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Celebrazioni in memoria di Marco Ronconi a un anno dalla scomparsa

Un anno fa perdeva la vita Marco Ronconi, stimato contoterzista bussetano di 57 anni. Marco, da tutti conosciuto come "Inge", era un grande lavoratore, ma era anche molto attivo nel campo del volontariato ed era sempre attento, disponibile e sensibile verso tutti, anche verso le attività delle parrocchie di Busseto, Sant'Andrea e della zona.
Ad un anno dalla scomparsa sarà ricordato sabato 8 giugno nella S. Messa vespertina delle 18 a Busseto e domenica 9 giugno durante la S. Messa delle 10 a Sant'Andrea.

Ragazzola, presentazione dei lavori di restauro alla chiesa

Sabato 8 giugno alle ore 18 nella chiesa di Ragazzola il vescovo Ovidio celebrerà la s. Messa animata dal coro "Renata Tebaldi". Al termine della celebrazione, alla presenza delle autorità civili, presentazione e benedizione dei lavori di restauro che interessano, da ormai 3 anni, le superfici interne dell'edificio sacro.

Elezioni europee e amministrative 2024: un documento a cura della Consulta Diocesana per la Pastorale Sociale e il Lavoro

DOCUMENTO IN OCCASIONE DELLE ELEZIONI EUROPEE E AMMINISTRATIVE 2024

Le imminenti elezioni europee rappresentano un momento importante per la vita dei cittadini dell’Unione (27 Paesi e 450 milioni di abitanti). La Consulta Diocesana per la Pastorale Sociale e il Lavoro della Diocesi di Fidenza intende con questo documento portare alla riflessione dei candidati e dei cittadini alcune questioni che considera rilevanti, senza la pretesa di essere esaustiva.

LA NECESSITA’ DI RICONOSCERSI IN IDEALI COMUNI

L’Europa è chiamata ad assumere nei prossimi 5 anni decisioni fondamentali per la vita dei propri cittadini e davanti a sfide così importanti assistiamo a discussioni che fanno pensare che siano svaniti gli ideali della fondazione. Sembra che il progetto europeo dei padri fondatori (tra cui molti cattolici: Schuman, Adenauer e De Gasperi) nato 70 anni fa dalle ceneri delle due guerre mondiali, di una Europa unita nelle diversità, democratica, libera e rispettosa dei diritti dei propri cittadini sia messo in discussione da un pericoloso rigurgito di nazionalismi che nulla hanno a che vedere con la pur importante coscienza delle proprie radici. Ogni popolo ha le sue radici e la propria storia, e proprio così, mettendo insieme le differenze, si può costruire il futuro e affrontare le sfide che abbiamo di fronte, riscoprendo quegli ideali che sono a fondamento dell’Unione stessa.

PRIMA DI TUTTO LA PACE

Nessuno avrebbe immaginato di rivedere la guerra all’interno dell’Europa, arrivata inaspettata e quasi sotto silenzio, una guerra tradizionale con bombe e cannoni, ma fatta anche di strategie comunicative e di uso delle nuove tecnologie. Popolazioni che soffrono senza capire fino in fondo perchè. Dopo oltre due anni è il momento di cercare vie per la Pace. L’Europa prenda l’iniziativa per negoziati di pace: una pace giusta che preservi i confini europei. La Pace è un esercizio difficile, ma indispensabile. Ci sentiamo inermi e scoraggiati, quasi impotenti, ed in balia dei mercanti di armi, ma ci sembrano impotenti anche i leader europei, che in questa fase sanno assicurare solo il sostegno militare. Può l’Europa giocare un ruolo importante nella trattativa di Pace? Come ci ricorda costantemente Papa Francesco (unica voce che si innalza per invocare la pace) la guerra è una sconfitta per tutti. E’ necessario fare di tutto per riportare la Pace coinvolgendo non solo Russa ed Ucraina ma anche tutti quei Paesi che possono dare un contributo significativo affinchè tacciano le armi. Solo il dialogo e l’ascolto reciproco possono dare frutti. Certo le questioni da dirimere sono spinose, non siamo degli ingenui: non ci si può dimenticare che c’è un aggressore e un aggredito, che esiste un problema di integrità dei confini di uno stato e di un popolo, che esiste un problema di confini europei, ma queste questioni non devono ostacolare il dialogo. Stiamo assistendo forse ancora increduli anche alla guerra in Palestina che non può lasciare indifferente l’Europa: la tragedia di contrapposizione di due popoli sembra non finire, portando inoltre una instabilità pericolosa in tutta la regione. E’ ormai chiaro a tutti che un nuovo ordine mondiale si sta affacciando, che le organizzazioni internazionali hanno bisogno di essere riformate, prima di tutto l’ONU: che ruolo vuole giocare l’Europa in questo scenario? L’Europa che proprio forte della sua storia può dimostrare che è possibile costruire percorsi pacifici di sviluppo comuni.

L’ACCOGLIENZA DELLE PERSONE MIGRANTI

L’accoglienza delle persone migranti è un tema mondiale dalle mille sfaccettature che non può essere risolto in solitudine, né con la forza, né appaltando ad altri soluzioni troppo facili. Le persone che emigrano sono una risorsa per il Paese di arrivo se trovano un sistema di accoglienza che dia sicurezza e responsabilità; diventano risorse anche per i Paesi di provenienza se i loro progetti migratori hanno successo. E’ inaccettabile continuare a pensare che l’unico modo siano i respingimenti e i rimpatri facendo così del Mar Mediterraneo un cimitero a cielo aperto e dimenticando completamente anche la rotta balcanica dove tante persone trovano la morte. Occorre una strategia europea e mondiale costruita anche con i Paesi di provenienza che restituisca umanità e dignità a chi decide con tanta sofferenza di abbandonare le proprie radici e i propri affetti e non considerarli nemici.

Molte altre sfide attendono l’Europa le citiamo qui solo per titoli: la transizione green verso una Europa sostenibile; la salvaguardia e la promozione della vita in ogni sua fase; la sfida dell’ Intelligenza Artificiale che ha già visto una prima decisione importante; una difesa europea che possa essere anche strumento di pace; le politiche a favore delle giovani generazioni, che necessitano di strumenti e opportunità culturali nuove e sfidanti; il sostegno e la valorizzazione della risorsa famiglia; la necessità di costruire alleanze e reti sovranazionali; risposte sistemiche capaci di fare leva sull’azione e l’apporto di molti.

UNA CLASSE DIRIGENTE ALL’ALTEZZA DEL LAVORO DA INTRAPRENDERE

Tutte le questioni citate e molte altre che si potrebbero citare necessitano una classe politica adeguata, coraggiosa e con uno sguardo prospettico e profetico. Questo significa formazione continua e non tatticismo, serietà e non pressapochismo, collaborazione se pur nelle differenze e non scontro senza rispetto, moralità e umiltà, ascolto e perseveranza. Solo con queste caratteristiche la classe politica può sperare di riavvicinare i cittadini all’esercizio del voto, grande incognita anche in questa tornata elettorale.

 

LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE

Nella nostra Diocesi questa tornata elettorale significa anche il rinnovo di alcune amministrazioni comunali.

La Consulta per la Pastorale Sociale e il Lavoro riflettendo sulla scadenza elettorale amministrativa intende proporre alcune riflessioni da portare all’attenzione dei candidati e dei cittadini.

AL CENTRO LA PERSONA E I SUOI LEGAMI

Amministrare un Comune è l’esercizio della politica più vicina ai cittadini perchè significa assumere decisioni per una comunità fatta di persone, di volti noti, di problemi, ma anche di risorse da valorizzare. Riteniamo indispensabile che una buona politica locale debba sempre tener conto del benessere e delle priorità della comunità, in primis delle persone più fragili ma anche delle famiglie, dei giovani e degli anziani e dei loro legami familiari e sociali. Il bene comune spesso non coincide con i desiderata di una parte che può diventare una lobby. Fuggire dalla logica dell’accontentare tutti a qualsiasi costo è un esercizio senza dubbio difficile, ma indispensabile. La persona al centro significa avere il coraggio della scelta per quella che si ritiene possa essere la soluzione migliore per il benessere di tutti.

LO SVILUPPO SOSTENIBILE

Ormai lo sappiamo tutti: dobbiamo rivoluzionare il nostro stile di vita anche comunitario: è quindi necessario progettare uno sviluppo delle città e dei paesi sostenibile a bassissimo consumo di suolo e alla ricerca e promozione di soluzioni energetiche provenienti da fonti rinnovabili. E’ altresì necessaria una grande azione pedagogica verso i cittadini per costruire percorsi virtuosi e indurre cambiamenti significativi a favore della sostenibilità. Non c’è più tempo da perdere.

LA SICUREZZA

Progettare soluzioni per assicurare la sicurezza di tutti è un dovere di chi si candida ad amministrare una comunità. Il coordinamento, la preparazione e la formazione degli organi di tutela è fondamentale, ma la sicurezza non va mai disgiunta da azioni pedagogiche, di animazione, recupero, rivitalizzazione delle zone della città o del Paese più problematiche. Il coinvolgimento dei cittadini di un territorio / quartiere in questi progetti è la strategia vincente per una comunità sicura e rispettosa di tutti.

LE PARROCCHIE: LUOGHI DA SOSTENERE

Nel contesto sopra descritto le parrocchie possono essere, se adeguatamente sostenute anche dalle amministrazioni comunali, luoghi di crescita e integrazione delle giovani generazioni. Le parrocchie già ora svolgono un importante ruolo educativo accogliendo all’interno dei propri ambienti ragazzi e adolescenti di provenienze geografiche e religioni diverse, collaborando con gli altri soggetti educativi del territorio. Valorizzare questo ruolo significa aumentare la possibilità di prevenire la fragilità e il disagio giovanile e non solo.

L’INCLUSIONE DEI CITTADINI MIGRANTI

Le nostre comunità sono sempre più multietniche. I migranti rappresentano una ricchezza se possono usufruire di spazi per condividere progetti comuni per conoscersi, per abbattere barriere spesso frutto di preconcetti e dicerie: in questo senso può essere importante promuovere il protagonismo e la responsabilità delle comunità straniere presenti sul territorio anche attraverso azioni di ascolto e incontro.

IL RUOLO DELLE ORGANIZZAZIONI DEI CITTADINI- PRATICARE LA SUSSIDIARIETA’

Il lavoro delle organizzazioni di Terzo Settore (Volontariato, Associazionismo di promozione sociale, Cooperazione Sociale, Fondazioni) rappresenta da tempo una ricchezza riconosciuta dai cittadini e che rafforza il capitale sociale di ogni comunità per la loro capacità di leggere e individuare con anticipo i nuovi bisogni emergenti. Fondamentale è rafforzarne il coinvolgimento per praticare sempre meglio l’azione dell’ascolto. Si tratta di rafforzare nella pratica l’esercizio della sussidiarietà in un sistema in cui siano chiare e definite responsabilità e ruoli.

LA MORALITA’ E LA RETTITUDINE DELL’AMMINISTRARE

Da sempre la Dottrina Sociale della Chiesa ha definito l’esercizio della politica “La più alta forma di carità” (Paolo VI). Quello che i cittadini chiedono a chi li amministra è di esercitare il loro ruolo con rettitudine e moralità per ridare alla politica la dignità che le compete. Questo stesso esercizio si richiede ai cittadini in uno scambio di lealtà reciproca.

PRATICARE L’ESERCIZIO DELLA DEMOCRAZIA

Da ultimo ma non per ultimo vogliamo invitare tutti a recarsi alle urne, esprimendo in tutta libertà la propria opinione. Solo in questo modo la nostra democrazia potrà essere piena e non ad appannaggio di pochi. Evitando di andare a votare non si fa altro che permettere ad altri di decidere al posto nostro. Disinteressarsi della vita politica del proprio paese indebolisce le istituzioni democratiche e crea fratture profonde tra i cittadini e chi si prende l’onere di governare, abdicando così al ruolo di controllo sancito dalla nostra Costituzione, che recita all’art. 1 comma 2 “La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.

La Consulta Diocesana per la Pastorale Sociale e il Lavoro

Dal 7 giugno nelle librerie un volume su “Intelligenza artificiale e sapienza del cuore”

Uscirà il 7 giugno nelle librerie e nei principali store “Intelligenza artificiale e sapienza del cuore”, uno dei primi volumi che affrontano il tema da diversi punti di vista, da quello etica a quello filosofico, fino a quello educativo e giuridico, senza dimenticare le implicazioni negli ambiti della scuola, del giornalismo, dell’arte e del cinema o l’impatto concreto sull’opinione pubblica e sulle relazioni intergenerazionali. È proprio la ricchezza dei contributi a rendere il testo un unicum nel panorama editoriale.
Promosso dall’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali insieme al CREMIT ed edito da Scholé-Morcelliana, il libro raccoglie e rilancia la riflessione di Papa Francesco contenuta nel Messaggio per la 58ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, con l’obiettivo di favorire la conoscenza e la consapevolezza degli sviluppi in atto.

“Non si tratta di immaginare una realtà potenziale quanto piuttosto di fare i conti con un presente che ha in sé, fin d’ora, i germi del futuro”, sottolineano nell’Introduzione i curatori Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio CEI, e Stefano Pasta del CREMIT. Ecco allora, davanti “agli interrogativi a cui non sappiamo dare risposta, la necessità di non cedere a un entusiasmo acritico né a uno sterile disfattismo, ma di impegnarsi per conoscere e orientare il cambiamento”. Il tutto, evidenziano i curatori, tenendo presente che, “al di là delle soluzioni infinite e immediate che i sistemi di intelligenza artificiale possono offrire, l’essere umano ha un quid che lo rende sempre unico e irripetibile. Quel ‘cuore’ che, forse, l’IA può aiutare a riscoprire, a rivitalizzare, a rendere di nuovo inquieto, cioè capace, come diceva Rilke, di «vivere fino al lontano giorno in cui avrai la risposta»”.


Il testo, che intende anche accompagnare la partecipazione di Papa Francesco alla sessione del G7 sull’intelligenza artificiale, propone i commenti a Messaggio del Papa a firma di Paolo Benanti, Stefania Careddu, Alessandra Carenzio, Sabino Chialà, Andrea Ciucci, Vincenzo Corrado, Nello Cristianini, Claudia D’Ippolito, Adriano Fabris, Luciano Floridi, Antonella Marchetti, Dermot Moran, Ivana Pais, Stefano Pasta, Sergio Perugini, Luca Maria Scarantino, Paolo Ruffini, Giovanni Ziccardi.

Il Vademecum per le Comunità Energetiche Rinnovabili

Si è svolta il 22 maggio scorso presso la sede della CEI di Circonvallazione Aurelia 50 a Roma, la presentazione istituzionale del Vademecum per le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), preparato dal Tavolo Tecnico sulle Comunità Energetiche Rinnovabili della Segreteria Generale.
Nel porgere il suo saluto, il card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha espresso il ringraziamento della CEI al Prof. Dott. Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, all’Ing. Paolo Arrigoni, Presidente del Gestore dei Servizi Energetici, e all’Avv. Vinicio Mosè Vigilante, Amministratore Delegato del GSE, per “il lavoro condiviso nella stesura di questo documento che segna una tappa fondamentale per le nostre comunità e per la salvaguardia della nostra Casa comune”.
“Non può esistere un autentico sviluppo economico senza garantirne la sostenibilità nel lungo periodo, inclusa la dimensione ambientale. Al contempo, le preoccupazioni ambientali non possono e non devono tradursi in una nuova forma di marginalizzazione dei poveri e degli ultimi”, ha affermato il Card. Zuppi, sottolineando che, “come uomini e cristiani, siamo chiamati ad amministrare in maniera responsabile i beni del Creato”.
In quest’ottica, le Comunità Energetiche Rinnovabili rappresentano un passo decisivo verso una transizione energetica in una prospettiva di ecologia integrale, che abbraccia la tutela dell’ambiente, la giustizia nei rapporti economici e sociali, la cura della persona umana e delle comunità.


“Per affermare il modello delle CER – ha detto il Ministro Pichetto Fratin – serve un forte impegno di informazione e divulgazione: grazie a questo Vademecum, sarà ancora più chiaro il valore sociale delle Comunità Energetiche Rinnovabili”. “Gli enti religiosi, naturali destinatari delle nuove forme di incentivo – ha rilevato il Ministro – sono tra i principali protagonisti di questa svolta energetica a lungo attesa dal Paese”.
“Le Comunità Energetiche Rinnovabili hanno finalità sociali, oltre che economiche e ambientali. In questo senso è da salutare con favore il sostegno che può arrivare dagli enti religiosi. Le CER rappresentano inoltre una misura importante di contrasto alla povertà energetica: possono permettere alle Diocesi non solo di destinare risorse economiche alle famiglie in difficoltà, ma anche di migliorare luoghi parrocchiali dedicati alla socialità”, ha osservato da parte sua il Presidente del GSE Arrigoni.

Il Vademecum, che verrà regolarmente aggiornato per recepire in maniera continuativa gli sviluppi a livello normativo, di mercato e pastorale, è disponibile sui siti www.chiesacattolica.it e https://tavoloenergia.chiesacattolica.it/. 
Oltre a fornire alcune informazioni di carattere generale e a suggerire strumenti e metodologie utili per le Chiese locali e gli enti religiosi, il testo propone infatti una road map per la costituzione di una CER. L’approfondimento sul tema delle Comunità energetiche, a partire dalle motivazioni che hanno portato la Chiesa ad occuparsene all’interno della più ampia riflessione sulla cura del Creato ispirata dall’Enciclica Laudato si’, si affianca alla presentazione del quadro normativo, dei possibili modelli organizzativi e dell’iter che porta concretamente alla creazione di una CER.

 

Foto CEI

Dal 31 maggio al 2 giugno a Fidenza c'è lo Street Food

A Fidenza tutto è pronto per festeggiare il primo week end di giugno. Da venerdì 31 maggio a domenica 2 giugno piazza Garibaldi si animerà infatti con numerose iniziative rivolte a tutta la famiglia per un lungo fine settimana di divertimento.
Venerdì sera la festa avrà inizio con il cibo dello “Street Food Fiesta Loca” che porterà in piazza per tutto il week end una selezione di prelibatezze gastronomiche mettendo in campo il meglio della produzione nazionale ed internazionale di cibo e birre artigianali, il tutto innaffiato da balli caraibici, folclore, musica, animazioni e intrattenimento.
Per i più piccoli l'appuntamento da non perdere sarà quello con la tradizionale giostrina a fianco dell'obelisco, che ha già aperto i battenti in questi giorni, e con l'animazione proposta dai saltimbanchi che saranno in piazza Garibaldi sabato 1 e domenica 2 giugno.
Sempre domenica infine, in occasione delle celebrazioni per la Festa della Repubblica, alla chiesa di S. Michele in via Berenini dalle 10.45 ci sarà il raduno dei giovani diciottenni e delle associazioni d'Arma, Combattentistiche e del Volontariato. Da qui si dipanerà il corteo che sarà preceduto dalla Banda “Città di Fidenza”. Alle 11.30 si farà ingresso in piazza Garibaldi con accoglienza delle autorità comunali e la ormai tradizionale cerimonia di consegna del testo della Costituzione Italiana ai cittadini diciottenni.

Cabriolo, torna la festa medievale

Il 7, l’8 e il 9 giugno torna la festa medievale nella parrocchia di Cabriolo. Apertura venerdì 7 giugno con il concerto musicale del gruppo “Data Zero”. Sabato 8 giugno giocoleria, equilibrismo, acrobazie a cura de “I giullari del carretto”; domenica 9 giugno lo spettacolo di scherma medievale con “Gens Innominabilis”.

Grazie ai fondi 8xmille finanziati 1218 progetti a favore dei bambini

Sono 1218 i progetti a favore dei bambini e dei minori in 80 Paesi di tutti i continenti per un totale di oltre 100 milioni di euro, finanziati dal 1991 attraverso il Servizio per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei Popoli, grazie ai fondi dell’8xmille.
Nel mondo – secondo i dati Oil, Save the Children e Unicef – 1,4 miliardi di bambini con meno di 15 anni non godono di alcuna forma di protezione sociale e sono esposti a malattie, malnutrizione e povertà. Di questi 333 milioni vivono in povertà estrema e lottano per sopravvivere con meno di 2,15 dollari al giorno. Quasi un miliardo di bambini convive con la povertà multidimensionale.
“Ascoltiamoli, perché nella loro sofferenza ci parlano della realtà, con gli occhi purificati dalle lacrime e con quel desiderio tenace di bene che nasce nel cuore di chi ha veramente visto quanto è brutto il male”, esorta Papa Francesco nel Messaggio per la prima Giornata Mondiale dei bambini. Il Pontefice invita a non dimenticare “tutti quei bambini a cui ancora oggi con crudeltà viene rubata l’infanzia” e si trovano “a lottare contro malattie e difficoltà, all’ospedale o a casa, chi è vittima della guerra e della violenza, chi soffre la fame e la sete, chi vive in strada, chi è costretto a fare il soldato o a fuggire come profugo, separato dai suoi genitori, chi non può andare a scuola, chi è vittima di bande criminali, della droga o di altre forme di schiavitù, degli abusi”.
I progetti finanziati rappresentano semi di speranza e quelle generate sono storie di vita ritrovata nonostante le sofferenze.

Come quella di Jean-Claude, ex bambino-soldato nella Repubblica Democratica del Congo. “Il mio nome è Démocratie, anzi, questo è il nome che mi sono scelto poiché, anche se la democrazia non l’ho mai conosciuta, credo sia la cosa più importante. Sono stato rapito all’età di 12 anni dalla milizia ribelle Lord’s Resistance Army di Joseph Kony. Mi hanno torturato e usato come uno schiavo. Ho passato 10 anni nella foresta, dove sono stato addestrato come soldato. Ho ucciso e ho visto uccidere. Era il nostro primo dovere, quello che ognuno di noi doveva fare se non voleva morire. Ho scalato la gerarchia militare fino a diventare capo della guardia personale di Kony. Quella posizione mi ha permesso dopo 10 lunghi anni di scappare. Oggi vivo a Dungu in una capanna con mia sorella e i suoi 8 figli. Cammino chilometri per andare a scuola, chilometri per andare a lavorare, ma sono sicuro che riuscirò a diventare un medico.” Démocratie tutte le mattine si alza alle 5 per andare a scuola, quando esce all’ora di pranzo si reca nella foresta dove, per mantenere la famiglia, fa il taglia-legna. Nonostante tutto, riesce a trovare tempo per frequentare i corsi professionali del Centro Juvenat, dove i missionari agostiniani accolgono e assistono ex bambini-soldato come lui. Lì può dare il suo contributo e aiutare Padre Blaise nel percorso di reinserimento dei nuovi arrivati. A giugno dello scorso anno si è diplomato alla scuola secondaria agostiniana Maman Dorothée e vorrebbe proseguire gli studi per non rinunciare al suo sogno e al suo progetto di vita: quello di essere un medico.


Si stima che siano stati reclutati 30.000 bambini soldato nella zona di Dungu e Doruma e che molti siano nelle mani di vari gruppi paramilitari. La maggior parte di loro hanno dagli 8 ai 15 anni e il 40% sono ragazze.
“La problematica dei bambini-soldato – sottolinea Maurizio Misitano, direttore esecutivo della Fondazione Agostiniani nel Mondo – è molto complessa. Nella zona dell’Haut-Uélé c’è stato un conflitto devastante e di lungo periodo. I bambini hanno subìto le conseguenze più atroci: hanno perso i genitori, hanno abbandonato i processi educativi e, proprio per questo, la nostra azione vuole offrire riabilitazione psico-fisica ma anche alfabetizzazione e formazione lavorativa, non solamente a coloro che hanno avuto un’esperienza di guerra come soldati, ma a tutti quei bambini che hanno subito le conseguenze anche indirette della guerra e della povertà”.


Spesso poi i bambini pagano il prezzo più alto in situazioni e contesti discriminanti anche per gli adulti. Come avviene in Bangladesh per i Dalit, membri delle “caste basse”, etichettate come “intoccabili”, che sono da sempre oppresse ed emarginate. Sono poveri, con accesso limitato all’istruzione, al lavoro, all’alloggio, alla sanità e ai servizi pubblici. Circa il 96% è analfabeta. I bambini all’interno di questa comunità hanno pochissime opportunità per aspirare a un futuro dignitoso. Champa Das è un’eccezione, è riuscita a completare il ciclo di studi e ha iniziato a offrire a casa sua a tanti bambini un sostegno gratuito per l’apprendimento, sfidando le barriere secolari. Grazie a questo impegno le è stato affidato il ruolo di insegnante per 83 ragazzi e ragazze della comunità Dalit, dalla classe 1 alla 10, nel Kajra Learning Center, in Bangladesh. È un progetto finanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana in collaborazione con chiesa locale, la Fondazione L’Albero della Vita (FADV) e il partner locale Dalit. La prima fase, dal 2021 al 2023, ha aiutato quasi 2000 bambini in 15 villaggi. È stata poi avviata una seconda fase che prevede di raggiungere altri 2500 piccoli in 22 villaggi.
Queste storie mettono in mostra, anche nelle situazioni più complesse e di grande sofferenza, l’importanza di farsi piccoli con i piccoli e imparare evangelicamente a guardare la vita con i loro occhi, con la loro capacità di stupirsi e di avere fiducia, nonostante tutto. E soprattutto la necessità di mettere al centro i bambini (Mt18,1-5, Mc 10,13-16). Testimoniano inoltre il grande potere di trasformazione dell’ascolto, dell’istruzione, dell’accompagnamento, della condivisione e il ruolo che tutto questo può giocare nel superare l’esclusione sociale, la discriminazione, la disperazione, restituendo prospettive di futuro. “Il mondo – sottolinea Papa Francesco nel Messaggio per la Giornata – si trasforma prima di tutto attraverso le cose piccole, senza vergognarsi di fare solo piccoli passi. Anzi, la nostra piccolezza ci ricorda che siamo fragili e che abbiamo bisogno gli uni degli altri, come membra di un unico corpo (cfr Rm 12,5; 1 Cor 12,26). Da soli non si può neppure essere felici, perché la gioia cresce nella misura in cui la si condivide: nasce con la gratitudine per i doni che abbiamo ricevuto e che a nostra volta partecipiamo agli altri”.

Fidenza: premiata una classe della scuola De Amicis

Giovedì 16 maggio si è svolta presso il teatro Emma Gramatica della scuola primaria De Amicis la cerimonia di premiazione della classe 5B, che ha vinto la selezione interregionale del concorso nazionale “Inventa una banconota”, indetto dalla Banca d’Italia insieme al ministero dell’Istruzione e del Merito. Alla presenza del dirigente scolastico Ferdinando Crespi, del direttore della Banca d’Italia dott. Calvisi e del direttore della filiale di Piacenza dott. Capurri, i ragazzi hanno spiegato il significato dei vari simboli posti sulla loro banconota premiata e il messaggio che hanno voluto veicolare attraverso la sua realizzazione. “Save the Earth” è il titolo dato alla banconota: si salva il pianeta attraverso accordi internazionali ben ponderati tra i vari Stati, ma anche attraverso l’impegno da parte di tutti.

Il dott. Capurri ha donato a tutti i presenti un breve ma interessante momento formativo,in cui è stata spiegata la storia della moneta dal baratto ai giorni nostri.
Le maestre hanno anche spiegato ai bambini che il segreto per fare bene qualsiasi lavoro è l’amore per ciò che si fa.

Grazie alla vincita di questo concorso la scuola ha ricevuto dalla Banca la cifra di 2000 euro per il supporto e lo sviluppo delle attività didattiche.

Il Messaggio di Papa Francesco per la I Giornata Mondiale dei Bambini

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA I GIORNATA MONDIALE DEI BAMBINI

(25-26 maggio 2024)

Care bambine e cari bambini!

Si avvicina la vostra prima Giornata Mondiale: sarà a Roma il 25 e 26 maggio prossimo. Per questo ho pensato di mandarvi un messaggio, sono felice che possiate riceverlo e ringrazio tutti coloro che si adopereranno per farvelo avere.

Lo rivolgo prima di tutto a ciascuno personalmente, a te, cara bambina, a te, caro bambino, perché «sei prezioso» agli occhi di Dio (Is 43,4), come ci insegna la Bibbia e come Gesù tante volte ha dimostrato.

Allo stesso tempo questo messaggio lo invio a tutti, perché tutti siete importanti, e perché insieme, vicini e lontani, manifestate il desiderio di ognuno di noi di crescere e rinnovarsi. Ci ricordate che siamo tutti figli e fratelli, e che nessuno può esistere senza qualcuno che lo metta al mondo, né crescere senza avere altri a cui donare amore e da cui ricevere amore (cfr Lett. enc. Fratelli tutti, 95).

Così tutti voi, bambine e bambini, gioia dei vostri genitori e delle vostre famiglie, siete anche gioia dell’umanità e della Chiesa, in cui ciascuno è come un anello di una lunghissima catena, che va dal passato al futuro e che copre tutta la terra. Per questo vi raccomando di ascoltare sempre con attenzione i racconti dei grandi: delle vostre mamme, dei papà, dei nonni e dei bisnonni! E nello stesso tempo di non dimenticare chi di voi, ancora così piccolo, già si trova a lottare contro malattie e difficoltà, all’ospedale o a casa, chi è vittima della guerra e della violenza, chi soffre la fame e la sete, chi vive in strada, chi è costretto a fare il soldato o a fuggire come profugo, separato dai suoi genitori, chi non può andare a scuola, chi è vittima di bande criminali, della droga o di altre forme di schiavitù, degli abusi. Insomma, tutti quei bambini a cui ancora oggi con crudeltà viene rubata l’infanzia. Ascoltateli, anzi ascoltiamoli, perché nella loro sofferenza ci parlano della realtà, con gli occhi purificati dalle lacrime e con quel desiderio tenace di bene che nasce nel cuore di chi ha veramente visto quanto è brutto il male.

Miei piccoli amici, per rinnovare noi stessi e il mondo, non basta che stiamo insieme tra noi: è necessario stare uniti a Gesù. Da lui riceviamo tanto coraggio: lui è sempre vicino, il suo Spirito ci precede e ci accompagna sulle vie del mondo. Gesù ci dice: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose» (Ap 21,5); sono le parole che ho scelto come tema per la vostra prima Giornata Mondiale. Queste parole ci invitano a diventare agili come bambini nel cogliere le novità suscitate dallo Spirito in noi e intorno a noi. Con Gesù possiamo sognare un’umanità nuova e impegnarci per una società più fraterna e attenta alla nostra casa comune, cominciando dalle cose semplici, come salutare gli altri, chiedere permesso, chiedere scusa, dire grazie. Il mondo si trasforma prima di tutto attraverso le cose piccole, senza vergognarsi di fare solo piccoli passi. Anzi, la nostra piccolezza ci ricorda che siamo fragili e che abbiamo bisogno gli uni degli altri, come membra di un unico corpo (cfr Rm 12,5; 1 Cor 12,26).

E c’è di più. Infatti, care bambine e cari bambini, da soli non si può neppure essere felici, perché la gioia cresce nella misura in cui la si condivide: nasce con la gratitudine per i doni che abbiamo ricevuto e che a nostra volta partecipiamo agli altri. Quando quello che abbiamo ricevuto lo teniamo solo per noi, o addirittura facciamo i capricci per avere questo o quel regalo, in realtà ci dimentichiamo che il dono più grande siamo noi stessi, gli uni per gli altri: siamo noi il “regalo di Dio”. Gli altri doni servono, sì, ma solo per stare insieme. Se non li usiamo per questo saremo sempre insoddisfatti e non ci basteranno mai.

Invece se si sta insieme tutto è diverso! Pensate ai vostri amici: com’è bello stare con loro, a casa, a scuola, in parrocchia, all’oratorio, dappertutto; giocare, cantare, scoprire cose nuove, divertirsi, tutti insieme, senza lasciare indietro nessuno. L’amicizia è bellissima e cresce solo così, nella condivisione e nel perdono, con pazienza, coraggio, creatività e fantasia, senza paura e senza pregiudizi.

E adesso voglio confidarvi un segreto importante: per essere davvero felici bisogna pregare, pregare tanto, tutti i giorni, perché la preghiera ci collega direttamente a Dio, ci riempie il cuore di luce e di calore e ci aiuta a fare tutto con fiducia e serenità. Anche Gesù pregava sempre il Padre. E sapete come lo chiamava? Nella sua lingua lo chiamava semplicemente Abbà, che significa Papà (cfr Mc 14,36). Facciamolo anche noi! Lo sentiremo sempre vicino. Ce lo ha promesso Gesù stesso, quando ci ha detto: «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro» (Mt 18,20).

Care bambine e cari bambini, sapete che a maggio ci troveremo in tantissimi a Roma, proprio con voi, che verrete da tutto il mondo! E allora, per prepararci bene, vi raccomando di pregare usando le stesse parole che Gesù ci ha insegnato: il Padre nostro. Recitatelo ogni mattina e ogni sera, e poi anche in famiglia, con i vostri genitori, fratelli, sorelle e nonni. Ma non come una formula, no! Pensando alle parole che Gesù ci ha insegnato. Gesù ci chiama e ci vuole protagonisti con Lui di questa Giornata Mondiale, costruttori di un mondo nuovo, più umano, giusto e pacifico.

Lui, che si è offerto sulla Croce per raccoglierci tutti nell’amore, Lui che ha vinto la morte e ci ha riconciliati col Padre, vuole continuare la sua opera nella Chiesa, attraverso di noi. Pensateci, in particolare quelli tra voi che vi preparate a ricevere la Prima Comunione.

Carissimi, Dio, che ci ama da sempre (cfr Ger 1,5), ha per noi lo sguardo del più amorevole dei papà e della più tenera delle mamme. Lui non si dimentica mai di noi (cfr Is 49,15) e ogni giorno ci accompagna e ci rinnova con il suo Spirito.

Insieme a Maria Santissima e a San Giuseppe preghiamo con queste parole:

Vieni, Santo Spirito,
mostraci la tua bellezza
riflessa nei volti
delle bambine e dei bambini della terra.
Vieni Gesù,
che fai nuove tutte le cose,
che sei la via che ci conduce al Padre,
vieni e resta con noi.
Amen.

FRANCESCO

Foto: (Vatican Media/SIR)

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