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Report statistico 2024 sulla povertà in Italia

Cresce il numero delle persone accompagnate e aiutate dalle Caritas diocesane. Quelli presentati da Caritas Italiana non sono solo “numeri”, sono soprattutto 269.689 “volti” di poveri, che a loro volta rappresentano altrettante famiglie, dato che la presa in carico risponde sempre alle esigenze dell’interno il nucleo familiare.
Il Report statistico nazionale 2024 di Caritas Italiana sulla povertà in Italia, presentato il 19 giugno a Roma, valorizza le informazioni provenienti da 3.124 Centri di ascolto e servizi delle Caritas diocesane, dislocati in 206 diocesi in tutte le regioni italiane. Si tratta peraltro solo di quelli già in rete con la raccolta dati, dal momento che i servizi e le opere sui territori sono in realtà molti di più. Ne emerge una fotografia drammatica che chiama all’impegno di tutti. «Questo secondo Report statistico si colloca in un tempo particolare, segnato da vicende che toccano le nostre comunità. Da un lato le crisi internazionali che condizionano pesantemente i rapporti tra i Paesi e lo sviluppo di percorsi di pace, dall’altro l’incessante aumento della povertà e la forte incidenza di situazioni di rischio e vulnerabilità. Di fronte a questi scenari la Chiesa continua a sognare e ad affermare un umanesimo autentico, secondo cui ogni essere umano possa realizzarsi pienamente, vivendo in un mondo più giusto e dignitoso», sottolinea il direttore di Caritas Italiana, don Marco Pagniello.

Dal Report risulta che nel 2023 cala la quota dei nuovi poveri ascoltati, che passa dal 45,3% al 41,0%.
Crescono invece le persone con povertà “intermittenti” e croniche, riguardanti in particolare quei nuclei che oscillano tra il “dentro-fuori” la condizione di bisogno o che permangono da lungo tempo in condizione di vulnerabilità: una persona su quattro è infatti accompagnata da una Caritas diocesana da 5 anni e più. Sembra quindi mantenersi uno zoccolo duro di povertà che si trascina di anno in anno senza particolari scossoni e che è dovuto a più fattori; il 55,4% dei beneficiari nel 2023 ha manifestato contemporaneamente due o più ambiti di bisogno.

Chi si rivolge alla Caritas? Si tratta di donne (51,5%) e uomini (48,5%), con un’età media che si attesta sui 47,2 anni (46 nel 2022). Cala l’incidenza delle persone straniere che si attesta sul 57,0% (dal 59,6%). Alta invece l’incidenza delle persone con figli: due persone su tre (66,2%) dichiarano di essere genitori. Oltre i due terzi delle persone in povertà, secondo i dati dei Centri di ascolto Caritas consultati, hanno livelli di istruzione bassi o molto bassi (67,3%), condizione che si unisce a una cronica fragilità occupazionale, in termini di disoccupazione (48,1%) e di “lavoro povero” (23%). Non è dunque solo la mancanza di un lavoro che spinge a chiedere aiuto: di fatto quasi un beneficiario su quattro è un lavoratore povero. Inoltre la percentuale dei percettori del Reddito di Cittadinanza, la misura di contrasto alla povertà sostituita oggi dall’Assegno di Inclusione, si attesta al 15,9%, dato in calo rispetto al 2022 e soprattutto al 2021: allora i beneficiari corrispondevano rispettivamente al 19,0% e al 22,3%.
In termini di risposte, le azioni della rete Caritas sono state numerose e diversificate. Complessivamente sono stati erogati oltre 3,5 milioni di interventi, una media di 13 interventi per ciascuna persona assistita (considerate anche le prestazioni di ascolto). In particolare: il 73,7% ha riguardato l’erogazione di beni e servizi materiali (distribuzione di viveri, accesso alle mense/empori, docce, ecc.); l’8,9% gli interventi di accoglienza, a lungo o breve termine; il 7,3% le attività di ascolto, semplice o con discernimento; il 5,2% il sostegno socio-assistenziale; l’1,7% interventi sanitari.

Il Report contiene anche tre focus tematici che analizzano nello specifico la povertà delle famiglie con bambini, indagine condotta in collaborazione con Save the Children, la condizione delle persone senza dimora e di quelle in solitudine, in particolare gli anziani.«È compito statutario di Caritas Italiana – ricorda il presidente di Caritas Italiana, mons. Carlo Roberto Maria Redaelli – realizzare studi e ricerche sui bisogni delle persone, per aiutare a scoprirne le cause, per preparare piani di intervento, soprattutto in un’ottica di prevenzione. Questo è l’intento del Report che presentiamo. Una raccolta di dati che è stata realizzata grazie all’impegno degli operatori e dei volontari dei nostri Centri di ascolto e con la collaborazione delle persone in stato di bisogno che ci hanno consegnato la loro situazione. Studi e ricerche sono da condurre in collaborazione con altri e nel quadro di una programmazione pastorale unitaria, per animare le nostre comunità e per stimolare l’azione delle istituzioni civili a un’adeguata legislazione. La Caritas tiene molto, accanto ai bisogni, a evidenziare le risorse. Questo Report va letto insieme alle nostre ultime pubblicazioni che raccontano la ricchezza del volontariato, in particolare quello dei giovani».

Il Report statistico nazionale 2024 di Caritas Italiana è disponibile su www.caritas.it.

Salsomaggiore, dall’11 al 21 luglio torna “Happening”

Dall’11 al 21 luglio presso l’oratorio don Bosco di Salsomaggiore Terme torna la 34° edizione dell’Happening che quest’anno ha come tema “La Tua amicizia è la nostra speranza”. In un momento storico in cui c’è proprio bisogno di speranza, solo l’incontro con il Signore può donare vera linfa alla propria vita. La festa inizierà giovedì 11 luglio con la s. Messa alle ore 21 celebrata dal parroco don Bogdan Wilczewski in occasione del suo 30° anniversario di sacerdozio.

Martedì 16 luglio Walter Gatti, critico musicale e giornalista, terrà un incontro dal titolo ”I shall be released. Note di verità e di speranza nella storia della canzone”: un viaggio nella musica per far conoscere quanti hanno suonato note di speranza.

Mercoledì 17 sarà la volta di Francesco Messori, 26enne calciatore paralimpico e capitano della Nazionale di calcio Amputati, a cui manca la gamba destra dalla nascita. Ciò che colpisce di lui è soprattutto il modo in cui ha affrontato una grande sfida nella sua vita riconoscendo Dio come luce di speranza e ripartenza.

Gli incontri termineranno giovedì 18 luglio con l’intervento di don Ambrogio Pisoni, sacerdote dell’Università Cattolica di Milano, che aiuterà a conoscere la testimonianza del medico giapponese Servo di Dio Takashi Paolo Nagai per il quale è stata aperta la causa di beatificazione insieme alla moglie Midori. Sarà ospitata, inoltre, una mostra dal titolo “Takashi e Midori Nagai: annuncio da Nagasaki” per poter conoscere, attraverso visite guidate, la vita di questo Servo di Dio. La mostra è stata gentilmente offerta dall’Associazione “Dottor Bruno Mazzani” per le cure palliative.

Nei due weekend, dalle ore 19.30 saranno aperti gli stand gastronomici con concerti musicali e spettacoli per bambini proposti dallo Spazio Bimbi, area dedicata a laboratori creativi, giochi e sport. Inoltre, nello spazio cultura, sarà allestita la mostra fotografica “Momenti-Eventi salsesi” del Circolo fotografico ZOOM di Salso. Ci sarà anche la bancarella della Caritas parrocchiale di S. Vitale, attiva in tutto il territorio salsese, per poterla sostenere e conoscerne la realtà.

Sabato 13 luglio s. Messa a Stagno con benedizione delle acque del Po

Come da tradizione, sabato 13 luglio alle ore 18 il Vescovo Ovidio presiederà la celebrazione eucaristica a Stagno (nella zona golenale di Parco le Scalette), cui seguirà il rito della benedizione delle acque del fiume Po. Si tratta di una cerimonia molto sentita dalla popolazione che vede ogni anno la partecipazione di numerosi fedeli delle comunità rivierasche della zona e dei rappresentanti delle istituzioni civili e militari.

A Vidalenzo dall’8 al 14 luglio sette giorni di discernimento vocazionale

Dall’8 al 14 luglio presso la “Foresteria San Benedetto” a Vidalenzo si terrà la Settimana di Discernimento Vocazionale promossa dalla piccola famiglia monastica benedettina ‘Custodi del Divino Amore’. Saranno giorni di preghiera, meditazione e riflessione: un’opportunità per esplorare la propria vocazione e il cammino spirituale in un ambiente tranquillo, sereno, avvolto dalla natura nel mezzo della campagna. Venerdì 12 luglio per l’occasione il vescovo Ovidio terrà una lectio divina alle ore 20.30.

Domenica 30 giugno si celebra la Giornata per la Carità del Papa

Domenica 30 giugno, il giorno dopo la solennità dei santi Pietro e Paolo, la Chiesa in Italia celebra la Giornata per la Carità del Papa. Si tratta di un appuntamento tradizionale che, attraverso le offerte raccolte durante le Celebrazioni Eucaristiche, permette di sostenere Papa Francesco nel suo intervento generoso nelle situazioni di bisogno, personali e comunitarie.
“L’immagine della Chiesa ‘ospedale da campo’ resta sempre impressa nella nostra mente e nei nostri cuori, chiedendo di essere concretizzata. Questo, ancora una volta, ci stimola a fare la nostra parte per raggiungere i più bisognosi, anche grazie alla carità del Papa”, scrive Mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della CEI, in una lettera inviata a tutte le parrocchie italiane insieme ad Avvenire e alla locandina dell’evento.
“La raccolta – aggiunge Mons. Baturi – si apre anche alla creatività delle nostre comunità immaginando occasioni e momenti di incontro per sensibilizzare i parrocchiani e le persone che guardano alla Chiesa con rispetto e interesse”. La Giornata, sottolinea il Segretario Generale della CEI, diventa così un modo per portare “lontano la chiamata del Papa alla speranza”. Soprattutto in un momento in cui “sentiamo il bisogno di rivolgerci a Dio implorando il dono della pace, accogliendo nel nostro cuore il dolore inaudito dei popoli che patiscono nella loro quotidianità lo scempio di operazioni belliche di incomprensibile violenza”.
Il Pontefice, spiega Mons. Baturi, “ci educa a non perdere mai la speranza, l’irrinunciabile materia prima di cui tutta l’umanità oggi ha più che mai bisogno, e per molteplici ragioni: dall’attesa di futuro dei giovani al loro sogno frustrato di generare nuova vita, dagli anziani sempre più soli e scartati alle famiglie povere che chiedono condizioni dignitose”. “La Chiesa – conclude – si muove nella storia come una comunità spirituale, che non vuole sottrarsi alle sfide del suo tempo”.

La Giunta del Comume di Fidenza

Nella prima serata di mercoledì 26 giugno nella Sala Consiliare, il sindaco di Fidenza Davide Malvisi, visibilmente emozionato, ha presentato i cinque assessori che andranno a comporre la Giunta Comunale una volta formalizzato l'iter di insediamento del nuovo organo amministrativo. 
Venerdì prossimo 29 giugno è in calendario il primo Consiglio Comunale della stagione Malvisi: in questa occasione il Consiglio dovrà nominare al suo interno il Presidente, altra importante carica comunale.
Nel corso dell'incontro a ricordo del sindaco Massimo Tedeschi, recentemente scomparso, è stato osservato un minuto di silenzio.
 
“Questo è il gruppo di persone a cui ho chiesto di darmi una mano: la squadra che amministrerà Fidenza nei prossimi 5 anni” così il neosindaco ha esordito prima di presentare la nuova Giunta che, rispetto alla precedente, vede la riconferma degli assessori Maria Pia Bariggi e Franco Amigoni e tre new entry: Elisa Illica Magrini, Marco Tedeschi e un veterano della politica parmense: Vincenzo Bernazzoli.
“Ho composto una squadra con competenze e livelli di esperienza diversi – ha spiegato Malvisi – una squadra che spero riuscirà a bilanciare in modo ottimale solidità amministrativa ed esuberanza giovanile”.
 
Queste le deleghe:

A Elisa Illica Magrini vanno Istruzione e Servizi Educativi, Progettazione Europea, Semplificazione, Trasparenza.




A Franco Amigoni, Politiche del Territorio (Ambiente, Pianificazione Territoriale, Rigenerazione Urbana, Sviluppo Sostenibile), Innovazione (Transizione Energetica, Transizione Digitale, Transizione Ecologica), Processi Partecipativi e Sussidiarietà, Progetti e Politiche Occupazionali, Mobilità Urbana e Sostenibile.

A Maria Pia Bariggi Cultura, Turismo, Valorizzazione Centro Storico, Commercio e Attività Produttive, Politiche di Genere e Pari Opportunità, Marketing Territoriale, Valorizzazione Frazioni e Quartieri, Progetto Speciale Via Francigena. A Maria Pia Bariggi viene inoltre riconosciuta la carica di Vice Sindaco.


A Marco Tedeschi Opere pubbliche, Patrimonio, Politiche Giovanili, Sicurezza e Decoro Urbano, Polizia Locale, Gemellaggi.
 
Infine Vincenzo Bernazzoli si occuperà di Welfare e Coesione Sociale, Politiche Abitative, Associazionismo, Rapporti con le Istituzioni Sanitarie.
 
Il Sindaco Davide Malvisi conserverà le seguenti deleghe: Bilancio e Affari Generali, Coordinamento Strategico PNRR, Rapporti di Area Vasta, Sport, Società Partecipate, Protezione Civile, Risorse Umane, Comunicazione, Coordinamento e Progettazione Eventi.
La Giunta comunale diventerà pienamente operativa nei prossimi giorni una volte conclusi tutti gli iter burocratici necessari affinché i nuovi assessori possano avviare la loro azione amministrativa.

Il Card. Zuppi consegna 80 ventilatori alla Casa Circondariale femminile di Rebibbia

Un piccolo gesto di solidarietà per rinnovare la forte vicinanza della Chiesa in Italia ai detenuti, specialmente quelli più fragili: nel mese di giugno saranno distribuiti 2000 ventilatori a 30 Istituti Penitenziari presenti sul territorio nazionale, nell’ambito del progetto “Semi di tarassaco volano nell’aria”, coordinato dal Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica e dall’Ispettorato Generale dei cappellani delle carceri, con il supporto della Presidenza della CEI.
È stato il Card. Matteo Zuppi a dare il via all’iniziativa il 12 giugno, consegnando 80 ventilatori alla Direzione della Casa Circondariale femminile di Rebibbia a Roma. “È la carezza di una madre che vi sta vicino”, ha affermato rivolgendosi alle detenute. Si tratta, ha aggiunto, di “un piccolo gesto, ma l’amore è nelle cose semplici. Le attenzioni le ritroviamo nelle buone parole, nell’ascolto paziente; altre volte in gesti grandi o piccoli, come questo”. Facendo riferimento al titolo del progetto, ha sottolineato che “come i fiori del tarassaco, i soffioni, volano dappertutto, così l’affetto della Chiesa arriva in carcere, portando un po’ di sollievo. Talvolta, infatti, un semplice e lieve soffio d’aria può aiutare a vivere meglio il periodo di detenzione”.
“Un dono simbolico che dice l’attenzione per questa nostra comunità, dove si tocca con mano la povertà”, ha detto Nadia Fontana, Direttrice della Casa Circondariale, che ha espresso “gratitudine alla Conferenza Episcopale Italiana, ai cappellani, ai volontari che sempre, con spirito di carità, ci sostengono, senza pretendere nulla in cambio, facendoci sperimentare un conforto materiale e spirituale costanti”.
Con “Semi di tarassaco volano nell’aria”, la Chiesa in Italia, con i cappellani e gli operatori pastorali che svolgono la loro delicata missione all’interno delle carceri, vuole a sua volta dire “grazie” a chi lavora nel sistema penitenziario e la sua prossimità a tutte le persone che stanno scontando la pena all’interno degli Istituti.

Foto CEI

Dopo 140 anni chiude l'asilo di Zibello

Dopo 140 anni nei giorni scorsi si è conclusa l’attività dell’asilo di Zibello.

Una lunga storia che si spegne, ma che ha visto il succedersi di infinite generazioni di bambini, pazientemente accolte per lo più da benevole suore che hanno loro infuso i primi rudimenti del sapere, oltre che le prime regole di vita.  

Quella dell’asilo non è mai stata una vita facile, bambini provenienti da povere famiglie, costi sempre superiori alle risorse disponibili: solo la meritoria presenza delle suore consentiva la prosecuzione dell’attività educativa. Ricordo che, quando si cominciò a ventilare l’ipotesi del loro ritiro da parte dell’Ordine cui appartenevano, l’allora presidente della struttura, don Giulio Onesti, ebbe ad esclamare “chiudo l’asilo e porto le chiavi in comune”. La circostanza non si verificò perché la pubblica amministrazione intervenne con adeguati e contributi a cui si aggiunsero generose donazioni da parte di privati, che fortunatamente consentirono poi la prosecuzione dell’attività fino ai giorni nostri, anche nel rispetto del pluralismo educativo.

Una svolta epocale nella vita dell’Istituto avvenne il 18 aprile del 1935. In quel giorno prese possesso della parrocchia di Zibello don Celso Ghiozzi. Un sacerdote all’apparenza umile, forse anche timido, ma con un temperamento e una forza di volontà di tutto rispetto.

Egli già nel giugno successivo scrive nelle sue memorie, poche e scarne:“Giugno - 
Visto la necessità urgente di riparare o ricostruire ex novo il locale dell’Asilo in parte diroccante, durante il mese consacrato al S. Cuore, lo scrivente batte insistentemente per preparare gli animi alla generosa opera”. Poi a luglio ancora scrive:“Dopo diversi abboccamenti col Sig. Podestà Comm. Musini ed i maggiorenti di Zibello, il sottoscritto indice una adunanza in Teatro Comunale, gentilmente concesso, in cui rivolge caldo appello a pensare seriamente alla ricostruzione dell’asilo. Si forma un Comitato che studierà il modo di raggiungere il fine nobile, tanto e da tempo desiderato”. Poi, scrive ancora: “14 Agosto- Viglia dell’Assunzione di M. SS. Dopo diverse adunanze del Comitato sopraddetto, si decide una pubblica sottoscrizione e senz’altro si dà incarico al Sig. Ing. Zavaroni di fare il progetto del nuovo locale che verrà costrutto nell’appezzamento di terreno di appartenenza dell’Asilo stesso. Grande fervore in tutti...”. In settembre – ottobre, don Celso annota che “benché un po’ a stento buone persone sottoscrivono per l’erigendo asilo”.

Siamo negli anni turbolenti che precedono il secondo conflitto mondiale, gli anni dell’ ”oro alla Patria”, che il sacerdote sottolinea, e del domani quanto mai incerto. Ma ugualmente il sacerdote non demorde e nel Febbraio 1937: riporta che il Consiglio d’Amministrazione dell’Asilo “Paredi”, in una adunanza in Podesteria alla presenza del Sig. Podestà Comm. Musini, decide con ferma volontà, superando ogni difficoltà di mezzi, di luogo, di pregiudizi, di voler ad ogni costo costruire l’edificio nuovo per l’Asilo, non corrispondendo più l’attuale alle esigenze igieniche–sanitarie ed il parroco – presidente di diritto del consiglio d’Amministrazione dell’erigendo asilo da poco costituito espone il piano finanziario secondo il quale l’opera verrebbe realizzata in prossimità del vecchio asilo che si vuole dismettere (la localizzazione poteva essere verosimilmente quella sulla quale verrà poi costruito l’attuale “cinema Excelsior”,adiacente al vecchio asilo che si voleva o ristrutturare o costruire ex novo sul munifico lascito diParedi– n.d.r.). A questa ipotesi si oppone fermamente il Podestà che, ritenendo l’area inadeguata, ritira anche un finanziamento di £ 10.000 che il comune aveva promesso di dare.

“Subentra un moto di scoramento generale «Brivido di terrore»,scrive don Ghiozzi e aggiunge:“alcuni mormorano: «non si farà mai», ma lui sottolinea:“Si farà!, si deve fare per l’onore di Zibello, per il bene dei bambini”. Poi, nel corso della stessa tempestosa riunione, con un lampo di genio, l’arciprete, di nuovo, “si farà!,purché la nobile assemblea non mi bocci la proposta che lancio” e, seduta stante, presenta un nuovo piano finanziario, evidentemente più equilibrato rispetto al primo e più alla portata delle risorse disponibili.

Con evidente compiacimento, riporta don Ghiozzi: “La proposta viene accettata, il grave problema è risolto.Immediatamente si dà ordine al Geom. Michelazzi Sig. Zeno di fare un progetto nel più breve tempo. La tempestosa adunanza felicemente ha termine. Un senso di sollievo pervade ogni animo. La Commissione Amministrativa dell’Asilo trionfante si mette all’opera. La più grande difficoltà è vinta. Il Sig. Comm. Musini dona l’area ove verrà fabbricato il nuovo asilo”.

Il 1° aprile di quello stesso anno “si chiude l’asilo. Le RR. Suore Minime del S. Cuore lasciano Zibello per rientrare alla Casa Madre durante la costruzione del nuovo edificio dell’asilo. Sentono e sentiamo il distacco, ma speriamo per poco tempo. Ritorneranno nel nido nuovo che la generosità di Zibello saprà loro preparare.
Il progetto è stato presentato. È approvato dalla Prefettura. Si danno i lavori in appalto al Mastro Meloni. Oggi stesso viene tracciato il terreno di proprietà ormai dell’Asilo. Con compiacenza il Presidente dell’Asilo, il Podestà alcuni membri del Consiglio d’amministrazione ed altri vedono tracciate pure le fondamenta. Deo gratias!”

A S.E Il vescovo Mons. Vianello, in visita a Zibello, viene mostrato il cantiere del nuovo asilo che si è innalzato per circa 2 metri. Poi in ottobre don Ghiozzi ci informa che “L’asilo avanza: Mirabile la costanza dell’Amministrazione. Con tenace volontà vuole superare ogni (non lieve) difficoltà”.

All’inizio del nuovo anno 1938 il parroco annota che “il fabbricato dell’Asilo, lentamente, ma con costanza va completandosi”. Il 2 luglio seguente, giorno di fiera, dà notizia di una festa di beneficenza il cui ricavato servirà per l’arredamento.

Don Ghiozzi, al fine di non frapporre ulteriori ostacoli alla prosecuzione dei lavori, compì un altro passo che gli costerà sacrifici e rinunce. Con un esborso di tasca propria di 35.000 £, acquista dall’ente asilo (vecchio) i locali ad esso lasciati dal benefattore Paredi, che comprendevano, oltre a quelli attualmente occupati dal circolo degli anziani, anche quelli poi sede della Banca dell’Agricoltura, che, quanti vecchi come me, ancora ricorderanno.

Don Ghiozzi annota: “Da tutti è ben visto questo gesto, che tenta anche di conservare i vecchi locali al primo scopo che il testatore Carlo Paredi ha mirato con la generosa sua offerta alla Parrocchia: l’educazione della Gioventù in modo particolare delle fanciulle.
Commenti? non ne mancano: « Come farà l’Arciprete col suo magro introito a coprire il debito? Se lo tirerà dietro fin che campa! Fa un bel rischio. È stato ardimentoso! È stato imprudente!» si vedrà in seguito”.Ma rivelando la sua caparbietà e la sua ostinazione per il bene comune aggiunge:“È opera buona? Si. Buona e necessaria. Tira diritto!”. Questo era Don Celso, un pretino di campagna, capace di opere che hanno lasciato il segno.

Seguono gli anni torbidi della guerra, alla fine dei quali il prete scrive:

9 aprile (1945): celebra in Parrocchia la sua Prima S. Messa solenne il Rev.
 Don Temistocle Corradi, figlio della Parrocchia. Festeggiamenti imponenti al mattino con la S. Messa; nel pomeriggio grande accademia in
onore del festeggiato al Teatro Comunale. Don Corradi è il primo Sacerdote del luogo dopo tanti anni.

“Finalmente cessa la guerra.
 Un’era nuova sembra schiarirsi, ma lascia vedere la distruzione. L’Italia è semischiantata.
 Senza case, senza ponti, senza porti, senza ferrovie, senza strade. Debole Comando! Come si risolleverà?”.


“Contemporaneamente si è curato l’istituzione dell’Oratorio Maschile, adattando locali del vecchio asilo Paredi, acquistato dall’Ente dall’Arciprete Don Ghiozzi per questo fine. Superata l’estrema necessità di mezzi finanziari con grande sacrificio e tenace volontà si è portato a termine anche quest’opera tanto necessaria”.

Aveva scritto l’Arciprete:“È opera buona? Sì. Buona e necessaria. Tira diritto!”, così ha fatto e così ora sottolinea con legittimo compiacimento.

Nelle “Memorie” del nuovo asilo non viene registrato più nulla: non la conclusione dei lavori, non il rientro delle suore, non la ripresa dell’attività.

Ma la testimonianza di don Celso è tale da farci ben comprendere quanto egli si sia speso per quest’opera che nel volgere di pochi anni è stata concepita, voluta e realizzata.

Una cosa è certa: che fin dal suo ingresso nella parrocchia di Zibello, l’asilo è stata la sua prima assillante preoccupazione e tanto ha fatto finché non l’ha vista realizzata.

Don Celso Ghiozzi, un sacerdote e parroco dal piglio deciso e intransigente, al quale va ascritto il merito senza “se” e senza “ma” del nuovo asilo che negli ultimi 80 e più anni ha ospitato i bambini della parrocchia di Zibello.

Tante altre furono le opere realizzate da don Ghiozzi, sacerdote dal temperamento forte e determinato.Eglifra l’altro svolse anche un vigoroso sostegno a favore della costruzione del ponte in barche sul Po a Zibello in contrapposizione alle pretese di Roccabianca. L’opera non si fece, ma la sua voce egli la fece sentire,senza timori e senza reticenze.

Colpito da inarrestabile malattia nel luglio del 1958, chiuse la sua operosa esistenza nell’ospedale “Dagnini” di Zibello l’1/9/1961. Era nato a S. Vittore di Salsomaggiore T. il 6/4/1896.

Requiescat in pacem.

Gaetano Mistura

A Busseto un incontro su don Milani

Giovedi 4 luglio alle ore 21 all’oratorio parrocchiale di Busseto si terrà un incontro dedicato a “Don Lorenzo Milani: il silenzio diventa voce”.

Saranno presenti Frate Antonello Ferretti, responsabile delle attività culturali e di animazione dei Frati Cappuccini di Reggio Emilia, e Sonia Ronconi che tante volte con il gruppo Scout di Salsomaggiore Terme si è recata a Barbiana, dove don Milani ha abitato e insegnato per tanti anni.

Mons. Mario Delpini, arcivescovo di Milano, ospite in Collegiata a Busseto

L’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, sarà in Collegiata a Busseto il prossimo 24 agosto in occasione della festa di San Bartolomeo apostolo, patrono della città. Il presule è stato invitato dalla parrocchia per il legame con Giuseppe Verdi, che unisce Busseto a Milano, dove riposano le spoglie del grande Maestro. Lo scorso anno infatti la parrocchia era andata in visita alla Casa degli Artisti a Milano per omaggiare Giuseppe Verdi. Monsignor Delpini era già venuto a Busseto durante l’episcopato di monsignor Carlo Mazza per tenere una conferenza al clero diocesano presso il convento di Santa Maria degli Angeli.

Per festeggiare il patrono è in programma anche un concerto verdiano con le preghiere alla Vergine, con coro e soprano. Anche il coro parrocchiale sta imparando lo “Stabat Mater” di Rheinberger. Queste iniziative rientrano nelle proposte per l’anno giubilare che la parrocchia sta celebrando per i cinquecento anni della Santa Croce dei fratelli Jacopo Filippo e Damiano Da Gonzate.

 

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