Fervono i preparativi per lo speciale televisivo delle emittenti che aderiscono al circuito cattolico del Corallo, dedicato alla pace e in vista del Natale prossimo.
Domenica 10 dicembre, dalle ore 15 alle 18, le emittenti tv aprono una finestra sull’Italia e sul mondo per raccontare storie di guerra e di pace, attraverso interviste e testimonianze, iniziative e progetti.
Uno speciale intitolato “Pace in terra - Dall’Italia e dal mondo con Corallo Tv”, in diretta dallo studio principale allestito nella Sala della Pace del Sacro Convento di Assisi, con collegamenti e servizi da varie altre città italiane e anche da Terra Santa, Ucraina e Africa.
Tra gli ospiti della maratona televisiva, ci saranno il Patriarca di Gerusalemme dei Latini, card. Pierbattista Pizzaballa, in collegamento dalla Terra Santa mentre, il Vicario della Custodia francescana, Padre Ibrahim Faltas sarà presente in studio; il missionario comboniano padre Renato “Kizito” Sesana, in diretta da Nairobi in Kenya; altre storie come quella di padre Pierluigi Maccalli, il missionario rapito in Niger nel 2018 e rilasciato due anni dopo; la realtà di Rondine Cittadella della Pace che, sulle colline aretine, ospita giovani provenienti da paesi in guerra fra loro; l’appello alla pace di mons. Giovanni Ricchiuti, arcivescovo di Altamura e da poco riconfermato come presidente di Pax Christi Italia; tante altre testimonianze e storie dall’Italia e dal mondo intero, come anche curiosità e musica.
Uno speciale che seguirà in diretta la Marcia della pace e della fraternità, convocata dalla Fondazione PerugiAssisi, in concomitanza della Giornata internazionale dei Diritti umani, in occasione del 75esimo anniversario della Dichiarazione universale dei Diritti umani (era il 10 dicembre 1948). Le telecamere seguiranno il corteo che partirà da Santa Maria degli Angeli alle ore 14.30 per arrivare intorno alle ore 16.50 in piazza San Francesco.
Durante la lunga maratona televisiva verrà promossa una raccolta fondi a favore dell’Istituto Pontificio EFFETA’ PAOLO VI di Betlemme, scuola che insegna ai bambini audiolesi a parlare.
“PACE IN TERRA - Dall’Italia e dal mondo con Corallo Tv” è un programma condotto dal direttore de La Voce, Daniele Morini, insieme alla giornalista di Telepace Trento, Silvia Piasentini.
La diretta verrà trasmessa in tutt’Italia dalle seguenti emittenti TV:
Emittente
Numero telecomando LCN
COPERTURA
Teledehon
19
Regione: BASILICATA
Teledehon
110
Regione: CAMPANIA
TeleClubItalia
77
Regione: CAMPANIA
Tele Diocesi Salerno
87
Regione: CAMPANIA
Telesperanza Tv
98
BENEVENTO
Teledehon
86
Regione: CALABRIA
Icaro Rimini Tv
18
Regione: EMILIA ROMAGNA
Telepace
75
ROMA, RIETI, FROSINONE
Teleradio Pace
12
Regione: LIGURIA
Tele Liguria Sud
15
Regione: LIGURIA
Telenova
18
Regione: LOMBARDIA
EmmeTv
89
MACERATA
Video Novara
19
Regione: PIEMONTE
Teledehon
19
Regione: PUGLIA
Teleregione Live
88
Regione: SARDEGNA
Telemistretta
90
Regione: SICILIA
TSD
85
Regione: TOSCANA
Firenze TV
80
FIRENZE PRATO PISTOIA
TVP
75
Regione: TOSCANA
TVL
14
Regione: TOSCANA
Telepace Trento
12
Regione: TRENTINO ALTO ADIGE
Telebellunodolomiti
75
Regione: VENETO
Telepace
76
Regione: VENETO
Sarà, inoltre, possibile seguirla sull’emittente radiofonica UMBRIA RADIO.
Rinnovata la collaborazione che identifica il servizio pubblico e fa parte della sua storia
Nel pomeriggio di ieri, 6 dicembre, il Presidente e il Segretario Generale della CEI, Card. Matteo Zuppi e Mons. Giuseppe Baturi, e l’Amministratore Delegato della RAI, Dott. Roberto Sergio, hanno siglato il rinnovo della Convenzione per la realizzazione e la trasmissione della Santa Messa, del programma “A Sua immagine – Le Ragioni della Speranza” e di altri speciali su eventi particolari della Chiesa.
“Siamo felici di continuare questa collaborazione a vantaggio delle tante persone anziane, ammalate o carcerate che, sebbene impossibilitate a recarsi fisicamente in Chiesa, vengono messe in condizione, attraverso questo servizio che nel 2024 compie 70 anni, di partecipare alla Celebrazione Eucaristica domenicale. L’accordo con la RAI, inoltre, permette di raccontare le storie positive che testimoniano il bello della nostra comunità ecclesiale e civile, aiutandoci a riflettere e a porre attenzione agli ultimi”, sottolinea il Presidente della CEI che rimarca come questo consenta anche “di far risuonare le parole e gli appelli di Papa Francesco, dando spazio e voce a numerose realtà che spesso rimangono nell’ombra e rischiano di essere dimenticate”.
“Credo fortemente nel valore di questa collaborazione – prosegue l’Amministratore Delegato RAI – perché identifica il Servizio Pubblico ed è parte della sua stessa storia. Il rito domenicale della Messa è una tradizione che continua a essere ‘servizio’ per il pubblico, mentre trasmissioni come ‘A Sua immagine’ e gli altri Speciali RAI sulla vita della Chiesa - affidati a RAI Cultura, diretta da Silvia Calandrelli - sono appuntamenti molto seguiti anche per la capacità di trasmettere messaggi e valori davvero universali e, spesso, sono l’occasione per amplificare la voce di Papa Francesco, che continua a interpellare ciascuno di noi in quanto uomini e donne, prima ancora che credenti”.
La Convenzione, che ha durata quinquennale, permetterà di rafforzare il rapporto tra CEI e RAI anche in occasione del prossimo Giubileo.
Domenica 3 dicembre a Salsomaggiore Terme presso la parrocchia di s. Antonio il Vescovo di Fidenza, mons. Ovidio Vezzoli, presiederà la s. Messa delle ore 10.30 con il conferimento del ministero del Lettorato al seminarista Fabrizio Di Michele, che in quella parrocchia sta svolgendo servizio pastorale nei fine settimana.
Fabrizio ha chiesto l’ammissione agli Ordini Sacri lo scorso 10 giugno durante una solenne celebrazione nella Cattedrale di Fidenza.
Sabato 2 dicembre Coldiretti Parma celebra la Giornata Provinciale del Ringraziamento a Zibello nella chiesa dei Santi Gervasio e Protasio.
Momento centrale della Giornata la Santa Messa alle ore 11,00 presieduta dal Vescovo Ovidio e concelebrata da don Giancarlo Reverberi, Consigliere Ecclesiastico Provinciale di Coldiretti Parma, e da don Giannino Regolani, parroco di Zibello, con l’offerta dei frutti della terra.
Al termine della celebrazione eucaristica è prevista la benedizione dei mezzi agricoli.
“La Giornata del Ringraziamento – sottolinea il Presidente di Coldiretti Parma Luca Cotti – è un momento importante di riflessione e preghiera che dal 1951 viene festeggiato dalla Coldiretti in tutta Italia. E’ un appuntamento molto sentito, anche a livello locale, dalla nostra base sociale che si riunisce, insieme ad Istituzioni e Autorità, per dire grazie dei frutti della terra e del lavoro dell’uomo a conclusione dell’annata agraria. E’ una tradizione antica, che si rinnova ogni anno – aggiunge Cotti – per riaffermare i valori fondanti della nostra associazione, quali la famiglia, la solidarietà e l’impegno delle nostre imprese agricole al servizio della collettività nella produzione di cibo vero e nella difesa della filiera del cibo italiano e della sua identità. E’ altresì un’occasione, soprattutto in questi tempi segnati da una crisi climatica senza precedenti, per ricordare il ruolo degli agricoltori come custodi dell’ambiente e sentinelle del territorio”.
“La giornata del Ringraziamento – ricorda il direttore di Coldiretti Parma Marco Orsi – è ancora oggi, nell’era della moderna agricoltura, uno dei momenti centrali nella vita delle campagne, che la Conferenza Episcopale Italiana, a sua volta, ha assunto tra le ricorrenze del calendario liturgico”.
“Da anni l’associazione ‘TerzoTempo con Lorenzo’ si impegna nel promuovere sopratutto tra i giovani e nelle scuole la cultura della disabilità, intesa come accettazione del limite ma anche sfida e impegno nel rendere possibile una vita che, nonostante la disabilità, sia piena, significativa, ricca di relazioni, esperienze e....anche sport”. Con queste parole l’associazione ha deciso di rivolgere una lettera di invito a tutte le parrocchie, i gruppi scout e le società sportive. “Nulla è vietato a chi pensa in grande” è da sempre il motto dell’associazione, il pensiero che la guida: quello che l’ha condotta negli anni ad organizzare tante edizioni del torneo “Sfidabili”, la manifestazione nella quale i protagonisti hanno testimoniato che il “limite” fisico non può e non deve essere un limite ai sogni. Da questa visione è nata l’idea di portare a Fidenza la testimonianza di un ragazzo, Francesco Messori, che ha creduto fortemente nel suo sogno: quello di giocare a calcio nonostante la perdita di una gamba. E così, alla vigilia della Giornata Internazionale delle persone con Disabilità, sabato 2 dicembre alle ore 17 presso il Ridotto del teatro Magnani, Francesco Messori sarà intervistato dal dott. Paolo Ernesto Villani e porterà la sua testimonianza di disabile e sportivo che ha creduto nel suo sogno e ha “pensato in grande”.
“Tutti noi ci auguriamo che i nostri giovani siano allo stesso modo capaci di credere nei sogni e di impegnarsi nel realizzarli, nonostante difficoltà grandi e piccole. Ed è per questo che pensiamo che la voce di Francesco meriti di essere ascoltata da quanti più ragazzi possibile, anche e soprattutto se sportivi. Cogliamo dunque l’occasione per invitarvi a partecipare a questo momento di riflessione e crescita: in particolare il nostro invito è rivolto ai ragazzi preferibilmente a partire dai 14 anni, che pensiamo possano essere maggiormente coinvolti dalla testimonianza di Francesco”: questo il messaggio di invito.
Per adesioni o per eventuali informazioni, chiamare i numeri: 3383901282 (Daria), 3392740066 (Francesca), 3491279026 (Sara).
La XX Assemblea nazionale ordinaria elettiva della Federazione italiana dei settimanali cattolici (Fisc), che si è tenuta a Roma dal 23 al 25 novembre, si è conclusa con l’elezione del nuovo Consiglio nazionale per il quadriennio 2024/2027.
Tra i consiglieri eletti c'è Martina Pacini del nostro settimanale diocesano.
Per l'Emilia Romagna eletta anche Daniela Verlicchi (vicedirettore del Corriere Cesenate e responsabile dell’edizione ravennate) e il delegato regionale Luigi Lamma (Notizie, Carpi).
Nella foto: la delegazione Emilia-Romagna all’assemblea Fisc
“Nel 2026 la Federazione festeggia i sessant’anni di fondazione. Ci dobbiamo interrogate sul rapporto tra la Fisc e il Paese per comprendere sempre meglio il ruolo che le nostre testate possono svolgere, tanto dal punto di vista informativo che da quello sociale. Siamo radicati all’interno di una realtà ecclesiale che è profondamente cambiata in questo tempo e che oggi ci pone davanti a sfide importanti”. Mauro Ungaro, direttore del settimanale diocesano di Gorizia “Voce Isontina” e presidente della Federazione italiana dei settimanali cattolici (Fisc), si prepara ad aprire la XX Assemblea nazionale ordinaria elettiva su “La Fisc: una voce a servizio del Paese. Informazione, cultura e sinodalità” (Roma, 23/25 novembre).
L’Assemblea si tiene durante il Cammino sinodale delle Chiese in Italia. Che contributo può arrivare dai settimanali cattolici?
Il Sinodo è la quotidianità per le nostre testate che da sempre sono in ascolto dei territori, intesi non soltanto come luoghi fisici ma come luoghi teologici in cui le nostre chiese vivono la costituzione pastorale di Papa Francesco Gaudium et spes. La Fisc è prima di tutto una realtà ecclesiale, che vive nella Chiesa ed è collegata alle chiese locali. Se questo venisse meno, perderemmo la nostra identità.
C’è grande attenzione al Cammino sinodale. Tanti direttori dei giornali si trovano nelle commissioni sinodali diocesane o sono referenti. È un dato significativo della nostra presenza. Inoltre, il Cammino sinodale ha portato una rinnovata attenzione dei vescovi al tema della comunicazione sociale e, con essa, ai settimanali diocesani. Si è riusciti ancora una volta a cogliere e valorizzare la presenza informativa e culturale, che può aiutare le diocesi nel loro impegno pastorale quotidiano. I settimanali diocesani restano una risorsa per il Paese. Il presidente Mattarella li aveva definiti un “vero presidio della democrazia“. In virtù di questo, possono favorire il Cammino sinodale della Chiesa italiana.
Cosa caratterizza le testate diocesane? Dobbiamo essere profeti e testimoni di speranza per l’Italia. Non bisogna rincorrere lo scoop, ma stare attenti a come la notizia influisce sulla vita delle persone. Le nostre testate vivono ancora dell’edizione cartacea. I nostri lettori sono affezionati a un giornale che si legge tenendolo tra le mani. Ma il digitale è diventato fondamentale, sia per intercettare nuovi pubblici che per dare velocità alle notizie. È un cambio di mentalità che dobbiamo assumere.
Ci viene chiesta la stessa professionalità, la stessa capacità di lettura e di approfondimento, ma con i tempi del digitale. È una sfida nell’ottica della profezia: se viviamo i territori non siamo obbligati a correre dietro alle notizie, ma possiamo anticiparle. Dobbiamo essere talmente bravi a leggere le nostre realtà, da capire le richieste e le necessità che da esse provengono.
La presenza digitale è il futuro della Fisc? È un orizzonte del nostro impegno. Le testate non sono strutturate, tranne rare eccezioni, anche in termini di personale. Ci stiamo, però, attrezzando e diversi giornali hanno già una presenza notevole sul digitale. La pandemia ci ha mostrato l’impatto del nostro lavoro e la fedeltà dei lettori. Abbiamo la grande fortuna di avere un’agenzia di stampa come il Sir che ci apre una finestra sul mondo e ci permette di non chiuderci nel nostro ambito. Questa apertura si accompagna, ad esempio, alla presenza dei missionari in aree decentrate che non chiamano i riflettori dei grandi media. E ci permette di calare il globale nel locale, di leggere il globale attraverso la lente della nostra esperienza locale. Per i nostri lettori è un valore aggiunto, soprattutto in un tempo nel quale la notizia non è approfondimento e resta in superficie.
Quali appuntamenti attendono la Federazione? Ci avviciniamo alla scadenza della legge sull’editoria, i cui contributi riguardano circa un terzo delle nostre testate, e guardiamo con preoccupazione a questa fase.
Le nostre testate hanno problemi economici, molti derivati dalle conseguenze della guerra in Ucraina che ha influito sull’aumento esponenziale dei costi della carta e della produzione. Ma vorrei guardare con speranza al futuro.
Quest’anno ricorrono i sessant’anni del documento conciliare Inter mirifica… Il decreto ha segnato un passaggio fondamentale per i mezzi di comunicazione, divenuti non più semplici strumenti ma luoghi da abitare. È una realtà che sentiamo profondamente nostra: probabilmente la Federazione senza l’Inter mirifica non ci sarebbe stata, dunque restiamo fedeli al documento nel nostro lavoro.
Che bilancio dei quattro anni di presidenza? È stato un tempo difficile in cui abbiamo vissuto la pandemia e la guerra, con tutte le conseguenze sociali, umani ed economiche. Abbiamo colto, però, un’occasione importante per la Federazione grazie al lavoro unitario del Consiglio nazionale sui temi della presenza digitale e della formazione. Grazie al sostegno fondamentale della Cei, del Servizio per la promozione del sostegno economico e alla collaborazione con Weca, abbiamo realizzato corsi di formazione che hanno avuto riscontro tra le nostre testate, perché ci rendiamo conto che le sfide che ci attendono richiedono nuove professionalità. Abbiamo puntato anche sulla valorizzazione delle energie e del rapporto con gli altri media: Avvenire, Tv2000, Sir, Corallo ma anche le realtà ecclesiali del Copercom. Siamo pronti a dare il nostro contributo in ottica sinodale.
Per il ministero degli Interni dal 1° gennaio al 1° ottobre 2023 sono 90 le vittime donne (contro le 85 dello stesso periodo del 2022), di cui 75 uccise in ambito familiare e affettivo e 47 hanno trovato la morte per mano proprio del partner o dell’ex partner.
“La brutta notizia di questo scorcio di fine 2023 – spiega l’assessore alle Politiche Sociali di Fidenza Alessia Frangipane – è che purtroppo per quanto attiene ai delitti commessi in ambito familiare/affettivo c’è un aumento generale. Il che, detto in altro modo, significa che nonostante tutta l’attenzione mediatica di questi anni, il femminicidio resta l’opzione violenta e culturale di chi non è in grado di gestire affettivamente il rapporto con una donna. Questo dato di fatto se possibile ci spinge ad essere ancora più determinati nel mettere in campo ogni sforzo per sensibilizzare, informare, rendere consapevoli rispetto a questo fenomeno. Ecco perché quest’anno presentiamo un ricco calendario di appuntamenti che ci accompagnerà fino al 25 novembre”.
Il calendario messo a punto rappresenta una vera propria novità non solo per l’estensione temporale, oltre un mese di programmazione, ma per la capacità di raccogliere e portare a sintesi sollecitazioni da enti, istituzioni e associazionismo del territorio che hanno collaborato fianco a fianco sui diversi eventi.
A cominciare dalla rassegna “Respiri_amo Libere”, a cura di Manuela Copercini, che prevede una serie di letture pubbliche all’interno di locali pubblici della città.
Dal 18 al 25 novembre si svolgerà un’iniziativa a scopo benefico, ovvero una raccolta donazioni a favore del “Centro Antiviolenza Parma” dal titolo “Le #donneperledonne del Centro Commerciale Naturale di Fidenza”. Le donazioni potranno essere effettuate in ben 35 attività commerciali gestite da donne nelle vie Berenini, Gramsci, Cavour e Bacchini.
Venerdì 24 novembre verranno inaugurate, in collaborazione con il Centro di Salute Mentale e il SerDP di Fidenza (Dipartimento della Salute Mentale Ausl di Parma), diverse Panchine Rosse con letture di monologhi a cura degli studenti della classe V^ B dell’istituto Paciolo – D’Annunzio di Fidenza. In serata, a partire dalle 18.30, si svolgerà il Consiglio Comunale sul tema “25 novembre – Celebrazione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”.
Sabato 25 novembre l’appuntamento è alle 15.20 con la proiezione del film di Marco Mazzieri “La gioia all’improvviso”. In collaborazione con il Coordinamento delle donne del sindacato dei pensionati della Cgil e dell’Auser Fidenza è stata predisposta infatti la proiezione al MyCinema di via Mazzini del film nato dall’idea di raccontare il lavoro incredibile che le operatrici del Centro Antiviolenza svolgono quotidianamente a sostegno di donne in difficoltà, alla ricerca di luoghi sicuri dove ritrovare la forza per andare avanti e ricostruire il proprio equilibrio.
Giovedì 30 novembre il Cral ospedale di Vaio, in collaborazione con la compagnia teatrale The Butterflies propone al Ridotto del Teatro Magnani lo spettacolo “Tutte dormono sulla collina” per la regia di Franca Tragni.
Infine, dal 1° al 15 dicembre, la mostra “Com’eri vestita?” che sarà ospitata locali Collegio dei Gesuiti – via Berenini n. 151. L’esposizione racconta le storie di abusi mostrando l’abbigliamento che la vittima indossava al momento della violenza subita. L’idea alla base del lavoro è quella di sensibilizzare il pubblico sul tema della violenza sulle donne e smantellare il pregiudizio che la vittima avrebbe potuto evitare lo stupro se solo avesse indossato abiti meno provocanti.
Domenica 26 novembre presso l’oratorio della parrocchia di San Michele Arcangelo avrà luogo la Giornata Mondiale della Gioventù Diocesana inserita nell’anno pastorale 2023-24. Tema: la speranza.
Questo il programma: accoglienza (ore 15.30); attività varie (dalle ore 16 alle ore 17); testimonianze (dalle ore 17.15 alle ore 18.30). Dopo la merenda (ore 18.30) conclusione con la preghiera dei Secondi Vespri presieduta dal Vescovo Ovidio (ore 19).
“La Fisc: una voce al servizio del Paese. Informazione, cultura e sinodalità”. È questo il tema scelto per la XX Assemblea ordinaria elettiva nazionale dei soci della Federazione Italiana Settimanali Cattolici che si terrà a Roma, da giovedì 23 a sabato 25 novembre, al “Th Roma Carpegna Palace”, in collaborazione con Ufficio nazionale Comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale Italiana, il Servizio per il sostegno economico della Chiesa Cattolica e l'Agenzia Sir.
L’appuntamento, a cui parteciperanno i direttori e i rappresentanti in FISC delle circa 200 testate associate, sarà un momento di confronto, dialogo e progettazione in cui si getteranno le basi per la nuova consiliatura e per il nuovo esecutivo che guideranno la Federazione nel quadriennio 2024 - 2027. Tra di loro anche Martina Pacini, rappresentante in FISC per il nostro settimanale diocesano, e don Andrea Mazzola, responsabile amministrativo.
«L’assemblea quadriennale - spiega il presidente della FISC, Mauro Ungaro - è sempre un momento fondamentale nella vita associativa. Quest’anno assume un valore ulteriore perché si tratta di riannodare il filo rosso di un’esperienza lunga quasi 60 anni e segnata in questo quadriennio anche dal Covid prima e dalle guerre in Ucraina e Terra Santa oggi. Sarà per le nostre testate l’occasione di riflettere insieme sulle sfide che il tempo sinodale pone a loro e alle Chiese locali, ma anche sulla trasformazione digitale che, nell’immutata fedeltà alla carta, interpella anche il mondo dell’editoria cattolica».
Ad aprire la prima giornata di assemblea, giovedì 23 novembre, sarà l’incontro straordinario con Papa Francesco che i rappresentanti FISC vivranno presso la Sala Clementina in Vaticano.
Nel pomeriggio, a partire dalle ore 16.00, presso il “Th Roma Carpegna Palace” il primo intervento, molto atteso, sarà quello di mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana.
A seguire la relazione del presidente Mauro Ungaro e il resoconto del tesoriere, Simone Incicco.
La seconda giornata, venerdì 24 novembre, sarà caratterizzata dall’intervento di Padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa e dalla conversazione con l’on. Alfredo Mantovano sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.
Nel pomeriggio cominceranno le operazioni di voto che si concluderanno in serata con la proclamazione degli eletti al Consiglio nazionale della FISC.
«Abbiamo fortemente voluto un momento di confronto, non solo per i soci FISC ma aperto a tutti i giornalisti, con un rappresentante del Governo - spiega la coordinatrice della Commissione cultura ed eventi Marilisa Della Monica - e siamo onorati che l’onorevole Mantovano abbia accolto il nostro invito a conversare con noi su temi di attualità che ci interessano e interpellano come giornalisti, come cittadini e come cristiani. La FISC, accogliendo l’invito rivoltoci da Papa Francesco, cerca di raccontare ai propri lettori anche il buono ed il bello dei nostri territori in cui siamo fortemente radicati».
«Un grazie in particolare all’Ufficio FISC e a CSQ - Centro Stampa Quotidiani, Editrice Shalom, Tecnavia Apps e Generali Italia - afferma il tesoriere Simone Incicco - per il loro prezioso contributo per la realizzazione di questa XX Assemblea ordinaria elettiva».
Domenica XXXIII del Tempo Ordinario 19 novembre 2023
«Non distogliere lo sguardo dal povero» (Tb 4,7)
1. La Giornata Mondiale dei Poveri, segno fecondo della misericordia del Padre, giunge per la settima volta a sostenere il cammino delle nostre comunità. È un appuntamento che progressivamente la Chiesa sta radicando nella sua pastorale, per scoprire ogni volta di più il contenuto centrale del Vangelo. Ogni giorno siamo impegnati nell’accoglienza dei poveri, eppure non basta. Un fiume di povertà attraversa le nostre città e diventa sempre più grande fino a straripare; quel fiume sembra travolgerci, tanto il grido dei fratelli e delle sorelle che chiedono aiuto, sostegno e solidarietà si alza sempre più forte. Per questo, nella domenica che precede la festa di Gesù Cristo Re dell’Universo, ci ritroviamo intorno alla sua Mensa per ricevere nuovamente da Lui il dono e l’impegno di vivere la povertà e di servire i poveri.
«Non distogliere lo sguardo dal povero» (Tb 4,7). Questa Parola ci aiuta a cogliere l’essenza della nostra testimonianza. Soffermarci sul Libro di Tobia, un testo poco conosciuto dell’Antico Testamento, avvincente e ricco di sapienza, ci permetterà di entrare meglio nel contenuto che l’autore sacro desidera trasmettere. Davanti a noi si apre una scena di vita familiare: un padre, Tobi, saluta il figlio, Tobia, che sta per intraprendere un lungo viaggio. Il vecchio Tobi teme di non poter più rivedere il figlio e per questo gli lascia il suo “testamento spirituale”. Lui è stato un deportato a Ninive ed ora è cieco, dunque doppiamente povero, ma ha sempre avuto una certezza, espressa dal nome che porta: “il Signore è stato il mio bene”. Quest’uomo, che ha confidato sempre nel Signore, da buon padre desidera lasciare al figlio non tanto qualche bene materiale, ma la testimonianza del cammino da seguire nella vita, perciò gli dice: «Ogni giorno, figlio, ricordati del Signore; non peccare né trasgredire i suoi comandamenti. Compi opere buone in tutti i giorni della tua vita e non metterti per la strada dell’ingiustizia» (4,5).
2. Come si può osservare subito, il ricordo che il vecchio Tobi chiede al figlio non si limita a un semplice atto della memoria o a una preghiera da rivolgere a Dio. Egli fa riferimento a gesti concreti che consistono nel compiere opere buone e nel vivere con giustizia. Questa esortazione si specifica ancora di più: «A tutti quelli che praticano la giustizia fa’ elemosina con i tuoi beni e, nel fare elemosina, il tuo occhio non abbia rimpianti» (4,7).
Stupiscono non poco le parole di questo vecchio saggio. Non dimentichiamo, infatti, che Tobi ha perso la vista proprio dopo aver compiuto un atto di misericordia. Come egli stesso racconta, la sua vita fin da giovane era dedicata a opere di carità: «Ai miei fratelli e ai miei compatrioti, che erano stati condotti con me in prigionia a Ninive, nel paese degli Assiri, facevo molte elemosine. […] Davo il pane agli affamati, gli abiti agli ignudi e, se vedevo qualcuno dei miei connazionali morto e gettato dietro le mura di Ninive, io lo seppellivo» (1,3.17).
Per questa sua testimonianza di carità, il re lo aveva privato di tutti i suoi beni rendendolo completamente povero. Il Signore però aveva ancora bisogno di lui; ripreso il suo posto di amministratore, non ebbe timore di continuare nel suo stile di vita. Ascoltiamo il suo racconto, che parla anche a noi oggi: «Per la nostra festa di Pentecoste, cioè la festa delle Settimane, avevo fatto preparare un buon pranzo e mi posi a tavola:la tavola era imbandita di molte vivande. Dissi al figlio Tobia: “Figlio mio, va’, e se trovi tra i nostri fratelli deportati a Ninive qualche povero, che sia però di cuore fedele, portalo a pranzo insieme con noi. Io resto ad aspettare che tu ritorni, figlio mio”» (2,1-2). Come sarebbe significativo se, nella Giornata dei Poveri, questa preoccupazione di Tobi fosse anche la nostra! Invitare a condividere il pranzo domenicale, dopo aver condiviso la Mensa eucaristica. L’Eucaristia celebrata diventerebbe realmente criterio di comunione. D’altronde, se intorno all’altare del Signore siamo consapevoli di essere tutti fratelli e sorelle, quanto più diventerebbe visibile questa fraternità condividendo il pasto festivo con chi è privo del necessario!
Tobia fece come gli aveva detto il padre, ma tornò con la notizia che un povero era stato ucciso e lasciato in mezzo alla piazza. Senza esitare, il vecchio Tobi si alzò da tavola e andò a seppellire quell’uomo. Tornato a casa stanco, si addormentò nel cortile; gli cadde sugli occhi dello sterco di uccelli e divenne cieco (cfr 2,1-10). Ironia della sorte: fai un gesto di carità e ti capita una disgrazia! Ci viene da pensare così; ma la fede ci insegna ad andare più in profondità. La cecità di Tobi diventerà la sua forza per riconoscere ancora meglio tante forme di povertà da cui era circondato. E il Signore provvederà a suo tempo a restituire al vecchio padre la vista e la gioia di rivedere il figlio Tobia. Quando venne quel giorno, «Tobi gli si buttò al collo e pianse, dicendo: “Ti vedo, figlio, luce dei miei occhi!”.Ed esclamò: “Benedetto Dio! Benedetto il suo grande nome! Benedetti tutti i suoi angeli santi! Sia il suo santo nome su di noi e siano benedetti i suoi angeli per tutti i secoli. Perché egli mi ha colpito, ma ora io contemplo mio figlio Tobia”» (11,13-14).
3. Possiamo chiederci: da dove Tobi attinge il coraggio e la forza interiore che gli permettono di servire Dio in mezzo a un popolo pagano e di amare a tal punto il prossimo a rischio della sua stessa vita? Siamo davanti a un esempio straordinario: Tobi è uno sposo fedele e un padre premuroso; è stato deportato lontano dalla sua terra e soffre ingiustamente; è perseguitato dal re e dai vicini di casa… Nonostante sia di animo così buono è messo alla prova. Come spesso ci insegna la sacra Scrittura, Dio non risparmia le prove a quanti operano il bene. Come mai? Non lo fa per umiliarci, ma per rendere salda la nostra fede in Lui.
Tobi, nel momento della prova, scopre la propria povertà, che lo rende capace di riconoscere i poveri. È fedele alla Legge di Dio e osserva i comandamenti, ma questo a lui non basta. L’attenzione fattiva verso i poveri gli è possibile perché ha sperimentato la povertà sulla propria pelle. Pertanto, le parole che rivolge al figlio Tobia sono la sua genuina eredità: «Non distogliere lo sguardo da ogni povero» (4,7). Insomma, quando siamo davanti a un povero non possiamo voltare lo sguardo altrove, perché impediremmo a noi stessi di incontrare il volto del Signore Gesù. E notiamo bene quell’espressione «da ogni povero». Ognuno è nostro prossimo. Non importa il colore della pelle, la condizione sociale, la provenienza… Se sono povero, posso riconoscere chi è veramente il fratello che ha bisogno di me. Siamo chiamati a incontrare ogni povero e ogni tipo di povertà, scuotendo da noi l’indifferenza e l’ovvietà con le quali facciamo scudo a un illusorio benessere.
4. Viviamo un momento storico che non favorisce l’attenzione verso i più poveri. Il volume del richiamo al benessere si alza sempre di più, mentre si mette il silenziatore alle voci di chi vive nella povertà. Si tende a trascurare tutto ciò che non rientra nei modelli di vita destinati soprattutto alle generazioni più giovani, che sono le più fragili davanti al cambiamento culturale in corso. Si mette tra parentesi ciò che è spiacevole e provoca sofferenza, mentre si esaltano le qualità fisiche come se fossero la meta principale da raggiungere. La realtà virtuale prende il sopravvento sulla vita reale e avviene sempre più facilmente che si confondano i due mondi. I poveri diventano immagini che possono commuovere per qualche istante, ma quando si incontrano in carne e ossa per la strada allora subentrano il fastidio e l’emarginazione. La fretta, quotidiana compagna di vita, impedisce di fermarsi, di soccorrere e prendersi cura dell’altro. La parabola del buon samaritano (cfr Lc 10,25-37) non è un racconto del passato, interpella il presente di ognuno di noi. Delegare ad altri è facile; offrire del denaro perché altri facciano la carità è un gesto generoso; coinvolgersi in prima persona è la vocazione di ogni cristiano.
5. Ringraziamo il Signore perché ci sono tanti uomini e donne che vivono la dedizione ai poveri e agli esclusi e la condivisione con loro; persone di ogni età e condizione sociale che praticano l’accoglienza e si impegnano accanto a coloro che si trovano in situazioni di emarginazione e sofferenza. Non sono superuomini, ma “vicini di casa” che ogni giorno incontriamo e che nel silenzio si fanno poveri con i poveri. Non si limitano a dare qualcosa: ascoltano, dialogano, cercano di capire la situazione e le sue cause, per dare consigli adeguati e giusti riferimenti. Sono attenti al bisogno materiale e anche a quello spirituale, alla promozione integrale della persona. Il Regno di Dio si rende presente e visibile in questo servizio generoso e gratuito; è realmente come il seme caduto nel terreno buono della vita di queste persone che porta il suo frutto (cfr Lc 8,4-15). La gratitudine nei confronti di tanti volontari chiede di farsi preghiera perché la loro testimonianza possa essere feconda.
6. Nel 60° anniversario dell’Enciclica Pacem in terris, è urgente riprendere le parole del santo Papa Giovanni XXIII quando scriveva: «Ogni essere umano ha il diritto all’esistenza, all’integrità fisica, ai mezzi indispensabili e sufficienti per un dignitoso tenore di vita, specialmente per quanto riguarda l’alimentazione, il vestiario, l’abitazione, il riposo, le cure mediche, i servizi sociali necessari; e ha quindi il diritto alla sicurezza in caso di malattia, di invalidità, di vedovanza, di vecchiaia, di disoccupazione, e in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà» (n. 6).
Quanto lavoro abbiamo ancora davanti a noi perché queste parole diventino realtà, anche attraverso un serio ed efficace impegno politico e legislativo! Malgrado i limiti e talvolta le inadempienze della politica nel vedere e servire il bene comune, possa svilupparsi la solidarietà e sussidiarietà di tanti cittadini che credono nel valore dell’impegno volontario di dedizione ai poveri. Si tratta certo di stimolare e fare pressione perché le pubbliche istituzioni compiano bene il loro dovere; ma non giova rimanere passivi in attesa di ricevere tutto “dall’alto”: chi vive in condizione di povertà va anche coinvolto e accompagnato in un percorso di cambiamento e di responsabilità.
7. Ancora una volta, purtroppo, dobbiamo constatare nuove forme di povertà che si assommano a quelle già descritte in precedenza. Penso in modo particolare alle popolazioni che vivono in luoghi di guerra, specialmente ai bambini privati di un presente sereno e di un futuro dignitoso. Nessuno potrà mai abituarsi a questa situazione; manteniamo vivo ogni tentativo perché la pace si affermi come dono del Signore Risorto e frutto dell’impegno per la giustizia e il dialogo.
Non posso dimenticare le speculazioni che, in vari settori, portano a un drammatico aumento dei costi che rende moltissime famiglie ancora più indigenti. I salari si esauriscono rapidamente costringendo a privazioni che attentano alla dignità di ogni persona. Se in una famiglia si deve scegliere tra il cibo per nutrirsi e le medicine per curarsi, allora deve farsi sentire la voce di chi richiama al diritto di entrambi i beni, in nome della dignità della persona umana.
Come non rilevare, inoltre, il disordine etico che segna il mondo del lavoro? Il trattamento disumano riservato a tanti lavoratori e lavoratrici; la non commisurata retribuzione per il lavoro svolto; la piaga della precarietà; le troppe vittime di incidenti, spesso a causa della mentalità che preferisce il profitto immediato a scapito della sicurezza… Tornano alla mente le parole di san Giovanni Paolo II: «Primo fondamento del valore del lavoro è l’uomo stesso. […] L’uomo è destinato ed è chiamato al lavoro, però prima di tutto il lavoro è “per l’uomo”, e non l’uomo “per il lavoro”» (Enc. Laborem exercens, 6).
8. Questo elenco, già di per sé drammatico, dà conto in modo solo parziale delle situazioni di povertà che fanno parte del nostro quotidiano. Non posso tralasciare, in particolare, una forma di disagio che appare ogni giorno più evidente e che tocca il mondo giovanile. Quante vite frustrate e persino suicidi di giovani, illusi da una cultura che li porta a sentirsi “inconcludenti” e “falliti”. Aiutiamoli a reagire davanti a queste istigazioni nefaste, perché ciascuno possa trovare la strada da seguire per acquisire un’identità forte e generosa.
È facile, parlando dei poveri, cadere nella retorica. È una tentazione insidiosa anche quella di fermarsi alle statistiche e ai numeri. I poveri sono persone, hanno volti, storie, cuori e anime. Sono fratelli e sorelle con i loro pregi e difetti, come tutti, ed è importante entrare in una relazione personale con ognuno di loro.
Il Libro di Tobia ci insegna la concretezza del nostro agire con e per i poveri. È una questione di giustizia che ci impegna tutti a cercarci e incontrarci reciprocamente, per favorire l’armonia necessaria affinché una comunità possa identificarsi come tale. Interessarsi dei poveri, quindi, non si esaurisce in frettolose elemosine; chiede di ristabilire le giuste relazioni interpersonali che sono state intaccate dalla povertà. In tal modo, “non distogliere lo sguardo dal povero” conduce a ottenere i benefici della misericordia, della carità che dà senso e valore a tutta la vita cristiana.
9. La nostra attenzione verso i poveri sia sempre segnata dal realismo evangelico. La condivisione deve corrispondere alle necessità concrete dell’altro, non a liberarmi del mio superfluo. Anche qui ci vuole discernimento, sotto la guida dello Spirito Santo, per riconoscere le vere esigenze dei fratelli e non le nostre aspirazioni. Ciò di cui sicuramente hanno urgente bisogno è la nostra umanità, il nostro cuore aperto all’amore. Non dimentichiamo: «Siamo chiamati a scoprire Cristo in loro, a prestare ad essi la nostra voce nelle loro cause, ma anche ad essere loro amici, ad ascoltarli, a comprenderli e ad accogliere la misteriosa sapienza che Dio vuole comunicarci attraverso di loro» (Evangelii gaudium, 198). La fede ci insegna che ogni povero è figlio di Dio e che in lui o in lei è presente Cristo: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40).
10. Quest’anno ricorre il 150° anniversario della nascita di santa Teresa di Gesù Bambino. In una pagina della sua Storia di un’anima scrive così: «Ora capisco che la carità perfetta consiste nel sopportare i difetti altrui, non stupirsi assolutamente delle loro debolezze, edificarsi nei minimi atti di virtù che vediamo praticare, ma soprattutto ho capito che la carità non deve restare chiusa in fondo al cuore: “Nessuno, ha detto Gesù, accende una fiaccola per metterla sotto il moggio ma la si mette sul candeliere, affinché illumini tutti quelli che sono nella casa”. Mi sembra che questa fiaccola rappresenti la carità che deve illuminare, rallegrare non solo coloro che sono a me più cari, ma tutti coloro che sono nella casa, senza eccettuare nessuno» (Ms C, 12r°: Opere complete, Roma 1997, 247).
In questa casa che è il mondo, tutti hanno diritto a essere illuminati dalla carità, nessuno può esserne privato. La tenacia dell’amore di Santa Teresina possa ispirare i nostri cuori in questa Giornata Mondiale, ci aiuti a “non distogliere lo sguardo dal povero” e a mantenerlo sempre fisso sul volto umano e divino del Signore Gesù Cristo.
Roma, San Giovanni in Laterano, 13 giugno 2023, Memoria di Sant’Antonio di Padova, patrono dei poveri.
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