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L'icona della Sacra Famiglia nelle parrocchie del Vicariato Urbano

A cura dell’Ufficio diocesano per la Pastorale familiare diretto da don Benjamin Ayena, a partire dal 30 dicembre scorso l’icona della Sacra Famiglia viene ospitata settimanalmente a turno dalle parrocchie del Vicariato urbano.
 
Dopo le parrocchie di S. Maria Annunziata, S. Michele Arcangelo e Santa Margherita, l’icona sarà presente presso la parrocchia di S. Francesco d’Assisi (dal 28 gennaio al 4 febbraio), presso la parrocchia di S. Giuseppe Lavoratore (dal 4 all’11 febbraio), presso la parrocchia di S. Donnino Martire (dal 13 al 20 febbraio), presso la parrocchia di S. Paolo apostolo (dal 20 al 26 febbraio).
Oltre all’immagine, l’Ufficio diocesano per la Pastorale familiare ha messo a disposizione i libretti contenenti preghiere e canti da recitare in questa occasione.

Giornata Nazionale per la Vita: il Messaggio della CEI

Pubblichiamo il Messaggio che il Consiglio Episcopale Permanente della CEI ha preparato per la 45ª Giornata Nazionale per la Vita, che si celebrerà il 5 febbraio 2023 sul tema «La morte non è mai una soluzione. “Dio ha creato tutte le cose perché esistano; le creature del mondo sono portatrici di salvezza, in esse non c’è veleno di morte” (Sap 1,14)».

 

Il diffondersi di una “cultura di morte”

In questo nostro tempo, quando l’esistenza si fa complessa e impegnativa, quando sembra che la sfida sia insuperabile e il peso insopportabile, sempre più spesso si approda a una “soluzione” drammatica: dare la morte. Certamente a ogni persona e situazione sono dovuti rispetto e pietà, con quello sguardo carico di empatia e misericordia che scaturisce dal Vangelo. Siamo infatti consapevoli che certe decisioni maturano in condizioni di solitudine, di carenza di cure, di paura dinanzi all’ignoto… È il mistero del male che tutti sgomenta, credenti e non. Ciò, tuttavia, non elimina la preoccupazione che nasce dal constatare come il produrre morte stia progressivamente diventando una risposta pronta, economica e immediata a una serie di problemi personali e sociali. Tanto più che dietro tale “soluzione” è possibile riconoscere importanti interessi economici e ideologie che si spacciano per ragionevoli e misericordiose, mentre non lo sono affatto.
Quando un figlio non lo posso mantenere, non l’ho voluto, quando so che nascerà disabile o credo che limiterà la mia libertà o metterà a rischio la mia vita… la soluzione è spesso l’aborto.
Quando una malattia non la posso sopportare, quando rimango solo, quando perdo la speranza, quando vengono a mancare le cure palliative, quando non sopporto veder soffrire una persona cara… la via d’uscita può consistere nell’eutanasia o nel “suicidio assistito”.
Quando la relazione con il partner diventa difficile, perché non risponde alle mie aspettative… a volte l’esito è una violenza che arriva a uccidere chi si amava – o si credeva di amare –, sfogandosi persino sui piccoli e all’interno delle mura domestiche.
Quando il male di vivere si fa insostenibile e nessuno sembra bucare il muro della solitudine… si finisce non di rado col decidere di togliersi la vita.
Quando l’accoglienza e l’integrazione di chi fugge dalla guerra o dalla miseria comportano problemi economici, culturali e sociali… si preferisce abbandonare le persone al loro destino, condannandole di fatto a una morte ingiusta.
Quando si acuiscono le ragioni di conflitto tra i popoli… i potenti e i mercanti di morte ripropongono sempre più spesso la “soluzione” della guerra, scegliendo e propagandando il linguaggio devastante delle armi, funzionale soprattutto ai loro interessi.
Così, poco a poco, la “cultura di morte” si diffonde e ci contagia.

Per una “cultura di vita”

Il Signore crocifisso e risorto – ma anche la retta ragione – ci indica una strada diversa: dare non la morte ma la vita, generare e servire sempre la vita. Ci mostra come sia possibile coglierne il senso e il valore anche quando la sperimentiamo fragile, minacciata e faticosa. Ci aiuta ad accogliere la drammatica prepotenza della malattia e il lento venire della morte, schiudendo il mistero dell’origine e della fine. Ci insegna a condividere le stagioni difficili della sofferenza, della malattia devastante, delle gravidanze che mettono a soqquadro progetti ed equilibri… offrendo relazioni intrise di amore, rispetto, vicinanza, dialogo e servizio. Ci guida a lasciarsi sfidare dalla voglia di vivere dei bambini, dei disabili, degli anziani, dei malati, dei migranti e di tanti uomini e donne che chiedono soprattutto rispetto, dignità e accoglienza. Ci esorta a educare le nuove generazioni alla gratitudine per la vita ricevuta e all’impegno di custodirla con cura, in sé e negli altri. Ci muove a rallegrarci per i tanti uomini e le donne, credenti di tutte le fedi e non credenti, che affrontano i problemi producendo vita, a volte pagando duramente di persona il loro impegno; in tutti costoro riconosciamo infatti l’azione misteriosa e vivificante dello Spirito, che rende le creature “portatrici di salvezza”. A queste persone e alle tante organizzazioni schierate su diversi fronti a difesa della vita va la nostra riconoscenza e il nostro incoraggiamento.

 Ma poi, dare la morte funziona davvero?

D’altra parte, è doveroso chiedersi se il tentativo di risolvere i problemi eliminando le persone sia davvero efficace.
Siamo sicuri che la banalizzazione dell’interruzione volontaria di gravidanza elimini la ferita profonda che genera nell’animo di molte donne che vi hanno fatto ricorso? Donne che, in moltissimi casi, avrebbero potuto essere sostenute in una scelta diversa e non rimpianta, come del resto prevedrebbe la stessa legge 194 all’art.5. È questa la consapevolezza alla base di un disagio culturale e sociale che cresce in molti Paesi e che, al di là di indebite polarizzazioni ideologiche, alimenta un dibattito profondo volto al rinnovamento delle normative e al riconoscimento della preziosità di ogni vita, anche quando ancora celata agli occhi: l’esistenza di ciascuno resta unica e inestimabile in ogni sua fase.
Siamo sicuri che il suicidio assistito o l’eutanasia rispettino fino in fondo la libertà di chi li sceglie – spesso sfinito dalla carenza di cure e relazioni – e manifestino vero e responsabile affetto da parte di chi li accompagna a morire?
Siamo sicuri che la radice profonda dei femminicidi, della violenza sui bambini, dell’aggressività delle baby gang… non sia proprio questa cultura di crescente dissacrazione della vita?
Siamo sicuri che dietro il crescente fenomeno dei suicidi, anche giovanili, non ci sia l’idea che “la vita è mia e ne faccio quello che voglio?”
Siamo sicuri che la chiusura verso i migranti e i rifugiati e l’indifferenza per le cause che li muovono siano la strategia più efficace e dignitosa per gestire quella che non è più solo un’emergenza?
Siamo sicuri che la guerra, in Ucraina come nei Paesi dei tanti “conflitti dimenticati”, sia davvero capace di superare i motivi da cui nasce? «Mentre Dio porta avanti la sua creazione, e noi uomini siamo chiamati a collaborare alla sua opera, la guerra distrugge. Distrugge anche ciò che Dio ha creato di più bello: l’essere umano. La guerra stravolge tutto, anche il legame tra i fratelli. La guerra è folle, il suo piano di sviluppo è la distruzione» (Francesco, Omelia al sacrario di Redipuglia, 13 settembre 2014).

La “cultura di morte”: una questione seria

Dare la morte come soluzione pone una seria questione etica, poiché mette in discussione il valore della vita e della persona umana. Alla fondamentale fiducia nella vita e nella sua bontà – per i credenti radicata nella fede – che spinge a scorgere possibilità e valori in ogni condizione dell’esistenza, si sostituisce la superbia di giudicare se e quando una vita, foss’anche la propria, risulti degna di essere vissuta, arrogandosi il diritto di porle fine. Desta inoltre preoccupazione il constatare come ai grandi progressi della scienza e della tecnica, che mettono in condizione di manipolare ed estinguere la vita in modo sempre più rapido e massivo, non corrisponda un’adeguata riflessione sul mistero del nascere e del morire, di cui non siamo evidentemente padroni. Il turbamento di molti dinanzi alla situazione in cui tante persone e famiglie hanno vissuto la malattia e la morte in tempo di Covid ha mostrato come un approccio meramente funzionale a tali dimensioni dell’esistenza risulti del tutto insufficiente. Forse è perché abbiamo perduto la capacità di comprendere e fronteggiare il limite e il dolore che abitano l’esistenza, che crediamo di porvi rimedio attraverso la morte?

Rinnovare l’impegno

La Giornata per la vita rinnovi l’adesione dei cattolici al “Vangelo della vita”, l’impegno a smascherare la “cultura di morte”, la capacità di promuovere e sostenere azioni concrete a difesa della vita, mobilitando sempre maggiori energie e risorse. Rinvigorisca una carità che sappia farsi preghiera e azione: anelito e annuncio della pienezza di vita che Dio desidera per i suoi figli; stile di vita coniugale, familiare, ecclesiale e sociale, capace di seminare bene, gioia e speranza anche quando si è circondati da ombre di morte.

Roma, 21 settembre 2022

IL CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Busseto ricorda Mario Sivelli: prima partigiano e poi imprenditore generoso

L’ANPI, sezione di Busse- to, si associa al cordoglio per la scomparsa dell’ing. Mario Sivelli, partigiano “Mario” della 38° Brigata “Bertè” S.A.P. e 62° Brigata “L. Evangelista”. Era mem- bro del Comitato d’Onore dell’ANPI di Parma e dal 2016 Presidente onorario della sezione. Le sue vicende nel corso della Lotta di Liberazione sono raccontate in dettaglio nel volume “Storie: la Resistenza bussetana e i suoi protagonisti”, nel capitolo dal titolo “L’ingegnere”. Nato a Bersano di Besenzone il 15 agosto 1925, Mario, appena diciottenne, insieme a tanti altri giovani aderisce alla Resistenza e partecipa a diverse azioni belliche anche cruente prima nella Bassa piacentina e poi in Val d’Arda, sfuggendo sempre ai rastrellamenti e mostrando a più riprese il suo valore e la sua fede indomita negli ideali di libertà, democrazia e giustizia sociale. Terminata la guerra, consegue la laurea e per molti anni lavora in Italia e all’estero come ingegnere minerario impegnato nella perforazione dei pozzi di petrolio. A metà degli anni Sessanta, conosciuta quella che diventerà sua moglie, si stabilisce a Busseto, cambia lavoro e per 17 anni diventa tecnico nelle linee di fabbricazione alla Vetraria di Fidenza.

Ma i cambiamenti nella vita di Mario non erano finiti. Terminata anche questa attività, s’immerge in un’altra avventura: quella dell’agricoltore; è stato infatti uno dei primi ad avere una raccoglitrice meccanica di pomodori. Per Mario quelli sono stati gli anni più belli della sua vita. In questo modo riesce a garantire un impiego a circa una quarantina di donne di Busseto. Ogni tanto le incontrava per strada e si sentiva dire da loro: “Ingegnere, abbiamo un gran buon ricordo di lei”. “E io di voi”, rispondeva compiaciuto, perché per lui i rapporti umani hanno sempre avuto la precedenza su tutto il resto.

Vogliamo ricordarlo così, insieme alla memoria di tante opere di beneficenza, tenute per lo più nascoste, che Mario, nel nome della cara moglie e col rammarico di non aver mai avuto figli, ha profuso sostenendo l’adozione a distanza di molti bambini poveri del Terzo Mondo.

Adriano Concari, Presidente ANPI di Busseto

Fidenza: le iniziative promosse in occasione del Giorno della Memoria

Il Giorno della memoria è una ricorrenza internazionale per commemorare le vittime dell’Olocausto. È stato così designato dalla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 10 novembre 2005. Si è stabilito di celebrare il Giorno della memoria ogni 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa, impegnate nella offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.

Il Comune di Fidenza quest’anno promuove una serie di iniziative sul tema “Perché la memoria generi futuro”. Della Shoah non si parlerà mai abbastanza: quando poi lo si fa rivolgendosi ai più giovani, coltivando la memoria come se fosse un giardino da non lasciare mai privo di cure, ciò vale ancora di più.

Venerdì 27 gennaio alle ore 20.30 presso il teatro Magnani “Aria della memoria”, il tradizionale concerto con esecuzioni di brani musicali a cura delle scuole secondarie di primo grado del territorio.

Nei giorni 23, 24, 26, 30 e 31 gennaio presso il Centro giovanile di via Mazzini proiezione del film “Anna Frank. Il diario segreto” di Ari Folman.

Infine giovedì 23 febbraio alle ore 18 presso il teatro Magnani, incontro con Attilio Lattes, sopravvissuto ai rastrellamenti del ghetto di Roma.

Inoltre da sabato 21 gennaio a sabato 4 febbraio presso la Biblioteca civica “Leoni” resterà esposta la vetrina tematica dedicata al Giorno della memoria. Per i mesi di gennaio e febbraio saranno possibili visite guidate per le scuole al Museo del Risorgimento “L. Musini”; sabato 4 febbraio alle ore 10.30 visita guidata gratuita per i cittadini con prenotazione obbligatoria al numero 0524.517390.

Dopo una lunga permanenza in Italia don Mathew torna in India: il saluto dell'associazione “Fratelli dell’India”

Dopo una lunga permanenza in Italia il nostro carissimo amico Mathew Muriankary ci ha lasciati per fare ritorno in India, nella regione del Kerala, quella in cui la presenza dei cristiani è più numerosa. Il nostro primo incontro risale a molti anni fa grazie al suo caro prozio p. Iswar Prazad (per gli amici p. Matteo) e così abbiamo potuto condividere con lui esperienze straordinarie.
Il percorso di Mathew è stato lungo e impegnativo: ha richiesto anche grandi sacrifici personali non senza momenti di difficoltà, ma sempre vissuti con fede e perseveranza fino all’ordinazione sacerdotale, alla laurea (conseguita presso la Pontificia Università Urbaniana) e di recente al prestigioso master in Scienze delle Comunicazioni Sociali a Roma.
E’ sempre stato curioso di conoscere da vicino la realtà del nostro territorio e ha fatto la conoscenza di numerose persone guadagnandosi la stima di tanti amici: a Fidenza (soprattutto presso la parrocchia di S. Giuseppe), a Roma, in altre parti d’Italia. Ha svolto il suo ministero presso le nostre parrocchie, ma anche in altre nazioni europee e in ogni luogo da lui frequentato ha sempre colpito il suo volto sorridente e aperto, sempre pronto a instaurare nuove amicizie.
Così la bella storia che abbiamo condiviso con lui chiude ora il primo capitolo, ma per aprirne subito un altro che Mathew scriverà nella sua (e nostra) carissima India dopo aver maturato una profonda esperienza di vita e, ne siamo certi, un annuncio forte del Vangelo grazie a doti pastorali non comuni. Noi continueremo a seguirlo e lui seguirà noi, anche perchè con i nuovi mezzi di comunicazione le relazioni non verranno mai meno.
Siamo riconoscenti al Signore per averlo conosciuto e sostenuto: la fiducia in lui è stata ampiamente ripagata e le nostre comunità sono lì a testimoniare dei frutti generosi che lui ha portato ovunque. Caro Mathew, grazie di tutto e tanti auguri per il tuo ministero sacerdotale: noi a Fidenza pregheremo per te in attesa di rivederci a casa tua.

I bambini del catechismo in processione per la pace nel mondo

Domenica 22 gennaio i bambini del catechismo, gli educatori e i catechisti, accompagnati dal parroco don Marek Jaszczak, hanno fatto una bellissima processione pregando per la pace nel mondo.
Sono partiti dall'oratorio di San Michele e, attraverso un breve percorso per le vie limitrofe, sono giunti sul sagrato della chiesa dedicata alla Gran Madre di Dio.
Tutti i bambini in processione hanno portato alcune bandierine con i colori di ogni Stato del mondo, perchè la pace deve essere prerogativa di tutti i popoli.

Allenati alla pace

Per i gruppi di Azione Cattolica gennaio è il mese della pace. Anche quest’anno l’AC diocesana promuove la “Festa della pace” rivolta ai ragazzi dalla prima elementare alla terza media.
Appuntamento domenica 29 gennaio alle ore 14.30 nel piazzale della chiesa di San Paolo a Fidenza. Seguirà un pomeriggio itinerante per le vie della città con una tappa presso la chiesa ortodossa di San Faustino.
Conclusione in Cattedrale per la preghiera finale alle ore 17.

San Francesco di Sales: i giornalisti emiliano-romagnoli a convegno sul tema "Comunicare e parlare con il cuore"

Venerdì 27 gennaio alle ore 15.00 nell’Aula Magna dell’Istituto “Veritatis Splendor” di Bologna, l’Arcivescovo Card. Matteo Zuppi interverrà al XVIII incontro regionale dei giornalisti su “Comunicare e parlare con il cuore. L’informazione e la deontologia per la cura delle relazioni” promosso in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti.

Durante l’evento sarà anche presentato il messaggio di Papa Francesco “Parlare col cuore: Veritatem facientes in caritate” (Ef 4,15) per la 57ª Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali. L’incontro sarà introdotto dai saluti istituzionali di Silvestro Ramunno, Presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna, Mons. Giovanni Mosciatti, Vescovo di Imola e Delegato per le Comunicazioni sociali Ceer, Mons. Roberto Macciantelli, Presidente della Fondazione “Lercaro”, Matteo Billi, Presidente dell’Ucsi regionale, e don Davide Maloberti, Delegato della Fisc Emilia-Romagna. Insieme all’Arcivescovo interverranno i giornalisti Vincenzo Corrado, Direttore dell’Ufficio per le Comunicazioni sociali Cei, Silvestro Ramunno, Presidente Ordine dei giornalisti Emilia-Romagna, Gianfranco Brunelli, Direttore de “Il Regno”, Marco Marozzi, giornalista di varie testate, Giovanni Borsa, corrispondente da Bruxelles di “AgenSir Europa”, Alessandro Rondoni, Direttore dell’Ufficio per le Comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi di Bologna e della Ceer.

L’incontro, proposto dall’Ufficio Comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi di Bologna e della Ceer, dall’Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna, in collaborazione con Fisc, Ucsi, Acec e altre realtà, sarà preceduto alle ore 14.15 da una breve visita guidata alla Raccolta “Lercaro”.

«La Chiesa in uscitaafferma il Card. Zuppiincontra tutti e il mondo dell’informazione offre un’importante occasione di ascolto, come si è visto pure durante le limitazioni della pandemia con i numerosi collegamenti per non far restare isolate le persone. Anche il mondo della comunicazione cammina sinodalmente, ascolta e parla con il cuore. Viviamo, infatti, un tempo in cui siamo interconnessi e dobbiamo aprirci ai nuovi linguaggi, inclusi quelli digitali, e non avere paura di informare ascoltando e parlando con il cuore. La Chiesa ha un messaggio da offrire a tutti e ringrazio per l’opera di comunicazione che viene svolta perché è un bene per la comunità e un servizio di carità».

«L’obiettivo di questo incontro regionalespiega Alessandro Rondoniè quello di stimolare nei vari ambiti una rinnovata presenza per comunicare la vita nelle sue molteplici realtà e articolazioni, espressa ogni giorno attraverso fatti, iniziative, racconti, storie e testimonianze che parlano al cuore della gente. L’appuntamento regionale, come un “cantiere di Betania”, continua anche il percorso sinodale svoltosi già a Bologna e nelle varie diocesi con incontri promossi dagli Uffici per le Comunicazioni sociali».

Durante il seminario verranno ricordati i 60 anni del Concilio Vaticano II, il 75° della Costituzione italiana e David Sassoli, giornalista e Presidente del Parlamento Europeo, nel primo anniversario della morte. Sarà, inoltre, presentato il percorso multimediale proposto dall’Ufficio Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi di Bologna anche attraverso il sito www.chiesadibologna.it, il settimanale “Bologna Sette”, inserto domenicale di Avvenire, la rubrica televisiva “12 Porte”, la Newsletter, l’Ufficio Stampa e altri servizi digitali.

Per informazioni www.chiesadibologna.it

foto: Chiesa di Bologna

"Onore al merito delle donne 2023": il bando di assegnazione

L'Amministrazione comunale di Fidenza, in data 19 gennaio, ha deliberato il bando per l'assegnazione del riconoscimento "Onore al merito delle donne".
Tre gli ambiti: Sociale, Lavorativo e Professionale, Culturale e Sportivo.
Le candidature possono essere presentate da enti, istituzioni, associazioni, privati cittadini.
Le proposte devono pervenire entro il 18 febbraio, alle ore 13 presso l'ufficio Protocollo del Comune o all'indirizzo:Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
 
 
Finalità:
Creare un'opportunità di valorizzazione e riconoscimento dell'attività e del ruolo delle donne che con il loro impegno sociale e professionale siano riuscite a tracciare un segno significativo nella comunità.
2. Ambiti:
1. Sociale
2. Lavorativo e professionale
3. Culturale e sportivo
3. Criteri:
AMBITO SOCIALE
Capacità di mettersi al servizio degli altri, di essere la voce degli 'altri:
a. nell'associazionismo: 
- Avere prestato servizio in associazioni dedite al volontariato sociale almeno da 5 anni; 
- Avere coordinato, nell'ambito dell'associazione, progetti realizzati in paternariato con altri enti;
b. a livello individuale:
- Costante impegno nel sostenere nelle difficoltà quotidiane il valore della persona nell'ambito familiare e/o educativo e/o sanitario;
AMBITO IAVORATIVO E PROFESSIONALE
Competenze che hanno contribuito a migliorare il nostro contesto economico - sociale:
a. Avere ricoperto un ruolo di riferimento, da almeno 5 anni, in enti pubblici e/o privati, delineando un significativo miglioramento dell'assetto aziendale;
b. Avere sviluppato un'attività imprenditoriale che ha dato luogo a riconoscimenti per l'innovazione e l'attenzione alle persone.
AMBITO CULTURALE E SPORTIVO
Abilità nelle diverse discipline culturali e sportive che hanno diffuso il nome di Fidenza in contesti diversi:
a. Avere dato luogo a prodotti culturali che interpretano significativamente la nostra contemporaneità;
b. Avere ottenuto importanti riconoscimenti nella promozione delle diverse discipline sportive;
4. Candidature, requisiti e proposte:
1. Per gli ambiti sociale, lavorativo e professionale, culturale e sportivo i riconoscimenti saranno 6, così suddivisi: n. 2 per l'ambito sociale (n. 1 per categoria), n. 2 per l'ambito lavorativo e professionale (n. 1 per categoria), n. 2 per l'ambito culturale e sportivo (n. 1 per categoria);
2. Per le suddette categorie ogni proponente potrà indicare al massimo 6 nominativi. In caso di presentazione di un numero di nominativi superiore, verranno presi in considerazione i primi in elenco per ciascuna categoria;
3. Le candidature possono essere presentate da Enti, Istituzioni, Associazioni e Privati cittadini operanti sul territorio del Comune di Fidenza e nei campi oggetto del presente bando;
4. Le candidature devono riguardare 6 donne, che si sono particolarmente distinte in uno degli ambiti e delle categorie indicati, residenti presso il Comune di Fidenza e/o lavoranti nello stesso.
5. Presentazione candidature
Le candidature devono pervenire entro il termine del 18 febbraio 2023 ore 13.00 al protocollo del Comune di Fidenza utilizzando il modulo fac simile di candidatura al premio pubblicato sul sito del Comune, indicante come oggetto "ONORE AL MERITO DELLE DONNE 2023" e indirizzate all'Ufficio Cultura oppure al seguente indirizzo di posta elettronica certificata:
 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Le richieste dovranno essere corredate da:
  • modulo di candidatura al premio corredato da breve motivazione del perché alla candidatura, accompagnata dai dati anagrafici della candidata, un suo breve curriculum e da una breve relazione sull'attività svolta;
  • documento firmato dalla candidata che dichiara accettazione candidatura.
6. Valutazione delle candidature
Le candidature negli ambiti sociale, lavorativo-professionale, culturale-sportivo verranno valutate da una commissione formata da:
- Sindaco, 
- Assessore alle Pari Opportunità
- Una persona dell'ambito civile individuata anno per anno dall'Amministrazione comunale
La valutazione verrà effettuata, secondo i criteri sopra esposti, subordinatamente all'analisi del curriculum vitae e delle relazioni sull'attività svolta dalle candidate negli ambiti sopra indicati.
II riconoscimento verrà assegnato a 6 donne;
 
7. Premiazione
"ONORE AL MERITO DELLE DONNE" vuole essere un riconoscimento simbolico al valore dell'operato femminile; il premio per questo consiste nella simbolica consegna di una pergamena da parte del Sindaco durante cerimonia pubblica.
I riconoscimenti verranno consegnati mercoledì 8 marzo 2023 alle ore 17.30.
 
La partecipazione al bando implica l'accettazione di tutte le norme contenute nel presente documento e con la stessa si autorizzano gli organizzatori, ai sensi e per gli effetti di cui all'articolo 13 del GDPR 679/2016 al trattamento dei dati personali, anche con strumenti informatici, che saranno utilizzati unicamente nell'ambito del procedimento relativo al presente bando. Titolare del trattamento dei dati è il Comune di Fidenza. 
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