 aprile insieme ai partecipanti della diocesi di Piacenza.
La mattinata inizierà alle 8.15 circa con un momento di preghiera e animazione, culminerà con l’incontro con il Papa intorno alle 9.30 e proseguirà poi con musica e le testimonianze di Stefano Picchi, Neri Marcorè, Giovanni Caccamo accompagnati dalla banda Rulli Frulli. Il tutto sarà presentato da Antonella Ventre e Massimiliano Ossini. Il rientro è previsto nella tarda serata del 25.
L’incontro con il Papa segnerà anche l’avvio dei lavori della XVIII Assemblea nazionale di Azione Cattolica intitolata “Testimoni di tutte le cose da Lui compiute” che si terrà a Sacrofano dal 25 al 28 aprile e alla quale prenderanno parte anche quattro delegati dell’Azione Cattolica diocesana.

Venerdì 19 aprile presso la sede storica dell’Azione cattolica italiana (a Roma, in via della Conciliazione 1), si terrà la conferenza stampa di presentazione dell'evento. Oltre 50.000 soci e amici dell’Azione cattolica italiana provenienti da tutte le diocesi d’Italia incontreranno il Santo Padre per ascoltare la sua parola e fare festa insieme a lui. “A braccia aperte – spiegano infatti gli organizzatori – è il titolo dell’incontro con Papa Francesco, ma anche il modo in cui l’Ac aspetterà in piazza San Pietro tutti coloro che vorranno raggiungerci per fare un’esperienza viva di Chiesa sinodale, in un giorno caro all’Ac e a tutti gli italiani. È, soprattutto, il modo dell’Azione cattolica italiana di vivere il suo impegno per l’oggi e per costruire il mondo di domani, avendo a cuore la pace e la cura della casa comune”.

Alla conferenza stampa partecipano Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale dell’Azione cattolica italiana, e mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’associazione.

Al Magnani incontro con Simona Atzori

“Oggi, per noi della classe 5B della scuola primaria De Amicis, in questo teatro meraviglioso pieno di bambini, si realizza un sogno!”. Sono state le parole iniziali dell’incontro/testimonianza con Simona Atzori: ballerina, pittrice e scrittrice, nata senza braccia, ma con uno spirito forte come una leonessa.
L’evento, che ha avuto luogo nel teatro Magnani di Fidenza, era inserito nel cartellone del Francigena Fidenza Festival e ha visto la Atzori incontrare gli alunni e le alunne delle classi quarta e quinta della scuola primaria e secondaria di primo grado.
E’ stato un incontro denso di emozioni profonde: Simona ha comunicato con i bambini in maniera spontanea e diretta riuscendo a coinvolgerli in un dialogo costruttivo.
Con il sorriso bellissimo che la contraddistingue, Simona ha spiegato che “Il limite sta negli occhi di chi ci guarda, perché noi siamo belli in quanto diversi e ognuno è unico. Io non sono le braccia che mi mancano, ma sono solo Simona!”. Così si è arrivati al momento magico quando, afferrando il pennello tra le dita dei suoi piedi (che lei chiama “le sue mani in basso”), ha iniziato a dipingere realizzando un disegno che poi ha donato ai ragazzi.
Questo incontro con Simona Atzori è la dimostrazione che i sogni, quando si perseguono con determinazione e con tutto il cuore, alla fine si realizzano. E’ stato possibile nella vita di Simona, che fin da piccola sognava di diventare ballerina e pittrice, ed è stato possibile per i ragazzi della 5°B che hanno sognato di poter incontrare Simona a scuola e invece l’hanno abbracciata in un teatro gremito di spettatori.
Questo evento, realizzato al termine del ciclo di scuola primaria, sarà sicuramente per i bambini un ricordo prezioso da custodire e al quale riandare con la mente sempre, soprattutto nei momenti difficili quando si pensa di non farcela. E ripensando a questa giornata si ricorderanno che, come ha fatto Simona, anche loro possono sempre sognare in grande.

 

Foto di Massimo Di Soccio

Consiglio dei giovani del Mediterraneo: inaugurata la sede

“Le nuove generazioni sono una ‘frontiera di pace’ perché hanno grandi energie e desideri alti. Di questa forza, di questo entusiasmo, di questo sguardo accogliente dei giovani possiamo beneficiarne tutti”. Lo ha affermato Mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della CEI, che nel pomeriggio del 16 aprile ha inaugurato a Fiesole (Fi) la sede del Consiglio dei giovani del Mediterraneo, l’opera-segno nata dall’incontro di Vescovi e Sindaci dei Paesi del Mediterraneo che si è svolto a Firenze dal 23 al 27 febbraio 2022.
Dopo la visita al Parlamento europeo e alla Comece, i giovani provenienti da 18 Paesi che compongono il Consiglio hanno vissuto oggi un altro momento importante. “Guardiamo ai giovani con particolare speranza”, ha rilevato Mons. Baturi ricordando che “la giovinezza è un tesoro grande, una ricchezza peculiare, per ciò che è in sé stessa e per la fecondità che sa dare. È sempre una primavera, un continuo inizio, un’apertura all’infinito, al futuro e alla felicità”. “Nella giovinezza – ha aggiunto – l’uomo prende in consegna sé stesso, nella scoperta del suo io e nell’emergere delle grandi aspirazioni e desideri, e il mondo intero, di cui si vuol contribuire a determinare il volto, con generosità e creatività, perché nessuno muoia di fame e di odio”. Secondo il Segretario Generale della CEI, “i giovani sono chiamati ad essere pellegrini della verità e anche pellegrini della pace”. “Troviamo – ha concluso – modi nuovi per riconoscerci in cammino, uniti nell’impegno per la dignità dell’uomo e la causa della pace contro ogni specie di menzogna e violenza distruttrice”.
Fortemente voluto e sostenuto dalla CEI, il Consiglio mira a curare la dimensione spirituale, a rafforzare l’azione pastorale davanti alle sfide odierne e a costruire relazioni fraterne, come racconta il portale http://www.giovanimediterraneo.org/. dove sono disponibili informazioni e notizie. Alla cerimonia – a cui è intervenuto l’ambasciatore Pasquale Ferrara, Direttore Generale per gli Affari Politici e Sicurezza del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – hanno portato il loro saluto anche Mons. Stefano Manetti, Vescovo di Fiesole, Mons. Fabio Celli, Rettore Seminario Vescovile di Fiesole, Anna Ravoni, Sindaca di Fiesole, Patrizia Giunti, Presidente della Rete Mare Nostrum, e di Aleks Birsa Jogan, del Direttivo Consiglio dei Giovani del Mediterraneo.

 

Foto: CEI

Fidenza, nuova caserma dei Carabinieri: il cantiere partirà nella primavera del 2025

La realizzazione della nuova caserma dei Carabinieri è definitivamente entrata in una nuova fase. Un incontro per fare il punto sui lavori si è svolto lunedì 8 aprile a Fidenza e ha visto presenti il sindaco Andrea Massari, il vicesindaco Davide Malvisi, il prefetto di Parma Antonio Garufi, il comandante della Legione Carabinieri Emilia Romagna, il Generale di Brigata Massimo Zuccher, il comandante dei Carabinieri di Parma, il Colonnello Andrea Pagliaro e il vicedirettore regionale dell'Agenzia del Demanio, Roberto Capuano.
 
“Abbiamo cercato di raccontare la complessità con la quale tutte queste istituzioni stanno portando avanti la realizzazione di una nuova grande caserma per la Compagnia Carabinieri di Fidenza che dia risposta alle esigenze di spazi e di logistica dell'Arma – ha spiegato il sindaco Andrea Massari –. Anche questo vuol dire fare sicurezza, anche questo vuol dire presenza sul territorio. L'agenzia per il Demanio ci ha dato i termini per la definizione della progettazione e quindi quelli per l'avvio dei lavori, occorre pazientare ancora qualche anno, ma è un'opera complessa che i cittadini sentono necessaria e sulla quale non bisogna mollare il punto”.
 
L'ingegnere Mario Vitiello dell'Agenzia regionale del Demanio, responsabile del progetto, ha aggiornato sulle ultime novità: “Dopo la verifica della struttura, che ha dato risultati positivi rispetto alle nuove funzioni che l'edificio andrà ad assumere, consideriamo di presentare la progettazione definitiva a giugno. La tappa successiva sarà quella di avere il progetto esecutivo a fine anno, questo ci consentirà di far partire i lavori nella primavera 2025 per poi concluderli nel corso dell'anno successivo”.
 
“Prendo atto – ha aggiunto il prefetto di Parma Antonio Garufi - che un iter complesso, che coinvolge soggetti istituzionali diversi, sta raggiungendo il traguardo della realizzazione. Non sempre per il cittadino è facile comprendere le ragioni di tempistiche che inevitabilmente cozzano con il giusto desiderio di veder realizzare le opere seduta stante. Ma l'importante è centrare l'obiettivo e in questo caso lo facciamo portando a termine un prezioso esempio di rigenerazione urbana”.
 
Positivo anche il commento del comandante della Legione Carabinieri Emilia Romagna, il Generale di Brigata Massimo Zuccher: “Accogliamo con grande soddisfazione istituzionale e personale l'esito della conferenza di oggi, che è un punto di partenza importante per la realizzazione della nuova sede della Compagnia Carabinieri di Fidenza. Una sede necessaria in un territorio vivace, che merita un presidio importante dell'Arma”.
 
L'investimento per realizzare la nuova Caserma ammonta a 5,5 milioni di euro e sarà finanziato dall'Arma dei Carabinieri attraverso il ricorso agli stanziamenti del Ministero dell’Interno. Ma dietro questo importante risultato c'è un iter complesso che ha avuto inizio nel luglio del 2017 con l'acquisizione da parte del Comune di Fidenza dell'ex area Esso di via Gramizzi, uno scheletro parzialmente edificato rimasto incompiuto da anni a causa del fallimento della società che aveva acquistato l'area.
L'anno successivo venne firmato il Protocollo d’Intesa finalizzato all’acquisizione in favore dello Stato del diritto di superficie per 99 anni sull’immobile e i terreni di proprietà comunale con assunzione da parte delle Ammistrazioni statali dell'impegno a realizzarvi la nuova caserma in grado di dare una risposta logistica adeguata alle esigenze dell'Arma.
Infine con la sottoscrizione della convenzione tra il Ministero dell’Interno, il Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri e l'Agenzia del Demanio, avvenuta a Roma il 14 novembre 2022, la realizzazione della nuova Caserma dei Carabinieri della Compagnia di Fidenza è entrata nella fase operativa.
 
Il vicesindaco Davide Malvisi ha seguito da vicino, in virtù della delega ai Lavori Pubblici, l'iter amministrativo. “Una bella giornata quella di oggi, con la quale possiamo dire che usciamo definitivamente dalla fase istruttoria di questo progetto per entrare in quella più concretamente realizzativa con un obiettivo finale fissato con certezza: il 2026. Si tratta dunque del completamento di un progetto importante che vede, oltre alla rigenerazione di un'area centralissima della nostra città, la realizzazione di un edificio importantissimo, destinato a dare sempre maggiore operatività alla Compagnia Carabinieri di Fidenza”.
 
Si realizza così l'obiettivo che era stato alla base dell'ipotesi di utilizzare l'area Ex Esso per costruire una nuova caserma: dotare il territorio di una struttura ampia e moderna e sanare contemporaneamente una ferita architettonica nel cuore di Fidenza.
L'ultima parola spetta dunque all'Agenzia del Demanio che attraverso il suo vicedirettore regionale, Roberto Capuano, cristallizza il senso della giornata: “Quest'incontro è servito a fare il punto sull'andamento dei lavori e come Agenzia abbiamo confermato l'impegno a consegnare ai Carabinieri e ai fidentini, entro il 2026, l'immobile. Lo stato di avanzamento dei lavori rispetta sostanzialmente il cronoprogramma, motivo per cui ci aspettiamo di realizzare nei tempi un edificio di nuova generazione, capace di offrire tutte le soluzioni logistiche richieste e caratterizzato da una eccellente performance energetica”.

A San Pedretto incontro sul tema "Ospiti di questa terra"

L'Ufficio Diocesano per la Pastorale Sociale e il Lavoro in collaborazione con il Vicariato della Bassa Piacentina organizza un incontro dal titolo "Ospiti di questa terra. Cosa si muove sul terreno dell'energia... la responsabilità di ognuno di noi".
L'incontro, che si terrà il 19 aprile alle ore 20.45 presso la parrocchia di San Pedretto, vedrà la partecipazione di: Luca Contini, Green Developer e Responsabile Commerciale Divisione Solar di Gas Sales Energia; Michele Granelli, Responsabile Efficienza e Sostenibilità Energetica di Gas Sales Energia e di alcuni rappresentanti del Gruppo "Laudato Sì" della parrocchia di San Giuseppe Lavoratore in Fidenza che da tempo lavora sui temi ambientali a partire proprio dall'enciclica di Papa Francesco.
L'obiettivo dell'incontro è quello di riflettere sulle tematiche energetiche, capire come la ricerca tecnologica e scientifica ci può aiutare, ma anche cosa ognuno di noi e delle nostre comunità può fare per salvaguardare la casa comune della quale siamo ospiti.
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