BannerTopDEF2

Martina Pacini

Anche quest'anno torna l'uovo solidale a sostegno delle comunità di "Fede e Luce"

Anche quest’anno con l’avvicinarsi della Pasqua si potrà acquistare l’uovo due volte buono: per il gusto del palato e per aiutare il prossimo in un gesto di solidarietà.
Il ricavato dell’iniziativa servirà infatti per sostenere l’attività delle due comunità dell’associazione “Fede e Luce” di Fidenza, che offrono da molto tempo sostegno ed amicizia ai portatori di handicap e alle loro famiglie. Ma servirà anche per sostenere la gestione della casa “La Tenda”, all’interno della quale hanno luogo numerose iniziative di animazione, socializzazione, formazione e attività manuali e di laboratorio insieme ai ragazzi diversamente abili.
Le uova, disponibili in cioccolato fondente oppure al latte e in due formati diversi (da 200 grammi e da 500 grammi), possono essere prenotate via mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure chiamando Rita 328.3190117, Paola 347.8234545 o Agnese 329.7442444.

Papa Francesco il 25 marzo consacrerà all’immacolato cuore di Maria la Russia e l’Ucraina

“Venerdì 25 marzo, durante la celebrazione della Penitenza nella basilica di San Pietro, Papa Francesco consacrerà all’Immacolato Cuore di Maria Russia e l’Ucraina”.

A dichiararlo ai giornalisti è il direttore della Sala Stampa della Santa Sede. “Lo stesso atto, nello stesso giorno – ha reso noto inoltre il portavoce vaticano – sarà compiuto a Fatima da Sua Eminenza il cardinale Krajewski, elemosinare di Sua Santità, come inviato del Santo Padre”.

 

(Foto Vatican Media/SIR)

“A metà strada”: sabato 19 marzo incontro con don Mattia Ferrari

Riprendono gli incontri dal titolo “A metà strada” promossi dall’ufficio diocesano per la pastorale giovanile e vocazionale e rivolti ai giovani universitari e post Cresima.
Il prossimo appuntamento è fissato per sabato 19 marzo alle ore 18.30 presso la sala multimediale di San Michele a Fidenza. Ospite della serata sarà don Mattia Ferrari, sacerdote volontario sulla nave “Mare Jonio” della ong italiana Mediterranea. 

Una riflessione di mons. Castellucci, Vice Presidente CEI e Referente per il Cammino sinodale, sul sinodo

Il Cammino sinodale nella vita ordinaria delle comunità

Evento o stile? Mentre percorriamo insieme il cammino tracciato da papa Francesco – e quindi letteralmente facciamo "sinodo" – diventa sempre più evidente che l'accento è sullo stile. L'evento è importante, certo, ma deve porsi a servizio dello stile. Molti eventi e poco stile: forse è uno dei problemi delle comunità cattoliche in Italia. Già da tempo la caduta della "cristianità" reclama il passaggio dal paradigma della conservazione a quello della missione, come ripetono tutti i Papi dal Vaticano II ad oggi. La pandemia, poi, ha sparigliato le carte, costringendoci a reimpostare non solo la partita, ma il gioco stesso e le sue regole. Non basta oggi convocare le persone per gli eventi, siano essi liturgici, catechistici, caritativi o ricreativi: è necessario, sì, ma non più sufficiente per annunciare il Vangelo e formare donne e uomini cristiani.

Il Cammino sinodale sta attivando molti eventi, diffusi in tutte le diocesi: soprattutto gruppi di ascolto e riflessione, celebrazioni, attività, iniziative culturali, dialoghi, spettacoli... e presto verranno prodotti testi di sintesi e documenti di lavoro. Ma soprattutto si sta formando uno stile: quello, appunto, sinodale. Non è un'invenzione di papa Francesco, ma è semmai un'invenzione di Gesù, che decise di lavorare per il regno di Dio, camminando insieme a una dozzina di collaboratori: "camminando", non convocando la gente dentro una scuola, una sinagoga o un tempio; "insieme", non muovendosi come un profeta solitario. La Chiesa ha poi fin dall'inizio accolto e praticato questo stile di itineranza comunitaria: e i sinodi, a tutti i livelli, ne segnano la storia. Si è però annebbiata qua e là, nel corso dei secoli, la prassi partecipativa dell'intero popolo di Dio, rilanciata dal Concilio Vaticano II sia per la liturgia, sia per l'annuncio e la carità.

Ecco lo stile, al cui servizio deve porsi l'evento: la fraternità. Del resto "fraternità" fu una delle prime definizioni della comunità cristiana (cf. 1 Pt 2,17 e 5,9); e la fraternità non era riservata a pochi eletti, i battezzati, ma si apriva a tutti, ebrei e gentili, donne e uomini, schiavi e liberi (cf. Gal 3,27-28). La fraternità è la rete di relazioni intessute da Gesù, con la sua carne prima che con la sua parola: per questo va vissuta, più che pensata e progettata; e chi la sperimenta si rende conto che è proprio questo lo stile evangelico. La fraternità si esprime in tante direzioni, richiamate continuamente da papa Francesco già dalla Evangelii Gaudium: accoglienza, ascolto, prossimità, condivisione, solidarietà, annuncio, missione, essenzialità, povertà, e così via. In fondo papa Bergoglio impostava già quello stile sinodale che ha poi impresso alle Chiese, quando prospettava di mettersi in cammino, come cristiani, prendendo parte a quella "marea un po’ caotica che può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio" (EG 87).

Grazie a tutti coloro che si impegnano nel Cammino sinodale, stiamo riscoprendo una fraternità aperta, che può e deve diventare stile. Per questo cercheremo, nelle Chiese in Italia, di favorire la sinodalità non solo in questa prima fase narrativa, dell'ascolto, ma anche nelle altre fasi – sapienziale e profetica – e negli anni successivi, favorendo la recezione di quanto sarà emerso. Stiamo approfondendo e imparando nuove modalità, più fraterne e più snelle, più umili e più capillari, di vivere il discepolato del Signore Gesù insieme all'umanità del nostro tempo.

Erio Castellucci

Arcivescovo Abate di Modena – Nonantola e Vescovo di Carpi

Vice Presidente CEI e Referente per il Cammino sinodale

Foto: (Siciliani-Gennari/SIR)

Sottoscrivi questo feed RSS