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Martina Pacini

VOLTI DEI VANGELI - Gli incontri di Gesù raccontati da Papa Francesco con un contributo di Roberto Benigni

Il Dicastero per la Comunicazione, la Biblioteca Apostolica Vaticana, i Musei Vaticani e RAI Cultura presentano:

VOLTI DEI VANGELI

Gli incontri di Gesù raccontati da Papa Francesco Con un contributo di Roberto Benigni

In onda su Rai Uno in prima serata la Domenica di Pasqua, 17 aprile 2022

 

“Continuo a consigliare il contatto giornaliero con il Vangelo perché se tu non hai contatto giornaliero con la persona amata, difficilmente potrai amare... L’amore è il contatto continuo, è il parlare continuo, è ascoltare l’altro, guardarlo. L’amore è condividere... E poi, c’è un’altra cosa, molto, molto difficile: se tu non hai contatto con il Cristo vivo, quello del Vangelo, sicuramente avrai contatto con le idee, o con le ideologie sul Vangelo”.

Sono le parole con cui Papa Francesco introduce “Volti dei Vangeli”, un programma realizzato dal Dicastero per la Comunicazione con Rai Cultura, in collaborazione con la Biblioteca Apostolica Vaticana e i Musei Vaticani, che andrà in onda su Rai Uno in prima serata la Domenica di Pasqua, 17 aprile.

“Volti dei Vangeli” è un programma di Andrea Tornielli e Lucio Brunelli, con la fotografia e la regia di Renato Cerisola e le musiche di Michelangelo Palmacci.

Il programma raccoglie alcune delle riflessioni che nei nove anni del suo pontificato Francesco ha dedicato, nelle omelie durante la celebrazione mattutina della Messa a Santa Marta (alcune delle quali inedite) negli Angelus e in altre occasioni, ai protagonisti dei Vangeli: la chiamata dell’esattore delle tasse Matteo; il Buon Ladrone crocifisso accanto a Gesù capace di “rubargli” il paradiso; il dramma dell’apostolo Giuda; i volti delle donne, la testimone della resurrezione Maddalena e l’Adultera salvata dalla lapidazione; gli sguardi tra Pietro e Gesù; il silenzio di Giuseppe padre e custode; Ponzio Pilato che lavandosi le mani condanna a morte il Nazareno; la parabola del Buon Samaritano che si lascia commuovere dall’uomo ferito; l’abbraccio del padre misericordioso al Figliol Prodigo.

La voce del Papa accompagna lo spettatore dentro le scene evangeliche, rappresentate dai grandi artisti nei quadri, negli affreschi, nelle miniature dei codici e nelle sculture, molte delle quali appartenenti al tesoro di bellezza conservato in Vaticano.

Ogni personaggio che incontra Gesù viene raccontato dal Papa ed è illustrato da immagini famose ma anche sconosciute e inedite attraverso l’obiettivo del fotografo-regista che “entra” nei quadri, negli affreschi e nelle miniature e nei loro dettagli.

L’incontro con i Vangeli e con questi protagonisti è stato poi oggetto di una lunga intervista che il Papa ha concesso agli autori del progetto e che serve da fil rouge della narrazione.

La serata evento di domenica 17 aprile, presentata da Monica Maggioni, direttrice del TG1, sarà aperta da un contributo che Roberto Benigni ha preparato per l’occasione, dedicato al volto gioioso di Gesù nel giorno della Pasqua di Resurrezione.

La serie completa, in tre puntate, di “Volti dei Vangeli” sarà successivamente messa in onda da Rai Cultura sul canale Rai Storia.

“Abbiamo pensato a questo programma come a un’occasione di incontro, di riflessione, e di riscoperta della bellezza del Vangelo in un tempo segnato da così tante brutture. Il risultato è un prodotto unico, non catalogabile. Bello proprio perché unico. Una risposta alla tirannia del tempo, della fretta, della smemoratezza, della cultura dell’indifferenza e della sintassi semplificata che regola le nostre vite e che spesso mortifica la verità. È come se il Papa ci prendesse per mano e ci accompagnasse in un viaggio verso la verità dell’incontro”, dichiara Paolo Ruffini, Prefetto del Dicastero per la comunicazione. “Di questo dobbiamo essere grati a lui innanzitutto per le sue parole, ai Musei Vaticani e alla Biblioteca Apostolica Vaticana per aver condiviso le immagini di capolavori senza tempo, agli autori al regista e agli operatori per il loro lavoro, a Roberto Benigni per il suo prezioso contributo introduttivo, e alla Rai che ci ha accompagnato nella realizzazione di questo progetto che ora offre ai telespettatori come regalo di Pasqua”.

 

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Pasquetta al Museo del Duomo di Fidenza

Lunedì 18 aprile 2022, ore 15,00 – 18,00, apertura straordinaria e visite guidate gratuite (a carico dei visitatori solo il biglietto d’ingresso al Museo).
Il Museo del Duomo e diocesano di Fidenza sarà chiuso il giorno di Pasqua ma lunedì 18 aprile sarà straordinariamente aperto per tutte le famiglie e i turisti che vogliano trascorrere piacevoli momenti alla scoperta di un importante patrimonio storico-artistico e di fede.
Il Museo conserva infatti capolavori della scultura come la Maestà mariana scolpita da Benedetto Antelami, il Fonte battesimale romanico e splendide oreficerie medievali tra cui il Calice di San Donnino e il prezioso Acquamanile a forma di Colomba, nonché dipinti e altri arredi.
Alessandra Mordacci, direttrice del Museo, alle ore 15.00 e 16.30 condurrà visite guidate gratuite alla facciata della Cattedrale (vero e proprio “libro di pietra” con un ricchissimo apparato scultoreo) e al Museo.
 
Info: IAT Fidenza 0524 83377 - mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

La prima parola del Risorto: «Pace a voi!». Il messaggio del Vescovo Ovidio per la Pasqua 2022

Pasqua 2022

La prima parola del Risorto: «Pace a voi!»

 

La prima parola che il Risorto rivolge alla comunità dopo il mistero della sua pasqua di croce e di gloria è: «Pace a voi!».

Che cosa ha significato per la comunità dei discepoli questo annuncio? Al contempo ci chiediamo: cosa significa oggi per noi, discepoli del Signore nella storia del XXI secolo, raccogliere l’eredità di questa parola del Risorto?

Riflettere e pregare con fede sulla consegna del Signore significa riconoscerne la realtà di dono e di responsabilità. Anzitutto, la pace (shalom) annunciata dal Risorto è per noi un dono e non una conquista né il risultato di strategie concordiste frutto di convenienze umane. La pace del Risorto ci rammenta che noi non siamo nella possibilità di assicurarci una pace autentica, ma solo una serie di “distinguo”, di clausole, di condizioni e di ricatti portati all’eccesso mortificando l’identità della pace vera. In quanto dono del Risorto, al contrario, la pace è autentica perché non soggiace a condizioni; essa richiede di essere accolta nella sua più profonda natura che è quella del dono che opera a favore della vita sempre. Infatti, la pace del Signore, in quanto dono, è parola di perdono e di riconciliazione. Quando il Risorto si manifesta in mezzo alla sua comunità, nelle sue parole non c’è traccia di rimprovero per nessuno. Gesù crocifisso e risorto non denuncia la fatica degli apostoli, il loro tradimento, la loro paura, la loro fuga e lo smarrimento che ha preso tutti fino ad abbandonarlo nella sua più radicale solitudine (cfr. Mc 14,50). Gesù è tutto teso a riconciliare, a ricondurre attorno a sé, a far passare tutti dalla disgregazione all’unità. La parola pacificante di Gesù, in quanto dono, mette la comunità nella condizione di riprendersi, di ricominciare e di continuare nel cammino confidando nella sua presenza misericordiosa e provvidente. Gesù l’aveva dichiarato alla vigilia della sua passione; stando a mensa con i suoi aveva solennemente promesso: «Vi lascio la pace; vi do la mia pace. Non come la dà il mondo io la do a voi» (Gv 14,27).

Al contempo, la pace in quanto dono del Risorto porta con sé una responsabilità. Il dono ricevuto comporta una responsabilità per chi lo accoglie come tale perché riflette il volto del donatore. Ogni dono, infatti, esige una risposta che passa attraverso l’opera della pace ovvero la riconciliazione, l’incontro, la misericordia e, nondimeno, la speranza che il nuovo è possibile. La responsabilità che il dono della pace porta con sé parla il linguaggio di una audace speranza che procede oltre le parole ovvie e scontate che lasciano la realtà preda di un immobilismo che rende schiavi, ipotecando ogni orizzonte del domani. La pace del Risorto, in quanto responsabilità apre spazi nuovi procedendo oltre i sospetti, i diritti rivendicati disattendendo i doveri, che riteniamo siano da rispettare sempre dagli altri e mai da noi stessi. La morte della speranza è frutto della paura della differenza. Senza il movimento di dialogo e di osmosi tra il presente e la storia che lo precede non vi è speranza possibile, ma solo fuga di responsabilità dal proprio oggi, delegando a un domani illusorio, rispetto alle proprie attese, l’impegno di valutare e di scegliere. Vi è, pertanto, la necessità di un movimento di riconciliazione e di pace con il proprio passato; ciò è possibile percorrendo con umiltà, con la libera scelta di perdonare e con intelligenza un cammino di conoscenza, senza pregiudizi ideologici, e di dialogo permettendo alla storia di raccontarsi attraverso i documenti dalle tipologie più diverse. Papa Francesco, nella Lettera enciclica Fratelli tutti lo sottolinea con intensità:

«Il perdono non implica il dimenticare. Diciamo piuttosto che quando c’è qualcosa che in nessun modo può essere negato, relativizzato o dissimulato, tuttavia, possiamo perdonare. Quando c’è qualcosa che mai dev’essere tollerato, giustificato o scusato, tuttavia, possiamo perdonare. Quando c’è qualcosa che per nessuna ragione dobbiamo permetterci di dimenticare, tuttavia, possiamo perdonare. Il perdono libero e sincero è una grandezza che riflette l’immensità del perdono divino. Se il perdono è gratuito, allora si può perdonare anche a chi stenta a pentirsi ed è incapace di chiedere perdono» (FT 250).

La storia scritta da uomini e donne è la pietra d’inciampo sempre attuale, che impegna nella fatica del pensare, impedisce di imboccare la strettoia di quell’oblìo che giustifica ogni barbarie e permette di compiere un passo in avanti verso l’altro per trovare in lui un accrescimento di essere (cfr. FT 88-89).

Il Signore crocifisso e risorto ci conceda sapienza e discernimento al fine di custodire fedelmente il dono della sua pace, la memoria della testimonianza preziosa di chi è passato attraverso la grande tribolazione e di chi, nella libertà di scegliere e di amare, ha donato la sua vita responsabilmente per il bene dell’umanità di oggi, senza rinunciare ad indicare una speranza audace, non illusoria, che è sempre più grande delle nostre attese.

+ Ovidio Vezzoli

Vescovo di Fidenza

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