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Martina Pacini

Gli appuntamenti di Natale con il Vescovo Ovidio

Venerdì 24 dicembre 2021

Alle ore 22 in Cattedrale presiede la s. Messa della Vigilia di Natale.

Sabato 25 dicembre 2021

Alle ore 11 presiede il Pontificale in Cattedrale.

Venerdì 31 dicembre 2021

Alle ore 17 in Cattedrale presiede il Te Deum in ringraziamento per l’anno trascorso.

Sabato 1 gennaio 2022

Alle ore 18 A Fidenza presiede la s. Messa presso la Parrocchia di San Michele Arc.

 

 

Parola di libertà. Il messaggio del vescovo Ovidio per il Natale del Signore 2021

Parola di libertà

Messaggio per il Natale del Signore 2021

La Parola di Dio è verità che genera libertà autentica. Ciò che costituisce il vertice della rivelazione cristiana, peraltro sconosciuto o comunque inconcepibile per ogni altro credo religioso, è rappresentato dall’evento dell’incarnazione. Gesù di Nazareth, il Figlio di Dio, fa della storia dell’umanità il luogo nel quale la Parola eterna (Logos) del Padre prende volto e si fa conoscere a tutti nella prossimità della storia. Questo permette l’avvio di un cammino nel quale Gesù incontra ogni uomo e ogni donna nella sua quotidianità, nella complessità della sua esistenza, nella fatica e nelle prove che la vita porta con sé, ma anche nella speranza che ogni cuore coltiva nel proprio segreto, quale anelito alla verità e alla libertà.

Chiediamoci, però, da uomini e donne, credenti e no, praticanti e no del terzo millennio inoltrato: cosa significa oggi che nel Natale di Gesù, Dio si fa compagno di viaggio degli umani? Si tratta solo di una nostalgica evocazione di un evento che appartiene irreparabilmente al passato? Consiste solo nel bisogno di tagliare uno scampolo di tempo che è stato per rifugiarci e ridiventare ingenui? È solo un innocuo ricordo generatore di pensieri pii conditi di una religiosità ormai arcaica, di pochi sopravvissuti e senza parole? Queste sono le possibili derive religiose alle quali i credenti possono sottoporre il Natale del Signore rendendolo inoffensivo, retorico e anestetizzato. Quando si spengono i riflettori e le luci illusorie di un palcoscenico della religiosità civile ed effimera o del “fai da te”, tutto procede come se nulla fosse accaduto. Si può affermare ancora che questo è il Natale del Signore? Questa ipocrisia rituale ricorrente e puntuale nella data del calendario può essere ancora denominata evento dell’incarnazione della Parola di Dio nell’uomo Gesù di Nazareth? A questi interrogativi non ci possiamo sottrarre. Davanti a ciò è necessario svestire l’abito di una convenienza mondana, che non lascia traccia e operare un ritorno alla verità della parola dell’Evangelo, che sola può generare libertà non illusoria.

La parola evangelica ci rivela che nel suo Natale il Signore ci visita nella nostra storia di uomini e donne abitandola e dimorando in essa da ospite inatteso, ma non da giudice. Prendendo dimora in noi avviene come è accaduto nella vita di Zaccheo il pubblicano: “Scendi presto, oggi devo fermarmi a casa tua. Scese subito e lo accolse pieno di gioia” (Lc 19,5-6). Gesù solo conosce, infatti, i segreti più profondi della nostra esistenza e vi fa fiorire la pace.

Sono sempre gli evangeli a rivelarci che Dio viene a noi nel suo Figlio Gesù di Nazareth per condividere la pesantezza, la fatica e le contraddizioni del nostro quotidiano. Questo movimento di ingresso nella nostra umanità Gesù lo compie non scartandola, non indicandola come un luogo di male, di corruzione e di finitudine assoluta, ma trasformandola in dimora di pace, abitazione in cui è ospite la fraternità, la giustizia, la comunione con lui e tra di noi. Nel mistero del suo Natale, Gesù ci insegna che la complessità del nostro quotidiano non costituisce la parola ultima e definitiva sul senso del nostro cammino e della nostra vita. Così è avvenuto per Maria, la madre del Signore. Nell’evento della sua maternità divina ella è stata resa da Dio donna libera di rispondere alla sua parola con un ’amen che ha fatto fiorire il deserto di una umanità destinata alla dissoluzione di ogni cosa: “Eccomi, sono la schiava del Signore; avvenga di me come hai detto” (Lc 1,38).

La Parola di Dio, infine, ci rivela che nel mistero della sua visita il Padre, in Gesù di Nazareth, ci fa conoscere che possiamo non essere più prigionieri di noi stessi, dei determinismi dell’esistenza, dell’immagine che altri hanno costruito di noi e su di noi, delle illusioni che andiamo cercando in una fatica che ci rende sempre più deboli e incapaci di trovare risposte autentiche al perché vivere. La parola dell’Evangelo ci consegna una speranza più grande di libertà e di verità che ci incontra nella nostra storia personale e comunitaria, concedendoci di guardarla e di assumerla, così com’è, nella pace di un cuore riconciliato.

Natale del Signore per noi oggi significa accoglienza di una Parola che ci chiede di guardare la nostra realtà storica senza rimuoverla, senza subirla, senza negarla, ma assumendola nella pace perché è lì che il Signore viene, ci incontra, ci abbraccia, ci rialza e ci libera nella verità della sua misericordia. Per questo la Parola di Dio può annunciare con forza, senza essere smentita nella vita dei discepoli di ogni tempo: “È apparsa la grazia di Dio apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, che ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo, in attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo” (Tt 2,11-13).

+ Ovidio Vezzoli

Vescovo

 

 

I ragazzi del "Canossa" incontrano le campionesse Sara Fantini e Giulia Ghiretti

SANTA LUCIA: NON SOLO DOLCI MA…

Si sa bene che per antica tradizione il 13 dicembre è la festa di Santa Lucia. E' un giorno importante per i bambini perché in questa data la martire siracusana vissuta all’inizio del IV secolo porta in dono tanti regali e tanti dolcetti. Anche nella scuola primaria paritaria “Maddalena di Canossa” di Fidenza, i nostri alunni hanno vissuto questo giorno con tanta attesa ed emozione.

All’inizio della giornata i bambini hanno trovato una gradita sorpresa sui propri banchi di scuola: non potevano infatti mancare per loro dei dolcetti e dei libri per la lettura e il disegno.

Ma la sorpresa più grande della mattinata è stata quella di poter incontrare, presso il teatro Magnani di Fidenza, le due campionesse olimpiche Giulia Ghiretti e Sara Fantini. A preparare questo incontro è stata l’insegnante di Educazione Fisica Francesca Arduini. I bambini durante questi primi mesi di scuola hanno imparato a conoscere i diversi sport e gli atleti che hanno vinto medaglie e trofei. Hanno riflettuto sul valore dello sport e stanno imparando ad apprezzare un’affermazione di Stefano Baldini (campione olimpico nella maratona ad Atene 2004): “Lo sport ci fa crescere, ci insegna a conoscere e rispettare noi stessi e gli altri, ci aiuta a costruire la pace con grandi eventi come le Olimpiadi, ma anche con piccoli gesti quotidiani”.

In teatro, dopo i saluti della Dirigente scolastica Maura Fava, del Vice-sindaco con deleghe allo sport Davide Malvisi e del presidente del Consiglio di Istituto Luca Pollastri, è iniziato questo bel momento che è servito non solo a conoscere le due atlete, ma anche a saper apprezzare gli sport da loro praticati.

Tante sono state le domande poste alle due campionesse che con semplicità hanno risposto mettendo in evidenza le emozioni vissute a Tokyo in occasione delle ultime Olimpiadi.

Le domande che hanno posto i bambini sono state sui valori che lo sport può trasmettere, su come è nata la loro passione verso la disciplina olimpica che praticano, sull’importanza di esercitare uno sport, sulla preparazione atletica e per ultimo hanno chiesto qualche consiglio per intraprendere una carriera sportiva come la loro.

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Le due giovani campionesse hanno risposto alle domande dei bambini e queste hanno creato nuove curiosità.

Giulia Ghiretti atleta paralimpica ci racconta un pò della sua vita. Sin da bambina ha sempre praticato ginnastica artistica, poi ritmica e, dall'età di 8 anni, trampolino elastico, disciplina che la porta nel giro della Nazionale.

Nel 2010, a 16 anni, durante un allenamento di trampolino nel momento della ricaduta da un salto le forze delle molle si concentrano su un'unica vertebra, che non regge: l'incidente le causa la paralisi delle gambe.

Avvicinatasi al nuoto per ragioni fisioterapiche, si innamora presto della piscina e decide di iniziare nuoto a livello agonistico, sport che le permette di ritrovare la libertà che aveva in aria quando saltava.

Nel nuoto ritrova la sua dimensione e conquista tra Paralimpiadi, Mondiali ed Europei, 18 medaglie internazionali. Ai Campionati mondiali di nuoto paralimpico di Città del Messico, nel 2017, è stata portabandiera della Nazionale italiana dei record. La sua specialità sono i 100 metri rana e i 50 metri farfalla. A livello nazionale ha vinto oltre 47 titoli italiani e detiene diversi record di categoria.

Ai XVI Giochi paralimpici estivi di Tokyo Giulia Ghiretti raggiunge la finale con il quarto tempo. Nell'atto conclusivo conquista un argento nei 100 metri rana femminile.

Abbiamo rivisto un video sulla sua ultima prestazione a Tokyo e mentre scorrevano le immagini Giulia commentava la gara e ci ha trasmesso le sue emozioni e anche le difficoltà vissute nel raggiungere quell’obiettivo.

 

Sara Fantini è una martellista. Ci ha raccontato la sua passione per il lancio del martello e di come ha vissuto la sua prima esperienza alle Olimpiadi.  

Sara ci racconta che sin da piccola coltivava la passione verso lo sport forse perché figlia di due sportivi: infatti è stata seguita inizialmente dalla mamma nel campo di Fidenza. Ma la sua prima passione non è stato il lancio del martello, bensì il tennis. Il suo sogno nel cassetto da bambina era proprio quello di partecipare alle Olimpiadi.

Tale sogno si è avverato con tanta perseveranza e soprattutto allenamento.

Rivedendo il video della suo lancio al martello a Tokyo, Sara ci racconta che per lei non è stata una delusione non aver vinto aluna medaglia, ma già l’essere lì e aver partecipato è già una grande emozione.

Chiara aggiunge che quello che è mancato in queste Olimpiadi è stata la presenza del pubblico che supportava i vari atleti nelle gare. Purtroppo a causa della pandemia la partecipazione dei tifosi è stata vietata ma ciò nonostante il sentire gli amici del cuore per telefono l’ha incoraggiata ugualmente.

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Le due atlete ci raccontano che per diventare quelle che sono oggi occorre tanta passione ed impegno. Sara aggiunge che ci vuole anche sacrificio.

Sara e Giulia hanno dato dei consigli pratici ai bambini: continuare a coltivare le proprie passioni e dedicare meno tempo ai giochi virtuali e alla tv.

Dopo i ringraziamenti da parte della dirigente scolastica Maura Fava i nostri bambini hanno voluto donare alle atlete due mazzi di fiori e le spillette della scuola.

Possiamo quindi dire che Santa Lucia non ha portato solo dolci, giocattoli e libri... ma ha regalato tanti sorrisi ed emozioni che sicuramente custodiremo per il resto della vita.

Raffaele Mancuso

Insegnante di Religione Cattolica della Scuola Primaria Paritaria “Maddalena di Canossa”

Gino Narseti taglia il traguardo del secolo di vita

Cento anni di amor patrio. Una definizione che ben si adatta a Gino Narseti, borghigiano noto e stimato che ha tagliato il traguardo del secolo in piena lucidità conservando intatto il suo carattere energico dal quale affiora una profonda umanità.

Il neo centenario ha guidato per quarant’anni la sezione fidentina dell’Associazione combattenti e reduci, mantenendo tuttora la carica di presidente onorario dopo aver passato un paio di anni fa il testimone ad Ambrogio Ponzi.

Nato l’11 dicembre 1921, Narseti appena diciannovenne fu chiamato alle armi, e la sua esperienza bellica iniziata in Jugoslavia ha toccato poi l’Africa settentrionale per concludersi negli Stati Uniti, dapprima come prigioniero di guerra e, dopo l’armistizio dell’8 settembre ’43, come membro dell’esercito americano.

Rimpatriato nell’ottobre del ’45, sbarcò a Napoli raggiungendo poi Fidenza con mezzi di fortuna proprio il giorno di San Donnino. Qui trovò la sua casa distrutta dalle bombe ma la sua famiglia era in salvo.

In seguito fece carriera nelle Poste Italiane ricoprendo cariche dirigenziali.

Subentrato a Giuseppe Massenza (fondatore della sezione fidentina) come presidente dell’Ancr nel 1982, si è dedicato anima e corpo al sodalizio promuovendone i valori attraverso un’attività piena di entusiasmo contagioso.

Presenza immancabile alle cerimonie commemorative patriottiche e instancabile organizzatore di gite pellegrinaggio ai luoghi sacri della memoria patria, per il suo impegno ha ricevuto l’onorificenza di Ufficiale al merito della Repubblica e anche quella di Commendatore.

Vedovo da alcuni anni della moglie Franca alla quale era molto legato, vive nella sua casa circondato dall’affetto delle figlie Carolina e Lorenza rappresentando anche per i nipoti un importante punto di riferimento.

Auguri "a distanza" ma con tutto il calore della vicinanza più affettuosa anche da parte dell’Amministrazione comunale. E, data la sua storia personale, il centenario non poteva che indossare per l’occasione la fascia tricolore.

Collegato in teleconferenza dal municipio, il sindaco Andrea Massari, insieme all’assessore Maria Pia Bariggi, gli ha conferito un attestato di riconoscenza per l’impegno patriottico e sociale.

Da parte sua Ambrogio Ponzi, presidente dell’Ancr provinciale, gli ha comunicato la nomina di presidente onorario della stessa federazione. Riconoscimenti che hanno visibilmente commosso e gratificato Gino coinvolgendo anche tutti i presenti.

Anna Orzi

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