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L'Anpi di Busseto in visita a Roncole Verdi

Un nutrito gruppo di iscritti e simpatizzanti dell’ANPI di Busseto ha partecipato a Roncole Verdi a due momenti molto significativi.

Dapprima si è recato a Casa Guareschi per un incontro d’eccezione. Nel 1957 Alberto accompagna il padre nella Germania dell’Ovest in alcuni dei lager dove fu “ospite” suo malgrado dal 1943 al 1945. È l’ultima tappa di un percorso che Giovannino compie (Napoli, Assisi, Trieste) per recuperare forza ed energie dopo la triste esperienza del carcere in S. Francesco a Parma. Nella Mediateca Alberto ha ripercorso con noi e per noi questo suggestivo, affascinante Ritorno alla base ricco di spunti e occasione di riflessioni. Quindi abbiamo visitato la Mostra antologica e l’Archivio, dove sono conservate le memorie dell’IMI Giovannino Guareschi, prigioniero tra il 1943 e il 1945 nei lager nazisti, un'esperienza speciale ed intensa, che ha colpito e commosso i partecipanti.

Dopo aver ricordato che lo scorso 27 gennaio è stato presentato nel Salone Barezzi il Quaderno “E poi è arrivato un pilota che sembrava ubriaco”- Busseto, 1943-45, la guerra, che ha avuto ottima accoglienza ed è tuttora in vendita in edicola, in un clima festoso di agape fraterna sono state comunicate le altre iniziative per i prossimi mesi.

Sabato 6 aprile alle ore 18,30 nel salone Barezzi Daniele Biacchessi presenterà il suo ultimo libro Eccidi nazifascisti. L'armadio della vergogna”.

Giovedì 25 aprile alle ore 21.00 nel Teatro Verdi di Busseto spettacolo “La spremuta” di e con Beppe Casales.

A Busseto la testimonianza di Licia Casali

Riportiamo la testimonianza che Licia Casali ha portato in Collegiata a Busseto dopo la recita del S. Rosario e prima della solenne liturgia con i malati.

Licia ha ricordato il suo matrimonio con Gianfranco Cipelli celebrato a Lourdes nel 1967 dal vescovo Mario Zanchin durante il pellegrinaggio diocesano dell’Unitalsi:
“Spiritualità, preghiera, fede, emozione: l’insopprimibile desiderio di mettersi al servizio degli altri, dei nostri fratelli e sorelle ammalati. Dall’alto della Grotta, lo sguardo materno e rassicurante della Vergine protegge e trasmette una straordinaria forza di amare. Lourdes è tutto questo. Nel mio caso, lo dico con profonda gratitudine, questo sacro luogo, ha segnato in modo importante la mia vita. E’ stata come un’improvvisa folgorazione la sorprendente richiesta del mio futuro sposo di celebrare il nostro matrimonio a Lourdes in occasione dell’imminente pellegrinaggio dell’Unitalsi. Un’idea un po' strana, inimmaginabile. Una proposta che mutava le mie aspettative legate alla tradizionale consuetudine della celebrazione del sacramento nella propria chiesa parrocchiale con parenti e amici. E maggiormente poi, quando il progetto si è rivelato essere inserito nel contesto di un pellegrinaggio unitalsiano in piena regola. Entrambi avremmo dovuto indossare le rispettive divise, io da “dama”, lui da “barelliere”, come tutti i volontari che a Lourdes si prodigano in un incessante servizio di assistenza e accompagnamento dei malati alle sacre funzioni.

Ho accolto la proposta, perché mi era parsa subito qualcosa di singolare, quasi una chiamata speciale, non so dire di preciso, mentre ho avvertito tutta la bellezza e il dono di poter affidare alla Madonna del Rosario il nostro nuovo cammino, di consacrare al suo Cuore Immacolato la nostra famiglia. Conquistati da questa prospettiva così particolare e densa di significato, abbiamo fiduciosamente iniziato il lungo viaggio in treno in un sereno clima di condivisione, di attesa, di servizio insieme con la numerosa comunità diocesana guidata dal Vescovo Mario Zanchi, e da alcuni sacerdoti tra i quali don Tarcisio Bolzoni.

La celebrazione eucaristica delle nostre nozze, con la presenza accogliente e viva della Chiesa diocesana è stata un convivio che ha prodotto una comunione tale che ci ha aiutato a vivere in modo più solidale anche il mistero della malattia del nostro Fratello, accogliendolo e servendolo con tutto l’amore possibile vedendo in lui il Cristo crocifisso.

Al termine del rito delle nostre nozze, il grande e caloroso abbraccio della comunità è stato momento festoso e davvero straordinario. E poi, subito dopo, il servizio dei volontari e nostro è regolarmente ripreso in piena gioia e serenità fino alla conclusione, dopo alcuni giorni, del pellegrinaggio.

Ancora oggi, a distanza di tempo, portiamo nel cuore con riconoscenza a Dio e a Maria quei gratificanti momenti vissuti in una circostanza del tutto particolare, con empatia e amore, a stretto contatto con la sofferenza. E’ stata veramente un’esperienza di concreta umanità e fratellanza, che ha unito volontari e ammalati in un percorso fisico e spirituale destinato a lasciare un segno indelebile nell’anima di ciascuno. Tale segno rimane impresso, oggi come ieri, nel nostro cuore: la vita familiare non può essere vissuta pienamente se non si apre alla collaborazione, al servizio, alla Parrocchia, alla missione e ad una fertile testimonianza del Vangelo”.

 

Presenze in netta crescita alla fiera “Devotio”

Risultati in netta crescita per “Devotio 2024”, quarta edizione della più grande fiera internazionale sui prodotti e i servizi per il mondo religioso, che ha avuto luogo a BolognaFiere. Nei tre giorni della manifestazione i due padiglioni della fiera sono stati affollati da numerosi operatori del settore, importatori, distributori, rivenditori, e-commerce, sacerdoti, suore e responsabili di parrocchie e comunità. A poche ore dalla chiusura, oltre 4mila sono stati i visitatori registrati, con un incremento del 30% rispetto alla precedente edizione del 2022. In crescita anche i Paesi di provenienza, con visitatori da circa 60 Paesi del mondo tra cui, oltre all’Italia, tutta l’Europa ma anche Stati Uniti, Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Messico, Ecuador, Filippine, Corea del Sud, Giappone, India, Sud Africa, Libano, Israele, Palestina e molti altri ancora.

“Devotio 2024” ha visto un aumento pure degli espositori, con la presenza di ben 219 aziende e organizzazioni, provenienti da tutta l’Italia e da altri 17 Paesi, che hanno presentato migliaia di prodotti devozionali e oggetti per il culto, come crocifissi, rosari, immagini sacre, statue e presepi, campane, incensi, candele, vetrate e mosaici, paramenti per la liturgia, arte sacra, arredi per le chiese e abbigliamento per il clero. Nel corso della manifestazione, si è sono svolti diversi incontri e convegni rivolti principalmente ad un’utenza ecclesiastica e ad architetti, artisti, catechisti, insegnanti e professionisti del settore. Assegnati anche i trofei del premio internazionale dell’industria del religioso “Devotio Awards”, che sono andati alle aziende Fratelli Schiavone (Campi Salentina, LE) per la categoria Novità, L.A.L. (Loreto, AN) per la categoria Green, 593 Studio (Riese Pio X, TV) per la categoria Design e La Fornacina di Rigo Nicola (Domanins, PN) per la categoria Arte & Artigianato. All’azienda Graziani (Lorenzana, PI) è andato invece il premio Best Stand Experience “Franca Davoli”.

“Siamo molto soddisfatti del grande successo di questa edizione della fiera, che ha rappresentato un’importante occasione di incontro e di business a livello mondiale per il settore degli articoli religiosi, in un mercato che già guarda all’importante appuntamento con il Giubileo del 2025”, ha detto Valentina Zattini, amministratore delegato di Conference Service e organizzatrice della manifestazione. “Davvero significativo l’aumento dei visitatori, soprattutto quelli provenienti dall’estero, che hanno dimostrato in particolare il grande apprezzamento per la qualità e lo stile dei prodotti made in Italy. Devotio si conferma dunque la più importante manifestazione internazionale per il mondo degli articoli religiosi: l’appuntamento è per la prossima edizione, già prevista dal 15 al 17 febbraio 2026 sempre a Bologna”.

A San Giuseppe la Messa nella lingua dei segni

Un gruppo di persone affette da sordità alla Messa in San Giuseppe Lavoratore Un gruppo di sordi dell’Ente Nazionale Sordi della Provincia di Parma ha partecipato alla s. Messa nella parrocchia di San Giuseppe Lavoratore.

Una domenica diversa rispetto alle altre perchè la liturgia è stata tradotta anche nella Lingua dei Segni Italiana (LIS) e così anche le persone sorde hanno potuto seguire la s. Messa senza barriere di comunicazione.

Concordato, strumento di libertà e collaborazione

“Un ottimo strumento di libertà e collaborazione per la realizzazione della missione della Chiesa in Italia e nel mondo”. Così Mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della CEI, definisce il Concordato che ha portato la Conferenza Episcopale “ad esprimere in modo unitario la volontà dei Vescovi e a incrementare la produzione normativa di diritto particolare, assumendo una presenza sempre più significativa sulla scena nazionale”.

Intervenendo al convegno organizzato dall’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede e dalla Fondazione Craxi sul tema “Stato e Chiesa. A 40 anni dalla firma del Concordato repubblicano”, Mons. Baturi ha illustrato l’impegno della CEI nei vari ambiti di collaborazione con lo Stato. “La prospettiva che ha animato e continuerà ad animare tutta la Chiesa italiana nella sua azione di collaborazione con lo Stato italiano – ha assicurato – è soprattutto quella di offrire un contributo creativo al bene morale e alla crescita del Paese”.L’Accordo del 1984, ha ricordato mons. Baturi, “oltre ad aver contribuito ad assicurare alla CEI un ruolo di interlocuzione con le autorità civili le ha anche attribuito puntuali competenze concordatarie, riconoscendola come il soggetto ecclesiale più idoneo a trattare con i pubblici poteri”. Come dimostra “quella disposizione generale posta nell’art. 2.2 dell’Accordo che nell’assicurare alla CEI la piena libertà di comunicazione e corrispondenza la menziona tra i soggetti ecclesiali subito dopo la Santa Sede, rivelando l’importanza che essa assume nell’economia complessiva della nuova disciplina concordataria”.

La collaborazione della Conferenza Episcopale con le autorità civili, ha proseguito il Segretario Generale, “non ha riguardato solo la definizione delle norme di attuazione quanto anche il piano amministrativo e i rapporti con le amministrazioni pubbliche”. “In questi quarant’anni di collaborazione – ha rilevato l’Arcivescovo – l’abituale confronto tenuto dalla CEI con le pubbliche autorità e la rappresentanza delle istituzioni ecclesiali ha prodotto una mole ingente di documenti e assicurato soluzioni condivise su molti ambiti”.Secondo Mons. Baturi, “la materia che più di altre ha costituito per la CEI un importante banco di prova di maturità e responsabilità è quella degli enti e beni ecclesiastici”. “È toccato alla CEI – ha affermato – riscrivere ed attuare, dettando una puntuale e specifica disciplina canonica, tutta la materia del sostentamento del clero e la disciplina sulla gestione dei fondi provenienti dall’8 per mille che con l’entrata in vigore del nuovo codice di diritto canonico del 1983 andava completamente rivista”. A tale proposito, il Segretario Generale ha giudicato “positivo il percorso intrapreso, in collaborazione con lo Stato, per mettere a punto un sistema trasparente ed efficiente di impiego delle risorse finanziarie sia per assicurare il congruo e dignitoso sostentamento ai nostri sacerdoti sia per assicurare le opere di carità e di soccorso della Chiesa in Italia e nel mondo”.

Nel suo intervento, Mons. Baturi ha inoltre sottolineato che, nell’ambito dell’Accordo, la CEI ha potuto “dispiegare il proprio impegno non solo su materie concordatarie molto importanti quanto anche in nuovi settori della solidarietà, della cultura, della formazione, e in particolare di offrire il proprio contributo sul drammatico fenomeno dell’immigrazione”. È avvenuto, ad esempio, con la sottoscrizione di protocolli d’intesa “per l’apertura di corridoi umanitari allo scopo di favorire l’arrivo in Italia in modo legale e in condizioni di sicurezza di soggetti vulnerabili e beneficiari di protezioni internazionali”. Si tratta “di iniziative ed attività che si propongono di rispondere alle urgenze provocate dal fenomeno migratorio sperimentando forme innovative di accoglienza e canali legali alternativi”, ha osservato il Segretario Generale per il quale “l’esperienza realizzata anche a motivo della sinergia con le istituzioni civili e l’associazionismo civile consente di apprezzarle come buone pratiche che potrebbero in analogia essere mutuate da altri paesi europei pur nelle differenze degli assetti nazionali”.


Dopo aver ricordato che “l’ambito della solidarietà è certamente un altro settore in cui l’attivazione di modelli di collaborazione può contribuire a dare risposte efficienti valorizzando le esperienze di tutte le realtà del cosiddetto Terzo settore”, Mons. Baturi si è quindi soffermato “sul riconoscimento e sul sostegno che all’azione della CEI è venuto dai pontefici che in questi ultimi quarant’anni si sono avvicendati alla guida della Chiesa Universale”. “Da San Giovanni Paolo II a Benedetto XVI e oggi con Papa Francesco – ha concluso – la CEI ha sempre goduto del pieno sostegno e della più ampia fiducia rispetto al proprio operato nel rapporto con le autorità civili”.

 

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Terremoto in Siria e Turchia: un anno dopo

Ad un anno dal terremoto che ha colpito la zona al confine tra la Turchia e la Siria, Caritas Italiana pubblica alcune schede informative relative agli interventi compiuti sul territorio.


In Turchia, la rete Caritas si è mobilitata immediatamente per portare aiuto alla comunità. Nella primissima fase è stato attivato in Anatolia un numero verde del centro d’ascolto a supporto della comunità, sono state distribuite coperte e forniti pasti caldi per le persone sfollate. Successivamente è stato elaborato un piano di risposta rapida all’emergenza seguito da un programma di medio periodo di cui hanno beneficiato circa 38.000 persone.


In Siria, la Caritas locale ha mobilitato i team degli uffici regionali e nazionale nel soccorso alla popolazione colpita avviando la distribuzione di beni primari, cibo, acqua potabile e generi di prima necessità (coperte, indumenti pesanti, kit igienici…); la distribuzione è avvenuta in 71 centri di accoglienza comunitari presenti nelle aree colpite dal sisma, in particolare in quelli situati nelle zone di Aleppo e di Lattakia. Molti di questi centri sono stati allestiti dalle parrocchie locali, che hanno accolto gli sfollati. Le famiglie aiutate sono state circa 10mila.

Al 31 dicembre 2023, Caritas Italiana ha raccolto per Turchia e Siria 13.067.814,08 euro: tale somma comprende 1,5 milioni di contributo della CEI (fondi 8xmille) e le donazioni giunte attraverso la colletta nazionale.
Le uscite per Turchia e Siria ammontano a 3.405.017,30 euro (di cui 1.253.514.11 per la Turchia e 2.151.503.19 per la Siria). Questa cifra comprende i fondi spesi, quelli trasferiti in loco e le risorse accantonate per Caritas Italiana (5 per cento delle offerte non CEI). I restanti 9.662.796,78 euro comprendono fondi già stanziati ma non ancora spesi né trasferiti e fondi che sono destinati a progetti ancora da definire. In caso di catastrofi naturali, infatti, gli interventi si svolgono sulla base di una progettazione pluriennale e dunque i fondi raccolti vengono messi a disposizione man mano che le progettualità lo richiedono.

La Giornata per la Vita celebrata a Busseto

La parrocchia di San Bartolomeo in Busseto ha proposto due iniziative importanti per celebrare la Giornata per la Vita. Un incontro in oratorio per gli adolescenti della comunità con don Adamo Affri, che ha raccontato la sua esperienza di cappellano del carcere di Piacenza e di membro della “casa famiglia” della Comunità Papa Giovanni XXIII a Fiorenzuola. Dialogando con molti giovani che delinquono e che vengono arrestati si scopre che a loro volta sono poveri di affetti, di attenzione e di autostima. Il primo lavoro da fare è farli sentire amati e aiutarli a dare un senso alla loro vita. La scoperta della fede vera è di grande conforto in questo cammino di ricostruzione della propria personalità. Varie domande sono state poste a don Adamo, che vive in una famiglia con 13 persone, di cui molte segnate dalla malattia e dal disagio sociale. La cena preparata dalle volontarie e un momento conviviale hanno concluso la serata.

Durante la s. Messa delle ore 10.30 in Collegiata la famiglia Giovanelli, con papà Enrico e mamma Sara, genitori di 8 figli residenti a Piacenza, ha portato una bella testimonianza. La vita come dono e condivisione, il senso della Provvidenza sempre pronta a sostenere l’uomo anche nei momenti della prova, la percezione della misericordia di Dio e la solidarietà di altre famiglie consentono di vivere un’esperienza che va oltre la mentalità corrente. Questa testimonianza, offerta nella semplicità e senza ostentazione, ha fatto riflettere tante persone, comprese le coppie che si stanno preparando al matrimonio cristiano.

VIII edizione del premio "Onore al Merito delle Donne"

La Giunta comunale di Fidenza ha confermato la VIII edizione del Premio “ONORE AL MERITO DELLE DONNE”, finalizzato a riconoscere e celebrare l’attività e il ruolo delle donne negli ambiti: sociale, lavorativo/professionale e culturale/sportivo.

Le candidature possono essere presentate da Enti, istituzioni o associazioni operanti sul territorio del Comune di Fidenza compilando il modulo disponibile a fianco e inviandolo entro il termine del 28 febbraio 2024 ore 13:00 al protocollo del Comune di Fidenza utilizzando il modulo fac simile di candidatura al premio pubblicato sul sito del Comune, indicante come oggetto “ONORE AL MERITO DELLE DONNE 2024” e indirizzate all’Ufficio Cultura oppure al seguente indirizzo di posta elettronica certificata: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Le richieste dovranno essere corredate da:

  • modulo di candidatura al premio corredato da breve motivazione del perché alla candidatura, accompagnata dai dati anagrafici della candidata, un suo breve curriculum e da una breve relazione sull’attività svolta;
  • documento firmato dalla candidata che dichiara accettazione candidatura.

I riconoscimenti verranno consegnati venerdì 8 marzo 2024 alle ore 18.30.

Il 18 febbraio la Colletta Nazionale pro Terra Santa

Terra Santa

Il 18 febbraio colletta nazionale
per esprimere solidarietà e partecipazione

La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana indice per domenica 18 febbraio (I di Quaresima) una colletta nazionale, da tenersi in tutte le chiese italiane, quale segno concreto di solidarietà e partecipazione di tutti i credenti ai bisogni, materiali e spirituali, delle popolazioni colpite dal conflitto in Terra Santa.

Le offerte raccolte, da inviare a Caritas Italiana entro il 3 maggio, renderanno possibile una progettazione unitaria degli interventi anche grazie al coordinamento con la rete delle Caritas internazionali impegnate sul campo. 

“Caritas Italiana – spiega il direttore, don Marco Pagniello – è in costante contatto con la Chiesa locale: dopo aver sostenuto, nella fase iniziale dell’emergenza, gli interventi di Caritas Gerusalemme, continua a seguire l’evolversi della situazione, accompagnando le Chiese locali nell’organizzazione delle diverse iniziative per far fronte ai bisogni dei più poveri e favorire un clima di pace e riconciliazione”. 

La colletta del 18 febbraio rappresenta, inoltre, una preziosa occasione di sensibilizzazione e animazione delle comunità parrocchiali italiane. A tal fine Caritas Italiana sta predisponendo sussidi e locandine che sanno messi a disposizione delle Diocesi.

 

Maggiori informazioni: https://www.caritas.it/terra-santa-ferita/

Nuova identità grafica per l’Editore Paoline

Le Figlie di San Paolo, comunemente note come suore Paoline, il 5 febbraio scorso hanno presentato il restyling del marchio editoriale Paoline, che sostituisce esattamente dopo 30 anni il precedente.

 Accanto al marchio editoriale rinnovato, ricorrendo anche il 60° anniversario dalla nascita al cielo di suor Tecla Merlo, cofondatrice dell’Istituto, anche un nuovo logo istituzionale per la Congregazione.

Il contesto attuale in rapida evoluzione ha incoraggiato le Figlie di San Paolo ad adeguare la propria identità visiva per rispondere alle esigenze dei tempi moderni, per comunicare sempre meglio e in maniera coordinata in oltre 50 nazioni, attraverso siti web, social network, libri, strumenti multimediali e nei tanti luoghi dove essere presenti oggi e domani.

Assecondando il linguaggio dell’era digitale del XXI secolo e seguendo il loro carisma di comunicatrici del Vangelo, le Figlie di San Paolo attraverso il proprio Editore Paoline danno vita a un’azione di rebranding, che coinvolge centinaia di lingue in 50 Paesi del mondo, per offrire una nuova forma di comunicazione e annuncio del Vangelo, che guardi a tutti i nuovi media e diventi sempre più capace di esserci nella complessità dei tempi e delle società. Spingersi sempre oltre, protendersi sempre oltre, puntare sempre oltre: è ciò che da sempre caratterizza una storia fatta di instancabile impegno per l’evangelizzazione ed è segno di una promessa per un futuro di innovazione, cambiamento, presenza.

L'ellisse di colore blu, con una linea aperta e inclusiva, rappresenta il mondo al quale le Paoline sono chiamate ad annunciare il Vangelo. Il colore blu richiama l'ambito digitale e le reti dell’infrastruttura informatica ed esprime il desiderio di essere apostole del XXI secolo. La lettera P, con il suo colore identitario rosso, simboleggia lo slancio pastorale di Paolo, modello del vivere in Cristo e ispiratore della missione. In alcune lingue, rappresenta anche la P di Parola, Palabra, Palavra… da diffondere in tutto il mondo. Il logotipo Paoline, posto al di sotto dell’emblema: l’ellisse e la P, rappresenta la base solida, come le radici di un albero maestoso.

Accanto al restyling del marchio editoriale, le Figlie di San Paolo si dotano da oggi anche di un nuovo logo istituzionale. Il nome "Figlie di San Paolo" racchiude la profonda connessione che le lega all'Apostolo delle genti. Tuttavia, nei 50 Paesi dove si trovano, il nome si riverbera attraverso una varietà di forme. È per questo motivo che si è scelto di raffigurare la Congregazione attraverso un nuovo logo ispirato al distintivo. L’ellisse, condivisa con l’Editore Paoline, rappresenta la Congregazione e la missione dell’evangelizzazione; aperta e inclusiva in quanto abbraccia la Croce-Libro, che richiama il distintivo delle Figlie di San Paolo, l’Apostolo delle genti e la Parola da annunciare.

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