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Concordato, strumento di libertà e collaborazione

“Un ottimo strumento di libertà e collaborazione per la realizzazione della missione della Chiesa in Italia e nel mondo”. Così Mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della CEI, definisce il Concordato che ha portato la Conferenza Episcopale “ad esprimere in modo unitario la volontà dei Vescovi e a incrementare la produzione normativa di diritto particolare, assumendo una presenza sempre più significativa sulla scena nazionale”.

Intervenendo al convegno organizzato dall’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede e dalla Fondazione Craxi sul tema “Stato e Chiesa. A 40 anni dalla firma del Concordato repubblicano”, Mons. Baturi ha illustrato l’impegno della CEI nei vari ambiti di collaborazione con lo Stato. “La prospettiva che ha animato e continuerà ad animare tutta la Chiesa italiana nella sua azione di collaborazione con lo Stato italiano – ha assicurato – è soprattutto quella di offrire un contributo creativo al bene morale e alla crescita del Paese”.L’Accordo del 1984, ha ricordato mons. Baturi, “oltre ad aver contribuito ad assicurare alla CEI un ruolo di interlocuzione con le autorità civili le ha anche attribuito puntuali competenze concordatarie, riconoscendola come il soggetto ecclesiale più idoneo a trattare con i pubblici poteri”. Come dimostra “quella disposizione generale posta nell’art. 2.2 dell’Accordo che nell’assicurare alla CEI la piena libertà di comunicazione e corrispondenza la menziona tra i soggetti ecclesiali subito dopo la Santa Sede, rivelando l’importanza che essa assume nell’economia complessiva della nuova disciplina concordataria”.

La collaborazione della Conferenza Episcopale con le autorità civili, ha proseguito il Segretario Generale, “non ha riguardato solo la definizione delle norme di attuazione quanto anche il piano amministrativo e i rapporti con le amministrazioni pubbliche”. “In questi quarant’anni di collaborazione – ha rilevato l’Arcivescovo – l’abituale confronto tenuto dalla CEI con le pubbliche autorità e la rappresentanza delle istituzioni ecclesiali ha prodotto una mole ingente di documenti e assicurato soluzioni condivise su molti ambiti”.Secondo Mons. Baturi, “la materia che più di altre ha costituito per la CEI un importante banco di prova di maturità e responsabilità è quella degli enti e beni ecclesiastici”. “È toccato alla CEI – ha affermato – riscrivere ed attuare, dettando una puntuale e specifica disciplina canonica, tutta la materia del sostentamento del clero e la disciplina sulla gestione dei fondi provenienti dall’8 per mille che con l’entrata in vigore del nuovo codice di diritto canonico del 1983 andava completamente rivista”. A tale proposito, il Segretario Generale ha giudicato “positivo il percorso intrapreso, in collaborazione con lo Stato, per mettere a punto un sistema trasparente ed efficiente di impiego delle risorse finanziarie sia per assicurare il congruo e dignitoso sostentamento ai nostri sacerdoti sia per assicurare le opere di carità e di soccorso della Chiesa in Italia e nel mondo”.

Nel suo intervento, Mons. Baturi ha inoltre sottolineato che, nell’ambito dell’Accordo, la CEI ha potuto “dispiegare il proprio impegno non solo su materie concordatarie molto importanti quanto anche in nuovi settori della solidarietà, della cultura, della formazione, e in particolare di offrire il proprio contributo sul drammatico fenomeno dell’immigrazione”. È avvenuto, ad esempio, con la sottoscrizione di protocolli d’intesa “per l’apertura di corridoi umanitari allo scopo di favorire l’arrivo in Italia in modo legale e in condizioni di sicurezza di soggetti vulnerabili e beneficiari di protezioni internazionali”. Si tratta “di iniziative ed attività che si propongono di rispondere alle urgenze provocate dal fenomeno migratorio sperimentando forme innovative di accoglienza e canali legali alternativi”, ha osservato il Segretario Generale per il quale “l’esperienza realizzata anche a motivo della sinergia con le istituzioni civili e l’associazionismo civile consente di apprezzarle come buone pratiche che potrebbero in analogia essere mutuate da altri paesi europei pur nelle differenze degli assetti nazionali”.


Dopo aver ricordato che “l’ambito della solidarietà è certamente un altro settore in cui l’attivazione di modelli di collaborazione può contribuire a dare risposte efficienti valorizzando le esperienze di tutte le realtà del cosiddetto Terzo settore”, Mons. Baturi si è quindi soffermato “sul riconoscimento e sul sostegno che all’azione della CEI è venuto dai pontefici che in questi ultimi quarant’anni si sono avvicendati alla guida della Chiesa Universale”. “Da San Giovanni Paolo II a Benedetto XVI e oggi con Papa Francesco – ha concluso – la CEI ha sempre goduto del pieno sostegno e della più ampia fiducia rispetto al proprio operato nel rapporto con le autorità civili”.

 

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Terremoto in Siria e Turchia: un anno dopo

Ad un anno dal terremoto che ha colpito la zona al confine tra la Turchia e la Siria, Caritas Italiana pubblica alcune schede informative relative agli interventi compiuti sul territorio.


In Turchia, la rete Caritas si è mobilitata immediatamente per portare aiuto alla comunità. Nella primissima fase è stato attivato in Anatolia un numero verde del centro d’ascolto a supporto della comunità, sono state distribuite coperte e forniti pasti caldi per le persone sfollate. Successivamente è stato elaborato un piano di risposta rapida all’emergenza seguito da un programma di medio periodo di cui hanno beneficiato circa 38.000 persone.


In Siria, la Caritas locale ha mobilitato i team degli uffici regionali e nazionale nel soccorso alla popolazione colpita avviando la distribuzione di beni primari, cibo, acqua potabile e generi di prima necessità (coperte, indumenti pesanti, kit igienici…); la distribuzione è avvenuta in 71 centri di accoglienza comunitari presenti nelle aree colpite dal sisma, in particolare in quelli situati nelle zone di Aleppo e di Lattakia. Molti di questi centri sono stati allestiti dalle parrocchie locali, che hanno accolto gli sfollati. Le famiglie aiutate sono state circa 10mila.

Al 31 dicembre 2023, Caritas Italiana ha raccolto per Turchia e Siria 13.067.814,08 euro: tale somma comprende 1,5 milioni di contributo della CEI (fondi 8xmille) e le donazioni giunte attraverso la colletta nazionale.
Le uscite per Turchia e Siria ammontano a 3.405.017,30 euro (di cui 1.253.514.11 per la Turchia e 2.151.503.19 per la Siria). Questa cifra comprende i fondi spesi, quelli trasferiti in loco e le risorse accantonate per Caritas Italiana (5 per cento delle offerte non CEI). I restanti 9.662.796,78 euro comprendono fondi già stanziati ma non ancora spesi né trasferiti e fondi che sono destinati a progetti ancora da definire. In caso di catastrofi naturali, infatti, gli interventi si svolgono sulla base di una progettazione pluriennale e dunque i fondi raccolti vengono messi a disposizione man mano che le progettualità lo richiedono.

La Giornata per la Vita celebrata a Busseto

La parrocchia di San Bartolomeo in Busseto ha proposto due iniziative importanti per celebrare la Giornata per la Vita. Un incontro in oratorio per gli adolescenti della comunità con don Adamo Affri, che ha raccontato la sua esperienza di cappellano del carcere di Piacenza e di membro della “casa famiglia” della Comunità Papa Giovanni XXIII a Fiorenzuola. Dialogando con molti giovani che delinquono e che vengono arrestati si scopre che a loro volta sono poveri di affetti, di attenzione e di autostima. Il primo lavoro da fare è farli sentire amati e aiutarli a dare un senso alla loro vita. La scoperta della fede vera è di grande conforto in questo cammino di ricostruzione della propria personalità. Varie domande sono state poste a don Adamo, che vive in una famiglia con 13 persone, di cui molte segnate dalla malattia e dal disagio sociale. La cena preparata dalle volontarie e un momento conviviale hanno concluso la serata.

Durante la s. Messa delle ore 10.30 in Collegiata la famiglia Giovanelli, con papà Enrico e mamma Sara, genitori di 8 figli residenti a Piacenza, ha portato una bella testimonianza. La vita come dono e condivisione, il senso della Provvidenza sempre pronta a sostenere l’uomo anche nei momenti della prova, la percezione della misericordia di Dio e la solidarietà di altre famiglie consentono di vivere un’esperienza che va oltre la mentalità corrente. Questa testimonianza, offerta nella semplicità e senza ostentazione, ha fatto riflettere tante persone, comprese le coppie che si stanno preparando al matrimonio cristiano.

VIII edizione del premio "Onore al Merito delle Donne"

La Giunta comunale di Fidenza ha confermato la VIII edizione del Premio “ONORE AL MERITO DELLE DONNE”, finalizzato a riconoscere e celebrare l’attività e il ruolo delle donne negli ambiti: sociale, lavorativo/professionale e culturale/sportivo.

Le candidature possono essere presentate da Enti, istituzioni o associazioni operanti sul territorio del Comune di Fidenza compilando il modulo disponibile a fianco e inviandolo entro il termine del 28 febbraio 2024 ore 13:00 al protocollo del Comune di Fidenza utilizzando il modulo fac simile di candidatura al premio pubblicato sul sito del Comune, indicante come oggetto “ONORE AL MERITO DELLE DONNE 2024” e indirizzate all’Ufficio Cultura oppure al seguente indirizzo di posta elettronica certificata: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Le richieste dovranno essere corredate da:

  • modulo di candidatura al premio corredato da breve motivazione del perché alla candidatura, accompagnata dai dati anagrafici della candidata, un suo breve curriculum e da una breve relazione sull’attività svolta;
  • documento firmato dalla candidata che dichiara accettazione candidatura.

I riconoscimenti verranno consegnati venerdì 8 marzo 2024 alle ore 18.30.

Il 18 febbraio la Colletta Nazionale pro Terra Santa

Terra Santa

Il 18 febbraio colletta nazionale
per esprimere solidarietà e partecipazione

La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana indice per domenica 18 febbraio (I di Quaresima) una colletta nazionale, da tenersi in tutte le chiese italiane, quale segno concreto di solidarietà e partecipazione di tutti i credenti ai bisogni, materiali e spirituali, delle popolazioni colpite dal conflitto in Terra Santa.

Le offerte raccolte, da inviare a Caritas Italiana entro il 3 maggio, renderanno possibile una progettazione unitaria degli interventi anche grazie al coordinamento con la rete delle Caritas internazionali impegnate sul campo. 

“Caritas Italiana – spiega il direttore, don Marco Pagniello – è in costante contatto con la Chiesa locale: dopo aver sostenuto, nella fase iniziale dell’emergenza, gli interventi di Caritas Gerusalemme, continua a seguire l’evolversi della situazione, accompagnando le Chiese locali nell’organizzazione delle diverse iniziative per far fronte ai bisogni dei più poveri e favorire un clima di pace e riconciliazione”. 

La colletta del 18 febbraio rappresenta, inoltre, una preziosa occasione di sensibilizzazione e animazione delle comunità parrocchiali italiane. A tal fine Caritas Italiana sta predisponendo sussidi e locandine che sanno messi a disposizione delle Diocesi.

 

Maggiori informazioni: https://www.caritas.it/terra-santa-ferita/

Nuova identità grafica per l’Editore Paoline

Le Figlie di San Paolo, comunemente note come suore Paoline, il 5 febbraio scorso hanno presentato il restyling del marchio editoriale Paoline, che sostituisce esattamente dopo 30 anni il precedente.

 Accanto al marchio editoriale rinnovato, ricorrendo anche il 60° anniversario dalla nascita al cielo di suor Tecla Merlo, cofondatrice dell’Istituto, anche un nuovo logo istituzionale per la Congregazione.

Il contesto attuale in rapida evoluzione ha incoraggiato le Figlie di San Paolo ad adeguare la propria identità visiva per rispondere alle esigenze dei tempi moderni, per comunicare sempre meglio e in maniera coordinata in oltre 50 nazioni, attraverso siti web, social network, libri, strumenti multimediali e nei tanti luoghi dove essere presenti oggi e domani.

Assecondando il linguaggio dell’era digitale del XXI secolo e seguendo il loro carisma di comunicatrici del Vangelo, le Figlie di San Paolo attraverso il proprio Editore Paoline danno vita a un’azione di rebranding, che coinvolge centinaia di lingue in 50 Paesi del mondo, per offrire una nuova forma di comunicazione e annuncio del Vangelo, che guardi a tutti i nuovi media e diventi sempre più capace di esserci nella complessità dei tempi e delle società. Spingersi sempre oltre, protendersi sempre oltre, puntare sempre oltre: è ciò che da sempre caratterizza una storia fatta di instancabile impegno per l’evangelizzazione ed è segno di una promessa per un futuro di innovazione, cambiamento, presenza.

L'ellisse di colore blu, con una linea aperta e inclusiva, rappresenta il mondo al quale le Paoline sono chiamate ad annunciare il Vangelo. Il colore blu richiama l'ambito digitale e le reti dell’infrastruttura informatica ed esprime il desiderio di essere apostole del XXI secolo. La lettera P, con il suo colore identitario rosso, simboleggia lo slancio pastorale di Paolo, modello del vivere in Cristo e ispiratore della missione. In alcune lingue, rappresenta anche la P di Parola, Palabra, Palavra… da diffondere in tutto il mondo. Il logotipo Paoline, posto al di sotto dell’emblema: l’ellisse e la P, rappresenta la base solida, come le radici di un albero maestoso.

Accanto al restyling del marchio editoriale, le Figlie di San Paolo si dotano da oggi anche di un nuovo logo istituzionale. Il nome "Figlie di San Paolo" racchiude la profonda connessione che le lega all'Apostolo delle genti. Tuttavia, nei 50 Paesi dove si trovano, il nome si riverbera attraverso una varietà di forme. È per questo motivo che si è scelto di raffigurare la Congregazione attraverso un nuovo logo ispirato al distintivo. L’ellisse, condivisa con l’Editore Paoline, rappresenta la Congregazione e la missione dell’evangelizzazione; aperta e inclusiva in quanto abbraccia la Croce-Libro, che richiama il distintivo delle Figlie di San Paolo, l’Apostolo delle genti e la Parola da annunciare.

I bambini della "De Amicis" in campo a sostegno dell'AIRC

Giornata importante, quella del 26 gennaio scorso, per la scuola primaria "E. De Amicis" della Direzione Didattica di Fidenza. Le classi 1A, 3A e 3B hanno infatti aderito al progetto “Cancro io ti boccio”, promosso dall’AIRC, con il coordinamento della docente Ventura Orietta.
I bimbi si sono cimentati in un intenso laboratorio di volontariato diventando messaggeri di valori importanti anche attraverso la distribuzione delle “arance della salute” presso il parco Matteotti di via Gramsci. Donare è un bene prezioso e i “piccoli volontari” della comunità fidentina hanno avuto l’opportunità di esperire la solidarietà dei cittadini che si sono avvicendati al banco dell’ AIRC e di interagire direttamente con loro con grande curiosità e interesse, mostrandosi veri protagonisti della giornata.

I docenti Campanella A. Mancuso R., Rinaldi L., Mavaro V., Gigliarano C., Gigliarano Chiara, Meneghelli M., Canzeri G., Ventura C., Ventura O., che hanno collaborato sinergicamente per sviluppare il progetto nelle classi, realizzando attività e obiettivi trasversali, hanno commentato così l’esperienza: “L’entusiasmo profuso dalle nostre piccole alunne e dai nostri piccoli alunni è stato grande e ha riempito di gioia il nostro cuore e quello della comunità”. Gli insegnanti hanno esternato inoltre la volontà di partecipare anche in futuro a questo virtuoso progetto che è per la scuola una grande occasione di crescita: “fare Educazione Civica” attraverso una lezione concreta e tangibile, un compito di realtà dal valore inestimabile.

Grande la collaborazione delle famiglie delle classi coinvolte che hanno sostenuto i docenti in questa breve ma intensa esperienza.

Al Maggiore e a Vaio due nuovi caschi refrigeranti per le pazienti oncologiche

Prendersi cura del benessere delle pazienti oncologiche nel difficile momento della loro vita in cui devono sottoporsi a trattamenti radio o chemioterapici: è questo l’obiettivo della raccolta fondi “insieme con te” per il nuovo Centro oncologico di Parma.

Prova ne è l’ultima acquisizione (del valore di 88mila euro), resa possibile grazie alla generosità di cittadini e di aziende del territorio, di due caschi refrigeranti utilizzati per prevenire la caduta dei capelli. Una di queste apparecchiature farà parte della dotazione dell’Ospedale di Parma mentre l’altra sarà messa a disposizione dell’Ospedale di Vaio per offrire alle pazienti la possibilità di usufruire di questo trattamento il più vicino possibile al loro domicilio.

“Grazie alle donazioni per il Centro oncologico abbiamo potuto acquisire due nuovi strumenti che consentono di ridurre l’alopecia per le pazienti sottoposte a chemioterapia – spiega Marcello Tiseo direttore della struttura di Oncologia medica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. Questo significa poter offrire alle pazienti, fin da subito, nuove opportunità nel percorso di cura sia al Day hospital oncologico di Parma che a quello di Fidenza”.

Ma perché un trattamento estetico in Ospedale? Alla domanda risponde Antonino Musolino responsabile della Breast Unit interaziendale che segue pazienti con tumore alla mammella: “Le donne che si sottopongono a trattamenti chemioterapici hanno bisogno di mantenere il loro aspetto esteriore, in quanto aumenta fiducia in se stesse e aumenta anche l’efficacia e la tolleranza ai trattamenti. Per questo noi oncologi, sempre di più, dobbiamo rispondere a quesiti e richieste mediche ma anche ad aspettative funzionali ed estetiche”.

La raccolta fondi “insieme con te” per il Centro oncologico di Parma, promossa dalle istituzioni del territorio, è infatti garantita da MUNUS. “E’ motivo di soddisfazione poter mettere a disposizione dei pazienti, grazie al nostro Fondo Davines e altre donazioni, strumenti che alleviano il loro percorso di cura – aggiunge il presidente Giorgio Delsante - Ad oggi, grazie alle donazioni di privati, aziende e associazioni, la raccolta fondi ha raggiunto un milione 800mila euro, di cui circa la metà già impiegati per l’acquisto di tecnologie innovative come SpaceOar una sonda per i trattamenti radioterapici del tumore alla prostata e arredi più confortevoli già in uso nel Day hospital oncologico, in attesa del nuovo edificio”.

Ai ringraziamenti di Massimo Fabi, direttore generale di Azienda Ospedaliero-Universitaria e commissario straordinario AUSL, si sono uniti quelli delle coordinatrici infermieristiche di Parma Maria Monaco e di Vaio Lucia Aldigeri, del direttore del Day hospital fidentino Efrem Conversi, della direttrice di Radioterapia del Maggiore Nunziata D’Abbiero, del presidente di Intercral Mauro Pinardi e di Francesco Leonardi già direttore dell’Oncologia medica di Parma quando partì la raccolta fondi per le apparecchiature.


S. Antonio, l’11 febbraio liturgia mariana con l’Unzione degli infermi

Domenica 11 febbraio è la Giornata Mondiale del Malato, riflesso umano del volto di Dio che si fa carico della cura integrale della vita di ciascuno come segno di una salvezza estesa a tutti. Nella parrocchia di S. Antonio in Salsomaggiore, in comunione con Maria Madre del Signore, alle ore 16 avrà luogo la Liturgia Mariana, sarà esposto il SS. Sacramento e durante la celebrazione eucaristica delle ore 18 sarà amministrato il Sacramento dell’Unzione degli Infermi.

Busseto ricorda don Gianni Fanfoni a 10 anni dalla scomparsa

Nel decennale della scomparsa, don Gianni Fanfoni sarà ricordato nella parrocchia di Busseto nella s. Messa che sarà celebrata domenica 11 febbraio in Collegiata. Durante la celebrazione verranno lette alcune testimonianze in ricordo di don Gianni e del suo operato a favore delle comunità presso le quali ha svolto il suo ministero.

Tra queste il suo impegno nel settore Ragazzi dell’Azione Cattolica diocesana negli anni ‘70, ‘80 e ‘90. La mitezza, la serenità, la delicatezza, la disponibilità sono state sempre doti visibili nel contatto con le persone sia dentro che fuori l’associazione. Anche nel momento duro della malattia che lo aveva colpito è sempre stato paziente e sorridente. C’è poi chi lo ricorda da studente ai tempi della scuola media e ne ha potuto apprezzare la docilità, la grande umiltà, la capacità non comune di saper sempre donare, nell’ascolto, un sorriso a tutti, anche nei momenti di difficoltà.

Un uomo ed un sacerdote sempre animato da una fede profonda e incrollabile, rimasta salda in ogni situazione, con la speciale capacità di saper camminare al fianco delle persone, prendendo sempre idealmente per mano coloro che per qualsiasi motivo restavano indietro, andando sempre loro incontro per primo senza attenderli.

Feconda infatti è stata la collaborazione a scuola come docente di religione ed educatore sempre attento ai problemi dei giovani. Il suo rapporto con i ragazzi è stato un evento creativo continuo nella volontà di testimoniare, con l’accompagnamento spirituale, tutta l’eredità dei valori umani e cristiani, patrimonio della nostra società.

Don Gianni, colpito dal morbo di Alzheimer (malattia degenerativa che porta alla perdita della memoria, dell’attenzione, delle capacità cognitive) si è sempre nutrito del sacramento della Comunione e non ha mai distolto lo sguardo dal Santissimo durante la recita del Padre Nostro.

Sulla sua lapide si trova scritto: “Ho amato la tua casa, Signore“: che questo testamento possa attuarsi anche per quanti lo hanno conosciuto e gli hanno voluto bene.

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