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Martina Pacini

A Busseto la bancarella solidale a sostegno delle mamme ucraine

Domenica scorsa i ragazzi della parrocchia di San Bartolomeo a Busseto hanno esposto sul sagrato della chiesa una bancarella di primule a favore delle mamme ucraine, unendo la festa della donna al dramma delle donne in guerra.
Papa Francesco ha affermato: "La donna porta la grazia che fa nuove tutte le cose, l'abbraccio che include, il coraggio di donarsi. La pace è donna. Nasce e rinasce dalla tenerezza delle madri. Perciò il sogno della pace si realizza guardando alla donna. Non è un caso che nel racconto della Genesi la donna sia tratta dalla costola dell'uomo mentre questi dorme. La donna cioè ha origine vicino al cuore e nel sonno, durante i sogni. Perciò porta nel mondo il sogno dell'amore. Se abbiamo a cuore l'avvenire, se sogniamo un futuro di pace, occorre dare spazio alla donna".
La madre infatti è la fonte e la custode della vita, colei che sa bene il prezzo di ogni nuova vita, che è disposta a donare la propria per salvare quella dei suoi figli. La madre è colei che fa bello il mondo, lo custodisce e lo mantiene in vita. Sì, la pace è donna.
Un bel gesto, molto apprezzato dalla cittadinanza.

Celebrazione Ecumenica per la Pace nel mondo presieduta dal Vescovo Ovidio

Celebrazione Ecumenica per la Pace nel mondo presieduta dal Vescovo Ovidio sabato 12 marzo alle ore 20.30 nella Cattedrale di Fidenza.
"La guerra è la negazione di tutti i diritti umani con il suo potere distruttivo incontrollabile: mai più la guerra!" (dall'enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco)
Alla celebrazione saranno presenti anche alcuni rappresentanti della Chiesa ortodossa che fa capo al Patriarcato di Mosca, della comunità ucraina residente sul territorio (Patriarcato di Kiev) e i rappresentanti della Chiesa etiope di rito copto (che fa capo al Patriarcato di Addis Abeba).
Dopo l’introduzione a cura del Vescovo Ovidio avranno luogo le testimonianze a cura delle tre comunità cristiane del territorio.

Kazakhstan - Il Vescovo Dell'Oro in preghiera e digiuno per la pace: “Siamo tutti figli di Dio”

Pubblichiamo la riflessione del vescovo di Karaganda, mons Adelio Dell'oro, cui anche la nostra Diocesi è legata da rapporto di fede, amicizia e gemellaggio. L'articolo è stato pubblicato in data 2 marzo 2022 dall'Agenzia Fides, organo di informazione delle Pontificie Opere Missionarie dal 1927.

“Di fronte a ciò che sta accadendo in Ucraina credo che l’impegno di ognuno di noi debba essere quello di offrire al prossimo una prospettiva che non sia politica. Qui a Karaganda abbiamo 130 nazionalità diverse: se ognuno di noi desse un giudizio a sostegno della nazionalità a cui appartiene, si dividerebbe con l’altro. Come cristiani, dobbiamo capire cosa ci unisce: non certo la nazionalità, perché siamo diversi, ma ci unisce Gesù Cristo presente tra noi. Certamente esistono divisioni e diversità ma, se partiamo da queste, non riusciremo più a guardarci negli occhi”. È il messaggio rilasciato all’Agenzia Fides da Mons. Adelio Dell’Oro, Vescovo di Karaganda, alla luce degli eventi bellici in corso in questi giorni tra Ucraina e Russia.
Anche la diocesi di Karaganda ha accolto l’invito di Papa Francesco a vivere una speciale giornata di digiuno e preghiera per la pace, il 2 marzo, in occasione del mercoledì delle Ceneri: “Ho scritto personalmente a tutti i parroci e le suore della zona – riferisce il Vescovo - perché, anche se siamo geograficamente distanti, viste le enormi dimensioni della nostra diocesi, quest’oggi possiamo sentirci uniti nella preghiera e nel digiuno. Durante la celebrazione della Messa delle Ceneri riportiamo il pensiero che il Papa ha espresso domenica alla fine dell’Angelus. Inoltre, da quando è iniziata la guerra, tutte le sere alle 20 recitiamo online il Rosario nel segno e nella domanda di pace e giustizia”.
E aggiunge: “Il contributo che possiamo dare è pregare per la nostra conversione, nella consapevolezza che non è una rivoluzione o una guerra a generare un mondo nuovo, ma il cambiamento di ciascuno di noi: se una persona si guarda attorno e vede gli altri come fratelli e sorelle, anche se in piccolo, comincia a dar vita a un mondo diverso”.
“Come ho detto ai genitori di un gruppo di adolescenti disabili che seguiamo in parrocchia, tra i quali vi erano due mamme musulmane, siamo tutti figli di Dio e che quando ci guardiamo dobbiamo dirci: anche tu sei un figlio di Dio come me”, conclude mons. Dell’Oro.
In Kazakhstan si contano 4 diocesi cattoliche, per un totale di 70 parrocchie. I sacerdoti presenti nella nazione sono 91, tra i quali 61 diocesani e 30 religiosi. I cattolici rappresentano una piccola minoranza: secondo i dati ufficiali forniti dal Ministero degli Esteri kazako, degli oltre 17 milioni di abitanti del Paese, circa il 26% è costituito da cristiani, e l’1% di questi è di fede cattolica.

In foto: il Vescovo Ovidio e mons. Adelio nel 2019 in occasione del pellegrinaggio diocesano in Kazakhstan.

 

 

 

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